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3.

Ho sempre parlato male di coloro che si ubriacano, coloro che bevono talmente tanto da non capire cosa stiano facendo. E non parliamo di quanto andavo contro a quelli che non sapevano dirti nemmeno cosa avessero combinato la sera prima a causa di tutto l'alcool che avevano ingerito.

Non c'erano scusanti per me e non mi ha mai attrato niente di tutto questo, beh, fino ad oggi.

Non so più quanti shortini ho bevuto e mi sento totalmente spensierata, non ho più brutti pensieri nella mente e vorrei scusarmi con chiunque ho giudicato male solo perché ha preso una sbornia nella sua vita. Adesso capisco cosa porta la gente a bere. L'alcool fa essere più disinibiti, fa rilassare e per un attimo ti fa staccare dalla bruttissima realtà che ti circonda.

In questo momento l'alcool è il mio migliore amico, visto che non mi fa pensare a Tommaso e non mi fa piangere appena il mio ex mi viene in mente.

Butto giù l'ennesimo shottino e ne ordino un altro, lanciando uno sguardo a Maria e Dario che ballano divertiti sulla pista.

- Ecco a te.- mi rigiro verso il barista e gli sorrido, ringraziandolo, ma lui rimane serio. - Questo è l'ultimo. Per stasera è abbastanza.-

Inarco un sopracciglio davanti alle sue parole e, nonostante mi diano un fastidio tremendo, gli scoppio a ridere in faccia. Questo sta a dimostrare come sto messa.

- Senti moro, non sei mio padre, io pago per bere e tu mi devi servire.- gli regalo un occhiolino falso, continuando a ridere, ma lui resta serio anche stavolta.
Ma quanto è noioso!

- Non me ne importa nulla. Non possiamo vendere più di un tot di alcool alle persone, al padrone non piace che la gente finisca in coma etilico nel suo locale.- mi lancia un'occhiata glaciale, evidentemente si è infastidito per come gli ho risposto poco fa. Ma povera stella.

- Bene... allora al tuo capo non piace fare affari? Una persona ordina da bere e lui la manda via? Mah, forse sarà gia stra pieno di soldi- allargo le braccia, volendo dimostrare una quantità indefinita di denaro, e per poco non colpisco una persona che passava dietro di me, mi scuso immediatamente e mi trattengo dal ridere per la figura di merda appena fatta. Se fossi sobria mi sarei già sotterrata viva... mi imbarazzo tantissimo quando faccio figuracce.

Mi rigiro verso il moro pochi secondi dopo e lo vedo scuotere la testa per poi allontanarsi da me, lasciandomi perdere.

Butto giù il liquido trasparente che sta dentro il bicchierino e mi alzo dalla sedia, con fatica, per poi dirigermi fuori. Ho improvvisamente bisogno di un po' d'aria.

La brezza frizzante mi colpisce il viso accaldato e sospiro debolmente. È proprio quello che mi ci voleva. All'improvviso ho la testa che mi gira e una nausea unica dentro al mio stomaco.

Compio altri pochi passi, barcollando, e mi siedo sulla panchina accanto all'ingresso del locale, in modo tale da potermi rilassare un attimo e far sparire questo malessere.

Appoggio le mie cose accanto a me e mi porto le mani sul viso, per poi fare dei lunghi respiri, cercando di riempire i polmoni completamente. Mi sembra di essere appena scesa da un aereo pilotato da uno alle prime armi. Sono tutta scombussolata.

- Il bello è che ne volevi ancora.- alzo la testa di scatto, maledicendomi mentalmente perché il movimento improvviso ha aumentato la mia nausea, sentendo una voce familiare parlarmi.

- Senti, non dovresti continuare a servire cocktails? Sto già abbastanza male senza che tu mi faccia la paternale. Metti ansia.- sbuffo e distolgo lo sguardo dal suo.

Lo sento ridere e poi si accomoda accanto a me, porgendomi una bottiglietta d'acqua e un pacchetto di patatine. - Tieni, dopo mangiato e bevuto ti sentirai un pochino meglio.-

Per un attimo lo guardo diffidente, chiedendomi il perché mi stia offrendo aiuto. Poi, senza motivo, scoppio a ridere. - Perché mi stai aiutando? Mi trovi carina?-

Sgrana gli occhi sentendo le mie parole e poi lancia uno sguardo al cielo, sorridendo. - Sei completamente ubriaca, non mi sembravi così sfacciata senza alcool nelle vene.- mi porge nuovamente il pacchetto e la bottiglietta - Forza, prendili.-

Un attacco di nausea mi fa pensare di star per vomitare, ma poi, respirando profondamente, riesco a ricompormi. Afferro ciò che il moro mi sta porgendo e lo ringrazio.

- Allora principe moro, lo hai un nome?- bevo un lungo sorso dalla bottiglietta e poso il mio sguardo su di lui. Noto che ha diversi tatuaggi sulla mano destra e uno sul collo, da qui non capisco bene cosa sia, vedo solo un'ala. Sono molto affascinata dai tatuaggi in generale, credo che me ne farò al più presto uno. Magari non stanotte, non so cosa potrebbe venirne fuori. In queste condizioni sarei capace di farmi tatuare Peppa Pig.

- Io mi chiamo Niccolò. E tu, invece? Te lo ricordi o sei troppo ubriaca?- il suo tono ironico mi fa sorridere, mentre alzo gli occhi al cielo, fingendomi infastidita.

Apro il pacchetto delle patatine e ne mangio una prima di rispondergli. - Io sono Fedra, principe moro.-

Ride leggermente, mentre si gira a guardarmi - Perché principe scusa?-

- Perché mi tratti come se fossi una donzella in difficoltà. Cioè, sei addirittura uscito a vedere come stessi mentre lavoravi.- decido di stuzzicarlo un po', per vedere la sua reazione.

- Ehi, non montarti la testa. Abbiamo una pausa da sfruttare nel corso della serata e ho deciso di farla ora. Quello che ti stai mangiando è il mio spuntino e ho semplicemente deciso di donarlo a una ragazza che ha decisamente bevuto troppo.- la sua risposta mi fa nascere una smorfia sul viso, ho fatto un'altra mezza figura di merda?

Rido pensandoci, ora non mi importa nulla di nulla. Ah benedetti shortini. - Sei carino però... cioè, carino a preoccuparti non carino di aspetto, cioè, anche carino di aspetto, beh non volevo dire che sei carino... oddio, nemmeno che sei brutto, Cristo che dico? Spero di non ricordare nulla di tutto questo domani.-

Lui mi guarda serio per qualche secondo poi scoppia a ridere divertito. Per un momento metto su un broncio, ma poco dopo scoppio a ridere con lui. Tra l'alcool in circolo e la sua risata contagiosa non riesco a stare seria. Sembro una persona con doppia personalità. Devo essere davvero ridicola agli occhi di lui.

- Oddio Fedra, non so se devo ringraziarti o no.- continua a prendermi in giro e io gli do un colpetto sul braccio. Sì ha decisamente ragione lui, non sono così disinvolta da sobria.
Faccio per rispondergli, ma la voce di Maria che fa il mio nome mi fa alzare la testa di scatto.

Lei e Dario mi raggiungono immediatamente, informandomi che mi stavano cercando, e lanciandomi sguardi interrogativi  vedendo che sono seduta qua con il moro. Amica, sono troppo ubriaca per parlare con te attraverso gli sguardi, la telepatia non funziona ora.

- Le ho offerto da mangiare perché è ubriaca marcia, vi consiglio di portarla a casa.- Niccolò si alza dalla panchina, si pulisce i pantaloni che si sono sporcati leggermente visto che la panca era impolverata, e dopo averci salutato torna dentro al bar.

Io e i miei amici rimaniamo zitti per qualche secondo, finché io scoppio a ridere e loro mi guardano come se fossi impazzita tutto in una volta.

- Mi piace questa versione di Fedra spensierata.- Maria lancia un'occhiata fulminea al ragazzo sentendo il suo commento e poi mi porge la mano per farmi alzare. Mi sa che alla mia migliore amica non va giù che sia ubriaca.

- Perché diavolo hai bevuto così tanto? Ti avevo detto di limitarti.- sbuffo davanti alle parole della bionda e decido di ignorarla.

Camminiamo verso la macchina e, mentre lei continua a parlare, io continuo a mangiare le mie patatine prestando molto interesse a quello che mi sta dicendo.

Ne ho già una di mamma, non me ne serve un'altra. Sono abbastanza adulta per poter prendere le decisioni. Stasera ho deciso di fare una stronzata e non ne sono pentita per nulla.

Avere la testa così vuota, nonostante il malessere fisico, non ha prezzo.
Sto davvero volando leggiadra senza pensieri.

Nota: spero che la storia vi stia piacendo. Voglio approfittare di questa nota autrice per pubblicizzare una storia, passate a leggerla:

A prestissimo 🖤

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