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⭐️Capitolo 26⭐️

Sono passate due settimane da quando Dan è stato arrestato.
<< Ancora non riesco a crederci che Dan abbia cercato di... >> Alzo una mano interrompendo Ivy .
<< Non mi va di parlare di lui, sinceramente ci sono rimasta molto male, credevo fosse mio amico...
<< Scusa Grace... Sono stata un insensibile. >>
Scuoto la testa. << È tutto okay. >>
Sorride, << Allora cosa ti va di fare? >>
chiede.
<< Non lo so. Voglio comprare qualcosa di nuovo. >>
Ivy mi guarda sorpresa.
<< Che c'è? >> Ridacchio.
<< Tu odi fare shopping... >>
<< Lo so, ma voglio comprare abiti nuovi... >>
Ivy mi guarda sospettosa, mi guarda attentamente, incrocia le braccia al petto.
<< Ti piace qualcuno? >> Chiede con un sorrisetto furbo sulle labbra.
Scuoto la testa, << No! Non posso avere voglia di comprarmi qualcosa di nuovo? Deve esserci per forza di mezzo un ragazzo? >> Dico tutto d'un fiato; poi riprendo fiato.
<< Non si sa mai... >> Incrocia le braccia al petto e socchiude gli occhi.
Alzo gli occhi al cielo. Ecco che comincia a farsi i film mentali.
<< Andiamo, prima che cambio
idea... >> Dico e lei annuisce subito:
<< Subito! So che ne saresti capace, quindi andiamo a fare compere! >>
Mi porto una mano alla fronte. Ma chi mi ha messo in testa di chiamarla?
Arriviamo al centro commerciale, e Ivy comincia a girare per tutti i negozi come una pazza.
<< Entriamo qui! Sicuro trovi qualcosa! E poi è anche a basso prezzo, proprio quello che fa per te! >>
Già...
Guardo attentamente dentro il negozio, e in effetti c'è una maglia che mi piace.
È nera e ha lo scollo a barca.
<< Entriamo. >> Dico e Ivy mi guarda sorpresa.
Si, lo so! Ma c'è sempre una prima volta a tutto.
<< Mi sorprendi ogni giorno di più! C'è sotto qualcosa. Me lo sento. >>
Sbuffo.
<< Ivy. Ti ho detto no, non c'è niente sotto... >> Mi guarda di traverso e fa un sorrisetto.
<< Ma come devo dirtelo che... >>
Ivy alza una mano davanti al mio viso,
<< Okay. Okay. Ho capito. Adesso entriamo in questo negozio. >> Dice interrompendomi.
<< Meglio... >>

Quando ritorno a casa, tengo in una mano tre buste, nell'altra altre sue.
Ivy mi ha convinto a comprare più cose, io nonostante mi piaccia qualcosa, non sono mai sicura di volerla comprare davvero.
Ho comprato anche un abitino: nero, scollo a V a tre quarti. Molto semplice.
Ho comprato due paia di jeans, uno chiaro, uno scuro; due felpe, e un top mono spalla.
Questi acquisti li devo a Ivy; lo ammetto, anche se non mi piace lo shopping, sono contenta di aver comprato queste cose.
<< Mi dispiace Ivy, ma devo andare a lavoro. >>
Sbuffa e porta le braccia sui fianchi:
<< Ma tu non hai mai un giorno
libero? >>
Annuisco, ma mi rendo conto che in effetti si, non ho un giorno libero.
<< Dovresti parlarne con il tuo capo, non puoi lavorare tutti i giorni, devo riposare. >>

Quando arrivo al bar, vado dritta nell'ufficio di Christian, determinata a parlargli.
<< Christian devo parlarti. >> Dico entrando.
<< Buon pomeriggio Watson. >> Dice alzandosi dalla sedia.
Incrocio le braccia al petto e resto ferma in piedi davanti a lui .
<< Come mai vuoi parlare con me? È successo qualcosa? >> Chiede come se non sapesse di cosa voglia parlargli.
Be' in effetti non lo sa. Che stupida che sono...
<< Christian perché non ho un giorno libero io? >>
Scoppia a ridere. Cosa c'è da ridere?
Inarco un sopracciglio e lo guardo male.
Incrocio le braccia al petto, << Non ridere, parlo sul serio. >>
<< Cara Watson... >> Si avvicina a me a passo lento squadrandomi con gli occhi.
<< Perché dovrei darti il giorno libero quando a tutti i giorni hai la mattina libera? >> Dice.
<< Perché tutti devono avere almeno un giorno libero. È così... >>
Fa un sorrisetto, << Ah si? E chi te lo ha detto? >>
Lo guardo male. << Io. >>
Scoppia a ridere. << Bene. Andiamo davvero bene allora... >>
<< Vai a lavorare... >>
Metto il broncio. << Me lo darai il giorno libero? >>
<< Dipende. >>
<< Da cosa? >> Chiedo.
<< Da come ti comporti... >> Dice con tono divertito.
Io invece non mi diverto affatto.
Ritorno a lavoro e la giornata non può che andare peggio di così: è tornata Miranda. Credevo che dopo la lite con Christian, non sarebbe più tornata. Per la mia felicità. Ma non è così...
<< Ciao Grace. >>
Faccio un cenno col capo e fingo un sorriso, ma vorrei piangere; se potessi scegliere tra il lavorare da sola o con lei, sceglierei di sicuro: lavorare da sola.
<< Si è sentita la mia mancanza qui dentro vero? >>
Annuisco.
"Neanche un po'; speravo non tornassi più." Ecco vorrei dirgli.
Lei sorride e ci mettiamo a lavoro.

<< Torno subito. Devo parlare un attimo con il mio Christian. >> Dice;
e "il mio Christian" lo dice in tono minaccioso. Mi guarda male e poi si allontana; entra nello studio, e prima di chiudere la porta alle sue spalle, vedendo che la sto fissando, mi lancia un'occhiataccia.
Inarca un sopracciglio e faccio spallucce.
Quanto è strana. E poi perché ha usato quel tono prima?
Ma poi perché dice "il mio Christian", quando non stanno nemmeno insieme...
O si? Non lo so. Ma perché mi faccio tutte queste domande? Non dovrebbe importarmi se stanno insieme oppure no.
Però sono il capo e la dipendente; non sarebbe giusto. Non va bene. Io la penso così.
Mezz'ora dopo, Miranda ritorna, con un sorriso stampato sul volto. Cosa le avrà detto Christian di così bello da farle spuntare quel sorriso?
Mi guarda di nuovo, ma non come prima, adesso mi sorride.
Quanto è strana questa ragazza; non la capirò mai...
<< Tutto bene? >> Chiedo curiosa.
Annuisce, << Non potrebbe andare meglio di così. >>
Prende un bicchiere e si versa l'acqua dentro.
<< Adesso rimarrai sola, mica è un problema? Ho da fare e vado via
prima. >> Dice.
Scuoto la testa felice all'idea che vada via, però non lo do a vedere.
<< Va bene. >>
La saluto con la mano e le sorrido.
Poi d'un tratto il mio sorriso si spegne.
Christian viene verso di me; indossa la giacca.
<< Chiudi tu? >> Mi porge le chiavi.
<< Ho altra scelta? >> Dico irritata.
Scuote la testa.
<< Dove vai? >>
<< Ho da fare. >> Si limita a dire.
Sposto lo sguardo da Christian a Miranda. E di nuovo su Christian.
<< Con lei? Esci con lei? >>
<< Watson, limitati a fare il tuo
lavoro. >> Dice brusco.
M'irrigidisco.
Annuisco e prendo il mazzo di chiavi per mettermelo nella tasta dei pantaloni.
<< Ottimo lavoro Watson. >> Mi fa l'occhiolino, e un calore piacevole attraversa il mio corpo.
Arrossisco.
Mi rendo conto di essere arrossita e quindi mi porto le mani sulle guance per nascondere il rossore.
<< Ciao. >> Lo saluto.
<< Notte Watson. >> Dice, e raggiunge Miranda che lo aspetta impaziente alla porta.
Poi vanno via e rimango sola al bar.
Che responsabilità! Si fida così tanto di me da lasciarmi in mano il suo bar?
E se dovesse capitare qualcosa?
Be' non lo permetterò; voglio che sia orgogliosa di me domani quando aprirà quella porta.
⭐️⭐️⭐️⭐️
Buondì! Come va bella gente? Come state?
Quanti anni avete? Sono curiosa!
Io 20! Mi sto facendo vecchia! 😱😂
Scrivete nei commenti.. 😘

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