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⭐Capitolo 107⭐

<< Grace? >> Qualcuno mi picchietta sul braccio. Apro gli occhi e vedo Ivy, con lei c'è anche Ethan, Sophie se ne sta in piedi davanti il letto di Christian a guardarmi con aria piuttosto preoccupata, ma io sto bene. Sto bene. L'unica cosa che mi importa adesso, è Christian.
<< Grace, perché non vieni a casa da me? Puoi stenderti sul mio letto e riposare... >> Il tono di voce di Ivy è basso, forse per non disturbare, ma chi? Ci siamo solo io e Christian qui dentro, e ora anche loro...
Alzo la testa che tenevo poggiata sul mio braccio, e guardo Christian, ancora dormiente. Gli tengo la mano da quando sono entrata qui dentro, non mi sono allontanata nemmeno per un momento.
Sposto lo sguardo da Christian a Ivy e scuoto la testa. << Io resto qui. >>
Ivy si avvicina e mi posa una mano sulla spalla, << Grace, puoi fare ben poco, devi riposare... >> Scatto in piedi accigliandomi, ma senza mollare la mano di Christian.
<< Io non mi muovo. Tornatevene a casa. Io resto qui. Con lui. >> Sbotto.
Mi risiedo, poso le labbra sulla sua mano lasciandoci un bacio, poi scoppio a piangere. Non mi porteranno via di qui. Voglio restare accanto a lui fino a quando non si sveglierà.
La porta della stanza si apre e compare un dottore con il camice bianco, e due infermieri con la divisa blu, un uomo e una donna.
Il dottore ci guarda furioso e incrocia le braccia al petto, poi si avvicina al letto e guarda Christian, poi guarda me, e infine Ivy, Sophie ed Ethan.
<< Non potete stare qui. Dovete uscire fuori. >> Ordina.
Ma come? Sono stata qui fino ad ora, e vuole cacciarmi adesso?
No. Non mi muovo.
Mi alzo in piedi e dico rivolgendomi al dottore: << Io resto qui. >>
Mi rivolge uno sguardo dolce e mi sorride: << Non ne avevo dubbi. Ma gli amici non possono stare qui. Almeno che entrino uno alla volta. >> Spiega con tono calmo, poi aggiunge:
<< In ogni caso, devi uscire anche tu adesso. Dobbiamo visitarlo. >>
Fa cenno di uscire a tutti, ma io sono ostinata nel non muovermi di qui.
<< Roger, la prego, accompagni la fidanzata del signor Fuller fuori. >> Ordina all'infermiere che subito annuisce e viene nella mia direzione, mi prende per un braccio e mi accompagna dolcemente alla porta spalancandola.
<< Io voglio restare! La prego! >> Strillo e sono di nuovo in lacrime.
<< Signorina, la prego. Non mi costringa ad usare la forza. Dobbiamo visitarlo. Non può stare qui. >>
L'infermiere si rivolge a me con gentilezza, anche se sono sicura che vorrebbe cacciarmi fuori a calci.
Mi arrendo ed esco con i miei amici.
Guardo l'infermiere chiudere la porta, resto a guardare un po': si sono messi a cerchio attorno a Christian.
Mi alzo sulle punte per gustare meglio.
Il dottore sta parlando, l'infermiera che gli sta accanto tiene tra le mani una cartella, la legge attentamente e poi la vedo parlare rivolgendosi al dottore.
L'infermiere che mi ha portata fuori, invece, sta cambiando la sacchetta della flebo.
Mi abbasso sulle punte e mi volto verso i miei amici che mi guardano preoccupati, eccetto Ivy che mi guarda con aria interrogativa.
Mi stringo nelle spalle e alzo gli occhi al cielo: << Che c'è Ivy? >> Chiedo con tono annoiato.
<< Fidanzata Grace? >> Chiede.
Annuisco e faccio spallucce: << Ho dovuto mentire o non mi avrebbero detto niente, non mi avrebbero permesso di vederlo, e io dovevo vederlo! >> Esclamo giustificando la mia innocente bugia.
Dopo qualche minuto di silenzio, scoppio in lacrime e scivolo a terra con la schiena poggiata alla parete: << È colpa mia! Era venuto da me! Mi ha detto che mi ama, e io l'ho mandato via! Lui mi ama e io non sono riuscita a dirgli che lo amo anche io! È colpa mia se adesso si trova in quel maledetto letto d'ospedale! Era stravolto! È colpa mia! >> Mi prendo la testa tra le mani mentre le lacrime continuano a scorrermi sul viso.
Qualcuno si accovaccia proprio davanti a me, e quando alzo la testa vedo Sophie sorridermi, << Non è colpa tua. >> Fa per dire altro, ma non glielo permetto perché mi alzo e scappo via: << Si invece! >> Strillo.
Scendo le scale di corsa, ho bisogno di prendere aria.
Inciampo nei miei stessi passi e rotolo giù per le scale. Sento forti colpi alla testa, e per tutto il corpo, poi mi ritrovo stesa a terra, e un attimo prima che perda i sensi, vedo dei signori corrermi incontro.

Quando apro gli occhi sento dolore dappertutto. Guardo un filo trasparente arrivare al mio braccio: un ago. Perché mi hanno messo un ago? Perché una flebo?
Mi volto di lato e vedo Ivy accanto a me.
<< Devi calmarti, okay? >> Dice, quasi come un rimprovero.
<< Perché una flebo? >> Chiedo, alzo la testa e mi fa male, mi porto una mano alla fronte, e mi accorgo di avere una fascia.
<< Sei caduta giù per le scale, te lo ricordi? Hai battuto la testa, e la flebo è per alleviarti il dolore. Ora però mi ascolti, o mi incazzo. >> Mi guarda seria, e io annuisco.
<< Tu vieni a casa con me. >> Mi metto a sedere, e la testa mi fa male, anche il braccio e la spalla destra.
Scuoto la testa e mi metto seduta al bordo del letto con i piedi penzoloni.
<< Devo andare da Christian... >> Scendo e mi tengo la testa tra le mani perché mi fa male, ma ho dimenticato che avevo la flebo e quindi l'asta cade a terra e Ivy corre ad alzarla, ma non prima di avermi fatta sedere di nuovo sul letto.
Mi punta un dito contro e mi guarda in cagnesco, poi mi molla un ceffone.
La guardo sbigottita e mi porto la mano dove mi ha colpito. Mi pizzica. Me lo ha dato bello forte.
<< Grace Watson! >> Dice con toni duro e abbastanza alto.
<< Ritorna in te! >> Batto le palpebre più volte.
Sento di nuovo le lacrime salirmi agli occhi e poi scorrermi sul viso.
Lei mi prende tra le sue braccia e mi accarezza delicatamente da sopra la testa.
<< Piangi, piangi, ma ti prego... Torna in te. Non ragioni lucidamente. >> Sussurra al mio orecchio.
Mi sfogo stretta tra le sue braccia, e poi mi tiro indietro, la guardo in volto e le dico: << Mi dispiace, okay? Vi sto facendo preoccupare, a te, Ethan e Sophie. Ma io voglio restare qui. Voglio stare accanto a Christian. >>
Ivy mi carezza la guancia e mi tira a se'.
<< Io non so cosa tu stia provando in questo momento, ma lo immagino, okay? Se Ethan... >> Si fa indietro e mi guarda dritto negli occhi.
Una lacrima le scorre sul viso, ma se l'asciuga subito.
<< ... Se ci fosse Ethan su quel letto, io non potrei starmene tranquilla a casa. Ti capisco, lo capisco questo. Ma... Da tua amica quale sono, mi preoccupo per te perché ti voglio bene. Ti prego, torna a casa con me. >>
Scuoto la testa: << Mi dispiace. >> Mi tolgo lago dal braccio e scendo dal letto.
Dolorante cammino ed esco dalla stanza, attraverso il corridoio e cammino verso la stanza dove c'è Christian.
Entro e i dottori sono ancora dentro.
<< Signorina... >> Mi guardano sorpresi. Cosa? Sapevano che sarei ritornata. Non me ne vado. Punto.
Guardo Christian steso, ancora immobile, sta ancora dormendo. Sposto lo sguardo da Christian al dottore, di nuovo su Christian e di nuovo sul dottore.
<< Dottore perché non si sveglia? >> Chiedo preoccupata.
<< Signorina... >>
<< Watson. >>
<< Signorina Watson, il suo fidanzato sembra stabile, ma... >>
Spalanco gli occhi e mi porto le mani alla bocca: << Cosa dottore?! Che cosa?! >> Dico con tono sempre più alto.
Ivy, Sophie ed Ethan mi raggiungono ed entrano anche loro. Si fermano alle mie spalle e qualcuno posa le mani sulle mie spalle, mi volto, e vedo Ivy.
<< Il signor Fuller sembra stabile, ma lo abbiamo indotto al coma. >>
Spalanco gli occhi. << Cosa?! Cosa avete fatto? Perché? >> Sbraito.
Sophie mi prende per un braccio:
<< Grace calmati... >> Mi volto verso lei furiosa, la fulmino con lo sguardo e lei mi guarda spaventata.
<< Calmarmi?! Sophie? Dovrei calmarmi?! Hai sentito cosa ha detto? >> Mi prendo la testa tra le mani; d'un tratto ha cominciato a farmi male.
<< Signorina Watson, abbiamo bisogno di tenerlo sotto controllo per qualche giorno... >> Spiega il dottore, ma io non riesco a capire perché devono tenerlo ancora addormentato!
Sophie mi afferra per le braccia e io mi divincolo dalla sua presa, indietreggio, mi passo una mano tra i capelli: << Ho bisogno di stare da sola. Lasciatemi in pace! >> Corro via dalla stanza, diretta ai bagni. Devo sciacquarmi un po' il viso. Avrò sicuramente un aspetto orribile.
Quando entro nel bagno delle donne, una signora di mezza età mi guarda sconvolta. Cosa vuole questa?
Entro ignorando le sue occhiatine giudicanti. Mi fermo davanti lo specchio, non ho il coraggio di guardarmi, con le mani sul lavandino, apro la fontana e faccio scorrere l'acqua. È gelida, ma è proprio quello che mi serve per riprendermi un po'.
Mi sciacquo il viso e alzo gli occhi sullo specchio guardando il mio riflesso.
Avevo ragione: ho un aspetto orribile.
Ho il viso pallido, le occhiaie nere e gli occhi arrossati per il troppo pianto.
Si è ho questa notte ho dormito due ore; sono stremata, ma non me ne andrò, non lo lascerò solo.
Mi sciacquo ancora una volta il viso, poi esco e ritorno da Christian.
Vedo Sophie parlale con Ethan, il dottore invece, a braccia conserte davanti la stanza parla con Ivy; e lei annuisce a ogni sua parola, poi si accorgono della mia presenza e mi fissano.
<< Dottore. Christian... È fuori pericolo? >> Chiedo, ma questa volta evito di urlare. Il mio tono è più calmo adesso.
Sospira, annuisce lievemente, non del tutto convinto. << Preferisco tenerlo in osservazione, non ne sono del tutto convito. Signorina, questo è il mio lavoro, faccio del mio meglio. E se per il signor Fuller il meglio è tenerlo a riposo, io lo faccio. Okay? >> Sembra quasi un rimprovero, ma me lo sono meritato.
Annuisco, mi stringo nelle spalle e abbasso la testa mi scuso per il mio comportamento inappropriato.
<< È tutto okay. È chiaro che è spaventata, ma il suo fidanzato è nelle mie mani, e può starne certa che farò il possibile. >>
Annuisco ancora: << Per quanto tempo lo terrete addormentato? >>
Scuote la testa: << Finché necessario. Lei gli stia accanto, gli parli, io sono sicuro che la sente. >>
Mi fa segno di entrare e vado a sedermi sulla sedia accanto al letto dove Christian se ne sta steso, sereno.
Gli carezzo delicatamente il viso:
<< Come sei bello... >> Sussurro.
Una lacrima mi scivola sulla guancia fermandosi infine all'angolo della mia bocca.
<< Io e la mia storia testardaggine...
Ho rischiato di perderti, non ho voluto accettare il fatto che tu possa amarmi davvero. >> Gli sfioro la mano con le labbra: << Mi dispiace. Se puoi, perdonami... >>
Una sola lacrima scivola dal mio viso e si posa sulla sua mano.
Lui mi ama, ne sono certa. Adesso lo capisco.
Quando quella notte è venuto a casa mia, i suoi occhi... I suoi occhi mi urlavano di credergli, che non  stava mentendo; ma io non ho voluto dargli ascolto. Adesso lo so. Lui mi ama davvero, e io amo lui. Devo solo pregare che vada tutto bene e che presto potrà tornare a casa. Verrà da me, sarò io a occuparmi di lui, nessun altro.
⭐⭐⭐⭐
E un altro capitolo è terminato.
Buona lettura e buona notte!
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