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Casa Potter e casa Redfort

  La punizione fu migliore di quanto immaginassero. Sarebbero tornati a casa con un giorno di ritardo, per passare il ventitré dicembre a pulire le serre di Erbologia. A quanto pare, i Serpeverde del terzo anno avevano combinato un macello, e sarebbe toccato a loro ripulire tutto.
La McGranitt aveva tolto venti punti a Grifondoro (dieci a James e dieci a Sirius) per averli trovati nel dormitorio femminile quando sarebbero dovuti scendere a cena. Tuttavia, loro riuscirono a divertirsi anche pulendo le serre, mentre stempiavano contro i Serpeverde.
"Ma, dannazione, se hanno sporcato loro, perché dobbiamo pulire noi?" strillò James, ad un certo punto.
"Perche le Serpi non pagano mai." Aveva risposto Lily. Martha ci aveva trovato un leggero riferimento a Severus Piton, ma decise che sarebbe stato meglio non toccare l'argomento almeno per un mese.
La mattina della partenza, Martha andò a svegliare Sirius e James poco prima delle sette. Si sdraiò nel letto di Sirius, accanto a lui, e lui parve non accorgersene per almeno cinque minuti.
"Sirius?" Iniziò a chiamarlo, ma lui non mosse un muscolo.
"Sirius." Ripeté.
Nulla.
"Sirius!" alzò leggermente il tono di voce, muovendogli il braccio. Lui fece un verso molto simile al grugnito di un maiale e si girò dall'altra parte. Allora lei estrasse la bacchetta dalla tasca della felpa che portava (felpa rubata allo stesso Sirius, la settimana prima) la avvicinò alla gola e sussurrò: "Sonorum." E poi, in tutta la torre Grifondoro, risuonarono le parole: "SVEGLIATEVI, MALANDRINI! SI PARTE!"
Sirius cadde dal letto, afferrò la bacchetta e si rimise in piedi in meno di un secondo. Mentre James, nello stesso secondo, tirò fuori la sua bacchetta da sotto al cuscino e si mise in piedi sul letto, scattante.
Vedendoli reagire così, Martha si ritrovò a pensare che quei due erano pronti per la guerra, se davvero ci fosse stata. Scacciò quel brutto pensiero in meno di un secondo, e sorrise.
Quando loro la videro, sul letto di Sirius con un sorriso fin troppo Malandrino stampato in faccia, la presero entrambi a male parole. Quando Sirius fece per rimettersi nel letto, Martha che aveva ancora la bacchetta sulle corde vocali, urlò: "PREPARATI!"
La Passaporta per arrivare dai Potter fu consegnata loro da Silente in persona, poco dopo, e il Preside augurò loro buon Natale e raccomandò prudenza. Volarono fino al giardino sul retro di una casetta gialla, di tre piani, ma Martha poteva vedere benissimo che la taverna era incantata.
Charlus Potter, il padre di James, era esattamente uguale al figlio, con gli stessi occhiali tondi, lo stesso sorriso contagioso e gli stessi capelli ribelli. Li aspettava seduto in veranda. Abbracciò Sirius come aveva abbracciato James, e solo allora sembrò notare le ragazze.
"Tu devi essere Martha. Sei esattamente come ti ha descritta Sirius nelle sue lettere." Le disse.
Lei sorrise imbarazzata. "E lei deve essere ..."
"Charlus, solo Charlus. Tu sei Lily, vero? Ho letto molto anche di te." chiese, porgendo la mano a Lily.
"Sono proprio io." Rispose lei, stringendola.
"Venite, vi mostro dove starete. Sirius e James vivono in taverna e lì c'è spazio in abbondanza per tutti. Oh, il giardino è incantato. Potete giocare a Quidditch, se vi va, non vi vedrà nessuno. Sirius, la figlia della signora Bailey ha chiesto di te almeno una volta a settimana."
Martha pizzicò Sirius. "Chi è la figlia della signora Bailey?"
"Jessica Bailey, vive qui accanto." Rispose Charlus, conducendo i ragazzi dentro casa.
"Uhm. È carina?"
"Molto carina." Rispose James.
Martha pizzicò di nuovo Felpato."Perché chiede di te?"
Charlus la guardò. "Sei una tipa gelosa?"
"Si." Rispose lei, senza esitare.
"Bene, Sirius, figlio mio, hai trovato una che ti tiene testa, eh?"
"Eccome!" esclamò Lily.
"James, chi è Jessica Bailey?"
"Una babbana di ... diciassette o diciotto anni, credo, che ha una cotta per il tuo ragazzo."
"Ne terrò conto." Rispose Martha con un mezzo sorriso, mentre Sirius si copriva il volto con le mani e Charlus se la rideva. Li condusse in casa, in una cucina bianca, ordinatissima, dove una donna bassa e con lo stesso sorriso contagioso di James e Charlus li attendeva. "James!" squittì lei. Aveva dei capelli rossi come Lily raccolti un una treccia che si appoggiava delicatamente sulla spalla.
Lui la abbracciò. "Ciao, mamma!"
Lily li guardò, e pensò che forse, sotto quella corazza da duro, ribelle, sbruffone, James Potter aveva anche un cuore. Sirius la abbracciò e la sollevò da terra. Lei gli ricordò che era un cretino, e guardando Martha, sbuffò "Tu sei una ragazza santa."
Martha rise di gusto, e la donna si presentò come Dorea.
"Spero che i miei figli non mi facciano fare brutte figure." Esclamò Charlus, facendo strada per delle scale che scendevano verso la taverna. A Martha si riempì il cuore all'idea che Sirius per loro fosse davvero un figlio, e colse una punta di commozione mista ad orgoglio quando incrociò gli occhi di Felpato. Arrivarono davanti ad una porta rossa, più alta delle porte normali, con una maniglia incantata in modo che solo James o Sirius potessero aprirla. Vi erano incisi i nomi dei due Malandrini.
"Signore" disse James con orgoglio "benvenute nella mia dimora."
Aprì la porta, e davanti a loro apparve quello che praticamente era un appartamento. Una cucina, un tavolo da pranzo, un camino e due divano in pelle rossa con cuscini dorati, come quelli che si trovavano in Sala Comune, solo più moderni. Un campo da Quidditch in miniatura, tutti i trofei di James, poster di Grifondoro e modelle babbane ovunque.
"Wow." Sussurrò Martha, avvicinandosi ai giocatore di Quidditch in miniatura. Stavano giocando l'ultima partita a cui James partecipò, Grifondoro-Corvonero. "Stasera in casa mia non troverete nulla di più magico della lavatrice, temo."
"La lava che cosa?"
Martha rivolse al suo ragazzo uno sguardo di rimprovero. "Lavatrice, Felpato. Quanti anni hai fatto di Babbanologia?"
"A sua discolpa" intervenne James "possiamo dire che non ha mai assistito ad una lezione da Babbanologia da sveglio."
Lily sbuffò. "Potter, dove dormo?"
"Beh." Rispose lui. "Martha, tu dormi con Sirius, giusto?"
Ma Martha stava osservando una foto appesa del Malandrini al primo anno.
"Tesoro?" la richiamò Sirius.
Lei si girò, cadendo dalle nuvole. "Eh?"
"Dormi con me?"
"Ho solo il pigiamone da nonna."
"Non hai risposto!"
"Ho risposto dicendo che ho solo il pigiamone!"
Il 'pigiamone' o 'pigiama da nonna' come lo definivano le ragazze, non era che una larga felpa appartenuta a Robert Redfort, il padre di Martha, con dei pantaloni da tuta babbani, con disegnini di case e macchinine.
"Martha Marie Redfort. Credi davvero che me ne importi qualcosa?" esclamò Sirius.
Lei rise e scosse la testa. "Siete davvero teneri in questa foto."
"No, fermi. Quindi io dove dormo? Non posso dormire con James!"
James sbuffò e aprì la mano, mostrando le cinque dita. "Cinque, Evans. Ho cinque camere da letto, qui sotto. Una di Sirius e Martha, una mia. Ne hai tre tra cui scegliere. Non ti basta?"
Lei sorrise soddisfatta e ringraziò, oltrepassando il divano e cercando una porta.
"Di sotto, Lily."
Lei annuì e scese le scale.

La camera di Sirius era rossa e dorata, come quella di James. Ma Martha rimase incantata dal fatto che sul comodino, ci fosse una loro foto, accanto a quella dei Malandrini. Stavano abbracciati davanti alla Testa di Porco, qualche mese prima. I loro sorrisi dicevano tutto.
"Come ..."
"L'ho mandata via gufo a Dorea qualche settimana fa, quando mi ha chiesto come stessi." Poi, mosse la bacchetta ed i bauli si aprirono, così come le ante dell'armadio. I vestiti di entrambi fluttuarono e si sistemarono da soli.
"Credo che sarò in imbarazzo, stasera." Sospirò Martha, sedendosi sul letto.
Sirius si sedette accanto a lei, e le baciò la spalla. "Perché dovresti?"
"Dio, Sirius, guarda questa casa. È piena di cose meravigliose e magiche e ... questa taverna, per Godric, è così magicamente stupenda, mentre a casa mia non-"
"Fermati. Il fatto che la tua casa sia una casa Babbana non la rende peggiore di questa. Ma ti prometto che un giorno avremo una casa nostra, e che avremo sia una taverna incantata che una lavatrice, anche se non ho la minima idea di cosa sia."
Lei rise. "Perché dovremmo avere una taverna come questa?"
"Avanti, Redfort, vorrai forse tenere i tuoi figli in uno sgabuzzino?"
Lei rise di nuovo. Poi si fece seria e lo guardò. "Felpato."
"Amore."
"Non si fanno proposte indirette!"
"Non ho parlato di matrimonio!" le rispose, ridendo, e facendole il solletico.

  Sirius uscì dal bagno, tenendosi una salvietta in vita con una mano, mentre con l'altra si asciugava i capelli. L'odore del suo shampoo si sentiva anche in camera di James.
Martha stava davanti allo specchio, con addosso un maglione grigio, morbido sul seno e sulla pancia e stretto sulle braccia. Sul letto, una gonna blu notte era piegata, mentre lei era in mutande. Sirius incarnò un sopracciglio sfoderando il suo sorriso malandrino.
"Niente male, Redfort." Le disse.
Lei stava giocando con i suoi capelli. Teneva in mano una morsa d'acciaio bollente, vi intrecciava dentro i capelli lisci per qualche minuto, e, quando ne uscivano, erano dei boccoli. Si girò e lo guardò con l'aria di chi non ha voglia di scherzare. "Sei in ritardo, Black. Vai a rubare una camicia a James."
"Si, mamma. Ma devo per forza mettermi la camicia?"
Lei lo incenerì con lo sguardo.
"JAMES!" urlò lui.
"SONO IN DOCCIA, DANNAZIONE!" rispose lui, nella stanza accanto.
"ALLORA SEI IN RITARDO, IDIOTA!" gli urlò in risposta Martha. Lui rispose borbottando qualcosa sul fatto che i suoi capelli meritassero un trattamento speciale, e Lily, da un'altra stanza, rispose che, se per colpa dei suoi preziosi capelli fossero arrivati in ritardo,  la mattina dopo non sarebbero più esistiti. Sirius rise e uscì, per poi tornare con una camicia stile pirata, e dei jeans in mano.
Martha aveva completato l'opera e i suoi capelli ora, erano boccolosi e avevano acquisito volume. Lei aveva piegato la testa in avanti, e spruzzava il liquido di una bomboletta sulla sua opera.
"Non faresti prima ad usare la magia?" chiese Sirius, mentre si infilava le scarpe.
"No." Rispose lei glaciale. In quel momento, si rese conto che era truccata, e che sembrava ancora più bella.
"Perché no?"
"Perché io non sono Brianna Clark."
Lui si sporse per guardarle di nuovo il sedere. "No, è più bello il tuo."
"Idiota!"
Risero insieme, mentre Sirius pensava che, si, la sua ragazza aveva davvero un bel fondoschiena.

Martha aveva insistito per prendere la metro. James viveva nella periferia di Londra, mentre Martha era cresciuta a pochi passi dal centro. Martha aveva i capelli boccolosi, e, spiegò poi, aveva usato un marchingegno babbano chiamato piastra. La gonna blu notte brillava leggermente e la faceva più alta. Lily, invece, indossava dei pantaloni bianchi con un una giacca azzurra. Anche lei era truccata, e, anche lei, era davvero bellissima.
I ragazzi, sembravano due paggetti imbronciati.
"Perché dobbiamo prendere la metro?"
"Perché continui a chiederlo?"
"Sei una strega, Martha Redfort, le streghe volano, usano Passaporte o si Smaterializzano, non prendono la dannata metro babbana!"
"Si da il caso, James Potter, che io sia una strega con una madre Babbana, che non sa nemmeno cosa sia una Passaporta o una Nimbus! Questa è la mia dannata vita da babbana, con la mia dannata famiglia babbana nella nostra dannata metro babbana!"
Sirius odiava vedere James e Martha litigare, era come sentire i due emisferi del suo cervello che non erano più in grado di comunicare. E, soprattutto, non si poteva schierare. Se lo avesse fatto, l'uno lo avrebbe accusato di stare sempre dalla parte dell'altro. Si guardavano ancora in cagnesco, ma sia Lily che Sirius sapevano che non sarebbe durata a lungo. In pochi mesi erano diventati come fratelli e nessun litigio avrebbe annullato quel legame.
Sirius stava cercando di timbrare il cartellino della metro, mentre Martha lo osservava a pochi metri di distanza, ridendo, quando una bionda con un rossetto rosso fuoco gli si avvicinò.
"Sis!" esclamò. La sua voce era odiosa almeno quanto il suo vestito.
Lui parve accorgersi di lei solo in quel momento. "Jessica." Le disse.
Martha strabuzzò gli occhi, quando lei lo abbracciò. Lui rimase impassibile.
"Non mi hai telefonato." Sospirò. "Nel tuo collegio irlandese ai ragazzi non è permesso telefonare alle belle ragazze?"
Martha sapeva perfettamente che Sirius se ne intendeva di telefoni quanto di lavatrici. "Non se stanno con me." Disse.
Le due si guardarono in cagnesco, mentre James, pochi metri dietro di loro, si ammazzava dalle risate.
Jessica indossava dei tacchi vertiginosi, rossi come il rossetto e la borsa, e un vestito blu con una scollatura esagerata per mettere in mostra due seni che non erano nemmeno un granché. La gonna le arrivava a metà coscia, mostrando una calzamaglia nera. Le sue dita erano piene di anelli, e i suoi polsi di braccialetti tintinnanti.
"Sis, non mi presenti la tua amica?" chiese Jessiaca, squadrando Martha, senza nascondere un'espressione disgustata quando vide le Converse sotto la gonna.
"Amore?" chiese Martha, usando lo stesso tono di Brianna Clark.
Sirius fece di tutto per non ridere, poi riuscì a dire: "Beh, Jessica, lei è Martha, la mia ... cioè, si, insomma ..."
"La sua ragazza." Concluse Martha.
"Si, giusto, e Martha, lei è Jessica Bailey, la vicina di casa dei Potter."
Le due si strinsero la mano più con odio che con cortesia.
"Chi l'avrebbe mai detto? Lo scapolo d'oro con una ragazzina!" Jessica rise in modo talmente finto da far venire la nausea perfino a Lily.
"Vuoi sapere dove ti mette i tuoi tacchi a spillo, la ragazzina?"
"Oh, andiamo" continuò Jessica, squandrandola "quanti anni hai? Dodici?"
"E tu, che giochi ancora a travestirti da barbie gigante? Sette?"
"Che cosa è una barbie?" sussurrò James a Lily.
"Jessica di plastica e in miniatura." Rispose lei.
"Sis, mi avevi detto che non avresti mai avuto una ragazza fissa." Urlò Jessica a Sirius, con aria seriamente offesa.
Lui alzò le spalle. "Mi sono innamorato, anche se non credo che tu sappia cosa vuol dire. E sono felicissimo così. Stammi bene, Bailey." Rispose lui freddo, appoggiando il braccio alle spalle di Martha, che guardò Jessica come James guardava il cercatore di Serpeverde dopo che aveva afferrato il Boccino, e raggiunsero gli altri due.
Quando Jessica se ne fu andata da tutt'altra parte. Martha strappò dalle mani di Sirius il biglietto della metro, lo timbrò con rabbia e lo ridiede a Sirius.
"Grazie, tesoro."
"Oh, figurati, Sis." Rispose lei, con odio.
"Te la sei presa?"
"Per il fatto che tu sia stato con una barbie gigante o perché lei mi ha dato della dodicenne?"
"Si, te la sei presa." Rispose semplicemente lui, guardando fuori dal finestrino.
James trovò che, in quel momento, per quanto Martha potesse essere bella, faceva anche davvero paura. Sembrava che del fumo le uscisse dal naso come se fosse un drago.
"Martha, non ..." provò a dire in difesa del suo amico.
"Zitto." Tagliò corto lei.
"Senti, Redfort." Sbottò Sirius. "Non puoi arrabbiarti ogni volta che scopri una ragazza con cui sono stato a letto prima di conoscerti, okay? Non puoi, altrimenti dovresti passare il resto della tua vita ad arrabbiarti ogni dannato giorno. Credevo che quella fosse quella che si può definire una bella ragazza, prima di trovare te, che anche con addosso la mia felpa e i capelli raccolti da una matita sai essere bellissima. Non credevo nell'amore, nelle farfalle nello stomaco e in tutte le cose di cui parla ogni ragazzo innamorato fino a quando non ti ho vista quella sera seduta davanti al camino, d'accordo? Quindi non puoi arrabbiarti ogni volta che parlo con una ragazza, perché dovresti aver capito che sei l'unica ragazza che vorrò accanto fino a quando non saremo vecchi, con i capelli bianchi e senza denti!"
Lei passò dall'imbronciato al dispiaciuto. "Okay."
"Okay, scusami Sirius, ti amo tanto, ecco cosa dovresti dire."
"Ti amo tanto." Si limitò a ripetere. Lui la accettò come scusa e la baciò, mentre Lily e James ridevano.

Scesero dalla metro e fecero qualche passo a piedi, trovandosi in un quartiere di tipiche case londinesi. Trovarono Rose che fumava una sigaretta nervosa fuori da un portone blu sul resto della casa completamente bianco, con delle ampie finestre.
"Ciao belli." Esclamò quando li vide. "Finalmente siete arrivati, mamma e papà non ci stanno più dentro. Sembra che Black sia il principe Babbano d'Inghilterra."
Martha non poté fare a meno che sua sorella Rose aveva qualcosa che non andava. Era più nervosa del solito, e di solito non fumava quando erano a casa, perché Marie, la madre, non gradiva il fatto che lei fumasse quelle schifezze babbane. Le due sorelle si guardarono.
"Ti sta bene il maglione di Lily." Le disse Rose. Aveva gli occhi ancora gonfi e rossi. Si era accorta che Martha aveva notato che qualcosa non andava.
"Rose."
"Va tutto bene."
"No. Cosa succede?"
"Va tutto bene." Ripeté lei, ma ad ogni sua parola la voce tremava di più.
"Rose." Intervenne Lily. "Mi sto preoccupando."
Rose tirò con la sigaretta, tenendosi dentro il fumo. "Scoppierà una guerra." Ammise, dopo un po'.
"Si." Disse Martha. Non poteva dire altro. Non c'era niente da dire, era una cosa vera e ormai evidente.
"E io, te, Lily, e mamma e papà saremo in un dannato pericolo. Non so ... non so cosa succederà. Non so se potrò combattere, non so se sono pronta."
"Non si è mai pronti." Sospirò Lily.
"Siamo tutti fottuti, Lils. Tutti fottuti. Tu" disse, indicando Sirius con la sigaretta "perché sei un traditore del tuo sangue e tutte quelle storiacce. Tu" e indicò James "perché ti conosco abbastanza da sapere che non riuscirai a tirartene fuori. Noi" e indicò sé stessa, Lily e Martha "noi tre saremo le prime a morire."
"No."
"No, Martha?"
"No. Non morirai, se ti decidi a fare qualcosa, qualcosa di vero."
"Si, vai a fare qualcosa di vero. Morirai prima."
Rose di solito non lasciava che si vedessero le emozioni che provava. Ma quel giorno, quel ventiquattro dicembre, Martha non poté fare a meno di notare cosa provasse. Aveva paura, e i suoi occhi rossi giravano tra Londra e i quattro maghi sedicenni in piedi davanti a lei. Cercava una ragione, una scusa valida per quello che stava succedendo.
"Almeno avrò fatto qualcosa. Mentre tu ti chiuderai in casa, mangiata dalla paura, io sarò ricordata perché avrò fatto qualcosa, e non sarò morta invano." Rispose Martha, con tono deciso ma freddo. "Noi" e allargò le braccia per indicare i suoi amici ed il suo ragazzo "combatteremo anche per te. Mentre tu non alzerai un dito per difendere nessuno di noi o dei tuoi amici, noi combatteremo."
"Sei una Grifondoro, Rose." Continuò Lily. "Tira fuori il coraggio e fa che il Cappello Parlante non abbia commesso un grave errore a smistarti nella culla dei coraggiosi di cuore."
"Non tutti i Grifondoro sono coraggiosi, Lily."
"Rose, forse noi abbiamo più paura di restarci secchi di te, non credi?" esclamò Martha. "Forse si, hai ragione, siamo tutti fottuti, ma non lascerò che Lord Voldemort mi uccida per il semplice fatto che sono una Mezzosangue, mi ucciderà perché farò parte di un ... qualcosa contro di lui, che sarà ricordato dai figli dei tuoi figli! Mi ammazzerà, forse, ma almeno avrò fatto qualcosa!"
"Allora ti torturerà, fino a quando non lo implorerai di ucciderti, perché la morte sarà un dolce sogno in confronto alla Cruciatus!"
Martha rimase di sasso per qualche secondo. Non si capacitava di come Rose potesse urlarle contro cose del genere. Era sempre stata Rose quella forte, ma ora, ora stava crollando. La paura le stava mangiando lo stomaco e lei lasciava che accadesse.
"Tu non morirai." Intervenne Sirius, interpretando il silenzio di Martha. "Okay? Non dire mai una cosa del genere. Non morirai se ci sarò io. E nemmeno tu, Rose, morirai. Nessuno morirà. Non dirlo, non dirlo mai."
Rose li guardò tutti, dal primo all'ultimo. Tirò per l'ultima volta. "Sono fiera di voi." E poi fece loro strada per entrare.
Robert Redfort era un uomo sulla quarantina, con gli stessi capelli scuri di Rose ed il suo stesso sorriso. Non che Rose sorridesse spesso, certo, soprattutto ultimamente. Li aspettava in salotto, seduto su una poltrona. Accolse Martha con un abbraccio commovente, Lily con ei baci cordiali e James e Sirius con delle strette di mano.
"Ragazzi, è davvero un piacere conoscervi!" esclamò. Martha lo guardava come se stesse cercando di capire qualcosa. Lei e suo padre avevano litigato, l'anno prima, fino ad arrivare a non rivolgersi la parola. Ed ora tremendamente difficile recuperare.
Marie Redfort era una donna bellissima, con lo stesso viso dolce delle sue figlie, ma i colori di Martha. La pelle calda e rosea, i capelli castani e gli occhi verdi chiari. Stava in piedi, in cucina, con addosso un grembiule Babbano mentre cucinava in modo Babbano. Il suo sorriso, però era magico.
"La mia bambina." Sospirò mentre Martha la abbracciava. Sirius per poco non si commosse, mentre James ammirava quella casa babbana come se fosse un museo.
"Tu devi essere Sirius." Disse, guardando il bel Felpato.
Lui annuì con orgoglio, tendendole la mano. "Signora Redfort, la sua somiglianza con le sue figlie è impressionante."
"Chiamami Marie." Rispose lei. "Ragazzi, sedetevi, il pollo è quasi pronto."
Loro si sedettero, mentre Martha rivolgeva loro sorrisi incoraggianti.
"Allora" cominciò Robert, con allegria "non eravate mai stati in una casa babbana, prima d'ora?"
"In effetti, no." Rispose James con una punta di imbarazzo.
"E come vi sembra?" chiese Marie.
"Affascinante! Le foto ... sono immobili!" esclamò Sirius, osservando la parete piena di foto accanto a lui.
"Beh, si." Rispose Robert. "E scommetto che non sai di cosa sto parlando, se ti dico televisore."
"Tele che cosa?" domandò James, esterrefatto.
Passarono gran parte della cena a cercare di spiegare a due purosangue la televisione ed il telefono, mentre Marie e le ragazze se la ridevano. Robert si illuminò quando James rivelò di essere il Capitano della squadra di Quidditch, e lo riempì di domande e di consigli.
"Papà, dacci un taglio!" lo riprese dopo un po' Rose. "James è già un ottimo capitano. Quando abbiamo le partite, ci fa alzare alle sei del mattino per allenarci subito. Viene a svegliarci uno per uno."
"Che ragazzo intelligente! Io non ci avevo mai pensato, è una scusa per intrufolarti nel dormitorio femminile!"
"Robert!" lo richiamò Marie.
"Scusa, cara."
"Beh" intervenne Martha "io stamattina sono entrata nel loro dormitorio."
"Si" rispose Sirius "e mi hai letteralmente buttato giù dal letto con un maledetto Sonorum."
Rose e Lily risero. James e Sirius non erano così divertiti, ma quello più divertito di tutti fu Robert.
"Che cosa è un Sonorum? Sembra divertente." Disse Marie.
"È questo, guarda, mamma." Rose si alzò, estrasse la bacchetta da sotto la gonna, sussurrò "Sonorum" e se la portò alla gola. Pochi secondi dopo, le parole "BUON NATALE, MAMMA!" avevano invaso anche le case accanto.
Marie rise almeno quanto il marito. "Vi ha svegliati così?" chiese, guardando i ragazzi.
"Mamma" si giustificò Martha "credimi, non c'è altro modo per buttarli giù dal letto."
"Sirius, sei caduto dal letto?" chiese la donna.
"Letteralmente!" ripeté lui.
Risero di nuovo, e Martha li guardò, uno per uno. In quel momento, a quel tavolo, erano riunite le persone più importanti della sua vita. Non le importava della guerra, di ciò che sarebbe potuto accadere. Erano felici, erano lì, e questo bastava.
Venne il momento di scambiarsi i.
Robert e Marie si commossero scartando il regalo delle loro figlie. Una cornice argentata, con incise le parole con amore, racchiudeva una foto di Martha e Rose l'estate precedente. Marie ci impiegò qualche secondo per capire che la foto si muoveva, e non era una sua allucinazione. Borbottò qualcosa su quanto fosse fantastico il mondo magico, poi, con le lacrime agli occhi, abbracciò le sue figlie, Lily e i due Malandrini.
A Rose venne regalato un braccialetto d'oro, con un ciondolo a forma di scopa da corsa. Lei si commosse.
Il regalo per Martha, invece, non era comparso sotto l'albero di Natale. Marie lo andò a prendere nello sgabuzzino. Posò sulle gambe della figlia un libro rilegato in pelle , su cui erano incise le sue iniziali.
Martha lo aprì, e dentro torvo foto babbane e magiche della sua infanzia, e dei suoi sei anni passati ad Hogwarts. Foto con Lily, con Rose, e, sorpresa, nelle ultime tre pagine, trovò delle foto di lei, Lily, Sirius e James. Lei e James che ridono in Sala Grande, lei e Sirius abbracciati nel parco, Lily che sfida Peter agli Scacchi dei Maghi, Martha, Lily, Sirius, Peter e Remus, con la sciarpa rossa e oro, posano con Rose e James, che avevano appena vinto una partita di Quidditch. Martha si portò le mani al petto mentre tratteneva le lacrime.
"Come avete fatto a ...?"
"Ogni settimana, Lily e Rose ci mandano una vostra foto." Spiegò Robert.
"Alcune le teniamo." Continuò Marie. "Ma queste erano troppo belle per rimanere nei nostri cassetti."
Martha abbracciò i suoi genitori, le sue sorelle, il suo ragazzo e il suo migliore amico. Le persone più importanti della sua vita erano davvero tutte riunite tutte in quel salotto.




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