Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 8

Salve ragazze! Questa sera vi regalo un altro capitolo perché non vedo l'ora di entrare nel vivo della storia 😍😍
Buona serata e buona lettura ❤️

Il mattino dopo mi svegliai frastornata. La sera prima, una volta rientrate a casa, Rachel non aveva detto una parola, mi aveva aiutato a svestirmi e messa a letto. Fu una bruttissima serata e per niente al mondo avrei voluto ricordarla.

Rachel bussò alla porta e quando entrò aveva un vassoio in mano con la colazione:

«Buongiorno splendore. Come stai?».

«Bene» risposi con poca convinzione.

«Ieri sera è stato terribile» esordì, sedendosi accanto a me sul letto «se non ci fosse stato Dean sarebbe potuta finire molto male».

«Lo so».

«Jules, io... devo chiederti scusa. Le cose che ti ho detto ieri... non le pensavo».

«Rachel, anch'io ho detto cose che non volevo dire...».

«No, tu hai detto solo la verità. Quand'ero una matricola saltavo da un letto all'altro. Non devi scusarti».

«Sì invece. Io non volevo offenderti... non volevo darti della...».

«Troia. Lo so» disse ridendo. «Comunque, per quanto riguarda ieri sera... io... mi sento in colpa. Se non ti avessi detto certe cose, tu non ti saresti arrabbiata e non saresti uscita lì fuori da sola...».

«Rachel non dirlo nemmeno per scherzo. Non è stata colpa tua. Tu non c'entri niente...».

«Io...» e scoppiò a piangere. Non me l'aspettavo, non sapevo che fare. Così l'abbracciai.

«Rachel ti prego smettila, altrimenti farai piangere anche me».

«Mi dispiace così tanto...».

«Ehi, guardami! Non è colpa tua... è chiaro?».

«È solo che... non immagino neanche come ti sei dovuta sentire...».

«Ora sto bene. Questo è l'importante, no?».

«Sai, ieri quando ti ho vista tra le braccia di Dean ho capito cos'era successo... mi sono ricordata di quando avevamo 13 anni».

«Lo so... lo so...».

«Io sono qui. Per qualsiasi cosa, lo sai vero?».

«Certo che lo so» l'abbracciai forte. Era la mia migliore amica. Non so come avrei fatto senza lei...

Quel giorno, al lavoro, ero veramente giù di corda. Continuavo a pensare alla sera prima, anche se cercavo di concentrarmi per produrre al meglio. Volevo davvero impegnarmi al massimo per riuscire nel mio lavoro, ma quella era decisamente una giornata no, la meno adatta per far vedere agli altri quanto valessi.

Durante la pausa pranzo la mia compagna Liz mi chiese se volevo andare a mangiare un boccone con lei, ma a me non andava. Non ero dell'umore adatto per ridere e scherzare. Liz delle volte riusciva ad essere davvero
insistente , ma io non me la sentivo proprio, così le rinnovai il mio rifiuto.

Mentre osservavo lo sguardo triste di Liz,  arrivò Eve, una mia collega, e alle sue spalle vidi l'ultima persona che mi sarei aspettata di trovare in quell'ufficio... Dean. Che ci faceva lì?

«Jules, c'è una persona per te...».

«Dean?» dissi sorpresa.

«Ciao Jules. Ti posso parlare un attimo?» e mi fece cenno di seguirlo. Così feci. Ci recammo all'ingresso della casa editrice e una volta lì, lui iniziò a parlare: «Sono passato per sapere come stavi. Ieri è stata una serata terribile. Volevo chiederti se ti serve qualcosa...» fu gentile, e molto molto carino. Non me lo sarei mai aspettata!

«Dean, grazie del pensiero. È davvero carino da parte tua. Sto meglio. Se non fosse stato per te, ieri...».

«La cosa importante è che adesso tu stia bene».

«Sì certo» gli sorrisi.

«Quando ti ho vista con quel tipo addosso, io...».

«Non parliamo più di ieri, ti prego. È stata una serata orribile e vorrei dimenticarla».

«Certo, scusami. Non volevo rattristarti».

«Non lo hai fatto».

«Comunque sia...» disse cacciando un biglietto dalla tasca dei pantaloni «questo è il mio numero. In realtà è il mio biglietto da visita ma... c'è il mio numero su... e se ti serve... insomma, in qualsiasi momento... puoi chiamarmi... per qualsiasi cosa».

«Dean...» ero senza parole. Avevo il suo numero. Questo magari non significava niente per lui, voleva solo essere gentile, però... io mi sentii al settimo cielo. «Non so davvero come ringraziarti. È molto dolce il modo in cui ti stai mettendo a disposizione».

«Cerco solo di essere gentile. Josh vorrebbe così, quindi...».

Dunque era per questo che lo faceva. Per Josh. Per fare un piacere al fratello.

«Ti ha chiesto lui di darmi il tuo numero?».

«Cosa? No, certo che no. Solo... è che non si è mai troppo sicuri quindi... se ti serve un amico...».

«Grazie Dean».

«Di niente. Adesso devo andare. Stammi bene Jules» e andò via senza salutarmi. Non come avrei voluto comunque. Mi sentivo confusa.

Che mi succedeva? Ero felice di avere il suo numero, ero contenta se lo incontravo per strada, avrei fatto carte false anche solo per un suo abbraccio... non poteva essere... non doveva essere... eppure l'unica cosa che mi veniva in mente guardandolo andare via era che mi stavo perdutamente e irrimediabilmente... innamorando di lui.

A fine giornata fui stranamente sollevata all'idea di tornare a casa. Volevo solo dormire e dimenticarmi di tutto. Solo così sarei riuscita a ripartire col piede giusto l'indomani.
Quando arrivai a casa, trovai Rachel con Josh. Era evidente che gli aveva raccontato della brutta serata passata, perché quando entrai dalla porta lui mi guardò preoccupato.

«Ciao ragazzi. Josh, quanto tempo... come stai?».

«Io sto bene. Tu, piuttosto...».

«Sto bene» lo rassicurai senza fargli finire la frase. Non mi andava proprio di ripensare a ieri.

«Dean mi ha raccontato... Ero passato per vedere se ti serviva qualcosa».

«Credevo che te l'avesse detto Rachel. Comunque...» dissi ridendo «la gentilezza a quanto pare è un vizio di famiglia. Ti ringrazio Josh ma sto bene, non mi serve niente. Apprezzo il pensiero».

«Di nulla... Io vado adesso. È stato bello rivederti Jules».

«Anche per me».

«Amore, ti chiamo più tardi» disse andando via e dando un bacio a Rachel.

Quando richiuse la porta, ci fu un attimo d'imbarazzo tra me e Rachel, poi le dissi: «Spero di non aver interrotto niente...».

«Ma che dici? Sei scema? Era venuto qui per salutarmi e chiedermi di te. Era preoccupato».

«Che carini i fratelli Hockester» esclamai sognante.

«Già. Dean si è comportato da vero gentiluomo. Non me l'aspettavo».

«Non era poi così terribile come credevi tu, alla fine».

«Non ho mai detto che era terribile, solo... che non è il ragazzo adatto a te».

«Forse...».

«Sicuro!».

«Come vuoi».

«Non dirmi che ti piace ancora...».

«E se anche fosse...».

«Jules andiamo... ti ho detto chiaramente che tipo è ed è decisamente uno che non può stare al tuo fianco. Anche perché vorrei ricordarti solo un piccolo particolare... lui non ha donne al suo fianco... lui le rimorchia in un bar, se le porta a letto e il giorno dopo ognuno per la sua strada. Certo può andare bene per una che è in un periodo della vita in cui vuole divertirsi, ma non per te... non va bene per te, Jules».

«Guarda che non ho mai pensato di fidanzarmi con lui. Ho capito com'è, che credi?».

«E allora?».

«Allora cosa?».

«Perché quando si parla di lui ho sempre l'impressione che tu speri che ci provi?».

«Perché... perché magari un po' è così, ok?».

« Dio Jules... tutti i miei discorsi sono  inutili quindi?».

« Rachel sta tranquilla ! Non accadrà nulla. E poi dimentichi che a lui non piacciono le bionde !!».

«Cavolo Jules questa storia è una stronzata ! Te l'ha detto solo per provocarti!!».

«Può darsi . Comunque ora non voglio più parlarne . Su, forza, prepariamo la cena».

«Come vuoi tu!!» rispose Rachel e per mia fortuna chiuse subito il discorso . Non avevo voglia di parlare di Dean.

A fine serata, dopo aver cenato e aver guardato un film alla tv, andai a letto esausta. Ripensai a tutto quello che era successo: alla serata in discoteca, al maniaco dietro al vicolo, a Dean... e cercai di convincermi che rispetto a quello che avevo visto di lui, Dean non era poi così stronzo.

Non come mi voleva far credere Rachel. Pensai che forse poteva cambiare. Che magari per la donna giusta avrebbe cambiato stile di vita. E sperai che i miei non fossero solo bei sogni... e sperai che la donna responsabile di quel cambiamento potessi essere io.

* * *

Nella sua mente
«Amore. A cosa le fa pensare la parola amore?».

«Be'... la mia famiglia. Mia madre, mio zio Jacob... e Josh».

«Nessun altro?».

Ci pensai un po' su... «No, nessun altro!».

«E invece... la parola famiglia a cosa le fa pensare?».

«Alla stessa cosa».

«Certo. Le persone che ha nominato erano e sono membri della sua famiglia, ma se dovesse pensare al futuro? Insomma, prima o poi Josh si sposerà e avrà una famiglia sua. E purtroppo sua madre e suo zio non ci sono più. Non ha paura di rimanere solo?».

«Josh è mio fratello. Anche se si dovesse sposare e avere dei figli resterà sempre mio fratello. Resterà sempre la mia famiglia».

«Quando lo vede con la donna che ama, quando lo ha visto in passato con le ragazze con cui stava... non le è mai venuta voglia di avere la stessa cosa?».

«No. Decisamente. Ne abbiamo già parlato un mucchio di volte. Non sono fatto per certe cose».

«Abbiamo parlato spesso della sua difficoltà a instaurare rapporti amorosi, ma non abbiamo mai parlato di come questa cosa la fa sentire rispetto alla vita di suo fratello...».

«Il tipo di vita che io ho scelto di condurre non ha niente a che fare con mio fratello».

«Lei dice?».

«Certo».

«E quando lui si sposerà, avrà dei figli e vivrà in una casa tutta sua, lei che farà? Con chi vivrà? Con chi passerà le sue serate?».

«Vivrò da solo come ho già fatto in passato. Non mi spaventa la solitudine. Quanto alle mie serate, le passo già nel migliore dei modi e continuerò a farlo!».

«Ovviamente allude ai suoi incontri occasionali con donne conosciute nei bar».

«Ovviamente».

«E quando sarà vecchio per tutto questo, che farà?».

Mi veniva da ridere. Non avevo mai pensato a quando sarei stato vecchio e non avrei potuto fare più sesso. Non potevo pensarci. Il sesso era tutta la mia vita, non immaginavo di vivere senza.

«Quando non mi tirerà più me ne andrò in una... simpatica pensione per anziani dove troverò altri nonnetti con cui giocare a carte. Contento?».

«È davvero questo che vuole?».

«Cosa c'è di sbagliato nel volerlo?».

«Niente. Mi chiedo solo quanto durerà Dean. Quanto a lungo resisterà senza tirare fuori le sue emozioni».

«Io le tiro fuori».

«Non con le donne».

«Non con le donne...».

«E questo perché sua madre è morta».

«Questo perché quando ho perso lei ho giurato sulla sua tomba che non avrei più permesso a Dio di togliermi qualcuno. Ho promesso che lo avrei evitato in tutti i modi».

«E ovviamente per sottrarsi a questa cosa lei ha completamente evitato di instaurare relazioni con persone di sesso femminile».

«Il modo in cui ho deciso di vivere la mia vita non deve riguardarla. Lei non è qui per giudicarmi».

«Lungi da me giudicarla. Solo... vede Dean, un dottore deve essere onesto col proprio paziente. E io lo devo essere con lei. Sono due anni che viene in seduta e abbiamo fatto passi da gigante ma... c'è ancora qualcosa che la blocca, qualcosa che non le permette di vivere la vita come realmente vorrebbe».

«Chi dice che non vivo la vita che voglio?».

«Dean, non ci vuole un mago per capire che lei non è felice, che è insoddisfatto, che vorrebbe altro rispetto a quello che ha. Basta guardarla negli occhi. Ha sempre gli occhi tristi, Dean...».
«Io...» volevo urlare, alzarmi da quella sedia e dargli un pugno in faccia. «Io... è meglio che vada. La seduta per me finisce qui».

«Signor Hockester aspetti. Dean...».

Provò a convincermi a restare, ma non volevo. Aveva colpito nel segno e lo odiavo per questo. Lo odiavo con tutto me stesso!

SPAZIO SONGS:
Nella card di Dean, Hearts burst into fire dei Bullet for my Valentine ( Traduzione: Fa male!
le ferite sono così doloranti! Adesso sono lacerato, adesso sono lacerato)

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro