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Babbo Natale


  Una settimana dopo la luna piena, Sirius e James si ritrovarono a ridere di nuovo per l'impronta nel fango e il terrore che per una giornata aveva avvolto la scuola. Martha ricordò loro quanto fosse 'da deficienti' ciò che avevano fatto, e se ne andò indignata, con l'intento di raggiungere Lily in Sala Grande.
Severus e Lily studiavano Rune Antiche in mezzo ad un'altra dozzina di studenti, sparsi per i tavoli, al tramonto di un temporale e di una giornata pessima: l'indomani ci sarebbe stato un importante compito di Storia della Magia, e tutti gli studenti del sesto anno avevano passato quei giorni sui libri. Tranne Lily, ovviamente. Lei sapeva tutto alla perfezione, con un notevole anticipo.
"Un deficiente, io sto con un deficiente!" disse Martha irrompendo sbattendo i suoi libri davanti a quelli di Lily, ignorando completamente la presenza di Piton.
"Si." rispose Lily. "Lo so."
"Seriamente, Redfort, te ne sei accorta solo ora? Ti credevo più intelligente. " replicò Severus con aria divertita.
"Senti, Mocciosus, non ti intromettere in cose che non ti riguardano."
Lily notò con disprezzo che aveva chiamato il suo amico con il nomignolo che usavano i Malandrini. Severus si alzò con aria offesa e furiosa, e prima che potesse ribattere, Martha parlò di nuovo. "Non m'importa se Lily ti vuole bene -e non capisco davvero come faccia a volertene- per me rimani uno stupido arrogante che usa Magia Oscura contro i pivelli del primo anno."
"Ti credevo davvero più intelligente, poi sono iniziate ad arrivarmi voci su te e Black e ho avuto la conferma che sei stupida e arrogante almeno quanto il tuo ragazzo e i suoi amichetti."
Martha, che aveva alle spalle una nottataccia passata sui libri e una mattinata bene peggiore, estrasse la bacchetta dalla tasca interna della giacca e la puntò contro il viso sgradevole di Piton, proprio mentre James Potter varcava il portone della Sala Grande.
"Sirius è il mio ragazzo e gli altri sono nostri amici. E io non ti permetto di parlare di loro in questo modo, devi portare rispetto, Mocciosus."
James si avvicinò con aria curiosa, rivolgendo a Lily uno sguardo interrogativo. Lei rispose con uno sguardo di panico. Piton estrasse a sua volta la bacchetta dalla tunica, e la puntò, pronto per lanciare incantesimi contro Martha, che aveva ancora il nomignolo che Lily odiava sulla punta della lingua.
"Sev, siediti ..." provò a dire la rossa.
A quel punto, Piton puntò la bacchetta contro di lei. "Non ho bisogno che tu mi dica cosa devo fare, così come non ho bisogno che la tua stupida amica mi dica a chi devo portare rispetto. Sono ancora decisioni che riguardano me, e non voi due, una Sanguesporco e la sua amichetta."
Anche Lily si alzò, prese i suoi libri e, con un colpo di bacchetta, fece volare in aria tutti gli appunti di Severus, insieme al libro di Pozioni e a quello di Storia della Magia.
"Con me hai chiuso, Severus Piton. Dopo questa, con me hai davvero chiuso!" gli urlò contro con rabbia. Martha poteva vedere i suoi occhi pieni di lacrime pronte a rigarle il volto.
"Non ..." fece per dire Piton.
"Andiamo, Lily." Sussurrò James. Persino James era rimasto stupito da quell'ondata di rabbia di Piton.
Lei si diresse a grandi passi verso l'uscita, e non oppose resistenza quando James le mise un braccio attorno alle spalle e le sussurrò "Non qui." Quando capì che stava per mettersi a piangere.
Corsero vero la Torre di Grifondoro, e quando varcarono la soglia della Sala Comune, trovarono Remus e Sirius che giocavano agli Scacchi dei Maghi con Peter che li guarda divertito.
Sirius notò subito il panico misto a rabbia negli occhi di Martha, e quando vide dietro di lei Lily tra le braccia di James non fu difficile intuire che qualcosa fosse andato storto.
"Cosa diamine è successo?" chiese, alzandosi di scatto per abbracciare Martha e baciarle la fronte. Guardò Ramoso e lui rispose con un sorrisetto Malandrino.
"Piton ... Piton ha dato a me e a Lily delle schifose ..."
" ... Sanguesporco e la sua amichetta." Riprese Lily "Severus Piton mi ha chiamata Sanguesporco."
"Vado a parlarci io." Rispose istintivamente Sirius.
"La violenza non è sempre la soluzione." Tagliò corto Martha.
"E poi la tua ragazza gliene ha già dette quattro." Disse James in un ghigno, mentre Lily gli sporcava la camicia di lacrime.
"Che gli hai detto?" intervenne Remus, alzandosi con aria incuriosita.
"Si, piccola, che gli hai detto?" le chiese Sirius, sciogliendo l'abbraccio per guardarla negli occhi.
"Di farsi i cavoli suoi."
"Per Godric, Martha! Gli hai detto di non parlare male di noi, di noi Malandrini, perché ci deve rispetto."
Sirius saltò come un bambino al parco giochi. "Ma quanto ti amo, Redfort?!"
James se la rideva. E anche Remus, solo che non voleva farlo vedere.
"Non solo, Felpato. Lo ha chiamato Mocciosus."
Sirius passò lo sguardo dal suo amico alla sua ragazza. "Ti amo tanto, Martha. Ma tanto tanto!"
"Non ne vado fiera." Rispose lei seria.
"E allora perché lo hai detto?"
"Mi ha chiamata Sanguesporco." Ripeté Lily. James la strinse più forte a sé e lei lo lasciò fare, e Martha, guardandola, ebbe l'impressione che la cosa non le dispiacesse.
"Si, Lily, e in parte è colpa mia. L'ho provocato."
"Non è colpa tua." Rispose James serio. "Lui ha provocato te."
"Mi ha spiegato lui cosa volesse dire Mezzosangue e Sanguesporco, quando avevamo nove anni. Ha detto 'è una cosa molto cattiva da dire'. E ora mi ha chiamata Sanguesporco."
Tutti guardarono Lily.
"Perché tu non sei così offesa? Ha insultato anche te!" chiese alla sua amica, mentre tornava pian piano in sé.
"Perché non è un mio amico che me lo ha detto. Se me lo avesse detto James, starei peggio di te."
"Non direi mai una cosa del genere." Si difese James.
"Era un maledetto esempio." Tagliò corto Martha.
"Le cose cambiano, Lily." Intervenne Remus.
"Le p-persone cambiano ..." Tutti si girarono verso Peter: non aveva ancora detto una parola. Le ragazze si erano quasi dimenticate della sua presenza.
"No, Peter. Le persone non cambino. Si rivelano. Mi è ancora concesso cambiare idea su di lui?"
Martha la guardò con gli occhi dell'amicizia. "Solo i sassi non cambiano mai idea, Lily, ricorda."
"S-si rivelano ..." ripetè Peter. "È vero." Concluse dopo pochi secondi.
Martha annuì. "Si, è vero. Lily, forse è meglio se ti fai una doccia, così ti calmi."
Lei alzò lo sguardo verso James. Lui la guardò con gli occhi di chi ama. "Vai. Ci vediamo dopo."
"Okay, e ... grazie."
Lui le baciò la fronte, esattamente come faceva spesso Sirius con Martha.
"Non devi ringraziarmi." Le disse, lasciandola andare. Martha la prese per mano, salutò Sirius con un leggero ma dolce bacio sulle labbra e scomparvero nelle scale.
"Credo che tu abbia fatto colpo, Ramoso." Concluse Sirius, con lo sguardo ancora perso nelle scale.
"Quell'idiota non si sarebbe dovuto permettere."
"Che ha detto, esattamente?" chiese Lunastorta con sguardo incuriosito.
"Beh, lui ha tirato fuori la bacchetta per puntarla contro Martha, Lily gli ha detto di calmarsi, e lui gliel'ha puntata contro dicendo 'Non ho bisogno che tu mi dica cosa devo fare, così come non ho bisogno che la tua stupida amica mi dica a chi devo portare rispetto. Sono ancora decisioni che riguardano me, e non voi due, stupida Sanguesporco e la sua amichetta!' allora Lily ha preso i suoi libri e ha fatto volare in aria tutti gli appunti di Mocciosus... gli ha detto che con lei aveva chiuso, e quando ho visto che stava perdendo le staffe, l'ho portata via."
L'imitazione della voce di Piton fece sorridere.
"E l'hai abbracciata." Sottolineò con un sorriso Sirius.
James rispose con un sorriso altrettanto malandrino. "Si."
Martha ricomparve alla fine delle scale. "Non credo che scenderemo a cena, stasera." Sospirò.
"Resto con voi!" esordirono in coro Sirius e James.
Lei rise, ma in modo abbastanza forzato. Sirius lo notò e la prese, per stringerla a sé.
"Non si sarebbe dovuto permettere." Sospirò Remus, guardandoli.
"Non ... non sarà l'ultima volta."
Loro non parlavano mai del grande mago Oscuro che si stava facendo sempre più forte là fuori. All'interno del castello era un tabù, ma si sentiva che le sue idee iniziavano a girare.
"V-voi ... credete che si arriverà ad un guerra?" chiese Peter.
"Credo che ci vorranno anni prima che idee così idiote vengano prese sul serio." Rispose subito James.
"Io ... credo che se non altro, ci andremo vicini." Disse Martha.
"Comunque vada, non ti faranno del male. Non se ci sono io." Le disse Sirius, baciandole i capelli.
I Grifondoro iniziavano a scendere le scale per andare a cena. Martha baciò dolcemente le labbra di Felpato. "Non dovete sentirvi obbligati a rimanere, se non ..."
"Io voglio rimanere." Rispose James con uno dei suoi sorrisi.
Martha rispose al sorriso. "Lei ti piace." Disse, dopo aver controllato che non potesse ascoltare.
Lui prese in considerazione per qualche secondo l'idea di negare l'evidenza, ma quando notò che anche i suoi amici li guardavano in attesa che confermasse, non ebbe altra scelta se non dire "Si."
"Mettigli una buona parola." Sussurrò Sirius.
"Come se non lo avessi già fatto." Rispose Martha con sarcasmo.
"Mettimene anche più di una, avrò bisogno di tutto il tuo aiuto."
"Lo avrai." Gli strizzò l'occhio, con un sorriso quasi malandrino, e Sirius glielo baciò, quel sorriso.

Sirius e James rimasero davvero con loro, saltando la cena. Per loro era una cosa strana. Lily si era infilata la vestaglia e raccolta i capelli, aveva abbracciato James quando lo aveva trovato ad aspettarla, e questa volta era stato Sirius a strizzare l'occhio all'amico.
Sirius era sdraiato su uno dei divanetti della Sala Comune, con la testa sulle gambe di Martha, mentre guardano James che giocava agli Scacchi dei Maghi con Lily. Remus era andato a dormire un paio di partite prima, dando una pacca amichevole sulla spalla dell'amico, dicendogli che non ce l'avrebbe mai fatta.
Ora, il bel Potter aveva le mani nei capelli, mentre Lily se la rideva. Martha e Sirius ridevano ancora di più, guardandoli.
La maggior parte degli studenti dormiva già da qualche ora, ma siccome tutti sapevano perfettamente che Lily non avrebbe chiuso occhi, decisero di farle compagnia.
"Arrenditi, Potter." Gli disse Lily, alla millesima vittoria.
"Mai." Rispose lui con decisione, mentre le pedine si riposizionavano per una nuova partita. "Ma voi aiutatemi, no?" disse rivolto ai suoi amici.
"No, James, è bello così." Rispose Martha ridendo.
In quel momento Ashley Clark,sorella maggiore di Brianna, con i capelli scompigliati e la camicia slacciata fece irruzione nella Sala Comune, e si trovò addosso quattro paia di occhi incuriositi.
"Evans ..." iniziò a dire, con un tono brillo.
"Per Godric, Ashley, cosa hai bevuto?"
"Evans, c'è Piton qua fuori. Dice che si deve scusare. Dice che ... lo deve fare di persona."
"Non ci penso nemmeno." Rispose Lily con un tono freddo.
"Vado io, gli dico di tornare nei sotterranei da dove è venuto." Disse Martha alzandosi. "Ashley tu pensa solo ad arrivare al letto."
Ashley annuì e salutò Sirius con uno sguardo malizioso, pensando che Martha, fosse già scomparsa dietro il ritratto, ma lei era ancora lì.
"Ashley, vai a letto. Ora." Le disse con un tono gelido. Non le importava che fosse la più cara amica di sua sorella, aveva comunque provato a flirtare con il suo ragazzo.
Sirius scoppiò a ridere, ma dopo poco guardò Martha dicendole: "Sii prudente." Lei annuì e scomparve dietro il ritratto. Pochi secondi dopo, si trovò davanti un assonnato e deluso Severus Piton.
Quando lui fece per dire qualcosa, lei lo bloccò. "Non ti vuole vedere, Piton."
"Devo dirle che mi dispiace ..."
"Posso provare a dirle tutto io, ma non ti garantisco nulla."
Lui la guardò con finto stupore. "Non è da te essere così gentile con me. Non dovresti essere arrabbiata anche tu?"
Lei si guardò attorno con aria nervosa. "Senti, a me non importa se tu pensi che la qualità di una strega si basi solo sulla percentuale di sangue magico e stupidaggini simili, okay? Non m'importa perché per fortuna, ho al mio fianco persone che non la pensano in modo così idiota. Ma si da il caso che Lily, la mia migliore amica, chissà come, ci tenga a te. Questo pomeriggio l'hai davvero offesa, e delle scuse fatte per mettersi la coscienza a posto non cambieranno le cose. Ma se hai qualcosa da dire, dilla a me e giuro che verrà riferita parola per parola."
Lui ci pensò su per qualche secondo. "Ho offeso anche te, ma non m'importa. Lei è ... devo chiederle scusa di persona, Redfort. Devo farle capire quanto mi dispiace. Dille che la aspetto qui, e che dormirò qui, se necessario."
Lei alzò un sopracciglio. "È una minaccia?"
"Può darsi."
Lei annuì con aria annoiata da un dispiacere finto, e sparì di nuovo dietro il quadro. Attraversò il tunnel in pochi secondi e tornò in Sala Comune, trovando Lily ferma a fissare il fuoco, Sirius mezzo addormentato, e James intento a fissare Lily.
"Lils, lui ... minaccia di dormire qui fuori, se non gli darai la possibilità di dirti quanto gli dispiace."
Lei la guardò con due occhi vuoti, ed era un peccato che quei bellissimi occhi chiari fosse pieni di vuoto. Si alzò e, senza dire nulla, scomparve verso il ritratto.
"Credi che fossero scuse sincere?" chiese James.
"Assolutamente no. Ma doveva mettersi la coscienza a posto per andare a dormire tranquillo." Poi si voltò per guardare Sirius.
"Tu gli fai bene. Non fa altro che parlare di te, e sta diventando piuttosto noioso."
Lei rise. E lo guardò, in tutto il suo splendore. "Io lo amo, James. E non credevo che si potesse amare così tanto."
Lui sorrise. "Ha detto la stessa cosa, qualche giorno fa."
"Ti auguro di poter amare così, un giorno."
Lui sospirò. "Lo spero. E spero che la tua amica possa amarmi così."
"Credo che accadrà."
"Davvero?" il suo sguardo si illuminò.
"Si. Ma non dirle mai che te l'ho detto."
"A lei lo hai detto?"
"Almeno un milione di volte, ma finge di non sentire." Si sedette accanto a lui. "Non devi lasciarti scoraggiare, però. Soprattutto da Mocciosus."
Risero.
"Se ce l'abbiamo fatta Sirius ed io, ce la farete anche voi."
"Grazie."
"Ti voglio bene, James."
Lui sorrise. "Te ne voglio anche io. E sono davvero contento che lui abbia te."
Si abbracciarono, e se qualcuno li avesse visti, avrebbe giurato di vedere due fratelli.

  Lily tornò nella Sala Comune con un'espressione furiosa dipinta sul volto. James e Martha rimasero a consolarla fino all'alba, mentre lei piangeva lacrime piene di rabbia. A colazione, loro tre avevano davanti delle grandi tazze piene di caffè, mentre Sirius li guardava divertito, e Remus aiutava Peter in un ripasso dell'ultimo minuto.

"Non ho dormito davvero sul divano, dai, mi avete fatto qualche incantesimo per poter ridere di me."
"Certo, tesoro, certo." Rispose Martha. "E io sono Babbo Natale?"
"Chi è Babbo Natale?" chiedessero James e Sirius.
Le ragazze si guardarono e risero.
"Per Merlino, è così ovvio?" chiese James guardando l'amico.
"Vedi? Questo è quello che ci si perde ad essere dei Purosangue." Rispose Martha ridendo, rivolgendosi a Lily.
"Oddio, ma che razza di infanzia avete avuto?" Lily rise come non faceva da giorni.
James si portò la mano sulla fronte come se avesse avuto un'illuminazione. "Aspetta, riguarda quel libro babbano che ti porti sempre in borsa, Martha?"
"No, quello è Pinocchio, ed è il libro che mi regalò mia nonna."
"Pinocchio era la bambina che vendeva fiammiferi ed è morta di freddo?" chiese Sirius con aria incuriosita.
Le ragazze lo guardarono come se avesse appena bestemmiato. "Sia dannato Salazar, Sirius, no! Pinocchio era un burattino che parlava."
"Un burattino che parlava? Quel libro gigante che tieni nella borsa e che ha un milione di figure parla di un burattino parlante?"
"È un libro per bambini, Sirius."
"I bambini babbani crescono con burattini che parlano?"
"E con Babbo Natale."
"Per Godric, ora spiegatemi chi è questo dannato Babbo Natale." Intervenne James.
"Allora, è un uomo con una grossa pancia, vestito di rosso, che vive al Polo Nord. I bambini gli inviano letterine in cui dicono cosa vogliono per Natale, e lui, la notte di Natale, sale sulla sua slitta magica trainata da ..."
"Thestral?"
"No, da renne."
"Ma le renne non volano."
"Quelle di Babbo Natale si. Comunque, sale sulla sula slitta trainata da renne, e porta i ai bambini di tutto il mondo."
"E come fa, si Smaterializza di casa in casa?"
"No, non è un mago."
"E allora come fa?!"
Fu Lily a rispondere. "Per l'amor del cielo, Potter, ci sono due tipi di magia! La prima è quella che si presume tu stia studiando, la seconda è quella in cui credono i bambini!"
"Okay, allora" intervenne Sirius "scriveremo una lettera a Babbo Natale."
I tre lo guardarono con aria stranita.
"Trovo bellissimo che dei bambini possano credere con un uomo panciuto porti loro regali su una slitta incantata. E vorrei averci creduto anche io, forse avrei avuto un'infanzia più felice. Quindi noi" e guardò gli altri tre Malandrini (sebbene Peter avesse le mani nei capelli per il ripasso di Storia della Magia), e poi le ragazze "scriveremo una lettera a questo Signor Babbo Natale."
"Perché?" chiese James.
"Perché siete la mia famiglia. E si da il caso che una parte della famiglia abbia creduto per almeno un decennio in queste cose."
"Sirius, ma noi non passeremo il Natale insieme." Lo riprese Martha.
"Potremmo farlo, invece." Intervenne James. "Sirius sta già da me, c'è spazio anche per voi, se vi va."
Le ragazze si guardarono con aria perplessa. E Sirius, guardandosi attorno, si rese conto che non solo Remus e Peter erano spariti, ma che la Sala Grande, ormai, era praticamente vuota. In una frazione di secondo, si guardarono, presero le loro cose, e iniziarono a correre. Il professor Rüf non tollerava i ritardi.
Corsero per quasi tutto il castello,ognuno con dei pensieri diversi che frullavano nella testa.
Un Natale tutti insieme.
Per Sirius, sarebbe stato un vero sogno che si avverava. I Potter erano la cosa più vicina dei genitori che avesse, e sarebbe stato orgoglioso nel presentare loro Martha. E Lily li avrebbe adorati. James, dal canto suo, era emozionato almeno quanto le ragazze, anche se cercavano di non darlo a vedere. Avrebbero dovuto lasciare sole le loro famiglie.
All'inizio delle vacanze di Natale non mancava molto. Avevano poco tempo per decidere.
Arrivarono tutti e quattro con il fiatone. Furono Lily e Martha le prime ad entrare, e il fantasma le guardò con delusione: stavano diventando delle Malandrine.
"Perdoni il ritardo, professore." Disse Lily con un filo di voce.
"Spero voi abbiate una buona scusa." Rispose lui, fluttuando verso di loro.
"Beh, è colpa di Babbo Natale." Replicò James mentre cercava di riprendere fiato, facendosi avanti.
"Babbo Natale? Chi sarebbe costui? Uno studente?"Rüf sembrava irritato, e aveva l'impressione che i ragazzi lo stessero prendendo in giro.
"No, lui ... appartiene ad un altro tipo di magia."
"Signor Potter, esigo che lei ed i suoi amici mi diate una spiegazione plausibile."
"Vede, professore, esistono due tipi di magia. La prima, è quella che si presume le insegni. La seconda è quella in cui credono i bambini. E, in tutta confidenza, la seconda è di gran lunga più interessante di quella che spiega lei."
Martha gli diede una pacca sulla spalla, mentre Sirius e Lily scoppiavano a ridere. Il fantasma parve indignato e profondamente offeso.
"Potter, Black, Redfort ed Evans, con me dal Preside. Ora!"
Li fece girare su loro stessi e, solo allora, parve accorgersi del resto della classe, che li guardava con aria divertita. Si accorse che tutti avevano ormai il compito sotto al naso, e che non avrebbe potuto attraversare il castello per far punire i ragazzi senza lasciarli soli troppo a lungo. Quindi disse: "E ... per voialtri, il compito è rimandato." Si alzò un boato di felicità, mentre i quattro seguivano il fantasma con espressioni tra il divertito ed il colpevole.
Arrivarono davanti all'ufficio del Preside in poco più di cinque minuti. Il fantasma sussurrò la parola d'ordine al Gargoyle, che fece comparire le scale. I ragazzi fecero per salire, ma Rüf fece loro segno di attendere, e salì le scale.
"Mi dispiace di aver cacciato voi due in questa situazione." Disse James, quando il professore si chiuse alle spalle la porta dell'ufficio di Silente.
"Scherzi? È stato divertente." Rispose Lily.
"Immaginavo che fossi infuriata." Le disse Martha.
"Si, un po' lo sono, però mi sono anche divertita."
Martha rise e Sirius scosse la testa.
Rüf scese le scale, e, quando li raggiunse, disse loro che il Preside li aspettava. Loro annuirono e salirono le scale. L'ufficio di Albus Silente era pieno di libri, quadri di altri Presidi e oggetti magici, tra cui alcuni sconosciuti persino a Lily.
"Accomodatevi, miei cari."
Silente era in piedi dietro la sua scrivania, con una fenice accanto ed un grosso libro aperto davanti a sé. Le ragazze si sedettero sulle due sedie davanti alla scrivania, mentre Sirius e James rimasero in piedi dietro di loro. Silente sorrideva in modo gentile ed accogliente.
"Il professor Rüf mi ha appena informato che, non solo siete arrivato in ritardo alla sua lezione, ma che avreste insinuato che preferireste studiare Magia Oscura che Storia della Magia. È esatto?"
"NO!" risposero all'unisono.
A quel punto, ognuno di loro iniziò a raccontare la propria versione dei fatti.
"Non si tratta di Magia Oscura, ma di una leggenda Babbana!"
"Insomma, loro non sapevano chi fosse Babbo Natale!"
"E ieri Severus ..."
"E hanno confuso Pinocchio con la piccola fiammiferaia!"
"E poi Lily ha detto che ci sono due tipo di magia, e che ..."
"Babbo Natale, insomma, come si fa a non sapere chi è Babbo Natale?!"
" ... Babbo Natale appartiene al secondo tipo di magia, quella in cui credono i bambini, e io ho detto questo!"
"Mi ha chiamata Mezzosangue! Quella è vera Magia Oscura!"
"Io non ho mai accennato alla Magia Oscura!"
"Nessuno di noi userebbe mai la Magia Oscura, alla fine!"
Silente li guardava confuso. "BASTA!" urlò ad un certo punto. "Insomma, ragazzi, qualcuno di voi ha accennato, anche per scherzo, che apprendere le Arti Oscure sarebbe più interessante che studiare Storia della Magia?"
"NO!" risposero di nuovo tutti insieme.
"Bene. Questo agevola la vostra posizione. Ma, sinceramente, stento a credere che il professor Rüf vi abbia portati qui senza motivo."
Loro abbassarono la testa.
"Signorina Evans. Mi racconti com'è andata. Ho sentito, nella confusione di poco fa, che le è stato dato della Mezzosangue."
"Si, Preside, è vero, ma questo non c'entra con quello che è successo stamattina." Rispose lei, tenendo gli occhi bassi.
"Se lei è d'accordo, la inviterei a parlarmene comunque. Chi le ha detto una tale cattiveria?"
Lily guardò i suoi amici. "Severus Piton." Ammise, infine.
"Oh. E dire che sembrava una persona intelligente."
"È colpa mia, Preside." Intervenne Martha. "L'ho provocato."
Sirius le mise una mano sulla spalla. Lei la prese e vi intrecciò le sue dita. Silente li guardò da sotto gli occhiali a mezzaluna con aria intenerita.
"Non è stata colpa tua, Martha. Lo avrebbe detto comunque, prima o poi. È una fortuna che tu e James foste lì, altrimenti avrei fatto molto di peggio che fargli volare in aria gli appunti."
"Si meritava di peggio." Replicò Sirius.
"Devo intuire che il tutto sia iniziato da un litigio tra il signor Piton e la signora Redfort?"
Martha raccontò il litigio in ogni dettaglio, cercando di non insultare nessuno. Silente ascoltò in silenzio.
"Beh, mia cara Lily. Credo tu possa capire se ti dico che la qualità di una strega non si basa sul suo albero genealogico, bensì sulla sua abilità con una bacchetta in mano. E tu sei la strega più brillante della tua età."
Lily sorrise imbarazzata.
"Senza nulla togliere, naturalmente, alla cara Martha."
Martha sorrise in modo forzato.
"Ma non è per questo che siete qui oggi. Signor Potter, vuoi essere tu ad illuminarmi su quanto successo oggi con il professor Rüf?"
James rimase qualche secondo a pensare, e poi disse. "Mi perdoni se la domanda sembra indiscreta, ma lei conosce la leggenda babbana di un certo Babbo Natale?"
Silente annuì con l'aria di chi ne sa di più.
"Ecco, stamattina, a colazione, io e Sirius abbiamo chiesto a Lily e Martha chi fosse Babbo Natale, e loro ce l'hanno spiegato. Io non riuscivo a capire come si potesse credere con delle renne volassero e portassero una slitta, e ho chiesto perché, piuttosto, il signor Babbo Natale non si facesse trainare da dei Thestral, che sono più affascinanti, perché non tutti li possono vedere. Lily ha replicato che esistono due tipi di magia, quella che apprendiamo qui, e quella in cui credono i bambini. Poi ci siamo resi conto che eravamo in un dannatissimo ritardo, allora abbiamo iniziato a correre, ma siamo arrivati comunque in ritardo, e quando ho provato a spiegare a Rüf che eravamo in ritardo per colpa di Babbo Natale, lui mi ha chiesto se Babbo Natale fosse uno studente, e io ho risposto come mi aveva risposto Lily poco prima, dicendo che esistono due tipi di magia, quella che si presume spieghi il professor Rüf e quella in cui credono i bambini, e poi ho aggiunto che trovo molto più interessante la magia di Babbo Natale che quella spiegata da lui. Martha, Sirius e Lily sono scoppiati a ridere. E lui si è arrabbiato, e ci ha portati qui."
Silente guardò gli altri tre. "Confermate la versione del signor Potter?"
"Si." Risposero i tre.
Silente scoppiò a ridere. "Allora, miei cari, non ritengo che sia necessaria una terribile punizione come ritenuto dal vostro professore. Tuttavia, dovrò togliere quindici punto alla casa di Grifondoro per la mancanza di rispetto. Ora, lasciate che colga l'occasione per dirvi che sono davvero orgoglioso di voi. Avete scelto il percorso per diventare Auror e sono certo che sarete dei bravissimi maghi e degli splendidi Auror. Tuttavia, signorina Redfort e signorina Evans, vi reputo abbastanza intelligenti perché capiate che, visti gli avvenimenti recenti, non sarà l'ultima volta che verrete giudicate male per via delle vostre origini babbane. Per vostra fortuna, avete accanto persone come il signor Black ed il signor Potter che –ne sono certo- non lascerebbero mai che vi venga fatto del male."
"Può giurarci." Rispose Sirius con aria fiera.
Martha lo guardò e sorrise.
Lily li guardò, e poi guardò James, che la guardava nello stesso modo in cui Sirius guardava Martha.
"Non permetterò che ti venga torco un capello, Evans, puoi starne certa."
Lei non poté fare altro che sorridere.
"Bene. Ora, vi consigli di andare a fare una passeggiata sotto la neve. Naturalmente, senza allontanarvi troppo, altrimenti sarei davvero costretto ad infiggervi una punizione."
I ragazzi guardarono fuori. Stava nevicando. Il Natale era davvero più vicino di quanto immaginassero.  


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