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12 - Francesca

Durante il tragitto non parliamo molto, lui concentrato a guidare, io che gli indico semplicemente la strada da prendere.

Penso a tante cose in questi dieci minuti di viaggio. Lo guardo un po' di sottecchi e mi tornano alla mente immagini di quel viaggio.

Mi sembra siano passati secoli da allora. Di certo la mia vita è stata stravolta completamente.

Provo a immaginarmi come sarebbe se lo facessi oggi. Di certo mi comporterei diversamente, sapendo che a casa ho lasciato un fidanzato.

Già, un fidanzato. Che tecnicamente non lo è più.

Mi rendo conto che ho di nuovo toccato inconsciamente l'anello e noto una fugace occhiata da parte di Marco a cui non è passato inosservato il mio gesto. Ma, come sempre, non dice niente, memore forse anche della mia reazione di poco fa.

Mi sento in colpa e non saprei nemmeno dire bene perché.

Mi salva il comparire del cancello davanti a noi. Lo apro con il telecomando, permettendogli di entrare con la macchina.

Vorrei dirgli qualcosa come "Be', io sono arrivata, grazie per il passaggio e ciao", ma resto lì immobile, a guardare davanti a me, oltre il parabrezza. Che cosa di preciso non lo so.

Marco spegne la macchina, toglie le mani dal volante e resta anche lui in silenzio, guardando fuori.

Non lo so per quanto restiamo così, so solo che se fosse stato per me probabilmente non ci saremmo mai mossi. Invece dopo un po' lui rompe quel silenzio che era pesante, carico di pensieri, ma anche così bello.

- Dai ti aiuto a portare la spesa...

Lo interpreto come un modo per liberarsi finalmente di me e mi rendo conto che in effetti gli sto facendo perdere un sacco di tempo.

Annuisco e, un sacco a testa, ci avviamo verso casa.

Lo invito a entrare e lui mi segue, imitandomi nell'appoggiare la spesa sul tavolo della cucina.

L'imbarazzo si taglia con il coltello.

Tiro fuori dalle buste i surgelati che mi affretto a stipare in freezer, dato che sono stati fin troppo tempo al caldo.

- Ti posso offrire qualcosa? Da bere, un the... un Martini?

Lui scoppia a ridere.

- Un Martini? Tu?

Sorrido.

- No, non io, lo sto offrendo a te. Resto astemia, non ti preoccupare, le tue certezze non crolleranno per oggi. Solo che qui c'è qualche alcolico che hanno preso i miei nonni...

Marco tira un finto sospiro di sollievo.

- Ah, per fortuna! Già temevo ti fossi data all'alcool! Comunque sono a posto così, davvero...

Ecco, questo è il momento in cui lui mi saluta, se ne va e io resto qui da sola a tormentarmi.

Improvvisamente questa prospettiva mi diventa insopportabile. Sarei disposta a scongiurarlo purché rimanga ancora.

- Marco, senti... Hai fretta o puoi fermarti un poco?

Leggo il dubbio nel suo sguardo, ma evidentemente la disperazione che lui deve leggere nei miei occhi lo fanno decidere.

- No, tranquilla non ho niente da fare. Perché? Di cosa hai bisogno?

Lo precedo in salotto e mi siedo sul divano, subito imitata da un Marco sempre più confuso.

Estraggo la catenina con l'anello dalla maglietta e, per la prima volta da quando l'ho fatta, me la sfilo dalla testa. La tengo nel palmo della mano aperta davanti a me. In teoria sarebbe un modo per mostrarla meglio a lui, in pratica è praticamente a mio esclusivo beneficio.

Non stacco gli occhi da quel cerchietto d'oro e dalle sue pietre mentre parlo.

Parlo sotto lo sguardo preoccupato di Marco che riesco a percepire anche senza alzare gli occhi. Parlo con una voce che è la mia, ma è come se non lo fosse.

- Sai che prima ti ho detto che non è un anello di fidanzamento, ma un ricordo? Be' ti ho detto una cosa vera e allo stesso tempo una bugia... Da quel viaggio in Grecia sono cambiate tante cose. Mi sono messa con un ragazzo. Siamo stati insieme due anni e mezzo. Per la laurea mi ha regalato un viaggio nel posto in cui ci siamo conosciuti e mi ha fatto la classica proposta di matrimonio. E questo era l'anello. Ma lui... Lui non è un ragazzo normale. Viene da un mondo troppo lontano dal mio. E finché stavamo insieme si poteva fare, era molto più dura che se mi fossi messa con un mio compagno di università, ma io... Be' lo amavo. Lo amo. Solo che quando mi ha chiesto di sposarlo, ho avuto paura. Il suo mondo è troppo diverso e lontano dal mio. Gli ho detto che non potevo sposarlo. E lui mi ha lasciato l'anello. Mi ha detto di pensarci bene, che se volevo potevo tornare da lui e sposarlo. Altrimenti l'anello mi sarebbe rimasto come ricordo. Ed è da allora che io ci sto pensando. Mi tormento giorno e notte. Ho appeso l'anello alla collana per averlo sempre con me e sentirmelo continuamente a contatto con la pelle, anche se non lo indosso perché tecnicamente non sono fidanzata. E non ho idea di cosa fare. Più ci penso e meno riesco a decidermi.

Per la prima volta da quando ho iniziato il mio monologo alzo gli occhi e incrocio il suo sguardo, completamente a disagio.

- Scusa! Mi sono lasciata andare, non volevo scaricarti addosso tutta 'sta pappardella! Era solo che... Tutto questo non lo sa nessuno. E tu sei il primo che ti accorgi dell'anello appeso alla collana, per cui mi sembrava... Volevo dirti la verità... Insomma...

Marco sorride, anche se ancora un po' imbarazzato.

- Tranquilla. Va tutto bene.

Annuisco, rimettendomi a fissare l'anello nella mia mano ancora aperta davanti a me come se non l'avessi mai visto.

Sono ancora molto concentrata quando sento la sua mano che si appoggia alla mia e la chiude.

- Mi sa che ora è meglio se...

Scatto in piedi, affrettandomi a rimettere la collana al collo e a infilare il "ciondolo" dentro alla maglietta.

- Certo, scusa, ti accompagno!

Lo precedo alla porta e resto un attimo in dubbio se salutarlo lì o accompagnarlo fino alla macchina. Ma è lui a levarmi dall'imbarazzo, abbracciandomi.

- Dai, ci vediamo!

Annuisco, incapace di dire qualunque cosa e lo guardo che si allontana.

E qui mi rendo conto di una cosa.

Quando eravamo andati in Grecia, avevo pensato che Marco sarebbe stato un fidanzato perfetto per me. Aveva tutte le caratteristiche che avrei voluto da un ragazzo. Tutte.

Eppure.

Eppure non mi sono messa con lui, ma con Paulo. Paulo che ha tutte le caratteristiche che non avrei mai voluto dal mio ragazzo.

Una sola differenza.

Marco non l'ho mai amato.

Paulo lo amo.

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