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⭐Capitolo 112⭐

<< Watson! >> Mi chiama. Sbuffo. Okay, lo ammetto, mi ha sempre dato fastidio il fatto che mi chiamasse per cognome e non per nome.
<< Ti prego... Grace... >> Frigno.
Mi si avvicina e mi cinge i fianchi, mi posa un piccolo bacio sul naso e io chiudo gli occhi: << Scusa, è che ti ho sempre chiamato così... >>
Metto il broncio e incrocio le braccia al petto.
<< Be' non puoi sforzarti di chiamarmi con il mio nome? >> Mi sfiora la guancia rivolgendomi un dolce sorriso:
<< Hai ragione piccolina. >>
<< Ma io non sono piccola. >>
Ridacchia. << Lo sei, sei la mia piccolina. >> Afferma sicuro.
<< Christian... >> Mi divincolo sciogliendo l'abbraccio.
Mi afferra per un braccio e mi fa voltare: << Vuoi litigare per questo? Non credo sia il caso, no? >>
Scuoto la testa: << Non voglio litigare Christian... Vado a fare una doccia. >> Mi volto e cammino lenta verso il bagno.
<< Grace... >> Mi chiama.
Mi volto con il sorriso stampato sulle labbra e gli corro incontro saltandogli addosso, e lui mi prende al volo, tenendomi per le cosce e io gliele avvolgo attorno alla vita.
Con le braccia sui miei fianchi, mi tiene stretta a lui e si avvicina alle mie labbra. Mi accarezza la lingua e un brivido mi attraversa il corpo.
Io gli porto le braccia attorno al collo e intreccio le dita.
<< Grace Watson... Sei la mia piccolina. Capricciosa. >> Dice con tono scherzoso.
Gli do un leggero colpo sul braccio e lui ridacchia.
<< Mollami. >> Gli ordino, ma lui mi ignora completamente.
<< Non vedo perché dovrei. >>
Gli passo una mano tra i capelli e lui chiude gli occhi, e quando li riapre li fissa sulle mie labbra.
<< Finalmente ti posso avere tutta per me. Non ti lascerò mai più. Fattene una ragione. >>
Gli sfioro la guancia e mi avvento sulle sue labbra e lo bacio con passione.
<< Sarò costretta a sopportarti. >> Cerco di restare seria, ma non ci riesco.
Lui sorride, ed è talmente contagioso che sorrido anche io.
<< Quanto sei bella. >> Dice a un millimetro dalle mie labbra.
<< Davvero? >>
Annuisce: << L'ho sempre pensato. Da quando quella sera davanti la discoteca ti ho aiutata ad alzarti e accompagnata a casa. Quella sera non ho fatto altro che pensare a te... E ai tuoi magnifici occhi verdi, e alle tue labbra rosa, al tuo bellissimo sorriso. E a quello che avrei potuto farti. >> Dice quest'ultima frase con tono divertito e un sorrisetto malizioso.
<< Stupido. >> Lo bacio sulla guancia.
<< Anche io ho sempre creduto avessi fascino. >> Sospira certo della sua meravigliosa bellezza.
Mi mette a terra, ma io resto attaccata a lui, con il petto contro il suo.
<< Sei bello amore mio... >> Avvampo.
<< Che c'è? >> Chiede e mi sfiora la guancia regalandomi una sensazione piacevole.
<< Posso chiamarti così? >> Chiedo imbarazzata. Non so se a lui piacciono questi "nomignoli".
Mi sorride e annuisce: << Puoi chiamarmi come ti pare. >>
<< Anche ruba cuori? >> Faccio un sorriso a trentadue denti e gli occhi da cucciolo.
<< Come vuoi. >> Poi sembra pensarci un po' su: << Be', non proprio tutto... Intendo... >> Lo interrompo:
<< Intendi tipo stronzo, antipatico, scorbutico? >>
Inarca un sopracciglio, poi annuisce.
<< Esatto. >>
Poggio le mani sul suo petto e poi ci poggio la testa.
<< Allora ruba cuori ti va bene? >> Chiedo di nuovo.
<< A me interessava rubare solo il tuo cuore. E ora che è solo mio non mi interessa nient'altro. >> Dice.
Con l'orecchio poggiato sul suo petto, sento il suo cuore battere forte.
Anche a lui batte così forte quando mi è vicino? 
<< Non farlo a pezzi. Non sopravvivrebbe a un'altra delusione. >> Dico con voce rotta e quasi le lacrime agli occhi. Mi accarezza delicatamente la schiena: << Me ne prenderò cura. Non soffrirai mai più. Questa è una promessa. >>
Sciogliamo l'abbraccio e mi dirigo dritta in bagno, chiudo la porta e apro l'acqua per farla riscaldare, e nel frattempo mi spoglio.
Mi guardo allo specchio, e noto che ho le guance arrossate. Sembro diversa, ho un'aria più felice. Non riesco a smettere di sorridere, anche gli occhi mi sorridono.
<< Grace Watson... Questa è la felicità che ti meriti. >> Dico alla Grace nello specchio.
Con un dito sotto l'acqua, controllo se è calda, poi entro nella doccia e comincio a sciacquarmi i capelli.
Mi scrollo di dosso tutta l'ansia accumulata in tutti questi giorni in cui Christian è stato in ospedale.
Tutto quello che è successo, a Christian, con Alan... Scivola tutto via come l'acqua.

Mezz'ora dopo, torno dentro, pulita e profumata, ma soprattutto più rilassata. In salotto non c'è nessuno.
<< Christian...? >> Lo chiamo e mi guardo intorno. Non mi risponde.
<< Christian! >> Lo chiamo di nuovo.
Poi d'un tratto mi sento afferrare da dietro e una mano si posa sulla mia bocca.
Spalanco gli occhi. Faccio per urlare, ma ho la bocca tappata. << Profumi di vaniglia. >> Inspira profondamente. << Mi piace. >> Mi rilasso quando mi accorgo che è soltanto Christian.
Lui mi lascia e io mi volto colpendolo sul braccio, << Stupido! Mi hai spaventata! >> Lo rimprovero.
Lui ridacchia, ma a me batte ancora il cuore a un milione.
<< Scusami piccolina... >> Si avvicina pericolosamente alle mie labbra.
<< Quanto ti amo. >> Dice un attimo prima di posare le sue labbra sulle mie.
Con una mano mi cinge in vita stringendomi forte a se', con l'altra mi sfiora la guancia delicatamente.
Infila la lingua nella mia bocca e accarezza la mia non più con la stessa dolcezza. Mi divora; le sue mani prendono ad accarezzarmi bramose le braccia, sale e scende lentamente torturandomi, poi scende sui miei fianchi arrivando più giù, sull'orlo dei jeans. Un calore mi pervade per tutto il corpo. Gli porto le braccia dietro il collo con la speranza di stargli ancora più vicina. Con me ancora avvinghiata a lui, cammina in avanti e io indietro, fino a ritrovarmi con le spalle al muro.
Intrappolata tra il muro freddo e il suo corpo caldo, ridacchio e poso le mani sul suo petto sodo.
Poggia le mani sulla parete, ai lati della mia testa.
<< Ti voglio piccolina. >> Si avventa di nuovo sulla mia bocca impedendomi di dire qualcosa.
La sua lingua cerca la mia desiderosa, e io mi abbandono a quel bacio; mi cedono le ginocchia e lui mi prende per le cosce sollevandomi da terra, gliele avvolgo sui fianchi, e lui prende a spingersi contro di me.
Con le mani sul suo petto, lo spingo indietro. << No... >> Sussurro, ma la voce mi si incrina.
Deluso mi posa a terra e sospira serrando la mascella.
Lo voglio anche io, ma voglio aspettare.
<< Non arrabbiarti, ti prego... >>
Mi sfiora la guancia e passa l'indice sulle mie labbra e si mordicchia il labbro inferiore. << Perché vuoi aspettare? >> Sussurra.
Ansimo: << Christian, non... >> Mi interrompe con un bacio.
<< Okay. >>
Lo guardo stupita. Si è arreso così in fretta!
<< Davvero? >> Chiedo.
<< Davvero. >>
Ancora non so se credergli o no.
<< Okay. >>
Sono più che certa che uno dei due prima o poi salterà addosso all'altro, e allora non potremo fermarci.
Si allontana e tenendomi per mano, si siede sul divano e mi fa sedere sulle vie gambe. Mi cinge i fianchi con le braccia e io poso la testa sulla sua spalla.
Lui poggia la guancia sulla mia testa:
<< Mi piace stare così. >> Dice tra i miei capelli.
<< Anche a me. >> Ammetto.
Guardiamo un po' di TV prima di andare a letto.
Questi ultimi giorni con Christian, sono stati... Bellissimi!
⭐⭐⭐⭐
Buon pomeriggio e buon sabato!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Buona lettura e buona serata! A presto!

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