⭐Capitolo 108⭐
<< Non capisco, ma suo padre e suo fratello non sanno che ha avuto un incidente? >> Ivy mi guarda confusa. Lei non sa che Christian detesta il padre e che non parla più con suo fratello.
So che non gli farebbe piacere sapere che sono venuti a conoscenza di ciò che gli è capitato. Li tiene all'oscuro della sua vita.
Scuoto la testa: << Be', dobbiamo avvisarli! Ma come? >> Esclama.
Comincia a camminare avanti e indietro per il corridoio, io mi volto e lancio un'occhiata a Christian.
Respira piano, ha un sondino che serve per nutrirlo, dato che non può farlo da solo.
Una, anzi, due flebo. Una attaccata al braccio sinistro, l'altra al destro.
Ogni tanto muove le dita; il dottore ha detto che è un buon segno. Sta per svegliarsi, non sappiamo quando, ma una cosa è certa, quando lo farà io voglio esserci.
Sono stremata. Sono qui da quattro giorni, ma sono decisa a non andarmene.
Ogni tanto Ivy mi da il cambio, il tempo che vado a sciacquarmi il viso per darmi una rinfrescata, o a fare colazione, o a cambiarmi.
Sophie ed Ethan sono molto impegnati: si stanno occupando loro del bar.
Non è rimasto chiuso nemmeno un giorno da quando hanno ripreso a lavorare.
Di questo Christian gliene sarà eternamente grato.
<< Non farlo... >> Dico e lei si volta a guardarmi come a dire: "ma cosa stai dicendo?"
<< Non farlo Ivy, non chiamarli. >>
<< Ma perché? >> Agita le mani in aria.
Scuoto la testa e mi stringo nelle spalle: << Non chiedermelo. Non posso dirti niente. Mi dispiace. >>
Annuisce sospirando. << Voi e i vostri stupidi segreti.
<< Vado a prendermi un caffè, vuoi qualcosa da mangiare, o da bere? >> Chiede. Nonostante la faccia innervosire così tanto, si preoccupa sempre per me.
<< Puoi portarmi una cioccolata
calda? >> Annuisce.
Si volta per andare via, ma poi torna a voltarsi di nuovo verso di me.
<< Ascolta Grace... C'è una cosa che devo dirti. >> Il tono che ha usato non mi piace per niente. Mi sta preoccupando.
<< Cosa è successo? >> Chiedo temendo il peggio.
Si guarda le mani mentre se le strofina.
<< Sandy... >> Comincia, e io la incito a continuare.
<< La prenderai male Grace... Come me. >>
Sospiro. << Cosa è successo? >> Riformulo la domanda.
<< Grace, Sandy se ne va. Lascia la città. >> Dice tutto d'un fiato.
Resto a bocca aperta mentre la guardo incredula. << Come sarebbe a dire che lascia la città? >>
Fa spallucce: << Se ne va, cambia città. Si trasferisce. >>
Scuoto la testa; non posso credere che una delle mie migliori amiche se ne vada.
<< Perché? Per via di Katie, vero? >> Incrocio le braccia al petto e sposto il peso da una gamba all'altra.
Annuisce abbassando lo sguardo.
Sbuffo portandomi le mani sui fianchi:
<< Non ci posso credere! Perché?! >>
Scuote la testa: << Non ha funzionato. Non vuole più soffrire, e non vuole rischiare di incontrarla per strada, le farebbe solo ancora più male. Secondo lei cambiare città l'aiuterebbe
molto. >>
<< No! Devo convincerla a rinunciare a questa stupida idea! >> Esclamo terrorizzata all'idea di perdere una delle mie migliori amiche.
Se lasciasse questa città, chissà quando ci rivedremo!
<< Ci ho già provato io. Non c'è verso che cambi idea. Mi dispiace. >>
<< No! Non posso accettarlo. >>
Entro correndo nella stanza e prendo il mio cellulare, poi esco di nuovo fuori.
<< Che fai? >> Guarda attentamente ogni mio singolo movimento.
<< La chiamo. >> Digito il numero e porto il cellulare all'orecchio.
"Pronto?"
"Non ti azzardare a lasciare il paese. Quella che deve andare via è Katie, non tu!" Strillo.
Sento un rumore di macchine, poi il silenzio, mi chiedo cosa stia facendo.
"Prego signorina." Sento dire dall'altra parte del cellulare.
"Sandy dove sei?"
"Quindi te lo ha detto?" Ignora la mia domanda.
"Sandy non andartene, ti prego!"
"È tardi. Partirò domani." Dice con voce rotta. Io so che non vorrebbe farlo. So quanto adora questa città. Ci è nata e cresciuta, ci vive da praticamente tutta la vita.
<< Non lascerò mai questa città. Qui c'è tutta la mia vita, i miei ricordi. Se me ne andassi lascerei tutto qui, e io non voglio lasciarmi niente alle spalle. Non me ne andrò mai. >> Queste furono le sue parole. Non le dimenticherò mai.
"Sandy..." Dico quasi singhiozzando.
"Non insistere Grace. Ha tentato anche Ivy. È inutile... Scusami ma adesso devo andare, ho ancora tante cose da sistemare."
Prima che possa aggiungere altro chiude la telefonata.
Ivy aspetta con ansia che le riferisca ciò che mi ha detto Sandy.
Sospiro e scuoto la testa.
<< Va' via. >> Si rabbuia e ci abbracciamo.
Tra le lacrime, forza un sorriso e dice:
<< Vai da Christian. Stai con lui. Ha bisogno di te. >>
Si, lo so, ma anche lei ha bisogno di me, e ora non c'è niente che possa fare per Christian. Le asciugo le lacrime:
<< Stai con me, non te ne andare. >> Dico.
Tira su col naso asciugandosi la lacrima che le è scivolata sulla guancia.
<< Devo raggiugnere Ethan, mi sta aspettando. >> Non so se crederle o no, ma mi limito ad annuire e a sorriderle.
Quando sta per andare via, dico:
<< Sai... C'è ancora una cosa che possiamo fare. >> Lei si volta e mi presta subito attenzione.
Mi guarda e aspetta che parli.
<< Parlare con Katie. Forse è l'unica che può convincerla. >>
Ivy scoppia in una sonora risata portandosi le mani sulla pancia e reclinando la testa leggermente indietro.
<< Stai scherzando? È da lei che scappa la nostra amica, e tu con chi vuoi parlare? Proprio con la persona che le sta facendo questo. Tu
sei fuori. >> Non mi piace il tono che ha usato nell'ultima frase.
<< Sono fuori, si. Ma io ho ancora una speranza, non come te che ti sei arresa subito. Io non lo farò. >> Mi raddrizzo ed entro nella stanza per prendere la mia giacca e la borsa.
Guardo Christian e mi avvicino, mi chino in avanti e gli poso un bacio sulla guancia: chissà se mi sente...
<< Torno presto. Ti amo. >> Sussurro al suo orecchio. Spero con tutto il mio cuore che mi abbia sentito.
Esco mentre mi infilo la giacca, prima un braccio, poi l'altro.
<< Io vado a parlarle, vieni con me? >> Chiedo, e per un attimo mi sembra che voglia accettare, ma poi la vedo scuotere la testa.
Aggrotto la fronte: << Fa' come ti pare, io vado. >>
Metto la borsa in spalla e vado via lasciandola lì.
Cammino a passo svelto verso casa di Sandy, spero di trovarla li. Quando arrivo sotto casa, suono al citofono e aspetto che risponda. Ma niente.
Okay, aspetterò.
Incrocio le braccia al petto e mi guardo intorno cercando qualcosa dove sedermi.
C'è un albero, un piccolo muretto, mi avvio e mi siedo su di esso, proprio sotto l'albero. Accavallo le gambe e incrocio le braccia al petto e aspetto.
C'è vento e comincio a sentire freddo. Sono qui ferma da quasi un'ora, e Sandy non è ancora tornata.
Mi squilla il cellulare e io lo prendo per rispondere: "Ivy che c'è?" Rispondo brusca alzando gli occhi al cielo.
"Devi venire, il dottore vuole parlati."
Spalanco gli occhi e comincio a pensare al peggio. Christian!
<< Arrivo subito! >> Chiudo la telefonata e a passo spedito mi catapulto in ospedale.
Salgo in fretta le scale e una volta arrivata al piano, attraverso veloce il corridoio e mi precipito nella stanza, dove i dottori sono riuniti in cerchio attorno a Christian.
Resto come impietrita sulla soglia della porta, non riesco a fare un passo, ne' a parlare.
Ivy si volta e quando mi vede ferma davanti la porta, viene verso di me e mi prende le mani, e mi fa avvicinare al letto, ai dottori.
Guardo Christian, poi alzo gli occhi sul dottore che lo tiene in cura, e che mi sta di fronte.
<< Signorina Watson... I familiari del suo ragazzo sono informati di tutto questo? >> Chiede, ma io sinceramente non so cosa rispondere. Se gli dicessi che non sanno niente, potrebbe accusarmi di non aver informato la sua famiglia, e potrebbe venirgli in mente l'idea di cacciarmi via. E come ho detto, io di qui non me ne vado.
<< Ho bisogno di parlare con loro. Può chiamarli? >> Mi guarda attendendo una mia risposta. Eh...
Cosa faccio? Annuisco lievemente, non del tutto convinta che sia giusto chiamarli.
<< La ringrazio. Potrebbe dire di venire entro oggi pomeriggio? Ho bisogno di parlare di alcune cose... >>>
Faccio un passo avanti: << Può dirlo a me, sono la ragazza. >> Esclamo.
Scuote la testa dispiaciuto: << Non posso, mi dispiace. La prego, faccia come le ho detto. Chiami la sua famiglia e la faccia venire qui. >>
Annuisco e vorrei non avere questo incarico. Li guardo andare via e resto sola in questa stanza, con Ivy e Christian.
Come faccio a contattarli? Come devo parlare al padre? L'unica volta che l'ho incontrato è stato quando è venuto al bar per cercare Christian, che era fuori città. Mi ha dato della poveraccia. E ha detto che suo figlio è stato uno stupido nell'affidare il bar nelle mie mani: una cameriera mi ha definita.
<< Devi chiamare Grace. >> Ivy mi si avvinca e mentre fisso il cellulare, penso a come si arrabbierà con me Christian quando verrà a sapere che sono stata io a chiamare suo padre e suo fratello.
Posa una mano sulla mia spalla e io giro leggermente la testa per guardarla in volto.
<< Chiama. Non hai altra scelta. >>
Si che ce l'ho. Mi prenderò io cura di Christian. Il dottore può dire anche a me quello che ha da dire a quei due.
Scuoto la testa contrariata. << Grace... >> Sussurra con tono di rimprovero.
<< Tu non capisci... >> Indietreggio avvicinandomi al letto. << Lui non vorrebbe questo, lo so. >> Indico Christian, poi rivolgo lo sguardo sulla mia migliore amica che mi guarda male.
Incrocia le braccia al petto e picchietta un piede a terra. << Pensa al suo bene. >> Cerca di convincermi, ma io è per il suo bene che non voglio chiamare la sua famiglia. Si indurirebbe solamente.
Abbasso lo sguardo e fisso lo schermo del cellulare, poi me lo strappa da mano e io le salto addosso per recuperarlo, ma non ci riesco.
Recupera il numero di cellulare di Alan - il fratello di Christian - dalla mia rubrica, e chiama.
Io furiosa sbuffo, porto le mani sui fianchi e la fulmino con uno sguardo, lei fa spallucce e mima con le labbra "scusa".
Scusa un corno!
Nel pomeriggio, proprio come aveva chiesto il dottore, Alan e suo padre si presentano in ospedale.
Il signor Fuller scontroso come sempre, Alan mi rivolge un sorriso e io ricambio. Poi però mi lancia un'occhiata e mi fa segno che dopo vuole parlarmi.
Li vedo entrare nell'ufficio del dottore, e io non so cosa darei per stare lì dentro e sentire cosa dice.
Decido di entrare e sedermi accanto a Christian. Gli terrò la mano, questo mi aiuterà a tranquillizzarmi.
Sentire il battito del suo cuore, mi fa pensare che tutto andrà bene. Lui starà bene, quando si sarà svegliato, tornerà a casa, e io potrò finalmente dirgli cosa provo, e se lui mi vorrà ancora, staremo insieme.
⭐⭐⭐⭐
Sera! Buona lettura!
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