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⭐️Capitolo 5⭐️

<< Stai al banco, qualunque cosa ti chiedano, anche in modo sgarbato tu li accontenti, okay? Senza fare storie. >> Dice in modo arrogante.
Annuisco. Mi è così vicino che mi manca l'aria.
<< Se ti serve aiuto, puoi chiedere a Sophie e ad Ethan. >> Ascolto attentamente quello che dice.
Annuisco ancora. Questo lavoro voglio tenermelo stretto, non posso permettermi di licenziarmi ancora.
Mi servono i soldi per pagare l'affitto, e la luce e il gas, e l'acqua... Insomma, mi servono e basta.
Sta per andare via, << Posso... >> Esito.
Si blocca e si volta.
<< Si? >>
<< Ecco... >> Abbasso gli occhi.
Sospira nervosamente.
<< Fai in fretta... >>
<< Quanto... Quanto è la paga? >>
Inarca un sopracciglio, << 600
dollari. >>
<< Okay. >> Dico.
Non sono molti, ma non posso lamentarmi. Me li farò bastare.
<< Eri molto più simpatico, quella sera... >> Dico d'un tratto.
L'ho pensato, si, ma non volevo dirlo ad alta voce.
Avvampo.
Si volta guardandomi in cagnesco.
<< Chiudi il becco. >> Dice e mi tira per un braccio.
<< Che fai! Mi fai male! >>
Mi trascina con se', nel suo studio, chiude la porta.
Mi addossa alla parete, << Tu non mi conosci, okay? Non mi hai mai visto prima, sono il tuo superiore. Punto. >>
È vicinissimo al mio viso; mi terrorizza il modo in cui mi parla e come mi guarda.
Annuisco senza aprire bocca.
Apre la porta, << Adesso va' al tuo posto. >> Mi guarda furioso, con l'odio negli occhi; mi chiedo cosa gli abbia fatto.
Esco di lì e ritorno al banco.
<< Ciao io sono Sophie, lui invece è Ethan. >>
Sorrido, << Grace. Lavoro qui da oggi, cioè sono in prova. >>
<< Se ti serve aiuto non esitare a chiedere. >> Mi fa l'occhiolino.
Ringrazio entrambi e torniamo a lavoro.
Entra un cliente.
<< Salve. >> Mostro il mio sorriso più dolce.
<< Buongiorno, mi dai una birra? >> Chiede.
A quest'ora? Ma è presto!
<< Che fai? Me la dai o devo prendermela da solo? >>
Scuoto la testa e annuisco.
<< Si, cioè no. >>
Prendo la birra e gliela porgo.
<< Tenga. >>
<< Ci voleva tanto? >>
Scuoto la testa tenendo gli occhi bassi.
Il cliente va via e con la coda dell'occhio vedo Christian che mi sta osservando.
Mi guarda male.
È iniziata proprio male la giornata. Ma perché non me ne va mai bene una?

Il resto della mattina procede bene. Ho acquistato più sicurezza, e ho notato che Christian non mi guarda poi più così tanto male come questa mattina.
<< Noi andiamo a pranzo, vieni con noi? >>
Scuoto la testa e sorrido. Li ringrazio per l'invito, ma dico che preferisco tornare a casa, così da fare anche qualche servizio.
Questa mattina ho lasciato la casa in disordine, e ora mi toccherà pulire.
Detesto il disordine.
Sono sulla strada di casa, << Casa? >>
Mi volto e vedo Christian che si ferma con la moto proprio davanti a me.
<< Si. >> Rispondo fredda.
Guardo avanti e continuo a camminare.
<< Vuoi un passaggio? >>
<< No. >>
Sale con la moto sul marciapiede e si ferma proprio davanti a me sbarrandomi la strada.
<< Vai a piedi? >>
<< Si, ma non è un problema tuo. >>
Giro intorno alla moto e vado avanti.
Lo sento fermare la moto e scendere, poi corre verso di me.
Mi prende per un braccio e mi fa voltare.
<< Grace. >> Sussurra.
<< Io non ti conosco. Non te lo ricordi? Sei il mio superiore. >> Dico.
Rimane immobile mentre io mi divincolo dalla sua presa e me ne vado.
Stupido.
Ma chi si crede di essere?

Arrivo a casa.
Le mani nei capelli; non ricordavo fosse messa così male...
Comincio a sistemare. Mangerò dopo, se faccio in tempo, altrimenti non importa.
Devo sistemare, non sopporto questo disordine.

<< Oh, mio Dio! >> Ho fatto tardi. Tra poco ricomincia il turno e io sono ancora a casa, devo sbrigarmi, se non voglio prendermi una sgridata da Christian.
Lascio le cose così come stanno, e prendo la mia borsa, poi esco di casa.
Chiamo l'ascensore, che come sempre ci mette ore per arrivare; invecchio prima, e poi arriva.
Perché è così lento!
<< Finalmente! >> Esclamo appena si ferma sul mio piano e le porte si aprono.
<< Di fretta? >>
Mi volto, sorrido, anche se non vorrei, ma per educazione sorrido.
<< Ciao Dan. >> Lo saluto.
Dan, è il mio vicino di casa, non proprio vicino... Abita al piano di sopra.
È un don Giovanni.
Non ne sono certa, ma credo che si sia portato a letto tutte le ragazze del palazzo, e ora, ci prova anche con me, ma non ha capito che io non sono una facile; per niente.
<< Si, sono in ritardo al lavoro, e se non arrivo in tempo mi prenderò una sgridata dal mio capo, e sono anche in prova, quindi potrebbe anche licenziarmi... >> Dico disperata.
L'ascensore scende lentamente e io incrocio le braccia al petto sbuffando.
<< Si deve fare qualcosa per questa stupida ascensore! >>
Dan ridacchia, << Perché? >>
Come perché?
<< Perché è troppo lenta! Non
lo vedi? >> Ridacchia ancora.
Annuisce, << Ah, si. >> 
Ah, si che non gliene frega niente!
Appena l'ascensore arriva finalmente al piano terra e le porte di aprono, esco come una furia, e cerco un modo più veloce per arrivare in tempo al bar.
<< Cavolo sono già le 15.00! Non ce la farò mai in tempo! >>
<< Vuoi un passaggio? Con la mia moto arriviamo in un attimo. >>
Dan mi offre un passaggio.
So che non dovrei, e in effetti non voglio neanche, ma non posso permettermi di rischiare di perdere questo lavoro, ne ho davvero bisogno.
<< Ti ringrazio. >> Corro verso di lui, e saliamo sulla moto.
Mi torna in mente quando quella sera Christian mi ha riaccompagnata a casa, e anche lui aveva la moto.
Quella sera è stato così dolce e gentile, ma non lo è per niente.
È un arrogante, antipatico e presuntoso...
<< Dove devi andare? >> Chiede interrompendo i miei pensieri, ma meglio così, avrei finito solo con l'avvelenarmi il sangue.
<< Si, scusa. Al centro, vai al centro. Puoi lasciarmi lì. >>
Annuisce e parte.

Dieci minuti e arriviamo.
<< Ti ringrazio. >> Dico porgendogli il casco.
Mi sorride, mi squadra da capo a piedi.
<< Una cenetta? >> Dice con un sorrisetto furbo sulla labbra.
<< Cosa? >> Chiedo allibita.
<< Dolce Grace, hai capito
benissimo. >> Fa per sfiorarmi la guancia, ma mi scanso.
<< Mi dispiace, ma non credo... >>
<< Devi ringraziarmi in qualche modo del passaggio che ti ho dato, non saresti arrivata in tempo se non ci fossi stato io. >>
Sapevo che tramava qualcosa, non mi avrebbe dato un passaggio senza qualcosa in cambio.
Sospiro.
Annuisco controvoglia, ma non posso fare altro.
<< Ciao Dan. >> Lo saluto, mi volto per andare via.
<< Questa sera? >> Mi volto di nuovo verso lui e annuisco.
<< Perfetto. Passo io a bussarti. >>
Lo saluto con un cenno della mano, e vado via. Sento la moto ruggire e poi allontanarsi.
Perché ho accettato quel passaggio! Adesso sono costretta a uscire con lui!
<< Ciao Grace... >>
<< ... Ciao... >> Cammino a testa bassa ed entro nel bar.
<< ... Signorina Grace! Sto parlando con lei! >> Qualcuno mi urla nell'orecchio.
Mi porto le mani all'orecchio,
<< Ahi! >> Dico ad alta voce.
<< Sei sorda? >> Alzo gli occhi: Christian.
<< No! Non lo sono! Ciao! >> Sbotto e prendo posizione dietro il bancone.
<< Nervosa? >>
<< Ti sembro nervosa?! >> Rispondo male.
Alza le mani e poi le incrocia al petto.
<< Per niente. >> Risponde sarcastico.
Io invece non sono in vena di scherzi.
<< Bene allora... >> Dico ignorandolo completamente.
Mi metto a lavoro, e finalmente lui va via.
Cinque minuti dopo arrivano Ethan e Sophie.
<< Ciao bella... >> Mi saluta Ethan.
<< Ciao. >> Lo saluto con poco entusiasmo.
Sono molto simpatici, e sono brave persone.
<< Che hai? >> Chiede Sophie.
Sbuffo. << Dan, il mio vicino di casa, mi ha dato un passaggio, e ora vuole uscire con me. >> Dico.
Sophie sorride, << Allora? >>
<< Allora non lo conosci; ci prova con tutte, ed è da un po' che ci prova anche con me, ma io non gliel'ho data mai vinta. Oggi invece ha trovato la scusa adatta per uscire con me. >>
Sophie mi guarda dubbiosa, << Ma ci devi solo uscire Grace... >>
Scuoto la testa. << Non lo conosci Sophie... Dan è un don Giovanni... >>
<< Se allunga le mani, puoi tranquillamente schiaffeggiarlo. >> Dice.
Si, questo è certo. Se solo si azzarda non esiterò a farlo.
Quando mi volto, vedo Christian allontanarsi.
Ma che fa?
Ascolta le mie conversazioni?
Maleducato.
⭐️⭐️⭐️⭐️
Salve! Allora come va? Tutto bene?
Spero tanto che questa storia vi stia appassionando, io comunque farò del mio meglio per farvela piacere!
Bacini e buona lettura!

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