⭐Capitolo 110⭐
<< Christian ti sei svegliato! >> Esclamo entusiasta.
Mi sorride, ma è un sorriso debole.
Mi porto le mani alla bocca: << Oh, mio dio! Ti sei svegliato! >> Scatto in piedi, lascio la sua mano e senza pensarci, esco a chiamare un'infermiere, o un dottore, per farlo visitare.
Non penso che potrebbero chiedersi cosa io ci facessi li; non importa. Devono visitare Christian e vedere come sta. Poi me la vedo io con loro...
Un camice bianco è la prima cosa che noto, poi una lunga coda di cavallo scura, << Dottoressa! >> La chiamo.
Si volta di scatto sussultando.
Viene verso di me confusa: << Cosa ci fa lei qui? >> Chiede.
<< Il mio... Ecco... Amico. >> Meglio non mentire più.
<< Si è svegliato. Dovete visitarlo? >> Chiedo ignorantemente.
Penso si faccia così... Quando una persona si sveglia dal coma, viene visitata, no?
Annuisce ancora disorientata dalla mia presenza li.
<< Chiamo il dottore che lo tiene il cura. >> Mi informa. Oh, cavolo.
Adesso sono guai...
Chi se ne frega!
La dottoressa scompare in una stanza, e poi ricompare seguita dal dottore di Christian e da due infermieri. Non quello dell'altra mattina... Un altro ancora.
Entro nella stanza posizionandomi al lato di Christian, e gli prendo la mano, lui sorride e io ricambio.
Il dottore entra e si avvicina, mi lancia un'occhiata, poi sposta lo sguardo sulle nostre mani intrecciate.
<< Signorina, sa che non può stare qui, vero? Sarò costretto a chiamare la polizia. >> Il dottore sospira, poi si rivolge a me con tono calmo mentre con lo stetoscopio tasta il torace di Christian.
<< Faccia un forte respiro... >>
Christian inspira ed espira.
Incrocio le braccia al petto e mi stringo nelle spalle, mi volto e per un attimo incontro gli occhi di Christian e lui mi sorride. Ancora. Ed è bellissimo!
<< Io non glielo permetto. >> Ribatte Christian.
Sorpresa lancio un'occhiata al dottore che storce il naso e io gli rivolgo un sorriso soddisfatto.
<< Ma signor... >>
<< Io voglio che lei rimanga. >> Lo interrompe. E mentre ribatte contro il dottore, continua a tenere gli occhi fissi su di me, e io su di lui, però mi guarda con così tanta intensità che ad un tratto sono costretta a distogliere lo sguardo intimidita.
Arrossisco e mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Mi dia il polso. >> Si rivolge a Christian; lui glielo porge e lo tasta con il pollice. Poi si ferma per ascoltare il battito.
<< Sei forte, ragazzo. >> Gli da una serie di colpi leggero sulla spalla.
Christian lo ringrazia e torna a posare gli occhi su di me.
Finito di visitarlo, il dottore e i due infermieri, escono dalla stanza lasciandoci finalmente soli.
Mi fa segno di sedermi accanto a lui, e faccio come dice. << Sei qui. >> La sua voce è roca. Deve ancora riprendersi, infondo si è appena svegliato!
Annuisco. << Non potevo starmene a casa sapendoti qui. >> Gli sorrido. Fisso i miei occhi nei suoi, poi li distolgo.
Non so, sono diversi. Mi guarda in modo completamente diverso, non saprei descriverlo.
Sospira, chiude gli occhi e io torno a posare gli occhi su di lui. << Sono contento che ci sei. >> Mi stringe la mano e io ricambio la sua stretta.
Vorrei tanto dirgli quello che sento, quello che provo, ma non è il momento adatto. Aspetterò. Per lui saprò aspettare.
Questa notte ho dormito serena, sapendo che si sarebbe svegliato la mattina seguente, sono riuscita a dormire più di un'ora.
Quando apro gli occhi, mi trovo stesa sul letto accanto a lui, tra le sue braccia. Ma come ci sono finita qui?
Adesso ricordo: mi ero addormentata sulla sedia, con la testa sul suo braccio mentre gli tenevo la mano. Lui mi ha svegliata e mi ha detto di stendermi accanto a lui, così senza pensarci due volte, mi sono alzata e l'ho accontentato, e accontentato me.
Batto le palpebre più volte per svegliarmi meglio: il suo braccio è sotto la mia testa, e il mio viso sul suo petto, lui con la mano libera mi stringe l'altra che tengo sul suo ventre, e tiene la guancia poggiata sulla mia testa.
Le nostre gambe sono intrecciate sotto le coperte.
È una bellissima posizione! Molto dolce!
Sollevo di poco la testa, e lui si sposta per guardarmi in volto. Incrocio i suoi occhi.
Rimanendo nella stessa posizione, mi sorride e dice in un sussurro:
<< Buongiorno. >>
Piego le labbra in un sorriso e anche io dico: << Buongiorno. >>
<< Hai dormito bene? >>
<< Mai come questa notte. >> E quella in cui avevo la febbre e Christian mi chiese di rimanere. Anche quella volta ho dormito tra le sue braccia.
Lo sento ridacchiare, << Sono contento. >> Rido anche io, poi mi scopro a fissare le sue labbra e lui le mie. D'un tratto mi rabbuio e lui mi guarda triste: << Che c'è? >> Chiede preoccupato.
Mi metto a sedere sciogliendo l'abbraccio e lasciando quella magnifica posizione per cui io vado matta.
Resto a guardare il muro davanti a me e sospiro.
<< Hei... >> Mi sfiora la schiena con le dita e a me un brivido mi percorre per tutto il corpo.
Mi volto verso di lui con quasi le lacrime agli occhi: << Christian devo dirti una cosa... >> Devo dirglielo.
<< Hei... È tutto okay, sono qui. Mi vedi? >> Indica se stesso e per sdrammatizzare mi rivolge un sorriso a tutto denti, e io non posso trattenermi dal sorridere, ci sa proprio fare.
Annuisco, poi abbasso lo sguardo.
Con l'indice sotto il mio mento mi costringe a fissare gli occhi nei suoi.
<< Non era questo che volevi
dirmi? >> Chiede deluso.
Mi butto tra le sue braccia e lui per la sorpresa s'irrigidisce, resta per un attimo in bilico, con le braccia aperte, poi mi cinge con le braccia i fianchi.
<< Ho avuto paura. Mi hai
spaventata. >> Dico perché è la verità e voglio che lui lo sappia, ma non era questo che volevo dirgli.
<< È un'altra la cosa che devo dirti, e non ti farà piacere. Per niente. >> Dico al suo orecchio, mi sciolgo dal suo abbraccio e a pochi centimetri dal suo viso, ansimo. Il cuore ha cominciato a battermi all'impazzata.
<< Ti sei fidanzata? >> Chiede triste.
Eh? Come gli viene in mente?
<< No! Certo che no! Lo sai che... >> Lascio la frase in sospeso.
Sapere cosa? Cosa stavo per dire? Che non voglio stare con nessuno? No, no. Io voglio stare con lui.
Mi sfiora la guancia e io piego leggermente la testa di lato per posare meglio la guancia sulla sua mano.
I suoi occhi si addolciscono e a me viene la pelle d'oca sentire la sua pelle a contatto con la mia.
<< Watson... Tu cosa provi? >> Chiede con un tono di speranza.
Sorrido, non posso farne a meno.
Scuoto la testa: << Non è il caso di parlarne adesso. >> Dico con un sussurro. Lo vedo rallegrarsi, porta le braccia dietro la testa e mi guarda soddisfatto: << Almeno so che mi dirai qualcosa quando sarà il momento. >> Con questo intende dire che non gli ho mai rivelato cosa io provo per lui, ed ha ragione. Lui l'ultimo dell'anno, è venuto a casa mia e mi ha detto che mi ama, io invece l'ho mandato via. Stupida Grace!
Ridacchio: << Non rilassarti troppo, tesoro. >> Lo prendo in giro.
Solo dopo averlo detto, mi sono resa conto di averlo chiamato "tesoro", eh... Be'... È bellissimo!
<< Mi hai chiamato tesoro... >> Dice soddisfatto.
<< Già... >> Gli lancio un'occhiatina furba.
<< Mi piace. >> Ammette sorridente.
<< Cosa dovevi dirmi di così brutto da non farmi piacere? >> Chiede d'un tratto, e io mi rabbuio di nuovo.
<< Hei... Cosa è successo? >> La sua voce è così dolce, rassicurante.
<< Christian... Tuo fratello e tuo padre sanno che sei qui. >> Dico tutto d'un fiato prima che mi interrompi di nuovo.
Aggrotta la fronte e si mette sedere sul letto. << Cosa? >> Adesso sembra essere furioso.
<< Christian mi dispiace... >> Lo sapevo che si sarebbe infuriato.
Mi lancia un'occhiata torva: << Perché lo hai fatto? Lo sai che... >>
Mi stringo nelle spalle e le lacrime cominciano a scorrermi sul viso.
<< Io non volevo... Ivy. La mia
amica... >>
Fa una risata nervosa: << Oh, bene. La tua amica. È stata lei?! >> Alza il tono di voce.
Annuisco appena. << Watson! >>
Incrocia le braccia al petto, poi si rilassa e i suoi muscoli si rilassano, e lui scoppia a ridere.
Lo guardo confusa. Perché ride?
<< Che c'è? >> Davvero non lo capisco. Deve essere l'effetto del risveglio dal coma. Per forza. Come può essere così di buon umore dopo quello che gli ho detto?
<< Non mi importa. >> Dice sinceramente. Cosa?
<< Ma Christian... Hai capito cosa ho appena detto? >>
Annuisce, poi picchietta la mano sul letto, accanto a lui, e io vado a sedermi.
Mi segue con lo sguardo e sorride.
Chi lo capisce è bravo.
<< Non mi importa. Okay? Ci sei tu qui con me. Non mi importa di
nient'altro. >> Sussurra con il viso a un millimetro dal mio. So che vuole baciarmi, lo capisco dal modo in cui guarda le mie labbra.
Mi allontano e abbasso gli occhi sulle mie mani. Mi torturo le unghie non sapendo cosa fare.
<< Sei davvero sicuro di non essere arrabbiato con me? >> Chiedo.
<< Hei... >> Con una mano sotto il mio mento, mi fa alzare la testa costringendomi a guardarlo.
<< Mai stato più sicuro. >>
Okay, adesso passiamo alla notizia numero due. Questa non gli piacerà per niente, e sono più sicura che a questa si scatenerà il putiferio.
<< C'è un'altra cosa che dovrei dirti. >>
<< Dimmi tutto. >> Mi sorride.
<< Tuo padre e tuo fratello vogliono vendere il tuo bar... >> Aspetto ansiosa una sua reazione.
Eccolo che diventa rosso in volto e serra la mascella, si volta verso di me lentamente. << Non glielo
permetterò. >> Stringe i pugni.
Io gli prendo le mani e gliele stringo forte: << Noi non glielo
permetteremo. >> Lo correggo.
Mi attira a se' e mi abbraccia, e io mi rilasso. << Fortuna che ho te. >>
Alzo gli occhi e poi dico: << Mi avevano anche proibito di stare con te. Ma... Ma io non volevo starti lontano. >>
Mi sfiora la guancia. << La mia piccola guerriera. >> Dice scherzoso.
Restiamo in silenzio a fissarci negli occhi, << Watson... Non... Ti va di parlare di... >>
<< Un'altra volta, ti prego. >>
Annuisce un po' deluso.
<< Posso solo... Solo... Posso starti vicino? >> Chiedo in imbarazzo.
Mi prende per le braccia, si stende sul letto e mi fa sdraiare accanto a lui.
Mi cinge con un braccio dietro le spalle, io poggio il viso sul suo petto, e lui mi con l'altra mano mi sfiora la guancia.
Tremo per il freddo, allora lui tira su le coperte coprendo sia me che se' stesso.
La giornata è passata in fretta. Io e Christian abbiamo chiacchierato molto, abbiamo scoperto di avere molte cose in comune, tipo cosa?
Sulla pasta al formaggio mette anche lui altro formaggio, è ancora più buona!
Entrambi da piccoli abbiamo perso una persona importante. A entrambi piace il cinema... Okay... Non è molto, ma sapere che abbiamo delle cose in comune, mi rende felice. Molto felice!
Sto sistemando un po' il letto, dato che Christian si è alzato, quando la porta si apre e subito compare Alan seguito dal padre.
<< Cosa ci fai qui? >>Chiede brusco. Porta le braccia sui fianchi e sposta il peso da una gamba all'altra.
<< Sono qui per Christian. >> Rispondo con lo stesso tono.
Sbuffa. << Si è svegliato. >>
Annuisco: << Già... >>
<< Te ne devi andare, lo sai che non devi stare qui. >> mi guarda male.
Sospiro, e quando sto per rispondere, Christian sbuca alle mie spalle:
<< Lei rimane. Fine della
discussione. >>
Alan sposta lo sguardo da me, oltre le mie spalle, su Christian, piega le labbra in un finto sorriso: << Ben svegliato, caro fratello. Hai riposato bene? >>
Faccio un passo indietro affiancandomi a Christian, mi aggrappo al suo braccio e lui mi stringe la mano: << Vaffanculo Alan. >> Ringhia.
Il fratello scoppia in una risata malvagia.
Aggrotto la fronte e mi faccio avanti:
<< Hei coglione, cosa cazzo mi ridi! >> Ringhio. Lui si fa avanti fino a quando non me lo ritrovo vicinissimo che sono costretta ad alzare la testa per guardarlo bene in volto.
<< Tieni a bada la tua puttanella. >> Dice guardando me con aria di disgusto.
Christian mi tira indietro e punta un dito contro il fratello: << Non. Parlare. Di. Lei. Così. Cazzo! >> Marca bene le parole.
L'idiota scoppia di nuovo a ridere come se il fratello non lo avesse appena guardato con aria di minaccia.
Christian scatta all'improvviso, lo afferra per il colletto della maglia e lo sbatte al muro.
<< Adesso ve ne andate, e non mettete più piede qui dentro. Sono stato chiaro? >> Sbotta.
Alan si scrolla le mani di Christian di dosso e si sistema la maglia.
<< Stronzo. >>
Si volta di spalle avviandosi verso la porta. Il padre è rimasto in silenzio tutto il tempo, non ha aperto bocca. Si è semplicemente limitato ad osservare i figli mentre litigavano. Odioso...
<< Ti avviso! Non riuscirete a portarmi via il bar! >> Sentiamo ancora ridere Alan mentre si allontanano; Christian si volta verso me e mi abbraccia.
Mai... Mai avrei creduto che un giorno mi avrebbe difesa in questo modo.
Lo amo. Amo maledettamente questo uomo...
⭐⭐⭐⭐
Buona sera!
Lasciate una stellina se il capitolo vi è piaciuto!
E ditemi una cosa! Non è stato grande Christian?
Vorreste che il vostro ragazzo vi difendesse in questo modo?
Io si! Però devo prima trovarmi un ragazzo! 😅
😂😂😂😂
Okay, scherzi a parte, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Buona notte e buona lettura.
Baci! 😘❤❤❤
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