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⭐️Capitolo 44⭐️

<< Sandy, cosa ti è successo? >> Chiedo.
Ci sediamo sul divano una di fronte all'altra.
Fa spallucce e si rabbuia.
<< Niente in particolare. >>
La guardo con aria di rimprovero.
<< Amica mia, sai che non puoi mentirmi, vero? >> Sospira.
Le prendo la mano. << Forza. Dimmi tutto. >>
Alza gli occhi su di me, e vedo che sono lucidi.
Lei dice sempre di stare bene, non vuole che la gente la compatisca.
<< Katie. >> Inclino la testa leggermente di lato. Non conosco questa "Katie"; forse è lei la causa del suo malumore.
<< Chi è Katie? >> Chiedo.
Sospira, si guarda le mani, poi le strofina sulle gambe e poi incrocia le braccia al petto accavallando la gamba sull'altra.
Probabilmente la innervosisce parlare di questa "Katie", ma credo le faccia bene sfogarsi con qualcuno.
<< Sandy non chiuderti in te stessa. Parla, parla con me, lo sai che io non ti giudicherò mai. >> Cerco di spingerla a parlare.
So che forse è sbagliato, e che non si dovrebbe mai costringere una persona a parlare, ma io credo che lei dovrebbe, sono sicura che dopo si sentirà meglio.
<< Katie è la ragazza con cui esco, o almeno lo credevo. >>
Inarco un sopracciglio: << Che significa "credevi"? >> Faccio le virgolette con le dita.
Sospiro affranta: << Mi ha detto di non essere interessata a me. >>
Le prendo la mano: << Mi dispiace. >>
<< Voglio sapere però cos'è che non le piace di me, magari posso
migliorarmi. >> Dice.
Scuoto la testa: << No Sandy! >> Mi alzo di scatto dal divano.
Mi guarda allibita. << Non puoi cambiare per qualcuno che neanche ti vuole. Non farlo. Sii sempre te
stessa. >> Sorride.
<< Grace, lo so, ma mi piace
capisci? >>
Scuoto la testa, << No, non capisco. >>
Mi siedo di nuovo accanto a lei.
<< Non devi cambiare, devi essere sempre te stessa. Sempre. >>
Questa volta è lei ad alzarsi dal divano:
<< Grace! Basta! >> Strilla.
Rimango spiazzata, non mi ha mai urlato contro. Cosa le prende?
<< Sandy... >>
Mi zittisce, << No, ascolta. Vuoi sapere una cosa? La vuoi sapere? >> Non parlo.
<< Vuoi sapere perché sei stata tradita? Vuoi sapere perché lo hanno fatto? >>
Mi spezza il cuore, non può tirare in ballo questo argomento.
<< Dici che Ivy vuole che si faccia sempre quello che vuole, ma tu non sei così diversa da lei. >>
Mi vengono le lacrime agli occhi.
<< Sandy perché mi dici questo? >>
<< Perché? Perché è così! Io ricordo come li trattavi. >>
Le lacrime cominciano a scorrermi sul viso e me le asciugo.
<< Cosa? Sandy ma che dici? >>
Non riesco a credere a quello che dice. Come può stare dalla parte di quei due traditori!
<< Grace... >> La interrompo, non voglio più sentirla.
<< Senti, se sei arrabbiata, non puoi prendertela con me okay? >>
<< Me ne vado. >> Dice avviandosi alla porta d'ingresso.
<< Mi dispiace per te, Katie non sa cosa perde. >> Dico prima che se ne vada; si volta e accenna a un sorriso:
<< Grazie. >>
Faccio spallucce e le sorrido anche io.
<< Ciao Grace. >>
<< Ciao. >>
Perfetto! Ivy non vuole che io e Sandy non ci intromettiamo nella sua vita, e ho scoperto che Sandy mi ha sempre ritenuta la responsabile del mio fallimento in amore.
Loro mi hanno tradita. Sono io quella che è stata male. Non loro; dovrebbe stare dalla mia parte se è davvero mia amica.
Pensavo di passare la serata a chiacchiera con Sandy, invece mi ritrovo da sola nel mio piccolo appartamento; come sempre.
Sono le 21.57, non ho sonno, ma non mi va di fare niente, così mi sdraio nel letto e chiudo gli occhi, aspettando che il sonno prenda il sopravvento su di me.

La sveglia comincia a suonare, e io la spengo. Avrei potuto tranquillamente disattivarla, non ho chiuso occhio questa notte.
Non ho smesso di pensare a quello che mi ha detto Sandy ieri sera; comincio a pensare che forse ha ragione: decidevo sempre cosa dovevamo fare quando passavamo il tempo insieme, e a pensarci bene, ero un po' troppo possessiva e gelosa, ma lo ero solo perché ci tenevo davvero.
Mi alzo dal letto e vado in cucina a fare colazione.
Mi vesto ed esco, prima del previsto.
Per la prima volta sono le 6:45 e sono già fuori casa.
Cammino a piedi, l'aria è abbastanza fresca, e quel poco di vento che c'è mi scompiglia i capelli.
È una sensazione piacevole.
Il cellulare comincia a squillare interrompendo il mio momento di tranquillità.
"Pronto..." Rispondo con un filo di voce.

"Sei già sveglia?"

"Si..." Rispondo secca.

"Passo a prenderti a casa?" Non ho ancora capito bene quali sono le sue intenzioni. Cos'è adesso questa sua voglia di venirmi a prendere?

"Sono già per strada."

"Okay. Ci vediamo dopo."

Riattacco e rimetto il cellulare in borsa.
Continuo a camminare a passo lento.

Alle 7:01 arrivo al bar, Christian è già arrivato, anche Sophie, Ethan non c'è.
La porta dell'ufficio è socchiusa, Sophie appena mi vede entrare mi sorride e mi saluta, poi mi fa cenno con il capo di andare da Christian.
Sbuffo e lascio cadere le braccia lungo i fianchi.
<< Cosa vuole? >> Frigno.
Sophie ridacchia e dice: << Non lo so, vai e scoprilo. >>
La guardo male. << Ultimamente chiede sempre di te. >>
<< Davvero? >> Chiedo. Non ci credo, Christian non mi sopporta.
<< Si, ieri mi ha chiesto dov'eri. >>
Perché? È vero. Ultimamente è molto strano. A volte mi tratta male, però poi mi chiama, e questa mattina voleva persino passarmi a prendere a casa.
Che strano...
<< Vai Grace... >> Mi incita ad andare.
Mi fa l'occhiolino e fa un sorrisetto furbo. Sbuffo, mi tolgo la giacca posandola sullo sgabello, e cammino lenta verso l'ufficio.
Davanti la porta mi fermo, sento Christian parlare; forse è al cellulare.
<< Ti ho detto che è inutile insistere! Io non ci verrò! >> Urla.
Sento un forte rumore, << Cazzo! >> Sbraita.
Forse non è il caso di entrare, sicuramente sfogherà la sua rabbia su di me.
<< Non stare alla porta, entra. >> Sobbalzo.
Apro la porta e lo guardo dispiaciuta.
A me non piace origliare, ma mi ci sono trovata, non volevo.
<< Cosa fai lì, vieni. >> Mi sorride. Non so se credergli, temo che fa un momento all'altro mi manderà a quel paese.
<< Sono qui perché Sophie mi ha detto che mi volevi... >> Dico.
Mi squadra da capo a piedi, annuisce:
<< Certo che ti voglio. >> Spalanco gli occhi e avvampo, << ... Che volevi parlarmi. >> Preciso.
Ridacchia. << Certo, vieni. >>
Entro e chiudo la porta. Mi siedo sulla sedia di fronte a lui, << Cosa volevi dirmi? >> Chiedo.
Posa entrambi i gomiti sulla scrivania e incrocia le mani, si sporge leggermente in avanti e dice: << Come stai? >>
Rimango spiazzata da questa sua domanda.
<< Allora? Come stai? >> Chiede di nuovo dato che non gli rispondo.
Strizzo gli occhi: << Io... Ecco... Be... Bene. >> Balbetto. Che idiota!
Mi studia attentamente: << Sicura? >>
Annuisco.
<< Davvero? >> Chiede ancora.
<< Si. Sto bene. >>
Si poggia con la schiena allo schienale della sua sedia: << Okay. >>
Dopo qualche secondo in un silenzio imbarazzante: << È tutto? Posso andare? >>
<< Perché non sei venuta a prendere da bere con me l'altro giorno? >>
Alzo gli occhi su di lui, << Perché non potevo. >>
<< E questa mattina perché hai rifiutato il mio passaggio? >>
<< Perché ero già per strada. >>
Mi chiede il perché: << Non ho dormito questa notte e sono uscita prima di casa. >>
Annuisce. Sospira. << Watson... >>
<< Stai bene? >>
Mi acciglio, << Ma cos'è questo interrogatorio? Christian cosa vuoi da me? >>
Non sopporto tutte queste domande!
<< Sapere se stai bene, tutto qui. >> Dice con tono calmo.
<< Si, sto bene. Te l'ho detto! Te lo ripetuto, adesso basta! >>
Mi alzo di scatto dalla sedia e vado alla porta, la apro, << Scusa. Buon
lavoro. >> Mi blocco a queste parole.
Mi volto, << Grazie. >>
Lui mi sorride e io vado via.

<< Cosa ti ha detto? >> Chiede Sophie quando ritorno al banco.
Faccio spallucce: << Voleva sapere se stessi bene. >>
Sophie spalanca gli occhi e rimane a bocca aperta.
<< Cosa? >>
<< Hai capito. >>
Scuote la testa. << Non so cosa gli sia capitato, ma Grace... Non è normale. Si comporta così fa quando sei arrivata tu.
<< No, non è vero. >>
Alza le mani, << Puoi chiedere ad Ethan; Christian non ci ha mai chiesto come stavamo. >>
Sospiro.
Non so cosa pensare...
⭐️⭐️⭐️⭐️
Sera! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Buona lettura! ❤️

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