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⭐Capitolo 101⭐

29 Dicembre: il Natale è già passato.
Meglio così, non mi piacciono queste feste. Non più.
Questi ultimi giorni li ho passati a casa, non mi andava di starmene in compagnia dei miei amici e fingere di divertirmi. Non ci riesco.
Sono in cucina: mi sono appena preparata una tisana calda, non ho messo nient'altro nello stomaco.
È quasi ora di pranzo e non ho per niente fame; mi sa che salto anche oggi il pranzo, proprio come ieri.
Mi avvicino lenta alla finestra e guardo la città. Alzo gli occhi al cielo, e noto che è grigio; credo verrà a piovere tra un po'.
Vedo la gente passare, entrare nei negozi, sorridere, chiacchierare con amici, o parenti quali sono.
Io invece mi sento così sola e triste in questo piccolo appartamento, in questa grande città. Infondo, non mi sono mai sentita del tutto a casa mia qui.
Anche se ci avevo fatto l'abitudine ormai, ma adesso... Adesso è diventato ancora più insopportabile viverci.
Vorrei avere milioni di dollari solo per comprare un biglietto di sola andata; vorrei tanto andarmene, da qualsiasi parte, mi va bene qualsiasi posto purché sia lontano da qui, lontano da Christian.
Sospiro mentre osservo una coppia di giovani innamorati, avranno si e no diciassette anni: il ragazzo sorride alla sua bella e le posa un bacio sulla guancia, lei gli salta al collo e lui la sostiene per i fianchi. Sussurra qualcosa al suo orecchio e poi si baciano.
Mi trattengo a osservali; sono così teneri, ancora troppo giovani e ignari di tutto.
"Ragazzi, l'amore vi farà a pezzi, scappate finché siete in tempo."
Ecco cosa vorrei dirgli...
Mi allontano dalla finestra bevendo un sorso della mia tisana e cammino a vuoto. È da questa mattina che cammino per casa come uno zombie. Mi sento così depressa!
Non so come passare il mio tempo: potrei leggere un libro, ma non ne ho voglia, potrei guardare un film... No, non mi va. Sono così a terra che non mi va di fare assolutamente niente.
Guardo il cellulare per vedere se ho ricevuto messaggi o chiamate.
Zero.
Ho voglia di sentire mia zia e sapere come se la spassano; sento la loro mancanza. Se non avessi problemi economici, e non fossi costretta a lavorare anche di sabato e domenica, ogni fine settimana farei le valigie e me ne tornerei a casa. La mia casa...
Anche se non era proprio casa mia, i miei zii dopo la morte dei miei genitori mi hanno accolta a braccia aperte, e io come li ho ringraziati? Dicendo che quella non era casa mia, e che volevo andare via. Loro mi hanno sempre detto di no, ma io ho sempre saputo di averli delusi, feriti. Non lo meritavano, sono stata davvero crudele.
Se solo si potesse cambiare ciò che è stato: vorrei riavvolgere il nastro come si fa con le videocassette, convincermi fin dal principio che quella era casa mia, e che casa è dove vivono le persone che ti amano.
Ma la vita non è una videocassetta; le scelte che hai fatto, anche se sbagliate, ti hanno portato dove sei adesso, e non c'è altro che puoi fare se non andare avanti per la tua strada.
L'aria fuori è fredda, dentro non è da meno. Poso la tisana sul tavolo, e vado a prendere una coperta e me la poggio sulle spalle, poi accendo un po' i riscaldamenti.
Rischio di morire congelata se non li accendo! Recupero il mio cellulare che ho lasciato in camera e poi torno in cucina a prendere la tisana ed entro in salotto per poi prendere  posto sul divano.
Digito il numero di casa di mia zia e porto il cellulare all'orecchio e attendo che risponda.
Al terzo squillo sento la sua voce, e a me fa male al cuore. È identica a quella di mia madre.
"Tesoro! Ciao! Buon Natale! Come stai?" Sorrido.
Che stupida che sono, ho persino dimenticato di chiamare per fare gli auguri! Sono davvero imperdonabile.
"Ciao zia Liis... Sto... Bene..." Più o meno.
"Buon Natale. Scusami tanto se non ho chiamato. Sono una stupida, ma ho avuto..."

"Hei... Tutto okay." Mi interrompe.
La zia è così... Non se la prende mai per niente. Proprio come la mia mamma.
La zia Liis era molto legata a sua sorella, cioè mia madre, e quando è morta ha sofferto molto.
"Tesoro scusami tanto, ma c'è tuo zio che mi chiama. Ci sentiamo più tardi, okay? Mi devi raccontare un po' di cose, come te la passi lì... Okay?"
Sorrido. La zia Liis è un po' come Ivy e Sophie, devono sapere tutto di tutti.
Questo mi fa ridacchiare.
"Cosa c'è?" Sento ridere anche lei.
Scuoto la testa. "Niente. Vai dallo zio Logan, o ne combinerà una delle sue."
Scoppiamo a ridere.

"Esatto. Se mi ha chiamata, è perché un motivo c'è..."
Continuiamo a ridere dello zio Logan e poi respiriamo profondamente per riprendere aria.

"Okay, allora ciao. Ci sentiamo."

"Ciao zia, dai un bacio allo zio Logan da parte mia."

"Certo tesoro."
Riattacchiamo.
Finisco la mia tisana e poi mi chiudo in bagno. Faccio scorrere l'acqua e controllo che diventi calda, poi metto il tappo nella vasca per non far scendere l'acqua. Prendo il mio bagno doccia alla vaniglia e lo poso sul bordo della vasca.
Una volta riempita la vasca da bagno, chiudo l'acqua e mi spoglio, raccolgo i capelli in uno chignon arrangiato.
Metto un piede, poi facendo attenzione a non scivolare, metto anche l'altro.
L'acqua è così calda che provo sollievo, dato che fuori si gela.
Con molta attenzione mi siedo e quando le mie spalle sono completamente immerse nell'acqua, poggio la testa su un'asciugano, sul bordo della vasca e chiudo gli occhi.
Tiro un sospiro di sollievo.
La casa è così fredda, e... Vuota.
Ultimamente mi sto rendendo conto che vivere da sola non mi piace più così tanto...

Quasi un'ora dopo, esco dalla vasca da bagno, mi avvolgo un asciugamano attorno al corpo e mi asciugo l'acqua da dosso.
Mi guardo allo specchio, ho le guance arrossate per il calore, i capelli umidi, prendo il phon dal cassetto del mobile e attacco la spina.
In poco tempo i miei capelli svolazzano a destra e a sinistra, e l'aria calda mi riscalda il viso.
Mi vesto, poi rispondo al cellulare che ha cominciato a squillare da un po'.
Il mio cuore manca di un battito.
Christian?!
Cosa vuole? Perché mi chiama!
Chiudo la chiamata senza rispondere, e vado a sedermi sul divano in salotto.
Accendo la TV e comincio a fare zapping.
Il cellulare squilla di nuovo, ma questa volta, per fortuna non è Christian, è Sophie che mi chiama.
"Hei Sophie..."

"Ciao straniera! Che fine hai fatto?"
Ridacchio.
Tossisco per camuffare la mia risata.
"Sono a casa."

"Ti va di prendere un caffè con me e i miei amici?"
Cosa? Amici? No. Non ho voglia di stare tra la gente; non per Sophie, ma preferisco starmene da sola: io e la mia depressione.

Scuoto la testa anche se non può vedermi: "No, Sophie. Mi dispiace, ma non mi sento molto bene ultimamente. Non prendertela ma..."

"Dai Grace... Non puoi startene chiusa in casa!"
Sospiro.

"Sophie..." mi interrompe.

"Senza discutere, tra dieci minuti saremo da te. Fatti trovare pronta."
Alzo gli occhi al cielo e mi arrendo.
Sospiro e accetto di uscire con lei e i suoi amici, dato che non ho altra scelta.
Dopo aver chiuso la chiamata, mi precipito in camera a cambiarmi di nuovo; metto qualcosa di più adatto a un'uscita tra amici.
Indosso un jeans scuro, una canotta bordeaux e da sopra una giacca felpata, nera. Stivali neri lunghi che arrivano sotto al ginocchio. Mi trucco un po': mascara per allungare un po' le ciglia, anche se su questa cosa che il mascara faccia allungare le ciglia non ci creda più di tanto...
Aggiungo un po' di blush rosa sulle guance e gloss.
Spruzzo un po' del profumo che Ivy ed Ethan mi hanno regalato a Natale: Liu Gio, e prendo la giacca, e nello stesso momento suonano alla porta.
Mi affretto ad aprire e mi ritrovo davanti una Sophie diversa; non saprei... Ha una luce diversa negli occhi.
Mi sorride maliziosamente, poggia una mano sulla porta e dice con voce sensuale: << Pronta per una giornata da sballo? >>
Da sballo? Ma aveva detto che saremmo andati a prendere un caffè!
La guardo confusa, poi sposto lo sguardo sulle persone che sono in piedi dietro Sophie.
<< Ah, loro sono Mary, Carl, John e Nick. >> Indica i suoi amici che mi sorridono, e io ricambio altrettanto con un sorriso e stringendo loro la mano.
Indosso la giacca ed usciamo di casa.

Arriviamo in un locale, molto alla moda: è un Cocktail Bar.
Ci sediamo a un tavolo e ordiniamo: io una Red Bull, Sophie e Mary una Blue Cream Soda, i ragazzi Whisky.
<< Perché non ti sei fatta sentire Grace? Cosa ti è successo? >>
Scuoto la testa, << Non ho voglia di parlare. Ti prego. >> La supplico di non insistere, e per fortuna non lo fa.
<< Cosa vi va di mangiare ragazze? >>
Ci guardiamo per qualche secondo e poi ci voltiamo tutte verso Nick e Carl e John.
Nick si porta una mano tra i capelli e alza la testa, poi con espressione disperata dice: << John! Cosa hai chiesto? Lo sai che non bisogna mai chiedere ad una donna "cosa vuoi mangiare?" >> Inarco un sopracciglio.
<< È complicato, molto complicato. Non bisogna mai chiedere... >>
Sophie scoppia a ridere mentre io sono ancora confusa.
Mary posa una mano sul mio braccio e io mi volto a guardarla: << Non farci caso, sono fatti così... Ci farai l'abitudine. >> Accenno a un sorriso.
Passiamo il resto del pomeriggio seduti a bere in questo Cocktail Bar.
I ragazzi sono già ubriachi, le ragazze dopo aver finito la loro Blue Cream Soda, hanno ordinato due birre, e io non sono riuscita a trattenermi dal bere con loro. Cosa vuoi che siano un paio di bicchieri di birra...

Questa mattina mi sveglio con un forte mal di testa. Guardo fuori la finestra, piove. Mi massaggio le tempie e cerco di ricordare la mia giornata di ieri, ma non ricordo niente. Assolutamente niente.
Il cellulare comincia a squillare martellandomi la testa.
Lo prendo per farlo smettere.
"So che mi vuoi."
Mi irrigidisco. Che cosa?
Cosa è successo?
⭐⭐⭐⭐
Scusate tanto per il ritardo, ma non ho avuto tempo... Spero che il capitolo vi sia piaciuto..
Passate a leggere la storia di vittoriasstories ! ❤
Buonanotte!

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