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⭐️Capitolo 46⭐️

Ho voluto prendere qualche giorno libero, quello che è successo ieri sera con Christian mi ha sconvolta, così questa mattina ho chiamato e ho chiesto dei giorni di ferie.
Lui si è scusato di nuovo con me; gli ho detto che non importava, ma in realtà importa eccome.
Mi ha maledettamente spaventata; ho avuto paura di morire!
Adesso sto uscendo di casa, voglio parlare con Sandy, l'ultima volta che ci siamo viste e sentite, ci siamo lasciate male.
Esco in strada e svolto a destra; lungo la strada passo davanti a parecchi bar, e ad ognuno di essi, mi viene in mente Christian, e non so perché.
Il mio cellulare vibra: è un messaggio di Sophie. Mi chiede perché non sono andata a lavoro.
"Non me la sentivo."
Appena invio questo messaggio, dopo due secondi arriva la sua telefonata.
"Sophie..."

"È successo qualcosa?!" Chiede preoccupata.

"Si, no. Si. Cioè..."

La sento sospirare e poi sbuffare:
"Cara devi deciderti, si o no?"

Adesso sono io a sospirare: "Ti spiego tutto domani."

"È successo qualcosa con Christian?"
Trattengo il fiato. Ha centrato in pieno.

"Cosa ha fatto?" Chiede con tono severo.

"Sophie..."

"Io lo ammazzo..."

"No soph..." Non faccio in tempo a dire qualcosa che riattacca.
Devo assolutamente fare qualcosa, o lo ammazza davvero. Devo andare lì, non c'è altra soluzione!
Comincio a correre nella direzione opposta, verso la fermata per prendere l'autobus che mi porterà in centro.
Quando arrivo alla fermata, lo vedo fermo, e poi ripartire.
<< No! Fermo! Aspetta! >> Strillo, agito le braccia in aria e comizio a correre più veloce che posso, ma so già che sarà inutile perché non riuscirò a raggiungerlo.
Dovrò farmela a piedi e sperare di arrivare in tempo.
Sophie quando si incazza diventa pericolosa.
Provo a chiamare Ethan! Magari è lì!
Prendo il cellulare dalla borsa e digito il suo numero.
Al terzo squillo risponde: "Ethan! Sei al lavoro?" Chiedo disperata.

"No, perché?"
Perfetto!

Sospiro esasperata. "Niente, non preoccuparti."

"Grace, è successo qualcosa?"
Qualcosa? Mi chiede se è successo qualcosa? Be' cosa dovrei dirgli?
No, niente di che, solamente che Sophie vuole ammazzare il nostro capo perché crede che mi abbia fatto qualcosa di male.

"Va bene, allora ci vediamo domani."
Dice tranquillo.

"Certo." Cerco di sembrare il più tranquilla possibile.

Riattacchiamo e continuo la mia corsa.
Non c'è un giorno che io possa starmene tranquilla, no; c'è sempre qualcosa che deve farmi stare in ansia...

In meno di dieci minuti arrivo al bar, quando entro ho il respiro affannoso, << Grace... >> Sophie viene verso di me con aria preoccupata.
L'anticipo e cammino veloce verso di lei.
<< Che cosa ci fai qui? >> Chiede. Non lo immagina?
<< Cosa hai fatto? >> Respiro a fatica.
Mi guarda confusa, << Come "cosa hai fatto"? >>
<< Grace, ma cosa dici? >>
Mi siedo cercando di riprendere fiato.
<< Vuoi un po' d'acqua? Ma... Scusa, perché sei qui? Non avevi preso i giorni liberi? >>
AlZo gli occhi su di lei: << Sophie, hai parlato con Christian? >>
D'un tratto diventa sedia, si raddrizza, incrocia le braccia al petto e dice: << Si. >>
Spalanco gli occhi e mi alzo in piedi.
<< Cosa gli hai detto? >> Chiedo preoccupata, spaventata?
Credo di esserlo entrambi: preoccupata è spaventata.
<< Che se si azzarda a toccarti di nuovo gli spacco la faccia. >>
Oh, cavolo!
<< Ma Sophie... >> Il rumore di una porta che si apre mi interrompe.
Mi volto e incrocio gli occhi di Christian.
<< Christian... >> Mi si strozza la voce.
Cambia espressione, mi guarda furioso,
<< Watson, stavo per chiamarti, ma dato che sei qui... Entra nel mio
ufficio. >> Lo ha detto con un'aria così minacciosa che mi fa terrore, ho paura a restare sola con lui.
Cammino lenta verso lui e quando sono di fronte a lui, mi fa segno di entrare, sorridendomi maliziosamente.
Entro, entra anche lui, e chiude la porta alle sue spalle.
Mi siedo al solito posto e lui dietro la scrivania.
<< Cosa hai detto a Sophie... >> Dice con aria di rimprovero.
Scuoto la testa: << Io non ho detto assolutamente... >>
<< Stai zitta! Lo sai di cosa mi ha accusato! >> Chiudo gli occhi per quanto ha alzato la voce. Mi stringo nelle spalle.
<< È lei che ha capito male, io in realtà non le ho detto niente. >>
Poggia i gomiti sulla scrivania e si sporge leggermente in avanti;
<< Ma le hai detto che centravo io,
no? >> Questo è vero.
Annuisco.
<< Perché Watson? >> Chiede.
Alzo gli occhi su di lui, guardandolo sorpresa; mi aspettavo che mi urlasse in faccia, o che mi licenziasse di nuovo, ma niente.
<< Ecco... >>
Si alza, cammina lento nella mia direzione, e lo seguo con lo sguardo.
Sposta la sedia con me sopra, e si accovaccia proprio davanti a me; mi guarda intensamente negli occhi.
<< Watson... >> Sussurra. Mi fissa le labbra, e io fisso i suoi magnifici occhi.
Aspetta... Magnifici? Cosa mi prende?
Si sporge in avanti.
Che vuole fare? Credo di aver capito le sue intenzioni, ma prima che faccia qualcosa, mi alzo dalla sedia urtando con il braccio contro la sua spalla.
Rimane lì, immobile, poi si alza e si volta a guardarmi. << Devo andare. >>
Dico.
Apro la porta: << Watson... >> Mi chiama.
Mi volto. << È tutto okay? Mi... Mi dispiace. Per questo, per ieri, per tutto. Scusa. >> Sembra davvero pentito, e io non riesco a non sorridergli per rassicurarlo che va tutto bene; perché adesso va tutto bene.
Lui ricambia con un sorriso meraviglioso, << Sono io la causa per cui hai chiesto i giorni di riposo
vero? >> Chiede, ma io non gli rispondo.
Mi limito a fissarlo negli occhi. Quasi ipnotizzata. Okay, non quasi. Completamente.
I suoi occhi mi fanno un certo effetto...
<< Ci vediamo domani, ritorni
vero? >> Sembra quasi una supplica.
Sospiro e annuisco.
<< A domani allora. >>
<< Ciao. >>
Esco e mi chiudo la porta alle spalle, poggiandomi con la schiena contro.
Sospiro. Mi sembrava di soffocare li dentro.
Cammino verso Sophie che mi guarda confusa.
<< Adesso tu mi spieghi perché sei arrivata in quelle condizioni, e perché mi hai chiesto cosa ho detto a Christian, e perché lui ti ha chiamata nel suo ufficio. >>
Sospiro esausta: << Sophie, adesso torno a casa, ci vediamo domani. >>
Cammino verso l'uscita con le braccia lungo i fianchi, << Grace! >>
La ignoro; mi dispiace, ma non ce la faccio.
Le spiegherò tutto domani con calma. Forse.
Adesso voglio solo tornare a casa e consolarmi con un meraviglioso barattolo di Nutella e almeno una decina di film.
Con Sandy parlerò un altro giorno...
Il cellulare squilla; lo prendo e leggo il messaggio che mi è arrivato: è Sandy.
Subito apro il messaggio e lo leggo.
"Ciao Grace. Senti mi dispiace per l'altra sera, ho esagerato, mi dispiace.
Ti va di uscire una di queste sere? Io te Ivy e Jonathan? Come i vecchi tempi!"
Non chiedevo cosa migliore!
Digito velocemente il messaggio:
"Ciao! Stavo venendo da te, ma ho avuto un contrattempo. Come i vecchi tempi? Certo che mi va!" Invio il messaggio.
"Allora ci sentiamo."

"Certo!"

Cammino sulla strada di casa con il sorrido stampato sul volto.
Sono felice, adesso.
Se dovessi perdere l'amicizia di uno dei miei migliori amici per una stupidaggine, ci rimarrei davvero male.
⭐️⭐️⭐️⭐️
Buondì! Come va?
Chissà cosa pensa Christian di Grace... Non sarà che sta cominciando a piacerle?
Chissà... Hahaha
Votate se il capitolo vi è piaciuto, e lasciate un commento se vi va! 😘
Buona lettura! Baci!

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