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⭐️Capitolo 55⭐️

Questa mattina mi sveglio con un po' di mal di testa; sono ancora nel letto, non ho proprio voglia di alzarmi, mi giro e mi rigiro, ma proprio non posso fare a meno di alzarmi.
Devo pulire casa e poi devo vedermi con le ragazze; ieri pomeriggio mi hanno chiamata e mi hanno pregata di vederci, così ci siamo messe d'accordo che questa mattina ci saremmo viste.
È un po' che non le vedo, e se devo dire la verità mi mancano...
Controvoglia, mi tolgo le coperte di dosso e mi alzo.
Come uno zombie cammino verso la cucina; il mal di testa non è forte, ma è parecchio fastidioso, spero che un'aspirina mi passi...
Prima però ho bisogno di mettere qualcosa nello stomaco: preparo un po' di latte, dei pancake.
Il cellulare prende a squillare.
Lo prendo e rispondo:
"Si?" Mi massaggi lo le tempie.

"Buongiorno Grace!" Sophie dall'altro capo del cellulare squilla facendo aumentare il mio mal di testa.

"Shhhh! Sophie, non urlare, ho male alla testa."

"Devi raccontarmi quello che è successo ieri."
Alzo gli occhi al cielo. Lo immaginavo.

"Non è il momento, domani Sophie."
Dico, ma domani farò di tutto per evitare questo argomento; però per farla smettere devo per forza dirle di si, altrimenti mi darà i tormenti.

"Questa sera hai anche la cena con Ala... Sophie... Con chi stai parlando?"
D'un tratto non sento più la voce di Sophie, ma di Christian. Oddio!
Speriamo non l'abbia sentita!

La sento ridere nervosamente.
"Christian... Con... Grace. C'è Grace al cellulare. Ha mal di testa e le stavo..."
Sento uno strano rumore: "Grace buongiorno. Vuoi che ti porti qualcosa per il mal di testa?"

M'irrigidisco.
"Ehm, no grazie Christian. Ho già quello che mi serve."

"Questa sera verrò a trovarti."

No! "Non è necessario... " Dico.

Sophie aiutami tu ti prego...
"Si, non è necessario, andrò io stasera." Sento Sophie parlare con Christian.
Per fortuna una volta è dalla mia parte, questo significa che mi vuole vedere ancora viva.
"Se ti serve qualcosa chiama, Sophie sarà disponibile se ti serve." Dice.
Lo ringrazio, e poi finalmente mi passa Sophie.

"Sophie!" Dico terrorizzata.

"Lo so, mi dispiace, ma è sbucato così, dal nulla."

Decido di lasciar perdere.
Chiacchieriamo per più di dieci minuti, poi riattacchiamo.
Finisco la mia colazione, poi mi affretto a prepararmi ed esco di casa.
Sandy mi raggiunge a un bar vicino casa sua, e insieme andiamo a casa di Ivy.
<< Ultimamente non la sto sentendo né vedendo più. Da quando si è impegnata con quel Mirko, non si fa più vedere. >>
Annuisco: << Io non ho proprio il tempo di starle dietro. >> Sospiro esasperata. << Sandy, sono nei guai. >>
Mi prende le mani, << Che hai
fatto? >>
Mi viene da piangere: << Un casino. >> Mi fa segno di raccontare, e così comincio il mio racconto.

<< ... Così questa sera ho la cena con suo fratello, ma lui non deve sapere niente, o ammazza prima me, poi suo fratello. >>
Sandy scoppia a ridere.
Aggrotto la fronte: << Non ridere, sono disperata. >> Frigno.
<< Cosa metterai questa sera? >> Chiede ancora ridendo.
Resto a bocca aperta; le ho appena raccontato il guaio in cui mi sono cacciata, le ho detto che sono disperata, e lei cosa va a chiedermi? Cosa indosserò questa sera?
Alzo gli occhi al cielo.
<< Quello che metto tutti i giorni. >> Rispondo con noncuranza.
<< Non puoi mettere i tuoi soliti stracci a un appuntamento con un uomo! >> Esclama.
Stracci? Io non indosso stracci!
<< È una cena tra amici. >> Dico.
Ridacchia, << Si, e io sono
Calimero. >> Sghignazza.
<< Sai che io non sono per niente brava, quindi credo che l'unica a cui potresti chiedere consiglio sia Ivy. >> Mi prende a braccetto, e insieme andiamo alla fermata dell'autobus.

Suoniamo alla porta di casa di Ivy.
<< È in casa, vero? Non si sarà dimenticata? >>
Sandy fa spallucce. << Lo spero... >>
Fortunatamente la porta si apre e... La persona che ci apre, non è Ivy, ma Mirko.
Arrossisco. Che situazione imbarazzante!
Mi copro gli occhi: è a torso nudo e indossa solo gli slip.
<< Amore chi è? >> Sentiamo la voce di Ivy provenire dalla camera da letto.
<< Sandy e Grace. >> Ci fa entrare e vediamo correre verso di noi Ivy, che indossa solo una camicia bianca che le va grande due volte.
<< Scusate ragazze, non aspettavamo nessuno. >> Dice sistemandosi i capelli in una coda di cavallo.
Sia io che Sandy scuotiamo la testa:
<< Andiamo se disturbiamo. >>
<< No! >> Strilla ed entrambe sussultiamo.
<< Rimanete, Mirko stava andando
via. >> Guarda Mirko e lui annuisce.
Si avvicina a lei e le sussurra qualcosa all'orecchio.
Ivy ridacchia: << Scusate ragazze. Torniamo subito. >>
Annuiamo e nel frattempo che aspettiamo, prendiamo posto sul divano.
<< Chiedile un vestito. >>
Scuoto la testa. << Devi metterti in mostra questa sera. Vuoi metterlo in rete questa sera? >>
Inarco un sopracciglio: << Io... Non voglio metterlo in rete, ti ho già detto che usciamo insieme, ma come
amici. >>
Mi guarda con un sorrisetto furbo stampato sulle labbra: << Racconta questa stronzata a chi vuoi tu, ma io sono più che sicura che non ti ha invitata per uscire con te come
"amica". >> Fa le virgolette con le dita.
Alzo gli occhi al cielo.
<< Ragazze! >> Ivy fa il suo ingresso nel salotto; questa volta indossa una tuta, e la camicia è tornata al proprietario: Mirko.
Ivy saluta Mirko con un bacio a stampo sulle labbra, e poi va via lasciandoci sole.
<< Allora raccontatemi, come state? È da un po' che non ci vediamo. >>
Annuisco.
<< La nostra amica Grace è uscita due volte con il suo capo, Christian, e questa sera ha una cena con suo fratello, Alan. >> Dice tutto d'un fiato.
Ivy sposta lo sguardo da Sandy a me e la sua espressione cambia da seria a entusiasta.
<< Grace! Hai trovato il ragazzo! >>
Sbuffo, scuoto la testa: << No. È il fratello del mio capo, un conoscente, l'ho visto solo due volte, usciamo come amici. >> Ripeto.
<< Un conoscente che ti chiede di uscire perché vuole essere più di un conoscente per te, non credi? >>
Alzo gli occhi al cielo. Inspiro ed espiro. Inspiro ed espiro. Calmati Grace.
<< Cosa metti questa sera? >> Chiede.
Guardo male Sandy che invece mi sorride, << Non lo sa. Voleva chiederti se potevi prestarle un vestito adatto alla serata. >> Parla al posto mio.
Ma io non volevo dire questo!
<< Con calma mi raccomando; fate come se io non ci fossi. >> Dico irritata. Incrocio le braccia al petto e guardo male entrambe.
<< Tesoro, lascia fare a me; questa sera sarai uno splendore, non riuscirà a toglierti gli occhi di dosso, cadrà ai tuoi piedi. >> Mi fa l'occhiolino.
Cosa ho fatto di male per meritare questo?

Le ragazze sono venute a casa con me, Ivy mi ha prestato un vestito che è davvero adorabile: bordeaux, stretto in vita, lungo fin sopra le cosce, scollo a V, maniche lunghe di pizzo. Décolleté nere.
I capelli ha detto che se li lascio sciolti è meglio, mi ha arricciati solo un po' alle punte.
A truccarmi è stata Sandy, se l'è sempre cavata con il make-up: sugli occhi ha applicato un ombretto color terra, un po' di eye-liner, mascara, sulle guance un po' di blush rosa, e sulle labbra, del gloss color carne.
Sto davvero benissimo!
<< Sei pronta! >> Esclama Ivy.
<< Che ore sono? >> Chiede Sandy.
<< 19.50. Tra dieci minuti verrà a prendermi. >> Le informo.
Annuiscono. << Sei davvero bellissima Grace. >> Commenta Sandy.
Arrossisco: << Grazie. >>
<< Fagli girare la testa, baby! >> Ivy mi da una piccola sculacciata sul sedere, e io emetto un gridolino.
Entrambe scoppiano a ridere.
<< Io devo andare. Facci sapere. >> Ivy mi abbraccia.
<< Si. Chiamaci appena ti ha riaccompagnata a casa. >> Sandy si aggiunge all'abbraccio.
<< Sapete che non lo farò, vero? >>
Ivy sbuffa, e Sandy fa spallucce, << Ho tentato. >>
<< Tanto lo sai che prima o poi dovrai raccontarci tutto. >>
Le guardo male, << Si, lo so. >>
Vanno via e io resto seduta sul divano per i prossimi dieci minuti fino all'arrivo di Alan.

In perfetto orario suona alla mia porta: le 20:00 in punto.
Apro la porta e lui rimane a bocca aperta.
<< Chiudi la bocca o ci entreranno le mosche. >>
Strizza gli occhi: << Lascia entrare tutte le mosche che vuoi. >> Dice.
Ridacchio. È così buffo.
<< Sei bellissima. >> Lo ringrazio per il complimento.
Lui indossa una camicia nera, un po' aperta, un pantalone grigio.
Devo dire che anche lui non è niente male...
Scuoto la testa per scacciare via quei pensieri.
<< Andiamo? >> Chiede.
Annuisco, prendo la mia borsetta e ritorno alla porta.
Alan mi accompagna fuori portando una mano lungo la mia schiena.
Mi vengono i brividi, Christian ha fatto la stessa cosa.
Un momento! Adesso perché sto pensando a Christian?!

Entriamo in un ristorante: il pavimento bianco brilla talmente tanto che rischi di accecarti.
Le pareti sono di un grigio argento, e i quadri appesi su di esse, fanno la loro figura.
<< È molto bello... >> Commento.
<< Sono contento che ti piaccia. >>
Mi prende la mano, ma io la tiro subito via.
<< Scusa. >> Lui si che conosce le buone maniere, non come suo fratello.
Gli sorrido.
<< Buonasera, avete prenotato un tavolo? >> Un cameriere si avvicina a noi.
<< Si, Fuller. >> Dice gentilmente.
Il cameriere annuisce e ci fa segno di seguirlo.
<< Questo è il vostro tavolo, accomodatevi. >>
Alan mi aiuta a sedermi: proprio come un perfetto gentiluomo mi scosta la sedia e io mi siedo.
<< Grazie. >>
Alan prende il menù davanti a se'.
<< Scelgo io per te? Ti va bene qualsiasi cosa? >> Chiede.
Annuisco.
Il cameriere che prima ci ha portati al tavolo, si avvicina di nuovo, questa volta in mano tiene un taccuino.
<< Siete pronti a ordinare o volete che passi tra un po'? >>
Alan scuote la testa: << Siamo
pronti. >> Dice.
<< Prendiamo un insalata di pesce e ostriche. >>
Il cameriere prende appunti: << Da bere? >> Chiede.
<< Vino, tu? Bevi... >>
<< Acqua. Solo acqua. >> Voglio acqua. Non voglio fare la fine di ieri. La birra mi dava alla nausea, trovo che sia orribile. Altrettanto il vino.
<< E dell'acqua. >> Dice rivolgendosi sempre al cameriere.
<< Il vino come lo desidera? Bianco o rosso? >>
<< Bianco. >>
Annuisce e va via con l'ordinazione.
Alan si sporge in avanti verso di me.
<< Non bevi alcol? >>
Il solo nominarlo mi vengono i brividi, scuoto la testa: << No. Non mi
piace. >>
Annuisce lentamente socchiudendo gli occhi: << Ho capito... Neanche
un po'? >>
Scuoto la testa. << Okay. >>
Poggia i gomiti sul tavolo e fissandomi dritto negli occhi ride: << Allora Grace... Raccontami un po' di te. >>
Sorrido portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio: << Non c'è molto da raccontare: vivo qui da 5 anni e lavoro per mantenermi. >>
<< E con i ragazzi? >>
Scuoto la testa: << Non fanno per me. Due delusioni mi sono bastate. >>
Sorride, << Ma non sono tutti uguali. >> Si passa una mano tra i capelli.
Scuoto la testa: << Io invece credo di sì... >>
Annuisce poco convinto: << Okay... >>
Mi viene in mente una cosa che vorrei tanto sapere: << Tu e Christian non andate molto d'accordo vero? >>
Si rabbuia, abbassa lo sguardo.
<< Non più. >>
<< Come mai? >> Chiedo fin troppo curiosa.
Scuote la testa accennando a un sorriso: << Non siamo qui per parlare di me. >>
<< Perché vivi sola? >> Cambia discorso.
Mi salgono le lacrime agli occhi, ma le ricaccio dentro: << Non mi va di parlarne. >>
<< Okay. >>
Il cameriere porta la nostra cena, e cominciamo a mangiare, in silenzio, almeno lo spero; anche se noto Alan lanciarmi delle occhiatine.
Forse Sandy e Ivy avevano ragione. Forse per Alan questa non è una semplice cena tra amici...

Quando mi riaccompagna a casa sono stanchissima. Sale fin sopra al mio piano. Mi accompagna alla porta. Inserisco la chiave nella serratura e la giro.
<< Grazie per la cena... >>
Sorride: << Grazie a te. >> Mi sfiora la guancia, fa un passo verso me.
Si china in avanti e avvicina il suo viso al mio, vado nel panico; quando le sue labbra stanno per posarsi sulle mie, mi scanso imbarazzata.
<< Alan... Mi dispiace, ma... >>
Scuote la testa: << Ho sbagliato io, scusami. >>
Voglio chiarire la situazione. Ha frainteso tutto.
<< Alan devi capire che io... Non... >>
Mi interrompe: << No, ho capito, tranquilla. >>
<< Non voglio relazioni. >> Termino la frase.
Annuisce e mi posa un bacio sulla guancia.
<< Buona notte Grace... >>
<< 'Notte. >>
Lui va via e io chiudo la porta.
Mi ci poggio con la schiena e scivolo lentamente a terra.
Mi prendo il viso tra le mani e sospiro.
<< Ho bisogno di dormire. Grace Watson, tu hai bisogno di dormire... >> Mi dico.
Mi alzo e vado a cambiarmi.

Dopo una lunga doccia rilassante mi infilo sotto le coperte.
⭐️⭐️⭐️⭐️
Buona seraaaaa!
Cavolo! Alan sembra interessato alla nostra Grace, ma adesso?
🤔
Continuate a leggere mie care lettrici! Vi adoro!
Buona lettura, e non dimenticatevi di votare e se vi va di lasciare un commentino! ❤️❤️
Baci baci! 😘😘

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