⭐Capitolo 102⭐
Perché Nick mi ha inviato quel messaggio?
Blocco il cellulare, lo poso sul comodino e mi rimetto a dormire; chiudo gli occhi, ma poi lo squillo del cellulare mi disturba ancora.
Lo riprendo dal comodino e guardo sul display per vedere chi è che mi cerca.
Spalanco gli occhi e cerco di ricordare quando esattamente ho memorizzato il numero di Nick sul mio cellulare, e il vuoto. Non ricordo assolutamente niente. Ma d'altronde... Non ricordo nemmeno come ci sia arrivata a casa.
Mi sono ubriacata davvero così tanto ieri? Ricordo di aver bevuto solo tre bicchieri di birra; probabilmente allora, devo aver continuato...
Rispondo prima che lo butti giù dalla finestra: "Nick?"
"Grace... Ciao..."
Mi metto a sedere e mi passo una mano tra i capelli togliendomi il ciuffo da davanti gli occhi.
"Nick... Cos'era quel messaggio?"
Ho controllato l'ora in cui l'ho ricevuto: 2:07.
"Io... Mi dispiace Grace. Non ne ho idea. Ero ubriaco, non ricordo niente."
Scatto in piedi. Devo solo pregare che non sia successo niente tra noi.
"Non ricordo niente anche io... Tu... Credi che sia successo qualcosa?"
Lo sento sospirare.
"Non lo so. Ne dubito."
Inarco un sopracciglio e mi infastidisco un po'. Cosa intende dire con "ne dubito"? Che vorrebbe dire? Che non potrei piacere a uno come lui?
"Non che tu non sia attraente. Che sia chiaro. Non ho mai visto una ragazza più attraente di te, ma... Non... Non credo tu sia il mio tipo."
Ah, ecco...
Sorrido. Credo di aver capito.
"Di chi sei innamorato?"
Cala il silenzio. Ci ho visto giusto. Adesso devo solo scoprire di chi è innamorato.
Okay, forse adesso mi sto comportando come la zia Liis e Ivy.
"Devo andare Grace. Mi dispiace per il messaggio, ma sai..." Lo interrompo e rispondo al suo posto: "Eri ubriaco. E lo ero anche io. È tutto okay."
"Certo. Buona giornata."
Alzo gli occhi al cielo e lo ringrazio. Si, certo. Buona giornata. Non può essere una buona giornata con questo terribile mal di testa; spero che mi passi, o dovrò prendere un aspirina.
Riattacco e poi mi alzo, tanto ormai non riuscirei comunque a dormire.
Sbuffo mentre faccio penzolare i piedi dal letto e li poggio a terra.
Faccio per alzarmi, ma un forte capogiro mi fa cadere di nuovo seduta sul letto.
Suonano il campanello.
Sussulto. << Ma cos'è stamattina? >>
Prendo il cellulare e guardo l'ora: cavolo! Le 12:12. Ma quanto ho dormito!?
Aspetto che tutto ciò che mi circonda smetta di girare, e poi finalmente riesco ad alzarmi dal letto e andate in salotto per aprire la porta.
<< Ciao Grace! >> Ivy strilla e io mi porto una mano alle tempie strizzando gli occhi. << Sssh! Ivy ti prego non urlare. Ho mal di testa! >>
Spalanca la bocca con aria preoccupata, << Scusa... >> Piega la testa di lato:
<< Ma... Cos'hai fatto? >> Chiede subito dopo.
Sbuffo e mi scanso per farla entrare.
Chiudo la porta e ci sediamo sul divano; << Ieri Sophie e dei suoi amici sono venuti a prendermi, siamo andati in un Cocktail Bar e... >>
Spalanca gli occhi meravigliata portandosi una mano alla bocca: << Ti sei ubriacata? >> Ridacchia.
Abbasso la testa e annuisco tendendo gli occhi bassi.
Scoppia a ridere e io sbuffo alzando gli occhi al cielo.
<< E cosa avete fatto di bello, sentiamo... >> Incrocia le braccia al petto e mi osserva attentamente.
Faccio spallucce: << Non me lo ricordo. Mi sono svegliata questa mattina con un terribile mal di testa e... Non mi ricordo assolutamente
niente. >> Le spiego.
Annuisce. << E... >>
<< E? >> Si sporge in avanti verso di me. << E questa mattina ho letto un messaggio, che mi ha inviato un amico di Sophie: Nick, ma... >>
<< È successo qualcosa tra voi? >>
La guardo esterrefatta: << No! Assolutamente no! Eravamo ubriachi e quando sei ubriaco fai cose stupide! >> Esclamo, ma la mia voce è disperata.
Nick non ricorda niente, io nemmeno, e se fosse davvero successo qualcosa?
Perché mi sono ubriacata! Maledizione!
Questo dubbio mi tormenterà finché non saprò cosa è successo...
O forse gli altri possono dirmi qualcosa! Magari loro... Bah... Sicuramente anche loro non ricorderanno niente.
Scuoto la testa per scacciare via quel pensiero e tornare a posare la mia attenzione sulla mia amica che sta sorridendo come un'ebete.
La guardo male e dico: << Okay, non so se io e Nick... >>
<< Cosa hai fatto sporcacciona... >> Mi da una leggera gomitata e ammicca.
<< Non è successo niente. Ne sono sicura... >> Dico, ma la mia voce mi tradisce.
Era più una domanda che un affermazione. Sto andando fuori di testa!
Mi alzo di scatto dal divano e Ivy mi segue con lo sguardo: << Ivy scusami, ma devo andare. Ci sentiamo, okay? Scusami. >>
Annuisce e si alza per andare via.
L'ho praticamente cacciata di casa, ma ho bisogno di sapere, se solo ci riuscissi.
Mi affretto a prepararmi, indosso il mio solito jeans, e una felpa Dolce&Gabbana, poi esco, dritta verso casa si Sophie. Spero sia sveglia.
Esco dal palazzo e giro a destra, attraverso la strada e mi fermo davanti alla fermata dell'autobus.
Nel frattempo che aspetto l'arrivo dell'autobus, caccio il mio cellulare dalla borsa, e gioco un po' a Candy Crush, ma giusto due minuti, il tempo di finire tutte e cinque le mie vite e poi chiudo. Sono arrivata al livello 127 e non riesco più ad andare avanti.
Prendo le cuffie e le metto nelle orecchie, poi le attacco al cellulare e seleziono una canzone: "Change" di Christina Aguilera.
<< Mamma voglio un cagnolino! >> Strilla un bambino alla madre, lei lo guarda con occhi amorevoli, poi gli sorride, si ferma e si accovaccia davanti a lui. << Tesoro, lo sai che non possiamo prendere un cagnolino... >>
Il piccolo scoppia a piangere e si strofina le piccole manine chiuse a pugno sugli occhi.
<< Perché mamma? >> La sua voce è così tenera che mi fa sorridere.
La madre gli sfiora la guancia e con voce dolce dice: << Tesoro di mamma, lo sai che non possiamo prendere un cagnolino perché sei allergico. >>
<< Ma io voglio un cane! >> Strilla in lacrime.
<< Tesoro non piangere ti prego. Non possiamo. >> La madre sembra essere davvero molto dispiaciuta nel negare al suo bambino quello che chiede.
<< Allora voglio un fratellino, o una sorellina... >> Sorrido.
Quanto lo capisco: anche io avrei voluto un fratellino o una sorellina. Essere figli unici ha i suoi vantaggi, ma anche avere un fratello o una sorella è bello. Sono i tuoi primi amici, amici di gioco... Con loro non sei mai solo.
Passa un pullman, ma non è quello che devo prendere io; mi siedo. A quanto pare c'è ancora da aspettare.
La madre e il bambino salgono su quell'autobus insieme ad altre persone, mentre altre scendono.
Guardo l'ora; cavolo, sono le 12:49, e a pensarci bene, forse credo sia il caso di chiamare Sophie e accertarmi che stia a casa.
Digito il numero e porto il cellulare all'orecchio.
"Pronto ubriacona! Alla buonora!" Ridacchia.
"Sophie... Sei a casa?"
"Si, si. Perché?" La sento sgranocchiare qualcosa, e ridacchio. È davvero buffa la sua voce mentre mangia.
"Devo parlarti. Ci vediamo tra poco."
"Va bene. Ti aspetto."
Riattacco, e ora che mi sono assicurata che la troverò a casa, seleziono un'altra canzone, una a caso e osservo la gente andare avanti e indietro e le macchine sfrecciare a destra e a sinistra.
Mi copro per bene per non prendere troppo freddo mi stringo nelle braccia. e mi strofino le mani sulle braccia per riscaldarmi.
Venti minuti dopo arriva il mio autobus, finalmente. Mi alzo e con movimenti lenti mi muovo verso per salire. Ho i piedi congelati e non mi sento più le dita.
Salto su e prendo posto. Le porte si chiudono e mi volto per guardare fuori.
<< Ciao... >> Un ragazzo mi si siede accanto. Lo guardo attentamente, chissà, magari lo conosco...
No. Mai visto prima d'ora.
Mi volto e guardo avanti a me, ignorandolo.
<< Hai un nome? >> Chiede avvicinandosi.
<< Si. >> Rispondo fredda.
<< E qual è? >>
Oh ma quanto è fastidioso!
Mi volto e lo fulmino con lo sguardo:
<< Lo tengo per me. >>
Annuisce: << Okay, "lo tengo per me", io sono Ash. >>
Le mie labbra si piegano in un sorriso.
<< Ash, ciao. >> Mi alzo e scendo alla mia fermata.
<< Sei bellissima! >> Strilla per farsi sentire da me.
Mi volto a guardarlo e scoppio a ridere.
<< Hai sorriso! Lo ricorderò per sempre! >> L'autobus parte e io mi incammino verso casa di Sophie.
Attraverso la strada, supero una piazzetta, una pizzeria, un negozio di abbigliamento e arrivo sotto casa di Sophie. Salgo al suo piano e suono il campanello.
<< Quanto ci hai messo! Credevo non venissi più... >> Esclama aprendo le porta e facendo segno di entrare.
<< Allora di cosa devi parlarmi? >>
Superiamo l'ingresso e il salotto, entriamo in cucina e ci sediamo.
Sospiro guardandomi le mani e giocando con le unghie.
<< Cosa vuoi da bere? >> Chiede.
Scuoto la testa, << Niente. Grazie. >>
<< Qualcosa da mangiare? >> Mi sorride a trentadue denti.
<< Ho preparato i Muffin. Vuoi? >>
Gli occhi mi si fanno a cuoricino e annuisco immediatamente.
Sophie scoppia a ridere e prende un piatto con dentro i Muffin. Ne prendo uno e l'addento. Chiudo gli occhi per assaporarlo meglio.
<< Sophie sei davvero brava... Sono buonissimi! >> Ne prendo un altro non appena finisco questo.
Ridacchia: << Allora. Cosa dovevi dirmi? >>
Giusto... Quasi dimenticavo.
<< Sophie, devo chiederti
una cosa... >>
Dico. << Sputa il rospo... >>
Sospiro e mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e comincio a parlare: << Volevo chiederti riguardo a ieri. >>
La vedo sorridere. << Eravamo tutti ubriachi Grace, non so se posso aiutarti a ricordare ciò che è successo. >>
Dice. Perché?! È successo qualcosa?
<< Sophie, è successo qualcosa tra me e Nick? >> Chiedo tutto d'un fiato.
<< Nick? >> Ripete ridendo. Che ha da ridere?
La guardo male, c'è qualcosa che sa ma non vuole dirmi...
Aggrotto la fronte e sospiro nervosamente: << Sophie ti prego... >>
Alza gli occhi al cielo: << Tranquilla tesoro, non è successo niente. >>
Mi rilasso. Adesso che so, sono più tranquilla.
Passo un'oretta a chiacchierare con Sophie, poi me ne torno a casa.
Mi preparo un po' di pasta al sugo, niente più. La fame non mi è tornata; è solo per mettere qualcosa nello stomaco.
Ho bisogno di dormire un po', il mal di testa non mi è passato, nemmeno un po'.
Mi sdraio sul divano, sistemando il cuscino sotto la mia testa e chiudo gli occhi. Devo sperare che al mio risveglio mi sia passato...
Non appena chiudo gli occhi, vedo Christian. Quello stronzo non si è fatto più sentire. Spero continui così. Anche se mi fa male pensare che si sia arreso così in fretta; ma in fondo di che se fosse andata diversamente, se fosse venuto qui, a chiedermi di non mollare, a dirmi che non mi avrebbe lasciata andare facilmente, non credo sarebbe cambiata molto la mia decisione nel tenere lontano gli uomini dal mio cuore...
⭐⭐⭐⭐
Buona seraaaa! Alla prossima! Non dimenticate di votare! Bacini bacetti! 😘
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