Allenamenti o punizione? Pt.2
Lily
«Allora Evans.»dice Potter dopo essere uscito dallo spogliatoio per poi aggiungere:
«Dove mi porti?»
«In biblioteca»annuncio io, chiudendo il libro che stavo leggendo per poi alzarmi. Vedo la mano di Potter tendersi verso di me, sicuramente in segno di aiuto, ma io la scosto, aiutandomi con la staccionata ad alzarmi. Forse lui non ha ancora capito le mie parole. Ma sono sicura che sbotta quando le capisce, dicendo:
«Tu sei matta o cosa? Io e la biblioteca, insieme?»mi domanda lui come se stesse per uscire con una ragazza ad un appuntamento galante. In quel caso mi dispiacerebbe per la biblioteca.
«Finiscila Potter, stammi dietro»dico io intendendo di seguirmi. Lui sembra pensare altro e lo noto quando fa comparire un ghigno sul viso posizionandosi dietro di me e abbassando lo sguardo.
«Anzi stammi avanti che è meglio»aggiungo girandomi e tirandolo per il braccio mettendolo davanti a me per poi spingerlo un po' per farlo camminare.
«Evans, poi sono io quello pervertito vero?»mi schernisce lui e, da come parla, posso giurare che ha un ghigno sul viso.
«Vuoi negarlo?»gli chiedo a mia volta io raggiungendolo e camminando di fianco a lui che ghigna divertito alle mie affermazioni anzi, alle mie domande.
«No certo che no.»dice lui con un'alzata di spalle come se questa fosse una cosa da tutti i giorni, una cosa normale. Ma non lo è. Questa è una cosa da James Potter, e James Potter è tutto tranne che normale.
«Sai Evans, io ne ho fatte di cose pervertite»dice lui mettendosi davanti a me e camminando all'indietro per guardarmi in faccia.
«Oh ma davvero. Mi interessano moltissimo le tue avventure amorose guarda»gli rispondo io con sarcasmo e a tono mentre aumento il passo e lo supero sbattendogli non con delicatezza la spalla sulla sua che non lo fa smuovere nemmeno di un centimetro.
«Lo so Evans. Se vuoi, puoi essere un'altra mia avventura...»mi dice lui. Sento dei passi avvicinarsi mentre dice queste parole e poi le sue dita sfiorano la mia schiena. Forse lui non lo sa, ma io odio quando qualcuno mi tocca la schiena. E in più odio lui. Quindi...se i miei calcoli sono giusti, odio più odio uguale morte per James Potter.
«Tu. Azzardati. A. Toccarmi. La. Schiena. Un'. Altra. Volta. E. Ti. Spezzo. Le. Gambine.»lo minaccio io fermandomi. Lui non se ne accorge e infatti mi viene a dosso, facendomi sentire il suo fiato caldo sull'orecchio e, dato che si abbassa, poi sul collo. Questa sensazione scatena in me un improbabile scarica elettrica che mi parte da dove il suo respiro si posa fino alle gambe, dopo aver attraversato tutta la colonna vertebrale.
«Va bene, quindi vuoi che ti tocco qualcos'altro?»dice lui poggiando la mano sul mio fianco destro e stringendolo un po', prima che io mi girassi per dargli un cieffone sulla guancia.
«Ma ti sei bevuto il cervello o cosa?! Senti, se hai gli ormoni a palla evita di provarci con me che non attacca, mi hai capita?!»gli grido io dopo aver preso la mia bacchetta dalla tasca e avergliela puntata al petto avanzando verso di lui, che non si muove indifferente.
«Evans, non mi piacciono le rosse, mi dispiace per te, ma se vuoi posso provare a chiedere a Sirius...»ghigna. Merlino, quanto lo odio quando ghigna. Ma chi diavolo si crede di essere?!
«Potter vuoi un altro schiaffo? Se è così te lo do senza che sprechi fiato nel dire queste cazzate!»gli rispondo io alzando la voce e avvicinandomi a lui con le narici allargate per poi girarmi e iniziando a camminare verso la biblioteca.
Ora non mi interessa nemmeno che lui la paghi in punizione. Non mi interessa dove vada o cosa faccia. Non mi interessa che ha picchiato dei Serpeverde, magari anche Severus...pensando a lui sto male...
Comunque, non mi interessa niente che tratti di lui, perchè per me ora potrebbe anche morire davanti ai miei occhi e io saró felice. Perchè deve essere capitato a me un'idiota di questa portata?
Continuo a camminare fino a quando entro e mi siedo al mio solito tavolo, quello in fondo e vicino alla finestra. Vedo delle goccioline scivolare sulla vetrata mentre sento dei passi farsi vicini a me.
«Evans...?»mi richiama quel deficiente. Ancora che mi cerca? Ma non si stanca mai?! Io rimango zitta sperando che non mi trovi.
«Evans, eccoti. Devo scontare la punizione, ricordi?»mi richiama lui mettendosi davanti a me che lo guardo con un'occhiata di fuoco.
«Fai come ti pare.»dico io incrociando le braccia al petto e sedendomi scomodamente sulla sedia.
«Va bene»annuisce tirando fuori dalla tasca un pacchetto di cartoncino bianco. Lo apre sull'estremità e fa fuoriuscire quello che a me sembra un bastoncino bianco con la punta arancione, una sigaretta. Prende l'accendino dall'altra tasca e l'accende come se nulla fosse, mettendosela tra i denti.
«Sul serio Evans, cosa vuoi che faccia? Sono in punizione»dice lui facendo un tiro e poi sputare il fumo che si sparge nel piccolo angolo della biblioteca.
«Vuoi fare qualcosa? Sparisci dalla mia vita»dico io guardandolo negli occhi. Il fumo li fa sembrare più chiari di quelli che sono, invece di marroni sembrano arancioni. A questa affermazione lui sembra irrigidirsi.
«Lo farei Evans. Non mi stai simpatica nemmeno tu sai? Anzi, mi stai proprio sul cazzo, fattelo dire. La tua aria perennemente da sapientona, la tua mano che scatta in aria dopo che la domanda è stata formulata, i tuoi stupidissimi capelli rossi che ti fanno sembrare una bambina di quattro anni e quegli occhi verdi che sembrano finti. Io ti odio!»dice lui alzando sempre di più la voce finendo per urlare, nel bel mezzo della biblioteca. Io rimango a bocca aperta prima di iniziare a parlare.
«Ah sarei io quella insopportabile?! E tu con il tuo immenso ego ti credi simpatico invece? Sempre a montarti la testa, non capisco come ti possano ancora entrare gli occhiali da Quidditch talmente la tua testa è grande! E poi sempre con quel maledetto ghigno in viso, come se le cose nel mondo vadano bene! Sveglia Potter, il mondo magico sta andando nella merda e tu sorridi!»gli dico io urlando dopo essermi alzata. Lui sembra quasi intento nel replicare ma veniamo interrotti dalla voce della professoressa McGranitt che entra nella biblioteca.
«Signorina Evans sapevo di trovarla qui, ma sono impressionata dal trovare Potter con lei, in biblioteca, a quest'ora»e l'ultima affermazione si riferisce all'orologio. Lo dice perchè sono ormai le undici di sera. Abbiamo litigato per molto tempo.
«Signorina mi deve seguire. Potter non dovrebbe venire ma date le circostanze penso proprio di si»mi dice lei facendomi cenno di iniziare a camminare con lei. Io annuisco, un po' preoccupata. Forse sto andando male a scuola? O forse all'ultima verifica ho fatto schifo...oh no! Non passeró i M.A.G.O.! Non diventerò mai un auror! La mia vita è finita! I miei progetti si stanno distruggendo in pochi secondi, mentre continuo ad andare avanti con Potter al mio fianco che guarda ovunque tranne che me, e la cosa mi rilassa.
Finiamo per arrivare davanti alla statua del Gargoyle che segna l'entrata nell'ufficio del preside, Albus Silente.
«Cioccorana»sussurra la professoressa e subito la statua balza di lato mostrandoci una scala.
«Buonasera signorina Evans e anche a lei signor Potter, non sapevo che avete fatto la pace»ci dice Silente appena saliamo le scale indicandoci le sedie.
«Infatti non c'è nessuna tregua»dissi io mentre Potter continuava.
«Ero in punizione»dice lui poggiando le braccia sulla poltrona mentre Silente congiunge le mani.
«Ah capisco, ma ora passiamo ai fatti. Signorina Evans, mi dispiace molto per quello che sto per dirle, ed è molto difficile informarla dei fatti che sono appena accaduti quindi, se le serve aiuto per qualsiasi cosa, non faccia l'orgogliosa e chieda pure»io annuisco e il preside continua.
«La notte scorsa, in un piccolo borgo babbano, i Mangiamorte hanno fatto un attentato. Mi rincresce dirle, che quest'attentato, si è svolto proprio a casa sua...»ma il resto non lo sento più. Vedo le sue labbra continuare a muoversi mentre io, involontariamente, porto la mia mano sopra quella di Potter e la stringo tra le mie dita. Lui mi guarda ma ora non ci faccio caso.
«I miei genitori...sono morti, vero?»dico io con gli occhi lucidi mentre tutti e tre i presenti mi guardano compassionevoli.
«Si signorina Evans, sono morti»mi risponde lui, abbassando lo sguardo. Io stringo ancora di più la mano di Potter come se fosse qualcosa che mi trascini via dallo stress ma non è così.
I miei genitori, sono morti. Non è possibile. Loro stavano così bene, prima.
«E P-Petunia?»chiedo io portando gli occhi di nuovo sul viso magro del preside.
«Lei è viva»ribatte lui e questa cosa mi porta a sorridere. Aggancio le dita tra quelle di Potter come se fosse una cosa naturale mentre lui mi accarezza il dorso della mano con il pollice.
«Potete andare»ci annuncia il preside e, prima che possiamo uscire richiama Potter:
«Le devo chiedere di mantenere il segreto, signor Potter»lui annuisce prima di chiudersi la porta alle spalle.
«Hai bisogno di, non so, conforto?»mi chiede lui mentre mi asciugo una lacrima solitaria e scuoto la testa.
«Voglio s-solo andare a d-dormire»dico io e lui mi trascina, con ancora le mani legate, alla Sala Comune di Grifondoro. Ognuno di noi sale la scala che porta al proprio dormitorio e io mi prometto che, da domani, io e Potter torneremo allo stesso rapporto che avevamo prima. È stato solo un attimo di bisogno di affetto quello di stasera.
Spazio me!
Ma ciaooo. Allora il capitolo finisce così e spero vi sia piaciuto! Volevo solo dirvi che, se non si è capito tra le ultime due frasi, il rapporto tra James e Lily rimarrà uguale fino a quando si renderanno conto di non essere tanto male. Quindi si odieranno per un'altro po' e che questo è stato solo un momento difficile per Lily e aveva bisogno di qualcuno, in quel caso James.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Se è così stellinate così mi rendete una pimpa feliciaah
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