Capitolo 24
Due giorni dopo il caos successo alla sala giochi, non avevo più sentito Dean. Avrei voluto chiamarlo, ma Rachel mi disse di non pressarlo, di lasciargli il suo spazio. E così avevo fatto. Ma l'idea di non vederlo né sentirlo, soprattutto dopo quanto accaduto, mi faceva stare male.
Quella giornata al lavoro era passata lentamente e quando la sera tornai a casa trovai Rachel che stava per uscire con Josh.Ci salutammo velocemente e quando andò via, io rimasi sola a pensare cosa fare.
Avrei potuto chiamare Liz e andare in giro con lei, ma non ne avevo molta voglia. Così mi cambiai, mettendo qualcosa di più comodo rispetto al tailleur della mattina e ai tacchi a spillo.
Mi rifeci il trucco, mi spazzolai i capelli e misi un po' di profumo. Poi presi le chiavi dell'auto e uscii di casa. Chiusi la porta a chiave ed entrai in ascensore. Non sapevo nemmeno io cosa volevo fare, dove andare. O meglio... lo sapevo... ma speravo che all'ultimo momento la mia testarda testolina mi facesse ragionare. Non fu così e quando mi misi in auto guidai alla volta dell'Upper West Side, il quartiere dove abitava Dean.
Arrivai sotto casa sua e parcheggiai l'auto. Mi avvicinai al suo palazzo e mentre stavo per bussare al citofono una donna uscì e io ne approfittai per entrare. Richiusi il portone e presi l'ascensore.
Mentre salivo, pensai che non sapevo se fosse a casa oppure no. In fondo era sabato e magari era uscito con qualche amico per svagarsi. Magari era uscito per trovare la compagnia di qualche bella donna, magari era con qualcuna in quel momento, a casa sua. No, non potevo pensarci. Sarei morta se mi fossi ritrovata davanti una situazione del genere. Mentre continuavo a pensare a queste cose, si aprirono le porte dell'ascensore e mi ritrovai davanti alla porta di Dean.
Ci pensai un po' su prima di bussare. Forse avrei dovuto andarmene via, forse non avrei dovuto complicare le cose. Forse... ma non lo feci. Bussai e attesi che qualcuno venisse ad aprirmi. Poi successe, e quando la porta si spalancò del tutto, la perfezione di Dean Hockester era lì ad attendermi: «Jules?» disse, sorpreso di vedermi.
«Ciao Dean. Ti disturbo?» chiesi con un filo di voce.
«No, vieni» e mi fece entrare.
«Stavi uscendo? Forse ho sbagliato a passare...» ipotizzai, sentendo la porta che si richiudeva dietro di me.
«No. Non avevo molta voglia di uscire a dire il vero» disse spostando delle cose dal divano per farmi spazio.
«Forse volevi stare da solo...?» chiesi scusandomi.
«Adesso comunque se qui, no?» e tolse la coperta di lana che stava appoggiata al divano. «Siediti».
«Grazie» dissi accomodandomi.
«Allora? Cosa ti porta qui?» chiese senza giri di parole.
«Volevo... volevo solo sapere come stavi. Sai, dopo l'altra sera... mi sembravi fuori di te».
«Potevi chiamarmi per chiedermelo. Perché venire fin qui?».
«Io... volevo assicurarmi che stessi bene».
«Sto bene. Non c'è bisogno che ti preoccupi per me!».
«Dean, è ovvio che mi preoccupo per te. Quello che tu hai fatto... nessuno ha mai fatto niente del genere per me».
«Stai dicendo che ti sei già trovata in una situazione del genere, in passato?».
«No, ma... nessun ragazzo si è mai preoccupato per me in quel modo. Nessuno ha mai fatto a botte per difendermi».
«Non ho fatto nulla di speciale. L'avrei fatto per chiunque».
«L'hai fatto per me, però» dissi guardandolo.
«Non ha importanza!».
«È importante per me!» dissi e gli presi le mani, ma lui tolse le sue allontanandomi.
«Perché sei qui, Jules?» domandò, fissandomi dritta negli occhi.
«Te l'ho detto, volevo...».
«Sì, l'ho capito! Ma desidero che tu mi dica la verità adesso... perché sei qui?».
«Per quale altro motivo dovrei essere qui?».
«Jules, se sei qui per... lo sai, non possiamo riprendere da dove avevamo lasciato».
«È questo che pensi? Che io sia qui per venire a letto con te? Hai davvero così poca considerazione di me?».
«Jules...».
«Dean, io ero preoccupata per te. Non ti avevo mai visto così sconvolto come due sere fa. Volevo solo assicurarmi che stessi bene. Ma evidentemente ho fatto male» conclusi, alzandomi per andar via, ma Dean mi fermò: «No Jules, aspetta. Mi dispiace. Non volevo dire quello che ho detto!».
«E allora perché lo hai detto?».
«Jules, non lo capisci che quando sei accanto a me io vado fuori di testa? Perdo la capacità di ragionare, faccio cose stupide!».
«Come l'altra sera con Joe?».
«Sì. Jules, se Josh non mi avesse fermato... l'avrei ammazzato».
«Dean, apprezzo l'affetto che mi dimostri. Ma non avevo bisogno di una cosa del genere. Mi hai fatto preoccupare molto».
«Ero fuori di me» disse senza guardarmi, visibilmente dispiaciuto.
«Sì, l'ho notato!».
«Senti, ti va di guardare un film?».
«Eh?» feci perplessa.
«Sì. Stavo per guardare Una notte da leoni. È uno dei miei film preferiti» disse sorridendo.
«Piace molto anche a me» dissi sorridendo a mia volta.
«Bene. Accomodiamoci» e si mise a sedere. Lo feci anche io.
Iniziammo a guardare il film e Dean andò a prendere un pacco di pop corn. Ne prese un po' per mangiarne e lo feci anche io. Rimanemmo davanti alla tv per qualche minuto, poi gli chiesi se potessi andare in bagno e mi ci chiusi dentro. Sorrisi davanti allo specchio, ero felice di essere lì. Ero felice che stavamo passando insieme una serata normale.
Quando uscii, trovai Dean che mi aspettava davanti alla porta e mi sorpresi: «Tutto bene?» mi chiese.
«Sì».
«Sai, stavo pensando che quel film l'ho visto un milione di volte».
«Ok. Vuoi metterne un altro?».
«Potrei...» disse guardandomi dalla testa ai piedi, con lo stesso desiderio con cui mi guardava tutte le volte. Mi spogliava con gli occhi.
«Non ti va?» domandai, ancora attaccata alla porta del bagno.
«Non era esattamente nei miei programmi, e so cos'ho detto prima ma...» disse prendendomi per la nuca «non riesco a resisterti, Jules».
«Nemmeno io» sussurrai, e Dean mi baciò. Dio solo sa quanto mi erano mancate le sue labbra. Mi trascinò in camera sua e facemmo l'amore perdendoci l'uno nell'altra come se non lo facessimo da anni. Era bisogno, passione, desiderio... forse amore ?
Fu stupendo. Quando si distaccò da me, mi guardò e mi chiese: «Stai bene?».
«Sì. Perché?».
«Sai, credevo che dopo quello che ti è successo... io...».
Lo zittii con un bacio, poi dissi: «Non smetterà mai di piacermi con te! Mai».
Sorrise. Poi mi baciò di nuovo e dopo un lunghissimo tempo passato a fissarmi, disse: «Facciamo la doccia insieme?» la sua richiesta mi sorprese, non me lo sarei mai aspettato, ma allo stesso tempo ero elettrizzata, così dissi: «Sì!».
Mi prese per mano e mi portò in bagno. Aprì l'acqua della doccia facendola scorrere un po' per assicurarsi che fosse calda, e quando fu al punto giusto entrammo. Sotto quell'acqua che scrosciava velocemente, coi capelli bagnati e tutto nudo, Dean mi sembrava una visione, un Dio, era praticamente perfetto, e sexy da morire. Sorrisi.
Dean mi strinse a sé. Poi iniziò a baciarmi e dopo poco capii che l'avremmo fatto di nuovo.
Infatti così fu.
Farlo con lui, sotto la doccia, pelle contro pelle, i nostri corpi a contatto, fu indescrivibile.
Eravamo perfetti insieme.
«È stato bellissimo» dissi senza fiato, dopo che le nostre energie furono consumate da quanto accaduto.
«Anche per me» rispose lui, arrancando in cerca di aria. Poi mi voltò e mi diede un tenero bacio sulle labbra, per prendere il bagnoschiuma e incominciare a insaponarmi.
Stavo benissimo lì con lui e questa cosa che stavamo facendo mi sembrava così bella, così intima. Speravo che quello che era successo gli avrebbe fatto cambiare idea su di noi e sull'idea di non legarsi mai a nessuno.
Quando uscimmo dalla doccia, Dean mi passò un grande asciugamani e io mi ci avvolsi dentro. Lui prese un accappatoio e si asciugò accuratamente. Mi sedetti su un piccolo sgabello che era lì in bagno e gli dissi: «Credo che abbiamo condiviso ciò che di più intimo ci possa essere».
«Parli della doccia o del...?».
«Di entrambi».
«A proposito di questo, Jules io... mi sono comportato da idiota.
Non avrei dovuto farlo con te senza... è una cosa che non faccio mai».
«Non lo fai mai senza preservativo?».
«No, a meno che la donna con cui lo faccio non prenda la pillola».
«Oh!».
«Ad ogni modo credo di essere stato abbastanza attento, quindi...».
«Lo so. Ok» lo rassicurai imbarazzata.
«Va bene» disse distogliendo lo sguardo.
«Tieni» continuò porgendomi il phon.
«Grazie» dissi e mi asciugai i capelli. Lui tornò nella sua stanza per vestirsi e quando io finii coi capelli lo raggiunsi.
«Ti aspetto di là» disse lasciandomi sola.
«Ok» risposi mentre andava via.
Quando finii di vestirmi tornai in salotto e lo trovai che armeggiava col cellulare.
«Che fai?» chiesi.
«Leggo i rischi di quello che abbiamo fatto» disse senza distogliere lo sguardo dal telefonino.
«I rischi?».
«Sì... qui dicono sia comunque meglio prendere la pillola del giorno dopo. Sai, per evitare sorprese».
«Oh!» feci imbarazzata.
«A meno che tu non sia... nel tuo periodo non fertile».
«Ehm... non ne ho idea. È una cosa di cui non mi sono mai dovuta preoccupare» spiegai ridendo.
«Giusto» fece Dean imbarazzato. «Ad ogni modo, la decisione è tua. Cioè, se non vuoi prenderla ok. Ma credo che forse sia più responsabile... voglio dire...».
«Va bene, la prenderò. Non ci sono problemi».
«Ok. Bene» disse Dean senza guardarmi, poi rimase per qualche secondo in silenzio e dopo aver fatto un profondo respiro, disse: «Non mi era mai successo di perdere il controllo così. Insomma faccio sesso da una vita ma... non mi era mai successo di essere così poco responsabile».
«Sta' tranquillo» dissi cercando di calmarlo. «Non succederà niente».
«Il punto non è questo» affermò scuotendo la testa.
«E qual è?».
«Il punto è che... tu mi fai qualcosa Jules, qualcosa di così profondo, qualcosa che non riesco a controllare. Sei come una droga...e questo mi spaventa» spiegò in maniera sincera.
«Mi dispiace» sibilai, non sapendo come rispondere.
«Non è colpa tua!».
«Capisco. E adesso che...».
«Forse è meglio che tu vada a casa» disse interrompendomi «Credo che tra un po' Josh tornerà e... anche se mi ha giurato che non si sarebbe più intromesso, preferirei che non v'incontraste».
«Sì certo» annuii. «Prendo le mie cose» e recuperai la borsa. Poi andai verso di lui e quando fui a un centimetro dalle sue labbra lo baciai: «Buonanotte, Dean» dissi accarezzandolo.
«Buonanotte» rispose lui guardandomi negli occhi. Poi lo lasciai lì e andai via. Ciò che avevo provato quella sera era stato quanto di più incredibile potessi provare. E non volevo pensare a nient'altro.
Cercavo di prendere solo il bello di quello che mi dava Dean. Perché sapevo che se mi fossi soffermata sul resto, mi sarei sentita la donna più triste e sola del mondo.
* * *
Nella sua mente
Quando andò via, rimasi per un'eternità a fissare il pavimento. Mi sentivo così scombussolato. Ciò che era successo quella sera era stato incredibile e mi aveva fatto capire ancora di più quanto, nonostante i miei sforzi, non riuscissi a resistere a Jules Cannygan.
Era come aria in vena. Veleno. Il peggiore dei vizi. Un vizio bellissimo, ma pur sempre un vizio. Un vizio che mi avrebbe portato a stare male... e io non volevo più stare male. Quella sera mi ero comportato come un incosciente. Non mi era mai successo, mai. Eppure con lei avevo perso il controllo fino al punto di non importarmene se l'avessi messa incinta. Ero fuori di me, impazzito. Prima di stasera ero deciso a non rivederla più, a chiudere per sempre con lei, a rinunciare a lei una volta per tutte. Ma non ce l'avevo fatta.
Stasera avevo dimostrato a me stesso , e forse anche a Jules , che la mia anima e il mio corpo... appartenevano solo a lei.
Completamente... e irrimediabilmente.
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