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va tutto bene

"Sii ragionevole, Padfoot."
"Oh, Martha, se non fossi ragionevole, ti lascerei andare a spaccarle la faccia."
"Beh, è ciò che dovresti fare!" strillò Martha, con in mano il Profeta. "Ha scritto che ..."
Sirius alzò gli occhi al cielo. "Ho letto ciò che ha scritto, Redfort. Io e tutta la comunità magica abbiamo già letto cosa ha scritto quella ..."
"Vacca!" esclamò Martha. "Quella è una vacca! Ha detto che Harry è pericoloso!"
"Lo è più la sua madre adottiva, in questo momento." Albus Silente era apparso sulla soglia della piccola stanza riservata a Martha, Sirius e Anastasia.
"Silente, le dica che con i suoi strilli ha svegliato mezzo castello, per favore." Sospirò Sirius.
"Ti riferisci a tua moglie o a tua figlia?" sorrise Silente.
Martha scosse la testa e si sedette ai piedi del letto. "Preside, è successo qualcosa? Robert ha combinato qualcosa?"
Silente sorrise e scosse la testa. "No, Martha, Robert probabilmente sta ancora dormendo beatamente. Sono qui per parlare di Harry."
Sirius si sedette accanto a Martha, mentre Silente si accomodò sulla poltrona che stava accanto alla culla in cui la bambina dormiva beata dopo la poppata mattutina.
Martha sospirò. "Dopo oggi" disse "dopo questa maledetta terza prova, tutto sarà finito. Solo qualcosa da dimenticare."
"Sì, è quello che tutti ci auguriamo." Rispose Silente. "Ma ciò di cui vorrei discutere con voi, è il sogno che Harry ha avuto qualche giorno fa."
"Sì, ce ne ha parlato." Rispose Sirius. "Abbiamo ragione di credere che non fosse un semplice sogno."
"Non avevo dubbi sui vostri sospetti, Sirius."
"Preside" intervenne Martha, preoccupata. "crede che ci fosse qualcosa di vero? Crede che davvero Peter stia aiutando Voldemort a tornare?"
Martha era riuscita a rassicurare Harry, qualche giorno prima, ma non era più riuscita a dormire. In più, Harry aveva scoperto un'arma affascinante e potente: il Pensatoio. Aveva assistito ad una scena risalente a quattordici anni prima, una scena che Martha ricordava fin troppo bene: il processo a Igor Karkaroff.
Era al settimo mese della gravidanza che le avrebbe regalato Kayla, Robert era stanco di non vedere mai 'la sua mamma' e allora lei se lo portava al lavoro.
Aveva perso il conto di tutti i processi a cui aveva preso parte, in quel periodo, così come aveva perso il conto di quanti fossero morti o spariti prima di presentarsi davanti al Wizengamot. Ricordava quel processo meglio di altri perché ricordava che, per la prima volta, aveva visto il volto di Crouch venire trapassato da qualche emozione – emozione più che negativa, visto che aveva rinnegato il figlio davanti a mezzo centinaio di persone e lo aveva spedito ad Azkaban.
"Credo che Peter lo farebbe senz'altro." Sputò Sirius, cercando di riportare Martha alla realtà.
Ma lei con la mente era ancora nel parco insieme a Harry. "Eri tu!" aveva esclamato. "Eri tu che, con voce dura, lo giudicavi colpevole!"
"Non giudicarmi per la ragazzina spaventata che hai visto in quei ricordi, Harry, sono cambiate moltissime cose."
Ora non ne era più tanto sicura. Erano seduti in una stanza nascosta dietro un quadro a discutere di Wormtail e di ciò che sarebbe stato in grado di fare pur di far tornare alla vita il Signore Oscuro.
Silente, intanto parlava con Sirius. "Sono passati quattordici anni, e ..."
"E non è cambiato niente." Intervenne Martha. "Se davvero lui sta tornando, non sarà cambiato niente."
"O forse sarà la possibilità che avremo di cambiare tutto."

Kayla amava stare in guferia all'alba.
Amava il silenzio imperfetto di quel posto, amava i gufi bubolare di tanto in tanto, amava guardare il castello da quella prospettiva, amava guardarlo colorarsi dei colori che l'alba gli regalava ogni mattina.
Astoria le aveva più volte domandato dove si rifugiasse ogni mattina, ma lei aveva detto che ci sono cose che non vanno mai rivelate a nessuno, nemmeno alla tua compagna di stanza. Detto questo, le aveva consigliato un libro chiamato Cime Tempestose. Astoria non amava leggere, ma Kayla le assicurò che quel libro era una fantastica alternativa alle lezioni di Storia della Magia. Ad occhio e croce, era la terza volta che la bionda Serpeverde leggeva quel libro.
Fred e Robert, accompagnati da un innocente George, avevano fatto di tutto per capire dove Kayla scappasse ogni mattina, ma lei rispondeva che quello era il suo posto, suo, non di altri.
L'unico a sapere di quel suo nascondiglio mattiniero era Remus. Non perché volesse fare un torto a nessuno, ma perché ci era andata con lui una mattina dell'anno prima. E da allora, ci andava ogni mattina.
Sentì dei passi sulle scale, ma non si girò. Conosceva quel timbro, conosceva quel passo.
Quando Fred, esausto, raggiunse l'ingresso della guferia, lei sorrise, senza girarsi.
"Come hai fatto?" gli chiese. "Come mi hai trovata?"
Ma Fred pareva concentrato su altro. "Come diamine ... fai ... a fare ... queste scale ... ogni dannata ... mattina?!" chiese, con il fiatone.
Kayla si girò e rise. "Ho dei polmoni migliori dei tuoi."
Fred alzò un sopracciglio e fece un sorriso sbilenco. "No."
"E chi lo dice?"
"Io." rispose, avvicinandosi alla finestra. "Oh." Disse, ammirando l'alba. "Merlino, ora capisco. Ma non condivido l'idea delle scale alle cinque del mattino."
"Con il tempo ti ci abitui." Sospirò lei. "Alle scale."
Lui sollevò gli angoli della bocca. "Dovrei leggere del sarcasmo? Non sono bravo col sarcasmo alle cinque di mattina."
"Non mi hai detto come mi hai trovata."
"Devo farlo?"
"Dovresti."
"Con la Mappa."
Lei aggrottò la fronte. "Credevo l'avesse Malocchio."
"Si, in effetti, gliel'ho chiesta in prestito fino a oggi pomeriggio." Kayla annuì. "Posso fare una domanda io, ora?"
"Tecnicamente, io non ho messo il punto interrogativo alla fine della mia richiesta." Puntualizzò.
"Black, tesoro mio, io il tuo 'tecnicamente' lo mangio a colazione." Sorrise lui.
Lei chiuse gli occhi e lasciò che lui le afferrasse una mano. "Di cosa, esattamente, saresti stanca?"
"Delle persone."
"Cosa fanno?"
"Parlano."
"Di che?"
"Di me e di te."
Fred si morse un labbro. "Beh" sussurrò "forse è arrivato il momento di dare loro qualcosa di cui parlare."
Kayla non fece a tempo a domandare 'come' perché Fred, dolcemente, posò le labbra sulle sue. Fu diverso da come se lo era immaginato. Era un bacio atteso, immaginato, sognato, ma diverso. Diverso da tutti quelli che lui aveva dato prima, diverso da tutte le volte in cui lei lo aveva immaginato. Quando lui, delicatamente, iniziò a cercare la lingua di lei, entrambi capirono che era diverso perché era di gran lunga meglio.

"Io la ammazzo." Sentenziò Kayla.
"Puoi insultarla quanto ti pare, principessa" le disse Sirius "tua madre le ha già rivolto le parole peggiori della lingue inglese."
"Vacca schifosa!" esclamò la giovane Serpeverde, mettendosi a sedere accanto a Robert in una stanza riservata alle famiglie dei campioni. "E tu" disse, rivolgendosi a Harry. "dannazione, perché non vuoi spaccarle la faccia? Perché non ci hai detto di averla vista?"
"Perché non l'ho vista." Si difese lui. "E non m'importa se dice che sono disturbato e pericoloso, voglio solo arrivare alla fine di questa giornata."
"Si ma ..."
"Andiamo, Kayla" la bloccò di nuovo lui "per quante brutte cose possa aver detto, non ..."
"Non era autorizzata ad origliare la lezione di Divinazione, o sbaglio?" si intromise Robert.
"Hermione ci sta lavorando." Rispose Harry, avvicinandosi alla carrozzina in cui Sirius ninnava Anya.
"Hermione sta ..."
Ma, in quel momento, nella stanza entrarono i Weasley al completo.
"So che non aspettavate altro che noi" esordì George.
Ma Molly e Arthur erano chini sulla bambina. "Ciao, erede numero quattro." Sussurrò Molly. "Benvenuta al mondo!"
"Sei in ritardo di almeno due settimane, mamma." Disse Fred.
"Oh, lascia stare, George!"
Charlie scoppiò a ridere. "Merlino, mamma, oggi li potresti anche riconoscere: Fred ha un sorriso ebete stampato in fronte da quando siamo arrivati!"
"Va al diavolo, Charles!" replicò Fred.
Martha, però, scrutò la famiglia di rossi con curiosità. "Molly, dove hai lasciato il caro Percy?" domandò, dal fondo della tenda.
"Oh" replicò lei, a bassa voce "Perce è sconvolto, sai ... Crouch, e tutto il resto." Martha, Sirius e la loro prole annuirono. "Quanto pesa?"
"Perché diamine le importa?" sussurrò Fred a Bill mentre Martha e Molly iniziarono a parlare di pappette e pannoloni.
Fred e George avvicinarono Sirius, Harry e Robert. "Percy è sottopressione." Annunciarono.
"Immagino." Rispose Sirius. "Lo hanno interrogato?"
I due rossi annuirono.
"Più volte. Non gli hanno permesso di sostituire Crouch stasera, come giudice, quindi sarà ..."
"Non Caramell."
"Caramell." Confermò George.
Sirius alzò gli occhi al cielo. "Quel vecchio b-"
"Sirius! Le buone maniere!"
Tutti si girarono di scatto, riconoscendo al volo la sua voce.
"Mi spieghi perché non avvisi mai, Rosalie?!"

Fu alquanto strano ritrovarsi a mangiare al tavolo di Grifondoro.
Molly si era offerta di badare ad Anastasia per un paio d'ore, e Martha sapeva che in quelle due ore si sarebbe svegliata al massi un paio di volte per il pannolone, ma, in quel momento, non ci pensava.
Fu come avere di nuovo diciotto anni. Era seduta al tavolo Grifondoro con Sirius, Remus e Rose, mentre Kayla, Harry e Robert discutevano con Hermione e Ron degli esami appena svolti.
"Merlino" sospirò Sirius. "tutto questo è molto strano."
"Decisamente." Rispose Rose. "Guarda Caramell quanto è rigido" e indicò il tavolo dei professori "accanto a Madame Maxime."
A Sirius quasi andò di traverso il pasticcio della Cornovaglia per quanto rise.
"Rosalie" la richiamò Remus. "Non hai risposto alle mie domande."
"Non l'ho mai fatto, Remus." Rispose lei, servendosi delle verdure bollite.
"Si, ma sono domande importanti. Devo spaccargli la faccia?"
Rose sorrise. "Ho avuto una nipotina e Harry affronterà la terza prova tra poche ore, quindi no, non sono qui perché io e Damian abbiamo rotto, sono qui perché voi siete la mia famiglia." Fece un sospiro e alzò un sopracciglio. "E a Ninfadora devo spaccare la faccia?"
Martha era sicura che James, seduto accanto a Rose solo per il riflesso di un ricordo, si stesse facendo delle grasse risate.

Quando Bagman, dal tavolo degli insegnanti, disse che nel giro di pochi istanti i campioni si sarebbero dovuti dirigere al campo da Quidditch, Martha venne ricatapultata nella realtà. Afferrò la mano di Harry più in fretta e più forte di quanto pensasse.
"Vorrei che tu mi ascoltassi bene, piccolo Potter." Gli disse. "Noi crediamo in te. Io credo in te. So che ce la farai, ne sono certa. Più che certa, a dire il vero. Ad ogni modo, non sottovalutarti, non spaventarti per niente, guardati le spalle e ti prego, ti prego non metterti nei guai tipo trovare Voldemort dietro un turbante o sfidare un Basilisco. Quando uscirai da quel labirinto, Harry, noi saremo là ad aspettarti per festeggiare con te perché sarà tutto finito."
"So che andrà tutto bene, mamma Martha, ma ..."
"Ma?"
"Ma sarebbe d'aiuto se tu permettessi al sangue di circolare nella mia mano." Disse, e Martha si rese conto di avergli stretto troppo il polso.
Sirius sorrise. "Vai, Harry, siamo fieri di te. Martha, per Morgana, lascialo andare."
Martha gli baciò la fronte e lui le sorrise, mentre si alzò e sussurrò a Sirius di aiutarla a ricominciare a respirare. Sirius si girò immediatamente verso Martha, trovandola con il panico negli occhi. "Qualcosa andrà storto, Padfoot."
"Niente andrà storto."
"Me lo sento, dannazione!" esclamò, attirando la curiosità di Rose.
"Smettila, Martha" le disse la sorella "Harry è in gamba, sarà ..."
"Rosalie" le disse Martha, "Rosalie, ti ricordi quando avevamo nove anni, eravamo con Lily al parco dietro Earl's Court, e sei caduta dall'albero, rompendoti la gamba?"
Rose annuì, con aria preoccupata. "La mamma disse che ..."
"La mamma disse che se lo sentiva." Riprese Martha, più agitata che mai. "Disse che dal momento in cui dicesti di volerti arrampicare, lei sentiva nello stomaco che qualcosa sarebbe andato storto."
"Merlino, Martha ..."
"Rose, ti prego, fidati di me quando ti dico che mi sento nello stomaco che qualcosa andrà storto."

"Redfort!" la richiamò Moody. "Tutto andrà come deve andare, smettila di preoccuparti!"
"Alastor, ho questo ..."
"Si, il sesto senso femminile, ne ho sentito parlare. Ma fidati di me: tutto andrà come deve andare!"
Martha si fermò davanti a Moody, che pattugliava il lato Est del labirinto: la terza prova era iniziata da mezz'ora. "Promettimelo."
"Io non prometto, Redfort, credevo lo sapessi." Le disse, scostandola con il bastone per continuare a camminare.
"Mi serve la tua parola, Alastor Moody." Insistette lei.
"Il ragazzo ha tutte le qualità per vincere, di cosa ti preoccupi?"
"La tua parola."
Moody sbuffò e alzò gli occhi al cielo. "Tutto andrò come deve andare. Parola mia."
Martha sorrise, soddisfatta, e fece per allontanarsi quando si fermò. "Alastor?" Lui si girò a guardarla. "Alastor, da quando hai quel tic di far roteare l'occhio magico?"
"Da quando mi è caduto, due settimane fa." Rispose prontamente Moody. Martha, a quale punto, si allontanò soddisfatta, senza vedere Malocchio scuotere la testa con disgusto.

"Quindi va tutto bene?"
"Tutto bene." Rispose Rose, nella tribuna Grifondoro. "Ho anche un lavoro, là."
"Che genere di lavoro?"
"In un pub magico, tre sere a settimana."
Remus annuì. "E con il bambino, come te la cavi?"
"Oh, alla grande. Davvero. Ormai mi presenta come sua matrigna ai suoi amichetti."
Remus sorrise. "Beh, è fantastico."
"Lo è davvero." Poi si volse a guardarlo. "Lo sai tenere un segreto?"
Remus sorrise. "Credo di sì."
"Credo che Damian voglia chiedermi di sposarlo."
Remus alzò le sopracciglia. "Ecco che ci fai da questa parte della Manica."
"No, sono qui per Lizzie, e per Harry."
"Lizzie? Un altro soprannome? Martha ti ammazzerà."
"Per cosa?" domandò la voce di Martha alle loro spalle, improvvisamente.
"Per non avvertire quando scompari." Risponde Rose. "Mi sono spaventata."
"Ero a torturare Malocchio." Replicò Martha. "Ma ho la sua parola che tutto andrà come deve andare. Avete visto Sirius?"
"Ha detto che portava Anya a fare una passeggiata con la culla mobile." Rispose Remus.
"Ancora? Si chiama carrozzina."
"Non mi piace come termine."
"Neanche a me piace 'culla mobile'!"

"Robert?"
Robert se ne stava seduto sulla panca a gambe incrociate. "L'hai baciata?" domandò a Fred, con sguardo malizioso.
"Te lo ha detto lei?" chiese Fred, allarmato.
"No, no, l'ho capito. Hai gli occhi a forma di cuore."
Fred sorrise. "Volevo ... volevo essere io a dirtelo."
Robert annuì. "Lo apprezzo, amico, davvero. Ma non raccontarmi come è stato."
"Non lo avrei fatto comunque."
"Hermione si lascerà sfuggire che sono troppo protettivo. E arrogante. E maleducato."
"Il giorno in cui ti dirà che sei bello e simpatico ci sarà qualcosa che non va."
"Ma io sono bello e simpatico."
"Si, ma non dirlo ad Hermione." Scherzò Fred.

Quando Harry, stretto alla Coppa e a Cedric, atterrò di faccia nel campo da Quidditch, Martha bestemmiò pesantemente.
Aveva ragione. Qualcosa era andato storto.
Senza pensarci nemmeno un secondo, corse verso di lui senza nemmeno chiedere scusa o permesso alle persone che stava urtando. Quando, ignorando tutto e tutti, si inginocchiò accanto ad Harry, vide il terrore nei suoi occhi verdi e, in un istante si accorse che Cedric non era svenuto – Cedric era morto.
"Harry, va tutto bene." Gli disse, prendendogli la testa tra le mani. "Sei al castello, ora, va tutto bene."
Il viso di Harry diceva tutt'altro. Le urla della folla si fecero urla di terrore.
Martha sentiva lo sguardo di Robert dietro la nuca, mentre Kayla, Sirius e Rose si avvicinavano.
"Martha" sussurrò Harry. "Martha, Voldemort è tornato." Poi indicò il copro inerme del giovane Tassorosso. "Voleva che lo portassi indietro, lui ... me lo ha chiesto ... e mamma e papà hanno detto che ... che sono fieri di me, e mi hanno ... aiutato."
"Lascia andare Cedric, tesoro." Gli disse Martha con le lacrime agli occhi. "Hai fatto il tuo dovere. Lo hai riportato qui, e ... hai reso fieri la tua mamma e il tuo papà. Va bene così."
"Non è andato tutto bene, Martha." Harry era in lacrime, ed era difficile sentirlo: Amos Diggory era chino sul corpo di suo figlio, rotto dal dolore. "Non è andato tutto bene, perché Voldemort è tornato. Io l'ho visto."
Martha alzò gli occhi, trovando lo sguardo cupo di Silente. "Lascia andare il braccio di Cedric, Harry." Gli disse, calmo, mentre Martha, con una smorfia per il dolore alla pancia non ancora sgonfia, tirò su Harry.
Caramell s'intromise. "Redfort, il cadavere è da rimuovere, e ..."
"Ministro, in questo momento con le regole del Torneo per quanto riguarda il cadavere mi ci pulisco il c-"
"Ciò che Martha sta cercando di dire" la interruppe Silente. "È che al momento ha altre priorità."
Harry si mise in piedi con fatica, mentre Sirius li raggiungeva insieme a Kayla e Rose. Anche Malocchio arrivò all'istante. "Potter!" esclamò. "Nel mio ufficio. Ora."
"Harry non va da nessuna parte senza di me, Alastor." Si impose Martha.
"E noi." Aggiunse Robert.
Malocchio si voltò quel poco che bastava per guardarli male. "D'accordo."
Intanto, Silente stava borbottando qualcosa a Rose. Leggendo le labbra, Martha scorse tre parole fondamentali.
'Ordine della Fenice'.
Era tutto vero. Non era andato tutto bene. Per niente.
Voldemort era tornato.

Martha si voltò di centottanta gradi per guardare suo marito e Robert e Kayla, che camminavano dietro di lei con aria preoccupata, in mezzo al caos più totale.
Si fermò per un attimo a pensare, e poi prese una decisone. "No." disse. "Non possiamo andare tutti."
"Come no?" domandò Sirius. "Avanti, Martha, non voglio lasciare Harry da solo un minuto di più!"
Sirius fece per rimettersi a camminare, ma Martha lo fermò con una mano. "Rose ha bisogno di una bacchetta in più."
"Remus è con lei." Ribatté Kayla, e poi indicò un punto dietro di lei. "E hai perso Moody e Harry." Disse, mentre Martha vedeva i due maghi che stava seguendo pochi secondi prima, diventare due puntini all'orizzonte. Sospirò, posò una mano sulla spalla di Robert e lo guardò dispiaciuta.
"Pulce" gli disse, iniziando a parlare molto velocemente. "ricordi quando mi hai detto di non voler essere trattato come un bambino?" Robert annuì. "Bene. Allora vai con Rose, vai con Rose e tu, lei, Remus e papà affronterete il compito più difficile di tutti."
"Che cosa?!" domandò Sirius.
"Rose ... Rose sta riunendo l'Ordine."
Sirius deglutì. "Robert che c'entra?"
"Sono loro i giovani, ora." Rispose Martha. "E non ce la faranno da soli con Anastasia, vorrei che tu andassi con loro."
"Perché io e non tu?" sbottò lui.
"Perché tu conosci il posto più sicuro per essere il nuovo Quartier Generale: con Anastasia non possiamo permetterci di cambiare posto ogni mese come l'ultima volta, saremmo un bersaglio troppo facile."
Sirius capì e annuì. "Grimmauld Place." Disse, guardandosi le scarpe.
"Certo, urlalo, urlalo con il figlio di Lucius e Narcissa che ronza attorno a Kayla da quando Harry ha rimesso piede qui!" Kayla si voltò lentamente, notando Draco che la scrutava da lontano e si sentì gelare il sangue. "Andate." Disse Martha a Sirius e Robert. Baciò Sirius sulle labbra e gli sussurrò che lo amava, poi si avvicinò a Robert e si alzò sulle punte per baciarlo sulla fronte. A entrambi chiese di avere cura dell'altro e poi li vide correre verso Rose, Remus e i Weasley.
Quando rimasero solo lei e Kayla, bastò uno sguardo perché entrambe si mettessero a correre più veloce possibile.

"Le persone oneste sono più facili da manipolare, Harry." Stava dicendo Moody quando le due entrarono nell'ufficio. Malocchio le guardò con entrambi gli occhi. "E anche le persone impaurite."
"Non è stato Karkaroff." Disse Harry con aria impaurita, appena vide Martha e Kayla. "Non è stato Karkaroff a mettere il mio nome nel Calice, non era Karkaroff a volermi morto ..."
"Che cosa stai dicendo?" domandò Kayla, mentre Martha scrutava Malocchio.
"Sei sempre stato tu." Gli disse, con disprezzo. "E sono quasi certa che tu non sia Malocchio Moody."
"Ti ci è solo voluto molto più del solito per accorgertene, non è vero?" rispose l'uomo. "Voglio dire, la strega che mi spedì ad Azkban senza battere ciglio era più sveglia." Con un movimento fulmineo, puntò la bacchetta al petto di Harry. Martha rispose puntando la sua contro di lui, e lo stesso fece Kayla, solo con qualche secondo di ritardo rispetto alla madre, i cui occhi verdi erano furiosi per il riferimento a ciò che era stata.
"Non. Osare. Torcergli. Un solo. Capello." Ringhiò la Grifondoro, e quasi sentì la voce di James riecheggiare nel nomignolo 'signora Felpato'.
"Altrimenti che mi fai?" domandò l'uomo.
"Altrimenti non rispondo di me." Rispose Martha, con sguardo freddo. "Hai detto che ti ho arrestato io, quindi sai quanto io possa essere spietata."
"Sai di avermi arrestato ma non hai capito chi sono. Sei lenta, Martha Black."
"Ho riempito mezzo centinaio di celle, sai? Non è facile ricordarsi di tutta quella feccia."
Kayla si perse a fissare l'uomo che per mesi aveva creduto essere l'amico di Silente e l'ex mentore dei suoi genitori. "Con che coraggio si finge un uomo dagli ideali contrari dai suoi da dieci mesi?" domandò.
"Con che coraggio tieni la bacchetta alzata, sapendo che potrei ammazzarti all'istante?" rispose l'uomo, mentre Martha faceva da scudo umano alla figlia. "Il Signore Oscuro non è riuscito ad ucciderti, Harry Potter, ma pensa a quanto mi sarà riconoscente quando saprà che l'ho fatto io al posto suo."
Martha cercò di lanciare una Fattura alla gamba sana dell'uomo, ma lui rispose con prontezza, proteggendosi con uno Scudo. Non c'era niente, a parte la gamba sana, che lei potesse colpire (con ogni tipo di incantesimo) senza rischiare di ferire Harry.
"Ucciderò te e le inutili donne della tua nuova famgliola." Disse.
Martha incarnò un sopracciglio. "Ti troveresti contro mio marito e mio figlio più grande, e saresti spacciato."
"Tuo marito me lo mangio a colazione bellezza, lo sentivo urlare il tuo nome nel sonno, ad Azkaban." Aveva colpito nel segno, pensò, vedendo il labbro inferiore di Martha tremare. "Come dicevo, le persone oneste, impaurite, o innamorate sono le più facili da manipolare." Poi tornò a guardare Harry. "Sarò il più caro servitore del Signore Oscuro. Sarò per lui più vicino di un figlio, più caro di un fratello, dopo averti ucciso ... sai, io e il Signore Oscuro abbiamo molto in comune; per esempio, entrambi abbiamo avuto padri molto deludenti."
"Oh, mi dispiace per te." Sputò Harry. "Io ho un padre biologico che mi ha aiutato a scappare dal tuo folle piano, stasera, e un padre adottivo che ti spaccherà in due insieme al tuo padrone."
Martha guardò Harry con orgoglio, e Kayla cercò di sorridergli.
Il finto Moody, però, sembrava sordo a quella dichiarazione di coraggio. Ormai parlava come se non si rendesse più conto di essere circondato da persone, parlava come se stessa ragionando ad alta voce in solitudine. "Sia io che il Signore Oscuro abbiamo subito l'oltraggio di venire disconosciuti da quei padri, ed entrambi abbiamo avuto l'onore di uccidere quei padri ingrati ..."
"Barty Crouch Junior!" esclamò Martha, all'istante. Il collegamento le era venuto spontaneo, la sua vecchia, cara memoria fotografica le aveva permesso di rievocare ogni cosa letta sulla fedina penale di quell'uomo, ogni dettaglio, ogni singola cosa le apparivano davanti come se le stesse leggendo in quello stesso istante.
Appena sentì il suo nome, l'uomo si spostò da Harry quel tanto che bastava a Martha per Schiantarlo. Appena cadde a terra, corse verso Harry e gli baciò la fronte, poi gli afferrò il braccio per controllare la ferita. "Kayla, corri a chiamare Silente." Le disse. "Riferiscigli che Malocchio non è Malocchio ma il figlio di Barty Crouch, che evidentemente non è morto ma ha ucciso il padre."
Kayla annuì, lanciò uno sguardo rassicurante a Harry e corse via. Martha, intanto, evocò delle bende e fasciò il braccio di Harry, sforzandosi di non piangere. "Ha usato il tuo sangue, vero? Per tornare ad avere un proprio corpo?" Harry annuì.
"Sangue del nemico prelevato con la forza." Ripeté.
"Avrei dovuto immaginarlo." Disse Martha. "Perché non l'ho immaginato?"
"Come potevi sapere che ... che lui non era lui?" la difese Harry, indicando Moody, steso a terra. "Nemmeno Silente lo immaginava."
Martha gettò un veloce sguardo in direzione del mago steso e poi tornò a guardare Harry. "Hai detto ... che James ..."
Harry annuì. "Lui e la mamma, insieme a ... Cedric ... mi hanno dato qualche secondo per tornare alla Passaporta."
Martha si portò una mano sul viso. "Chi ha ucciso Cedric?"
"Codaliscia."
"Con la bacchetta di Voldemort?" Harry annuì di nuovo. "E loro ... ti hanno anche detto qualcosa?"
" Vai da Martha e Sirius, corri tesoro, loro ti proteggeranno."
Martha scoppiò a piangere nel momento in cui Silente, Piton e la McGranitt, accompagnati da Kayla, entrarono nella stanza. La giovane Black portava un'espressione dura, mentre la McGranitt si mostrò preoccupata per la salute d Harry.

Venti minuti dopo, Sirius entrò nell'ufficio dell'insegnante di Difesa, con in mano una fiala contenente una sostanza trasparente. Lui e Silente la diedero all'uomo che ormai aveva quasi riacquistato le sue sembianze, mentre Kayla e Harry fissavano esterrefatti la freddezza con cui i genitori trattavano la cosa: Martha sollevò l'uomo con una mano, come se si trattasse di un fantoccio, e lo mise a sedere senza delicatezza, mentre Sirius si calò in un baule e dichiarò di aver trovato il vero Alastor Moody, che, a quanto pare, non era in pericolo imminente, pur essendo conciato davvero male.
Barty Crouch Junior raccontò una storia che Sirius conosceva bene: era riuscito a fuggire grazie a sua madre, che, morente, aveva preso le sue sembianze ed era rimasta ad Azkaban, morendo con il nome e le sembianze del figlio, il quale era fuggito con le sembianze della donna, per la quale era stato inscenato un funerale privato con una bara vuota.
Sotto Veritaserum, la voce dell'uomo era fredda e le frasi erano brevi e semplici. Non sembrava vedere davvero nessuna delle persone che aveva davanti, ma quando Kayla abbracciò Harry, si voltò a guardarli e rise.
"Sei rimasto chiuso in casa da allora?" domandò Sirius.
"Sì."
"Come ti ha convinto tuo padre a farlo?" chiese Martha.
"Maledizione Imperius."
"E se qualcuno entrava in casa?"
"Mantello dell'Invisibilità, giorno e notte."
Silente, Martha e Sirius riempirono Crouch Junior di domande, e lui si rivelò indirettamente responsabile della morte di Bertha Jorkins, disse che alla Coppa del Mondo di Quidditch, l'elfa non era seduta da sola, ma era seduta accanto a lui, disse che aveva rubato la bacchetta di Harry e che aveva evocato il Marchio Nero. Rivelò di essersi nascosto dietro un cespuglio, nel bosco della Coppa del Mondo. Quando Martha gli domandò se avesse mai avuto una coscienza, Silente la fermò dicendo che si stava lasciando coinvolgere troppo.
Sirius, invece, tirò un pugno al muro quando l'uomo rivelò che Codaliscia aveva portato ciò che rimaneva di Voldemort a casa di Crouch, appena capirono che non era morto. Kayla si spaventò vedendo il padre così arrabbiato, poi si ricordò di quando Martha, con un istinto degno della grande Auror che era, aveva detto che Barty Crouch era sotto la maledizione Imperius.
"Crouch era sotto Imperius." Ricordò a tutti. "Chi è stato?"
"Il mio Signore." Rispose il figlio di Crouch. "Ma mio padre si è ribellato."
"E Harry lo ha trovato moribondo nella Foresta." Concluse Silente.
Arrivarono a mille altre conclusioni: Martha raramente si era sentita tanto stupida.
"Ha detto di avere visto Crouch sulla Mappa." Sussurrò a Sirius. "Come ho fatto ..."
"Non potevi arrivarci." La rassicurò lui. "Nessuno poteva. È stato astuto, non c'è che dire."
Martha si appoggiò ad un muro, mentre Crouch Junior rivelava di aver ucciso il padre e di averlo Trasfigurato in un osso e di averlo seppellito. Kayla era tanto schifata da essere più pallida del solito.
"I ragazzi non sono pronti a vivere tutto questo, Sirius." disse al marito.
"Non si è mai pronti. Non lo eravamo neanche noi. Ma sono abbastanza forti per farlo." Le disse avvicinandosi. "Sai perché sono forti? Perché sono stati cresciuti da una guerriera." Le disse, baciandole la punta del naso. "Andrà tutto bene, in un modo o nell'altro."

Sirius e Harry si sedettero davanti alla scrivania di Silente, e il Preside chiese a Harry di raccontare tutto ciò che era accaduto dal momento in cui aveva toccato la Passaporta a quando era tornato al castello. Sirius si coprì la faccia con le mani un paio di volte, poi chiese a Silente di dare a Harry una Pozione Sonnifera e di non farlo dormire in dormitorio ma con i suoi fratelli. Silente accosentì dicendosi più che d'accordo, chiedendo a Sirius se Rose avesse fatto quanto richiesto.
Sirius annuì. "Ho reso ... insomma, Martha ha reso disponibile la casa di mia madre come Quartier Generale. Ha detto che con la bambina non possiamo spostarci troppo, e ha ragione. Staremo nascosti lì tutta estate, immagino."
Silente annuì. "Mi sembra una grande idea."
"Ovviamente Rose sta già sistemando la casa."
"E la piccola Anastasia?"
"Affidata a Remus."
"Bene," rispose il Preside. "molto bene." Poi tornò a guardare Harry. "Harry, per quanto possibile, ti auguro una buonanotte. Recupera i tuoi fratelli e raggiungete la Professoressa McGranitt, lei vi dirà dove sistemarvi per la notte."

Quando Robert, con gli occhi appena aperti, sentì la voce di sua madre strillare contro Caramell, per un attimo si dimenticò di quanto successo la sera prima. Poi, udendo il nome 'Barty Crouch' e la parola 'Dissennatore' i ricordi riaffiorarono e lo colpirono come un pugno.
"Non importa che tipo di perdita è stata, Caramell, importa che ora non potrà testimoniare!" strillava Martha. "Come proviamo che Voldemort è tornato? Oh, non finga di temere il suo nome! Come spieghiamo che è tornato, se l'unico che possa provarlo è un ragazzino che gode della fama di un malato mentale per via di quella vacca di Rita Skeeter? Lo spieghi lei alla sua comunità! E non dirmi di calmarmi, Sirius, per Godric!"
Robert sentì Kayla e Harry svegliarsi, accanto a lui, in quella piccola stanza dietro l'infermeria.
"Crede davvero che Lei-Sa-Chi possa essere tornato, signora Black?" domandò Caramell. "Andiamo, è assurdo ... ha anche appena riconosciuto che il ragazzo non è del tutto in sé ..."
"Harry Potter è di gran lunga più sano di lei, Ministro." Rispose Martha, mentre anche Harry apriva gli occhi.
"Sembra una mattina normale." Sussurrò Kayla. "Voglio dire, sembra che ci siamo addormentati sul divano e che la mamma stia urlando contro papà o contro qualcuno che l'ha fatta arrabbiare al lavoro. Sembra tutto normale."
"Non mi dica che crede alla Skeeter, Ministro, perché se fosse così ciò confermerebbe che lei ha la materia grigia di un mollusco."
"Il ragazzo parla con i serpenti e ha degli strani ... attacchi ... ovunque si trovi, quindi non è un soggetto degno di fiducia, e ..."
"Harry" chiese Kayla, girandosi sul fianco in modo da vedere bene il fratello nel letto singolo accanto, molto vicino al suo. "Harry, ieri sera, anche ... anche il padre di Draco era ..."
Harry annuì in modo deciso. "Mi dispiace." Le disse. "Davvero."
Kayla si coprì il volto con una mano, e poi decretò: "Non è affatto una mattina normale."
"Insomma, è morto un ragazzo! E Crouch! Voldemort è tornato, Caramell, accetti questo fatto anche se le cose non stanno andando come se le immaginava! Mi dispiace, sa, il suo ritorno non era nemmeno nei miei di progetti, ma qui ci stiamo regolando di conseguenza, e siamo pronti a combattere, come l'ultima volta!"
"Lui. Non è. Tornato!" sentenziò Caramell, e allora Silente rincarnò la dose: fece i nomi che Harry aveva riferito la sera prima, disse di togliere i Mangiamorte da Azkaban perché Voldemort li avrebbe presto voluti dalla sua e disse anche di inviare messaggeri ai giganti prima che Voldemort li convincesse che lui solo fosse in grado di ridare loro la libertà. Caramell, a quel punto, perse le staffe, e Robert non ebbe la minima difficoltà ad immaginare la faccia di Martha.
"Che razza di Ministro è uno che ama più la poltrona che occupa che la comunità di cui fa le veci?" sbottò Martha. "Che razza di uomo è un uomo così accecato dall'amore per sé stesso da negare la realtà?"
Kayla si lasciò nuovamente cadere nel letto. Non si era ancora alzata, eppure aveva ben chiaro come si sarebbe sviluppata quella giornata.
"Severus, mostragli il Marchio." Disse Martha.
"Non era così netto da tredici anni, Ministro." Disse la voce cupa di Piton, che spiegò come il Marchio funzionasse.
"Perché mamma continua a difendere Piton?" domandò Robert.
"Non è che lo difenda" rispose Kayla. "non lo attacca, è diverso."
"Perché si fida di lui." Concluse Harry. "Non so in base a cosa, ma si fida."
"Credo che sia perché Silente si fida di lui. E mamma si fida di Silente."
"Oppure" contestò Robert "sa qualcosa che noi non sappiamo."
"Qualcosa?" domandò Kayla. "Oh, la mamma sa più di qualcosa che noi non sappiamo. La mamma sa moltissime cose che noi non possiamo nemmeno immaginare."
Sentirono Caramell allontanarsi disgustato, dopo aver consegnato a Martha 'la vincita' di Harry, che l'aveva ricevuta in quanto tutore legale del vincitore. Dopo che il Ministro si allontanò con disgusto, Silente parlò a Martha e, a quanto pare, Sirius, che era stranamente rimasto in silenzio.
I tre entrarono nella stanza, per niente stupiti di trovare i ragazzi già svegli.
"Buongiorno raggi di sole." Disse Martha, e ai ragazzi fu chiaro perché Sirius non avesse aperto bocca: teneva in braccio Anastasia, che scrutava il mondo con gli occhioni grigi spalancati. "Vi consiglierei di alzarvi, insomma: sarà una giornata davvero lunga."
Ma i ragazzi erano pieni di domande.
"Torneremo a Grimmauld Place?"
"Perché Caramell non crede a nulla?"
"Perché Caramell è così stupido?"
"Come fai a fidarti di Piton?"
"Come sta Anya?"
"Che ha fatto, ieri, Rose?"
"Cosa succederà, adesso?"
"Dove sono Rose e Remus?"
"Okay, basta." Disse Silente. "Vi verrà spiegato tutto, lo prometto, a tempo debito. Nessuno più di voi tre merita di sapere la verità. Ma devo informarvi che la signorina Granger ed i signori Weasley chiedono di voi dalle prime luci dell'alba, fareste meglio a raggiungerli quanto prima. Oh, e Robert" sorrise in direzione del maggiore "hai ricevuto parecchie attenzioni anche da una ragazza di Beuxbatons."
Kayla gli tirò un cuscino. "Perché io non so mai niente?!"

Harry, nel pomeriggio, decretò che la vincita non gli spettava: doveva essere di Cedric. Così, Sirius lo accompagnò ad incontrare i Diggory, mentre Martha stava con la bambina per la poppata del primo pomeriggio. Quando i Diggory domandarono come fosse morto il loro unico figlio, Sirius mostrò una professionalità che Harry non conosceva e disse cose come 'sono sinceramente dispiaciuto per la vostra perdita' e 'vostro figlio non ha sofferto'. Sembrava però molto toccato dal dolore dei due coniugi, specialmente da quello del padre.
"Sono padre anche io, e sto male al solo pensiero di perdere uno dei miei ragazzi. La più piccola ha meno di un mese, ed il più grande è poco più giovane del vostro Cedric. Per questo vi invito a contare su me e mia moglie, per qualsiasi cosa, davvero, anche la più misera o la più importante. Non vi fate nessun tipo di problema."
Poco dopo, Harry offrì loro la vincita, dicendo che spettava a Cedric, ma loro la rifiutarono, e a Harry venne subito in mente chi avrebbe fatto buon uso di quei galeoni.

"No." sentenziò Martha, con sguardo serio. "Cosa vuoi, si può sapere?"
"Voglio aiutarvi."
"Non ci credo neanche se lo vedo." Rispose lei, camminando per i corridoi del Ministero con passo spedito.
"So che cercate aiuto."
"Smettila di origliare le conversazioni altrui, White."
Aaron White, con qualche ruga in più attorno agli occhi e i capelli sempre raccolti dietro le spalle, sbuffò. "Non ho origliato."
"E come mai sostieni che io stia cercando aiuto?"
"Perché me lo ha detto Kingsley."
Martha alzò gli occhi al cielo. "Ricordami di ammazzarlo."
"Quindi mi tieni con te?"
"No!" rispose, fermandosi. "Sto tornando a casa, dalla mia famiglia. Lasciami respirare."
"Sono abile. So combattere. Sono furbo, sono silenzioso, e ..."
"Vattene, White. Non ho idea di cosa tu voglia."
"Silente mi troverà."
"Che lo faccia e che ti ammazzi."
"Voglio aiutare." Insistette lui, entrando con Martha in ascensore.
"Tu non vuoi aiutare. Tu vuoi infiltrarti. Tu vuoi spiare me e Rose. Tu vuoi qualcuno a cui rompere le Pluffe, White."
"Aiutandovi!"esclamò lui, seguendola anche fuori dall'ascensore.
"Tornantene in Australia!" esclamò Martha. "Torna a casa da tua madre, o dai tuoi fratelli o cugini, non lo so, ma vattene, lascia l'Inghilterra, Aaron White, te lo consiglio caldamente, perché qui succederà un gran macello!"
Il volto di Aaron si fece serio. "Non ho cugini. O fratelli. Mia madre ha avuto qualche compagno, ma mai nulla di serio. La mia fidanzata mi ha lasciato, e mia madre è morta due mesi fa. Sono solo. Non ho dove tornare, ed è per questo che voglio aiutarvi, che voglio combattere, perché non ho nulla da perder, ma ho tutto da dare in questa battaglia."
"Io ho tutto da perdere. La mia famiglia, la mia casa, ciò che ho costruito giorno dopo giorno per diciotto anni. Ho dato alla luce una bambina meno di un mese fa e guarda in che mondo di merda che si ritrova."
"Per questo dovresti concedermi di essere dei vostri."
Martha sembrò seriamente pensarci su. "Non spetta a me, come decisione."
"Ma spetta a te fare il mio nome."
"Come sai che dovrò portare nomi?"
Lui alzò le spalle. "Te l'ho detto, sono bravo ad origliare." Si guardò attorno e sembrò decidere che fosse ora di togliere il disturbo. "Mi trovi alla Testa di Porco, se hai bisogno. Se invece dovessi avere bisogno io, beh ... sarò io a trovare te." Le fece l'occhiolino e si confuse tra la folla, lasciando Martha più furiosa che mai.

Harry non ci mise molto a capire che molti studenti lo stavano evitando. Alcuni sussurravano al suo passaggio, e Kayla tirò un pugno ad un ragazzo del suo anno che tentò di fotografare Harry di nascosto. Silente aveva chiesto a tutti di lasciare in pace Harry, di non fargli domande, e così fecero: in compenso, però lo fissavano e lo evitavano, e non ci voleva un genio per capire che al suo passaggio iniziassero a parlare male di lui.
Robert continuò a frequentare la ragazza francese anche nei giorni seguenti. Kayla decretò che era la stessa ragazza che aveva portato al Ballo, la definì 'priva di spina dorsale', e quando Fred le ricordò con chi fosse andata al Ballo lei, iniziarono a litigare esattamente come Martha e Sirius. Hermione non si sbilanciò mai riguardo a questa nuova 'storia' di Robert, ma Kayla la vide più di una volta mentre cercava di ottenere informazioni dai gemelli, i quali rimanevano ovviamente fedeli al loro amico.
La ragazza era davvero carina, in compenso: occhi azzurrissimi, capelli biondi luminosi, un sorriso smagliante e un buon inglese. Harry e Ron sentenziarono che aveva anche un ottimo lato B, guadagnandosi un cuscino in testa tirato da Hermione, mentre Kayla, Fred e George cercarono di farle ammettere che era gelosa, ma lei non si sbilanciò mai.
Passarono così le prime due settimane: le lezioni continuarono, Martha e Sirius apparivano una volta ogni due giorni, talvolta anche con Rose; le gente parlava al passaggio dei tre fratelli, ma loro erano diventati bravi a non farci più caso. Non importava cosa dicessero, stavano iniziando a capire che la gente avrebbe avuto da ridire su qualsiasi cosa loro facessero. Ricominciarono a fare visita ad Hagrid nelle ore buche lasciate da Difesa Contro le Arti Oscure, e a nessuno sfuggì la presenza di un cane nero che, a intervalli regolari, perlustrava la Foresta. Robert si preparò per i G.U.F.O., violentemente motivato da Hermione per studiare a dovere nonostante l'aria ch si respirasse nel mondo magico, Kayla e Fred si ritagliavano momenti solo per loro il prima possibile, e la Serpeverde, tornando nel dormitorio, si trovava costretta ad evitare lo sguardo di Draco.
Esattamente due settimane dopo la terza prova, Kayla si addormentò pensando che Hogwarts era ancora il luogo più sicuro di tutto il mondo magico e che non sarebbe dovuta scappare da niente, lì dentro – ma se non doveva scappare, perché non riusciva più a guardarsi allo specchio?
In poco tempo le fu chiara la risposta: ciò da cui sarebbe voluta scappare, stava dentro la sua testa

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