Capitolo 9. Imbarazzo.
Qualcuno bussa alla porta e la professoressa smette di spiegare questa noiosissima lezione di economia politica.
La porta si apre e sento il cuore fare un salto quando Federico entra in classe.
Sfoggia un bellissimo sorriso
- buongiorno, la professoressa Perla ha bisogno di un alunno di quarta-, la professoressa di economia sbuffa, poi punta i suoi occhi su di me.
- Gela, vai tu-, che cosa?
Sgrano gli occhi e faccio per ribattere, ma lei mi anticipa
- vai e non fiatare-, la maledico mentalmente e seguo il biondino, che sembra tranquillo, al contrario mio.
Mi sento a disagio.
- Posso sapere perché vuole un alunno di quarta?-, il biondino ignora la mia domanda e mi sento immediatamente infastidita.
- Ripeto, magari hai la testa altrove, cosa cavolo ci faccio in quinta?-, lui continua ad ignorarmi e io lo afferro per il braccio e lo faccio fermare.
Il suo sguardo cade sulla mia mano sopra il suo braccio e poi mi guarda negli occhi.
- Cosa hai che non va? Mi hai detto di fingere che non esisti ed è quello che sto facendo!-, sbuffo nervosamente, davanti alle sue parole.
- Non fare il bambino, intendevo dire che non devi essermi amico, non che devi trattarmi come un fantasma-, alza gli occhi al cielo.
- Sei troppo complicata per i miei gusti-, ecco perché non devi essermi amico.
Sbuffo e decido di stuzzicarlo un po'.
- Io complicata? Magari sei tu che non sei abbastanza intelligente-, incrocio le braccia al petto e lui mi fulmina con lo sguardo.
- Poi sarei io il bambino? Queste risposte si davano in quinta elementare-, sorrido debolmente.
- Le risposte dei bambini sono più disarmanti-, sorride a sua volta e mi scruta attentamente.
- Sei strana forte-, scuoto la testa e riniziamo a camminare, verso la sua classe.
Arriviamo davanti alla sua porta e fa per bussare, ma lo blocco
- aspetta-, mi rivolge uno sguardo interrogativo.
- Che c'è?-, scrollo le spalle sentendomi arrossire.
- Mi vergogno- affermo imbarazzata.
Scoppia a ridere e mi incanto a guardarlo.
È veramente un bel ragazzo.
Smette di ridere, ma vedo i suoi occhi brillare divertiti
- smettila di prenderti gioco di me, Rossi-, sorride e annuisce.
- Ok, entra, finché ci sono io non ti succederà nulla-, non capisco se sia sia serio o ironico.
Lo guardo accigliata
- è una classica frase da film, Federico-, scuote la testa ridacchiando ed entriamo nella sua classe.
Saluto e mi dirigo alla cattedra senza guardare nessuno in faccia.
La professoressa mi sorride dolcemente
- ciao Kristen, devi riferire alla tua classe che entro lunedì dovete portare una relazione sul nuovo argomento. Sarei passata io a dirvelo, ma non ho tempo! Mi raccomando, dì loro che voglio che consegnino tutti puntuali-, annuisco e sorrido.
- Ok, riferisco-, saluto e mi dirigo alla porta.
- Ciao dolcezza-, arrossisco immediatamente sentendo la voce di Federico ed esco dalla classe senza rispondergli.
Perché deve fare lo stupido in questo modo?!
Gli ho detto che mi sentivo a disagio nella sua classe e lui cosa fa? Attira l'attenzione.
Idiota.
*
La campanella suona e i miei compagni escono tutti dall'aula per andare a fare ricreazione.
Rosalie mi picchietta la spalla ripetutamente e capisco immediatamente che vuole che le racconti di Federico.
Le dico della conversione che abbiamo avuto andando nella sua classe e del saluto che mi ha fatto quando sono andata via.
- Ehehe, qui c'è qualcuno che arrossisce-, strabuzzo gli occhi.
- No! Smettila.- so che è vero, ma non lo ammetterò mai, Dio che imbarazzo.
- Rosalie, voglio averlo come amico... Lo so che ho detto il contrario e mi dispiace davvero coinvolgerlo, ma quando sono con lui mi diverto, ho bisogno di distrarmi-, annuisce felicemente.
- Sono felice per te! Io penso sia la cosa migliore- mi rivolge un sorriso malizioso e aggiunge - amici eh?-, scuoto la testa e annuisco.
- Amici- affermo seria - solo amici-.
So che ho cambiato idea in poco tempo, ma devo avere un po' di felicità almeno quando non sono a casa.
Una testa bionda si affaccia alla porta e Rosalie mi dà una gomitata per farmelo notare.
Entra in classe
- Rosalie, mi manda Benjamin, vorrebbe che tu lo raggiungessi vicino a dove tutti parcheggiano la moto-, la mia amica arrossisce e sul suo viso spunta automaticamente un sorriso.
Esce dall'aula e nemmeno mi saluta.
Questo ragazzo le sta facendo male.
Federico fa per andarsene, ma io lo chiamo, così lui si gira stranito.
- Che c'è? Non puoi proprio stare senza di me?!- alzo gli occhi al cielo davanti alla sua domanda ironica.
- Ti va di stare qua? -, mi guarda sempre più stranito e io sbuffo e aggiungo velocemente - ok ok, come non detto-, lui scoppia a ridere e si siede accanto a me.
Che imbarazzo. Penserà che sono lunatica. Una persona indecisa. Mi vergogno tantissimo in questo momento.
Potrei nascondere la testa sotto il banco, ok non è la migliore idea del mondo.
Ma cosa sto blaterando?!
- Scusa per ieri-, strabuzzo gli occhi e sono incredula alle mie orecchie, perché si sta scusando?
- Federico non hai sbagliato nulla, sono io che ero fuori di me, ti ho trattato male e mi dispiace-, annuisce.
- Eri giù di morale ed era comprensibile, io ti ho urlato contro e non dovevo-, sorrido intenerita.
- Va tutto bene, facciamo che siamo pari. Riniziamo dall'inizio?-, annuisce e mi porge la mano.
- Piacere Federico- scoppio a ridere e gliela stringo a mia volta.
- Piacere mio, Kristen-.
È questo che intendo. Mi fa stare bene.
Questa scena che abbiamo appena ripetuto, è successa quando sono scappata dalla mia finestra per l'ennesima litigata con mio padre, ma ora non mi fa male pensarci, lui mi sta facendo sorridere.
È proprio di questo che ho bisogno, di amici che mi vogliamo bene, ha ragione Rosalie.
- Possiamo essere amici quindi?-, faccio finta di pensarci su e poi faccio spalluce.
- Dovrai guadagnartela la mia amicizia- ironizzo ridacchiando.
Si inumidisce le labbra
- mmh, meglio questa risposta che quella delle giornate precedenti-, abbasso la testa e lui mi accarezza il braccio delicatamente.
Sento i brividi attraversarmi e rimango spiazzata. Sono emozioni del tutto nuove.
- Non volevo, scherzavo-, aggancio il suo sguardo e mi inumidisco le labbra.
-Lo so, è che mi sento in colpa- , arriccia le labbra e scuote la testa.
- Ok, non ricordo più nulla dei giorni precedenti, ti ho appena conosciuta e sì, voglio diventare tuo amico- sorrido e lo guardo intenerita.
È dolce da parte sua riparare ai casini che ho fatto in questi giorni.
Sono sicura nascerà una bella amicizia.
Devo solo cercare di non farlo scoprire a mio padre.
Nota: ciaoo
Volevo pubblicizzare la storia di @SerenaFerraro0 , passate a leggerla.
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, aspetto i vostri commenti.
Viaaa 💕💕
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