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Capitolo 9

Era passata una settimana dall'ultimo incontro con Dean, e da allora non l'avevo più visto né sentito. La cosa non mi faceva affatto piacere.

Mi chiedevo come aveva passato le sue giornate, con quante donne era stato a letto... mi chiedevo se anche lui aveva pensato a me. Ma non avrei mai ottenuto le risposte che cercavo.

Quella mattina mi recai al lavoro prima del previsto perché il giorno prima il dottor Foster aveva detto a me e a tutti i miei colleghi che doveva comunicarci qualcosa. Chissà di che si trattava. Ero davvero curiosa.

Appena arrivata mi sedetti alla mia scrivania e trovai una Liz super eccitata per le comunicazioni che doveva darci il nostro capo:

«Jules, non sei emozionata? Io da morire».

«Un po' curiosa...».

«Secondo me si tratta della festa d'inizio anno».

«Che festa?».

«Vedi, ogni anno si tiene un grande party organizzato dal signor Wayford in persona. Lo scorso anno non ci fu perché sua moglie era malata di cancro e ovviamente lui non era dello spirito adatto per festeggiare».

«Capisco, e cosa si festeggia di preciso?».

«L'inizio di un nuovo anno super produttivo. Si dà il benvenuto ai neo assunti, una pacca sulla spalla ai veterani, cose così» disse ridendo.

«E... chi partecipa in genere a quest'evento?».

«Tutti, Jules... tutti noi. Il party è aperto a tutti i dipendenti, nessuno escluso. Pensa che sono invitati anche gli inservienti. Chiunque faccia parte della grande famiglia del Wayford Building».

«Quindi saranno presenti tutti i settori?».

«Esatto. A proposito. Quella volta mi sono distratta e non te l'ho più chiesto ma... ora che mi ci fai pensare... come conosci Dean Hockester?».

«Ah... è il fratello del fidanzato della mia migliore amica».

«Wow, che fortuna! Ti rendi conto che è uno degli scapoli più ambiti qui nell'ambiente?».

«Addirittura» esclamai ridendo.

«Certo. Primo... ha una posizione di prestigio, il che non guasta mai in tempi di crisi come questi... e poi... ti sei resa conto di quant'è bello? Dio, è sexy da morire. La maggior parte delle donne in quest'edificio ammazzerebbero per fare sesso con uno come lui».

«Dai, non esagerare» dissi abbozzando un sorriso «è un bel ragazzo, ma... addirittura ammazzare per andarci a letto!». Che ipocrita! Proprio io parlavo? Io che sbavavo letteralmente per lui?

«Ti assicuro che è così. Comunque sia non fa per me. Ho già avuto relazioni in passato con quelli belli e dannati, e sono finite tutte male. Sai che ti dico? Meglio uno meno bello, ma che sia sentimentalmente disponibile».

«Dean non sta con nessuna».

«Lo so. Ma tutti qui dentro conoscono il suo stile di vita. E non fa per tutte, credimi...».

Già. Il suo stile di vita. Questa cosa mi dava il tormento. Possibile che chiunque conosceva in che modo Dean passava le sue serate?

«Ad ogni modo Jules, se è davvero come penso e il capo ci darà quest'incredibile notizia, devi assolutamente venire a prepararti da me. Dobbiamo farci belle, anzi che dico... stupende».

Risi. Liz era davvero una ragazza straordinaria. Ti metteva sempre di buon umore. Mi sentivo davvero fortunata ad avere ottenuto quel lavoro e aver conosciuto persone come lei.

«Ragazzi buongiorno» tuonò all'improvviso la voce del dottor Foster. «Un attimo di attenzione, non vi ruberò molto tempo» disse e inizió un lunghissimo sproloquio sulla festa che si sarebbe tenuta sabato.

Tutti erano entusiasti, compresa Liz che non stava nei panni dalla gioia.

Ci fu un lungo applauso e poi ognuno tornò alla sua postazione. Iniziai a lavorare anch'io con la mente a sabato e alla festa, dove speravo con tutto il cuore di rivedere lui... Dean Hockester!

Quei giorni passarono in fretta. Stavo veramente imparando un mucchio di cose al lavoro, ed ero realmente grata al mio capo per l'opportunità che mi stava dando. Senza nemmeno rendermene conto, tra una bozza e l'altra arrivò sabato, e io... non stavo più nella pelle.

«Allora, per stasera come ci organizziamo?» chiesi a Liz.

«Stacchiamo da qui alle 17.00, abbiamo tutto il tempo per prepararci. Perché non passi da casa e prendi le tue cose, così vieni a farti bella da me?».

«Preferirei prepararmi a casa. Sai... ho tutte le mie cose lì...».

«Mmm, d'accordo. Però rimani a dormire da me dopo la festa. Ti prego.... Ti prego, ti prego, ti prego...».

«Va bene, va bene, resto. Dovrò dirlo a Rachel».

«Ecco brava, dille che stasera sei tutta mia» esclamò schioccandomi un sonoro bacio sulla guancia.

«D'accordo capo» risposi ridendo.

Non vedevo l'ora di rivederlo. Se mai l'avessi rivisto... magari non aveva nessuna intenzione di venire alla festa. Magari sarebbe rimasto a casa. Dio, non ci volevo pensare. Volevo vederlo, avevo bisogno di vederlo... dovevo a ogni costo vederlo.

Quella sera mi ritrovai con Rachel a scegliere il tipo di abito da indossare: «Secondo me questo è perfetto. Il blu notte è un colore molto elegante. E poi questo stile ti ha sempre donato».

«Non sarà un po' troppo elegante?».

«Jules, è una festa. Col padrone di tutto l'edificio. Il che mi porta a pensare a quanto lui sia ricco. E di conseguenza, a quanto sarà vestito bene. Vuoi davvero farti problemi per un abito elegante?».
«Hai ragione. Vado a prepararmi».

Dopo circa mezz'ora ero pronta. L'abito blu che aveva scelto Rachel dal mio guardaroba mi stava divinamente e le scarpe alte mi mancavano... era un po' che non uscivo per un'occasione. Rachel mi aveva aiutato a sistemare i capelli e mi aveva dato un sonoro bacio sulla guancia :

«Sei una favola» disse porgendomi una sua pochette abbinata all'abito che indossavo. «Ci sarà anche Dean, vero?».

«Ehm... io non lo so. Dovrebbe. L'evento era aperto a tutti, quindi...».

«Promettimi che starai attenta».

«Attenta a cosa?».

«Jules, sai benissimo a cosa mi riferisco».

«Guarda che con Dean non c'è niente. Non è mai successo niente».

«Ancora no».

«E non succederà» affermai, fingendo convinzione.

«Lo spero per te Jules...».

In quel momento mi squillò il cellulare. Era Liz che mi avvertiva di essere sotto al mio palazzo con la sua auto. Sarei rimasta a dormire da lei e per questo mi era passata a prendere: «Non porti niente per dormire dalla tua amica?» fece Rachel.

«Ha detto che non c'è bisogno. Mi presta qualcosa lei».

«Bene, allora direi che non manca proprio nulla» mi abbracciò forte e poi mi guardò fiera:

«Non infrangere troppi cuori a quella festa, Jules Cannygan».

«Non lo farò, Rachel Wake» le diedi un ultimo abbraccio e andai via.


Quando io e Liz arrivammo alla festa era tutto splendido. Le luci, i colori, la musica. Mi sembrava di essere in un sogno.

Mentre ci guardavamo intorno, ancora sorprese per la sfarzosità che ci circondava, Trey, il nostro collega, si avvicinò: «Ragazze... stasera siete un incanto».

«Anche tu stai bene Trey» disse Liz salutandolo.

«Jules» fece lui abbracciandomi.

«Ciao Trey» ricambiai l'abbraccio.

«Jules sei... molto elegante vestita così».

«Ti ringrazio. Anche tu stai bene».

«Bene, quando abbiamo finito coi convenevoli andiamo subito a prendere qualcosa da bere?» esclamò Liz energica.

«Ma certo ragazze. Da questa parte» e ci condusse lungo la sala, che era immensa.

Incrociai mio cugino Kyle e rimanemmo qualche minuto a conversare. Gli presentai i miei colleghi e poi continuammo la nostra strada verso il buffet. Mi guardai attorno con la speranza di vedere Dean. Ma non lo vidi. Così iniziai a chiedermi se sarebbe mai arrivato.

Camminando tra un tavolo e l'altro, conobbi un mucchio di persone nel giro di dieci minuti. Molte presentate da Trey e qualcuno da Liz. Non ricordavo un solo nome. Sperai che non avrei dovuto chiamarli per alcun motivo.

Mentre conversavo con un'adorabile signora anziana che faceva le pulizie al piano ristorante, mi girai di tre quarti per guardare verso l'ingresso e... lo vidi. Era elegantissimo.

Aveva un completo nero con una camicia bianca e delle scarpe lucide. Indossava un papillon. Guardandolo in tutta la sua perfezione, non potei fare a meno di pensare a quanto lo volevo. A quanto desideravo le sue labbra e... forse anche qualcos'altro. Cercai di scacciare via quell'immagine dalla mia mente.

Guardai dalla sua parte ma lui non mi vide, impegnato com'era a salutare un sacco di uomini e donne chic.

Cercai di distrarmi parlando con gli altri, ma di tanto in tanto scrutavo nella sua direzione con la speranza che mi vedesse. Non accadde.

All'improvviso, un uomo sulla cinquantina con un gran sorriso stampato in faccia, salì sul piccolo palco che avevano allestito in fondo alla sala e prese la parola: «Buonasera a tutti. Si sente, vero?» disse dando un piccolo colpetto al microfono che stava davanti a lui.

«Sì!» urlarono in coro un mucchio di persone.
«Ottimo. Come molti di voi sapranno, lo scorso anno la festa per l'inizio attività del Wayford non si è potuta tenere. Ma vi assicuro che stasera ci rifaremo alla grande. Ho in serbo una sorpresa per voi e... tra un po' la conoscerete.

Nel frattempo, godetevi la festa! E... un applauso e un benvenuto alle nuove reclute» disse ridendo, mentre uno scroscio di mani incominciò ad applaudire. Mi unii a loro.

«Jules, andiamo a quel tavolo? Sono appena uscite le tartine».

«Va bene. Anche se... non ho molta fame. Magari assaggio qualcosa dopo».

«Non sai che ti perdi bionda...» disse trascinandomi via.

Passai circa venti minuti tra un tavolo e l'altro. Erano tutti ricchi di pietanze e Liz... be' Liz era una vera mangiona. Aveva un fisico perfetto e non so davvero dove lo mettesse tutto quel ben di Dio!

Mentre stavamo per recarci al tavolo dei dessert sentii una voce familiare alle mie spalle... mi si seccò la gola e quando mi girai, rimasi a bocca aperta. Da vicino era ancora più bello. Era letteralmente una visione. Quel completo gli calzava a pennello e gli stava benissimo. Iniziai a respirare più velocemente:

«Ciao Jules».

«Dean» deglutii a fatica in cerca di salivazione. Credo di averlo squadrato per un po' prima di riprendere a parlare... «è un piacere rivederti».

«Anche per me».

Liz mi diede una botta col gomito come a dire "Presentamelo", e così passai alle presentazioni ufficiali: «Ehm... Dean lei è la mia collega e amica Liz. Liz, lui è Dean».

«Dean Hockester, molto lieto».

«Elizabeth Stone, il piacere è tutto mio» rispose, mangiandoselo con gli occhi.

«C'è un mucchio di gente stasera» disse Dean ritirando la mano. Se fosse stato per Liz, probabilmente non l'avrebbe mai lasciata andare.

«Sì, l'ho notato» replicai guardandomi intorno.

«Mi tocca salutare un bel po' di persone quindi... ci vediamo dopo Jules. Elizabeth...».

E se ne andò. Molto prima del previsto.
Lasciandomi lì con l'amaro in bocca.

«Santo cielo... ma è un dio greco. È praticamente perfetto. L'ho guardato attentamente e non sono riuscita a trovargli nemmeno un difetto».

«Non posso darti torto» risposi guardandolo da lontano mentre salutava donne bellissime, palesemente pazze di lui.

«Jules, devi assolutamente provarci».

«Che?» chiesi sconvolta.

«Dio, hai la fortuna d'averlo in casa... cioè tipo... come parente... più o meno. Insomma, se la tua amica si accasa col fratello, diventerete quasi parenti o sbaglio?».

«Ehm... sbagli. Io e Rachel non siamo sorelle».

«Sì va bene, ma lo vedrai spesso. Sai, alle feste, e magari a qualche uscita. Potreste perfino passare il Natale insieme».

«Ti prego, adesso non esagerare».

«Jules, io ti dico, goditela! Insomma... uno bello così non si trova ovunque, non credi?».

«Forse... ma dimentichi due piccoli particolari. Primo: chi ti dice che io voglia fare qualcosa con lui? Secondo: chi ti dice che io gli piaccia?».

«Ti prego Jules, ma dico... hai visto come ti ha guardata?».

«No. Perché, come mi ha guardata?» dissi con nonchalance, come se la cosa non mi riguardasse.

«Ti mangiava con gli occhi Jules. È chiaro che gli piaci».

«Sul serio?» domandai arrossendo.

«Sì. Secondo me dovresti lanciarti. Insomma, buttarti nel calderone... o meglio... direttamente nel fuoco» disse maliziosa.

«Dai ti prego, piantala. Innanzitutto io non sono tipo da una botta e via, e poi nessun fuoco... siamo amici».

«Sì, come no. Si dice sempre così».

«Hai finito?».

«Va bene. Va bene. Non sono affari miei. Ma se poi ti salta addosso d'improvviso facendoti girare la testa come una trottola, non dirmi che non ti avevo avvertito».

«Sei incredibile» dissi scuotendo la testa. «Io adesso vado un secondo in bagno. Ti ritrovo ancora al tavolo dei dolci o scapperai in cerca di qualcos'altro da mettere sotto i denti?».

«No, credo di stare a posto per ora. Ti aspetto qui».

Mi allontanai da Liz per recarmi all'ingresso della sala e uscire in cerca del bagno. Quando fui quasi arrivata alla porta principale incrociai lo sguardo di Dean. Stava parlando con una bruna altissima e super formosa che mentre discuteva con lui teneva un bicchiere di vino in una mano e con l'altra accarezzava il suo petto.

Gliel'avrei staccata a morsi quella mano. Chi era? Che voleva? Come mai aveva così tanta confidenza con lui?

Decisi di non pensarci e uscire più in fretta possibile da lì. Trovai il bagno e mi ci fiondai dentro. Rimasi per un bel po' a guardarmi nello specchio cercando di capire se potevo realmente essere alla sua altezza. Poi respirai e mi chiusi nella prima toilette alle mie spalle.

Quando ne uscii, prima di andarmene definitivamente, mi riguardai per un'ultima volta allo specchio. No... non ero decisamente alla sua altezza.

Appena aprii la porta del bagno ebbi un sussulto. Dean era proprio di fronte a me, appoggiato con la schiena al muro di fronte ai gabinetti delle signore. Le mani in tasca. Aveva decisamente l'aria da bello e dannato.

«Dean. Che ci fai qui?».

«Ti cercavo».

«Me?».

«Sì» disse avvicinandosi «lo sai, stai benissimo stasera!» esclamò, e a ogni sua parola si avvicinava sempre di più. Il mio respiro divenne più affannoso.

Mi appoggiai al muro come terrorizzata da quello che stava per accadere. Lo volevo. Ma adesso più che mai avevo paura di volerlo così tanto.

«Grazie» dissi balbettando.

Si avvicinò ancora di più e mi incastrò al muro. Le sue mani accanto a me appoggiate alla parete. Ero in una morsa, una meravigliosa ma terribile morsa.

«Sei così bella Jules» sibilò accarezzandomi il viso. Poi si avvicinò sempre più. La sua bocca a un centimetro dalla mia. Sentivo il suo respiro affannoso. Stava per accadere, lui stava per...

«Juleeeees!» la voce stridula di Liz mi risvegliò dal sogno. Dean si allontanò velocemente da me. Lo guardai per un secondo. Sembrava frustrato.

«Jules, devi sbrigarti, stanno per...» quando Liz ci vide, ci fu un momento d'imbarazzo.

«Scusate, ho interrotto qualcosa?».

«No. Niente» rispose subito Dean «stavo andando via. Allora ci si vede Jules» e sgattaiolò lontano senza voltarsi. Volevo morire.

«Oddio Jules, spero di non aver interrotto niente».

«No tranquilla» finsi. «Che stavi per dirmi?».

«Devi venire subito. Stanno per eleggere Miss Editoria e potrei essere io la vincitrice!».

«Miss Editoria?» dissi perplessa.

«Sì. Vedi, ogni anno vengono fatte piccole attività di beneficenza all'interno del Wayford. Tutti gli anni, ogni settore elegge la sua Miss e il suo Mister. I più bei lavoratori per intenderci. Abbiamo votato tutti noi. Ovviamente ognuno ha votato per il suo settore. Per votare bisognava pagare un piccolo biglietto. Il ricavato andrà in beneficenza. Il più votato e la più votata saranno eletti Miss e Mister del proprio settore. Purtroppo tu non sei in lizza, la votazione si fa durante l'anno. Noi abbiamo due anni di arretrato, quindi potrei vincere il titolo. Non è magnifico?».

«Sì, grandioso» dissi fingendo interesse.

«Sbrighiamoci».

Quando rientrammo, una bolgia incredibile affollava la sala. Erano tutti ansiosi di sapere chi fosse stato eletto.

«Signori e signore. Eccoci qui per la nostra classica elezione di Miss e Mister Wayford. Come sapete, ogni settore avrà i propri eletti. Incominciamo dal settore ingegneria. Per l'anno 2015: Emily Swallow come Miss Ingegneria...».

Un grande applauso si levò. Il signor Wayford incominciò ad elencare tutta una serie di nomi, alcuni davvero impronunciabili e quando arrivó a quello che sembrava l'ultimo settore da premiare disse: «Chiedo cortesemente ai miei Mister e alle mie Miss di posizionarsi sotto il palco, altrimenti non avremo modo di accogliere gli ultimi Miss e Mister del nostro ultimo settore: la Pubblicità».

Ci fu un lungo applauso. Era il settore in cui lavorava Dean e non potei fare a meno di chiedermi se fosse stato votato.

«Miss Pubblicità 2015: Annabel Grey».

La ragazza, imbarazzatissima, salì sul palco a prendere la fascia.

«Passiamo al 2016. Miss Pubblicità: Marybeth Pay...».

Un urlo di gioia si levò tra la gente e la ragazza salì entusiasta a prendere la sua fascia.

«Dobbiamo adesso passare all'elezione di Mister Pubblicità. Devo fare una piccola premessa. Questa splendida iniziativa si tiene come sapete da tre anni. Ovviamente lo scorso anno non c'è stata la festa e quindi abbiamo rimandato l'elezione a quest'anno. Come già vi anticipai due anni fa, in genere non permetto l'elezione di persone che abbiano... be', diciamo un certo ruolo in azienda. Sarebbe facile per ognuno dare un certo voto solo per ingraziarsi il capo. Ma... quest'anno ho dovuto fare un'eccezione.

Il presidente del settore pubblicità mi ha detto di aver ricevuto numerose richieste per l'elezione di una persona con un ruolo importante. Lui ha fatto presente a chi voleva votarlo che non poteva essere votato. Ma le richieste sono state così numerose e così insistenti... c'è addirittura chi ha offerto cifre astronomiche per ottenere la possibilità di votarlo. Perciò... abbiamo deciso di accettare le richieste. E considerando che... dopo questa delega, perfino chi aveva già votato ha deciso di cambiare il suo voto... sono contento di dirvi che... all'unanimità... per ben due anni consecutivi... viene eletto Mister Pubblicità, il nostro vicedirettore: Dean Hockester».

Un boato si levò. Donne urlanti, sembrava stessero a uno strip club. Dean si incamminò tra la folla impazzita e raggiunse il palco per prendere la sua fascia. Non la indossò però. Preferì tenerla in mano.

«A questo punto signor Hockester, credo che lei ci debba un discorso» disse il signor Wayford passandogli il microfono.

«Certo. Innanzitutto voglio ringraziare chi mi ha votato. Siete davvero troppo buoni. Non merito tanto».

"Sei bellissimo"... una voce femminile si levò e partì subito un applauso. Fischi, schiamazzi, sembrava di stare allo stadio.

Dean sorrise imbarazzato: «Vi prego, basta. Così mi farete arrossire. Ehm... dicevo... grazie. I soldi che avete speso per votare me andranno in beneficenza. Perciò non potrei essere più contento...».

«Un momento, scusate. Devo fare una piccola rettifica» intervenne il signor Wayford «mi è appena stato detto che Dean ha vinto il titolo anche tre anni fa. Ovviamente all'epoca non occupava ancora la posizione che ha oggi. Direi che ha battuto ogni record signor Hockester» esclamò ridendo.

«Già. Io... non so davvero come ringraziarvi...».

«Bene. Direi a questo punto che è arrivato il momento della mia sorpresa. Per aumentare il nostro già altissimo budget di soldi raccolti in funzione della beneficenza, avevo pensato di far partire qui, adesso, una sorta di asta. Mi spiego meglio... l'altra sera stavo guardando un film e dei liceali avevano fatto un bel gruzzolo con un'asta dei baci. Così ho pensato di fare la stessa cosa anch'io. Ovviamente non obbligherei nessuno a baciare più uomini oppure più donne, anche se... sfido qualsiasi uomo a non essere felice dell'opportunità...».

Tutti risero.
«... Ad ogni modo, soltanto il più votato avrà questo privilegio e... signor Hockester, il più votato è decisamente lei...».

Le urla ricominciarono di nuovo, nemmeno stessimo parlando di un attore di Hollywood.

«Ovviamente, prima di fare una cosa del genere mi sono informato, e il signor Hockester è sentimentalmente disponibile. Perciò non avrà nessun problema a baciare la ragazza che offrirà di più...».

Ancora schiamazzi e grida. Guardai Dean, e anche lui guardò nella mia direzione. Ci fissammo per un tempo interminabile finché lui non distolse lo sguardo. E pensare che fino a poco fa stavamo per baciarci, adesso... avrei visto donne disposte a pagare per un suo bacio. Era una follia.

«Un po' di silenzio per favore. Signor Hockester, spero che la mia decisione non la offenda. È per beneficenza...».

«No, affatto. Ha avuto un'ottima idea» disse Dean sorridendo.

Un'ottima idea? Assurdo! Certo, lui era abituato a baciare un mucchio di donne. Una in più una in meno, che sarebbe mai stata per lui? Mi ribolliva il sangue!

«Bene. Allora direi di partire con l'asta. Si comincia da una base di dieci dollari. Chi offre di più?».

Vidi un sacco di mani alzarsi. Donne che sgomitavano per accaparrarsi il bacio di Dean. Quella follia durò un tempo interminabile e quando si raggiunse una cifra decisamente pazzesca, l'asta chiuse.

La fortunata vincitrice fu una donna sui quaranta col caschetto nero, tutta rifatta. Chissà se era sposata... e soprattutto se il marito aveva idea di quanto avesse speso per baciare Dean.

«Prego, venga avanti signora...».

«Cotter... Samantha Cotter...» rispose lei guardando dritto negli occhi Dean.

«Perfetto. Vuole firmare qui?» chiese il signor Wayford porgendole un assegno. La donna mise una firma veloce e si posizionò al centro del palco in bella mostra.

«Bene. Signora Cotter... è tutto suo» e le fece spazio accanto a Dean. «Ovviamente signor Hockester, per quanto ha speso la signora direi che ci aspettiamo... un bacio come si deve» sibilò sorridendo.

«Sarà un piacere» disse Dean mangiandosi quella donna con gli occhi. L'avrei ucciso. Perché doveva essere così?

Si guardarono per qualche secondo, si posizionarono bene, avvinghiati l'uno all'altra... lui le sfiorò il viso così come aveva fatto prima con me... e in un secondo... la baciò... la sua lingua fu nella sua bocca e quella di lei in quella di lui. Sentii un pugno allo stomaco.

Il bacio durò un tempo che sembrò infinito e quando si staccarono mi sentii sollevata. Abbassai lo sguardo per non incrociare il suo.

«Wow. Questo sì che è un bacio» fece il signor Wayford incitando la folla. Vidi la donna sussurrare qualcosa nell'orecchio a Dean, e mi sentii folle di gelosia.

«Però, come bacia quell'uomo una donna... pochi eh?» tuonò Liz facendomi sussultare.

«È solo un bacio Liz...».

«Ma dico? Hai visto come l'ha presa? Sembrava che lo facesse di mestiere... baciare le donne».

«Io trovo assurdo che si possa spendere così tanto per un bacio...».

«Be', questo perché noi non siamo ricche come quella lì...».

«Che c'entra? Se fossi ricca non spenderei tutti quei soldi per un bacio. Li darei in beneficenza. Ma il bacio non me lo prenderei».

«Sì, come no... ad ogni modo... beata lei» concluse ridendo.

Volevo morire. Come aveva potuto baciarla in quel modo davanti a tutti? Ma cosa ne potevo sapere io? Rachel aveva ragione, aveva sempre avuto ragione... su tutti i fronti. Dovevo togliermelo dalla testa.

Avevo bisogno di respirare, così andai di nuovo in bagno. Mi chiusi lì per un bel po'. Non volevo vedere nessuno, meno che mai lui. Ero scioccata da quanto successo quella sera. Sentii bussare alla porta e dissi: «Prego» ma chi entrò fu l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere.

«Jules» disse Dean entrando.

«Dean? Che ci fai qui? Guarda che questo è il bagno delle donne...».

«Sì, ma adesso ci sei solo tu...».

«Be', non puoi stare qui. Se ti vede qualcuno chissà cosa potrebbe pensare».

«Non mi è mai importato di quello che pensa la gente».

«Be' a me sì. Perciò...».

«Ti ruberò solo pochi minuti...».

«Che vuoi? E poi... credevo che fossi a firmare autografi».

«Carina la battuta, mi piace...».

«Carino il bacio che hai dato a quella tizia. Sai, devo farti i miei complimenti, non credevo si potesse pagare così tanto per un bacio...».

«Be', nemmeno io. Comunque non ha significato niente. Era solo per lavoro...».

«Lavoro? E da quando fai il gigolò?».

«Andiamo, non esagerare, è stato solo uno stupido bacio. Come ti scandalizzi in fretta».

«Non mi scandalizzo, ma mi sembra assurda tutta la situazione, ecco».

«Che avrei dovuto fare? Rifiutarmi? Quei soldi andranno a bambini malati di tumore. Non potevo dire di no. E non l'avrei mai fatto».

«Questo ti fa onore Dean. Ma non credo che la cosa ti sia dispiaciuta».

«Be', devo ammettere che non baciava male... anche se... ho provato di meglio...».

«Cosa ti ha sussurrato all'orecchio quando vi siete distaccati?» le parole mi uscirono tutte d'un fiato. Non potevo credere di averlo chiesto. Ora avrebbe capito che lui mi piaceva. Non avrebbe avuto dubbi. Volevo scomparire.

«Perché ti interessa tanto?».

«Io... in effetti non m'interessa. Buona serata Dean» e feci per andarmene, ma lui mi bloccò.

«Mi ha detto che bacio bene... contenta?».

«Be', buon per te! Ad ogni modo non mi devi nessuna spiegazione».

«Guarda che sei tu che me l'hai chiesto...».

«Io... ero solo curiosa, tutto qui. Sono molto curiosa per natura, ecco tutto».

«Be', una cosa in più che so di te».

«Tu non sai niente di me».

«So che sei bellissima, e questo mi basta» disse avvicinandosi.

«Dean...» ero senza fiato, ma non potevo lasciarglielo fare. Non dopo che aveva baciato quell'altra. Era a un palmo da me, la mano che mi premeva dietro la schiena, il naso a un centimetro dal mio... «Dean, non posso. Devo andare» e fuggii... letteralmente.

Non volevo vederlo. Non volevo più stare vicino a lui in quel modo. Dovevo allontanarmi da lui. Aveva proprio ragione Rachel... se mi fossi lasciata andare mi sarei incasinata. Ma poi mi resi conto che lo ero già. Ero completamente incasinata.

* * *

Nella sua mente
Rientrai a casa tardissimo. Dopo che la festa volse al termine non vidi più Jules, e decisi che non l'avrei cercata. Non dopo come ci eravamo lasciati. Dio, quella serata era stata delirante.

La storia delle premiazioni, il bacio con quella donna. L'avevo rincontrata a fine serata, mi aveva dato il suo numero dicendo di chiamarla. Forse l'avrei fatto. Avevo un debole per le donne più grandi di me.

Ma se c'era una cosa che avevo capito quella sera, era che nessuna donna, nessuna era paragonabile a Jules. Come mi sentivo quando ero accanto a lei! Non mi ero mai sentito così, non mi ero mai sentito così vivo. Più passava il tempo, più la incontravo, più la volevo.

Stasera volevo baciarla, volevo assaporarla, ma non mi fu permesso. La prima volta una sua amica ci aveva interrotto, mentre la seconda volta lei era scappata via. Forse non le piacevo come credevo. O forse sì e aveva soltanto paura.

Dio, quanto la volevo. Volevo tutto di lei. Volevo fare l'amore con lei. L'amore? Ma che stavo dicendo. Sesso, Dean, tu fai sesso, ricordi? Non fai mai l'amore.

Beh, comunque lo si volesse chiamare io la volevo, in tutti i modi possibili. E pensare che stasera avevano speso una fortuna per baciarmi... io l'avrei spesa per baciare lei.

Dio, ma che stavo dicendo? Stavo andando fuori di testa. Dovevo smetterla. Dovevo dimenticarla.
Ma sentivo che non sarebbe stato facile dimenticarla.

Poggiai la testa sul cuscino e desiderai dormire fino a dimenticare la sua esistenza. Ma non riuscivo a chiudere occhio. Immaginavo come sarebbe stato baciarla. Immaginavo a cosa avrei provato se le sue labbra avessero sfiorato le mie. Volevo sapere che sapore aveva.

Era sicuramente buonissima. Cazzo... mi stavo eccitando. Dean, datti una calmata, Cristo!
Mi alzai dal letto e mi presi la testa tra le mani. Respirai a fondo. Chiusi gli occhi per un momento e poi li riaprii. Dovevo fare tutto ciò che era in mio potere per dimenticare Jules.

Dovevo chiamare quella donna, andare con altre ragazze, tenermi sempre impegnato. Solo così forse avrei smesso di pensarla, solo così forse avrei smesso di volerla. Solo così, forse, sarei tornato... alla mia normalità.

Ragazze fatemi sapere che ne pensate !
Se vi sta piacendo questa storia invitare amici e amiche a leggerla . Più siamo più sará bello scambiarsi pareri ❤️😍
Grazie sempre ❤️❤️

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