°Capitolo Ventidue°
Canzone d'ispirazione: "Ti voglio bene" di Tiziano Ferro.
I giorni sono passati e alla fine, anche il rancore verso Christopher è passato.
Eh già, siamo ritornati insieme.
Ormai non ho più dubbi: lui fa parte della mia felicità, anche perché è cambiato da quella sera. È molto più presente, mi chiama spesso e ci vediamo tutte le sere su Skype.
Inutile dire che in famiglia non lo abbiano saputo. Diciamo che all'inizio ci sono rimasti parecchio male, ma alla fine se ne sono fatti una ragione, avvertendomi di stare molto attenta.
Alla fine è così: scelte mie, conseguenze mie.
Sono in treno per andare all'università e ho una grandissima paura.
Oggi saprò il risultato dell'esame che ho fatto due settimane fa e che segnerà la fine del primo semestre.
Una volta terminato ciò, inizieremo il secondo semestre, facendo pratica tramite uno stage come infermiera in un vero ospedale.
La cosa mi eccita da morire, anche se mi mette un pó di ansia.
Si avrà a che fare con dei veri pazienti e non si può nemmeno sbagliare, altrimenti sono guai davvero enormi.
"Buongiorno piccola!💕"
Scrive Christopher, facendomi distrarre dai miei pensieri.
"Buongiorno amore...❤"
"Come stai?"
"Ansiosa. Sai, ho fatto un esame due settimane fa e ho paura del risultato..."
"Non avere paura. Andrà tutto bene. Ho fiducia in te."
"Io sono sempre stata così ansiosa... Sono un disastro!😭"
"Tu non sei un disastro, amore. Tu sei la perfezione in persona e io ti amo per come sei...❤"
Sorrido di mia spontaneità e m'innamoro sempre di più di questo ragazzo.
Mi rendo conto, soltanto ora, che ho fatto bene a perdonarlo. Non mi importa degli errori, alla fine tutti sbagliamo e tutti abbiamo diritto ad avere delle chance.
"Non so veramente come ringraziarti..."
"E per cosa?"
"Per il fatto che tu esisti..."
"Veramente, sono io a ringraziare te...❤"
Sono talmente presa ad innamorarmi perdutamente di Christopher, che mi stavo dimenticando di scendere dal treno, che è arrivato a Catania Centrale da pochi secondi.
Che tonta che sono!
Scendo dal treno e mi dirigo all'università di grande fretta.
In pausa pranzo io, Veronica e Giorgio decidiamo di dirigerci al tabellone dei risultati e ci facciamo coraggio. Abbiamo paura, ma siamo sicuri di essere andati bene.
Il primo ad andare a vedere il risultato è Giorgio.
Cerca il suo nome scorrendo con il dito sul tabellone e poi, si volta verso di noi con un grande sorriso.
«22 su 30!» esclama, tutto esaltato.
«Bravo, Giorgino!» ribatte Veronica.
«Ora tocca a voi...» sussura Giorgio.
Veronica si fa avanti e anche lei, come Giorgio, cerca il nome sul tabellone e noto che si mette le mani sul volto.
Che le sarà successo?
Mi avvicino a lei, accertandomi che sia tutto apposto.
«Vero, tutto ok?»
«Non posso crederci. 28 su 30...» mormora, per poi gridare di gioia.
Sono felice per lei, perché so che si è impegnata veramente tanto per questo esame.
«Dai, ora è il tuo momento...» enuncia.
Faccio un sospiro e cerco il mio nome sul tabellone.
Eccolo: 27 su 30.
Ce l'abbiamo fatta tutti e tre ed è ufficiale: siamo pronti per il secondo semestre e per lo stage in ospedale.
«Allora, com'è andata ragazze?» chiede Giorgio.
«Io 27 su 30, mentre Veronica 28 su 30...» ribatto.
Giorgio ci sorride e ci viene incontro, abbracciandoci forte.
Non avrei mai pensato che andando all'università, avrei incontrato due amici fantastici come loro e che insieme formassimo una grande squadra.
«Che ne dite di andare a festeggiare questo evento con un bel panino da McDonald's? Tanto il professore nel pomeriggio ha rimandato le lezioni...» propone Veronica.
Io e Giorgio ci guardiamo e acconsentiamo.
«Massì, andiamo...» bisbiglio.
Arrivati al McDonald's più vicino all'università Giorgio ordina i panini per noi, mentre io e Veronica cerchiamo di trovare un tavolo libero.
Oggi il McDonald's è pieno, specialmente di ragazzi liceali e che poi, non riesco a capire: ti guardano e si mettono a ridere.
Mah.
«Vieni qui!» esclama Veronica, indicandomi il posto.
Io la raggiungo e mi siedo accanto a lei.
«Allora che mi dici di nuovo?» mi chiede.
Vorrei raccontarle di me e di Christopher, ma ho una grande paura che si possa arrabbiare, visto con quello che è successo a Capodanno ed è meglio per il momento che non lo sappia, come del resto, anche le altre mie amiche.
Non ho voglia di sentirmi dire da nessuna di loro che sto facendo uno sbaglio. Non ora, che sono innamorata di lui.
«Che sono contenta di fare lo stage...»
«Anch'io! Ti immagini se saremo tutti e tre nello stesso ospedale?»
«Sarebbe bellissimo...» le rispondo entusiasta.
Veronica mi sorride e poi, mi abbraccia forte.
Ormai non ho dubbi: Veronica è la mia quarta migliore amica.
«Ehm, ragazze... Aiutatemi!» interviene Giorgio, avendo in mano i vassoi in un equilibrio precario.
Io e Veronica, inizialmente, scoppiamo a ridere per la scena e poi, lo aiutiamo.
«Oh, grazie...» dice Giorgio, facendoci l'occhiolino.
Siamo tutti pronti a mangiarci un bel panino alla faccia di chi ci vuole male.
Sto per finire di mangiare, quando sento il mio cellulare che sta suonando.
Chi è che mi sta rompendo le palle?
Guardo il nome su display e cambio subito atteggiamento.
È Christopher.
Come faccio a rispondergli?
Non posso dire ai miei amici che si tratta di Christopher e quindi, dico che vado in bagno per fare una chiamata alla mia matrigna.
Una volta giunta li, lo richiamo subito.
Ho tantissima voglia di ascoltare la sua voce, quanto ho voglia di farci l'amore e di baciarlo.
«Ehi, piccola...»
«Ciao...»
«Come stai?»
«Molto meglio ora...»
«Infatti, ti sento felice...»
«Lo sono. L'esame è andato strabene! 27 su 30...»
«Bravissima... Sono fiero di te»
Sorrido alla sua ennesima frase romantica e non ci posso fare nulla.
Lui mi piace così tanto e solo lui può regalarmi gioie e dolori nello stesso momento.
Giuro, non soffro di sbalzi di umore. Sono semplicemente innamorata.
«Quindi, adesso la mia Diletta farà l'infermiera...»
«Sì, esatto...»
Adoro quando lui dice che sono "la sua Diletta": è come se io appartengo lui ed è lo stesso per me.
Noi ci apparteniamo l'uno all'altra.
«...Già ti immagino con il camice bianco, le calze a rete e i tacchi... Mmmmh, Diletta...» mormora con una voce presa dall'eccitazione.
Immagino che lo abbia provocato con la sua immaginazione erotica che ha in me e io ancora non riesco a capire come faccia a provare così tanta eccitazione nei miei confronti.
«Amore, è tutto apposto?» domanda.
«Si, è solo che... Come faccio a dirtelo? Me lo hai fatto diventare duro...»
«Maialino...»
«Sei te che mi fai questo effetto...»
Da una parte, mi sento in imbarazzo perché mi fa strano che un ragazzo si ecciti per me. Dall'altra, mi fa sentire lusingata perché, in fondo, a lui gli piaccio così come sono.
«Non posso in questo momento... Mi trovo al McDonald's con amici»
«Che peccato, altrimenti ti facevo impazzire...»
«Sarà per la prossima volta...»
Se ero veramente sola, molto probabilmente, mi sarei toccata e anche se cerco di trattenermi, in realtà ho un grande desiderio di saltargli addosso.
«Io ti amo veramente tanto, Diletta...»
«Anch'io ti amo, Christopher...» ribatto, con aria sognante.
«Ma Diletta!» esclama una voce familiare.
Mi volto verso la persona in questione e mi rendo conto che si tratta di Veronica.
Chiudo subito la telefonata con Christopher e mi tengo pronta a subire le domande da tribunale.
«Ah, è questa era la telefonata di famiglia che dovevi fare?» domanda.
«Eh sì...»
«Ah, e mi prendi pure per il culo?»
«Guarda che non è come pensi...»
«E dai, sentiamo. Come mai ti ho sentito dire "Anch'io ti amo, Christopher"?»
Ok, mi ha fregata. Non posso più dire bugie, ormai la verità è venuta a galla.
Cerco di mantenere la calma e di raccontarle tutto quanto.
«La verità è che siamo ritornati insieme e siamo ancora molto innamorati. Abbiamo sbagliato tutti e due e mi è sembrato giusto dargli un'altra possibilità...»
«Sì, sì certo... Un'altra possibilità di farti prendere per il culo. Ti ricordo che a Capodanno non è venuto e tu hai passato la serata a piangere tra le braccia di mio fratello e ad ubriacarti come una spugna!!!» sclera Veronica come non l'avevo mai vista.
«Ha avuto un problema in famiglia...»
«E beh, non poteva dirtelo?»
«No. Si trovava in Australia e non poteva contattarmi...»
«Vedi? Lo fai ancora... Stai prendendo le sue difese e così facendo, non ti fai rispettare!!»
Sto iniziando a perdere le staffe e provo a trattenermi, fino a quando non esplodo...
«La smetti? Smettila di fare la sapientona, ok?! Tu non sai un cazzo di me e di Christopher! Io lo amo e, che ti piaccia o no, non mi interessa. Anzi, te ne puoi andare pure a fanculo!» urlo incazzata.
Lei cambia espressione e inizia a piangere.
Un attimo dopo, mi accorgo di aver esagerato e provo a scusarmi, ma lei rifiuta.
«Lasciami perdere! Vai dal tuo Christopher!» strilla, per poi andarsene dal bagno.
Tento di seguirla, ma nulla da fare: è più veloce di me.
Mi avvicino Giorgio e gli dico che dobbiamo andardene.
«Ma io devo finire di mangiarmi il panino!» piagnucola.
«Non mi importa del panino! Dobbiamo rincorrere Veronica, andiamo!» dico, per poi trascinare Giorgio fuori dal McDonald's.
Durante il tragitto, riesco a raggiungere Veronica che sta camminando velocemente.
«Vero, aspetta!» urlo, per poi prenderla dal braccio.
Lei si libera dalla mia presa in modo brusco e si volta verso di me.
«Che cazzo vuoi ancora?» strilla.
«Scusami, Vero. Non volevo, ho esagerato...»
«Sì, certo... Te ne sei resa conto dopo che mi hai trattata male, mandandomi a fanculo per difendere quello stronzo che ti ha fatto soffrire. Lascia che ti dica una cosa: tu non hai un briciolo di rispetto verso te stessa, figuriamoci per gli altri!»
Le parole di Veronica mi colpiscono in profondità e non riesco neanche risponderle.
«Ora hai finito di fare la patetica?» chiede Veronica, scocciata.
Io annuisco in silenzio.
«Ora voglio essere lasciata in pace... Ti è chiaro il concetto?» urla, per poi continuare ad andare per la sua strada.
Io la osservo andare via e mi sento una stronza.
Ho trattato male Veronica per colpa della mia scelta di ritornare con Christopher.
«Che cos'è successo?» chiede Giorgio,sentendosi frastornato per la situazione.
«Scusami, Giorgio. Non ne voglio parlare. Io vado in stazione e me ne torno a casa. Ho voglia di stare da sola. Ci vediamo, ciao.» rispondo amareggiata, per poi lasciare Giorgio in mezzo Catania.
Ho perso la mia amicizia con Veronica e mi sento a pezzi.
Odio essere impulsiva e tutto il resto dei miei difetti.
Questo non mi ci voleva.
Durante il tragitto per andare alla stazione, tento di chiamare Christopher per una parola di conforto, lui non risponde nè alle mie chiamate e neanche ai miei messaggi.
In questo momento mi sento così sola e forse, è anche giusto così: devo imparare a pagare le conseguenze dei miei errori.
Chissà se dopo tutto quello che è successo, Veronica mi perdonerà...
Forse sì, forse no.
Per il momento è meglio che ognuna di noi, se ne stia per conto proprio, almeno così si potrà sbollire la rabbia.
Lei già mi manca, però.
Che tristezza...
Quando arrivo a casa, son sollevata nel sapere che non c'è nessuno.
Ho voglia di restare sola e forse, me lo merito.
Dopo che ho trattato male Veronica, merito di non avere nessuno accanto a me. Sono una persona di merda e me ne vergogno tantissimo.
Corro in camera mia e mi butto sul letto. Inizio a piangere tanto, ma così tanto che, quasi, non riesco più a smettere.
La cosa più brutta è che non so se sto piangendo per la lite con Veronica o per l'assenza di Christopher.
Ho tentato di chiamarlo ancora e lui non mi risponde. Gli ho persino inviato anche due messaggi vocali di Whatsapp, dove gli faccio sentire che sto piangendo come una disperata.
Ho bisogno di aiuto.
Un attimo dopo, sento che mi è arrivato un messaggio di WhatsApp.
Guardando il display, mi rendo conto che non si tratta di Christopher, come penso, ma di Martino.
"Che succede? Perché piangi?"
Oh no. Ho sbagliato il destinatario di quei messaggi vocali.
Quei messaggi dovevano essere per Christopher, ma per sbaglio li ho mandati a Martino.
Sono certa che adesso si preoccuperà tanto per me e mi toccherà raccontargli tutto quello che è successo con sua sorella.
"Non mi importa, Marty... È che ho il ciclo..."
"Non mi convinci. Ho sentito che dicevi che ti mancava Veronica. È successo qualcosa con mia sorella?"
"No, Marty. Va tutto bene."
"Dai, non mentire."
In effetti, come faccio a mentire e dirgli che va tutto bene se, poi, sente dai miei messaggi vocali che piango come una disperata?
"Ok, te lo dico. Ho litigato con lei oggi..."
"Senti ho un'idea: io lavoro fino alle nove e dopodiché, ti vengo a prendere e ci facciamo un bel giro, così mi racconti tutto..."
"Ma no, Marty. Ti ringrazio per la tua disponibilità, ma non voglio. Magari sei stanco e immagino che dopo il lavoro e ti vorrai riposare..."
"Non mi importa della mia stanchezza. Io ti voglio bene e sentirti soffrire, mi si spezza il cuore e perciò, io ti voglio aiutare."
Martino mi lascia senza parole : è cosi premuroso e perciò, decido di accettare di vederci stasera.
Almeno mi distraggo e lui saprà darmi qualche consiglio per riappacificarmi con Veronica.
Dopo che ci siamo salutati, mi sento un po' tranquilla.
Non riesco a capire perché questo succede soltanto con Martino, anziché con Christopher.
Boh, io non lo so.
Martino è puntuale come sempre e io, non facendocela più stare sola con il dolore, esco subito di casa.
Appena incrociamo lo sguardo, mi viene spontaneo di andare a abbracciarlo forte.
«Ehi...» sussurra dolcemente.
Io scoppio in lacrime e sento che lui mi accarezza la testa, come per assicurarmi che lui è presente.
«Non ti preoccupare. Ora ci sono io qua con te...» mormora.
Tento di calmarmi e, tutto ad un tratto, smetto di piangere.
«Ti va di andare a mangiarci un kebab? Offro io...» propone.
Io sorrido e accetto.
«Conosco un kebabbaro, dove lo fanno buonissimo. Andiamo, ti ci porto io...» enuncio, per poi salire insieme in macchina.
Dopo varie indicazioni, riusciamo ad arrivare a destinazione.
Ebbene sì: si tratta proprio del kebabbaro al centro di Acireale, proprio dove lavora il papà di Syranda.
Entriamo nel locale e Hasan, il padre di Syranda, mi riconosce subito, avendo capito subito quello che vogliamo.
Io e Martino ci sediamo in un tavolino all'angolo e tra poco mi devo tenere pronta a raccontare tutta la faccenda di Veronica. Non ho molta voglia, ma almeno potrò sfogarmi con qualcuno.
Alla fine Christopher non si è fatto neanche più sentire e giuro che quando si assenta così all'improvviso, mi fa soltanto incazzare.
Non capisco se lo fa apposta oppure no.
Posso capire di giorno che c'è di mezzo l'università, ma la sera no. Vabbè, lasciamo perdere.
«Allora, cosa è successo con Veronica?» mi chiede Martino.
Faccio un sospiro.
«Prima di raccontarti di me e di Veronica, devo raccontarti un'altra cosa...» ribatto.
Gli racconto del ritorno di Christopher, dei dubbi che avevo inizialmente e di come alla fine abbia deciso di perdonarlo, perché in fondo sono ancora innamorata di lui.
Noto immediatamente che Martino ha un'espressione triste.
« Marty, tutto ok?» chiedo dubbiosa.
«Sì, sì certo... Ora dimmi: cosa c'è successo con mia sorella?»
«Oggi eravamo al McDonald's e io sono andata in bagno per telefonare a Christopher. Ecco, lei mi ha beccato in flagranza e ha iniziato a dirmi che io non mi faccio rispettare, che lui mi sta prendendo per il culo...» racconto, per poi mettermi a piangere.
Martino mi ascolta con attenzione, notando i suoi occhi lucidi, come se volesse piangere, e un secondo dopo, mi viene vicino e inizia a stringermi forte.
«La cosa brutta è che l'ho trattata come uno schifo e ora mi sento una merda. Non merito il suo perdono e neanche che sia mia amica...» piagnucolo, mentre sono tra le braccia di Martino.
«Dai, non dire così. Capitano questi momenti di rabbia e a volte, diciamo ciò che non è vero. Tieni considerato che quello che ti ha voluto dire è perché semplicemente ti vuole bene...» mormora Martino, consolandomi.
Ha ragione: la rabbia molte volte ci fa dire ciò che non pensiamo realmente e finiamo per rovinare ciò che si costruisce con grande fatica.
«Vedrai che si risolverà tutto, anche perché Veronica senza di te si sente persa. Intanto, provo io a parlarle, ok?» si esprime sempre con quel tono dolce.
Io acconsento a ciò che dice e, automaticamente, mi tranquillizzo.
«Ecco qui i kebab, ragazzi!» esclama Hassan con in mano i vassoi.
Noi ringraziamo e iniziamo a mangiare.
Un kebab così buono ci vuole per concludere una giornata di merda come questa.
Dopo il kebab, Martino mi accompagna a casa e durante il viaggio di ritorno, ho la sensazione di non sentirmi bene.
Mi sento debole e le guance sono molto calde.
«Credo di non sentirmi bene...» enuncio.
«Cos'hai?» chiede Martino preoccupato.
«Mi sento molto debole...»
Martino parcheggia l'auto fuori strada e mi tocca la fronte.
«Hai la fronte calda e credo che tu abbia la febbre»
«Com'è possibile? Magari hai avuto un periodo troppo stressante e le tue difese immunitarie si sono abbassate...»
«Può essere...»
«Facciamo così: arriviamo a casa tua e ti aiuto a metterti a letto...» propone.
«Ma no, dai... Non è il caso...»
«Almeno lascia che ti aiuto ad entrare in casa... Sei troppo debole»
«Grazie Marty... Sei un amore.»
«Di nulla...» ribatte, sorridendomi per poi partire con l'auto.
Poco dopo, Martino mi aiuta a portarmi in casa e ed essendoci Mara, le narra ciò che è avvenuto. Le consiglia di prepararmi una camomilla e poi mi saluta, dandomi un bacino sulla guancia e se ne va.
Io mi dirigo in cameretta e mi corico a letto.
Prendo il termometro per misurare la febbre e poco dopo, ho la conferma: 39 di febbre.
Pochi minuti dopo, arriva Mara per darmi la camomilla calda e della tachipirina da 1000.
«Tesoro, domani niente università. Riposati e buonanotte» dice, per poi darmi un bacio in fronte.
Io le sorrido teneramente e lei mi ricambia, per poi andare via dalla mia stanza.
Do un'ultima occhiata al cellulare, prima di addormentarmi e ci sono due nuovi messaggi.
"Mi dispiace averti visto in quelle condizioni... Domani ti chiamo per sapere come stai e se riesco, passo a trovarti. Riposati tesoro❤"
Questo è da parte di Martino.
Devo ammettere che questo messaggio mi ha fatto sorridere e meno male che c'è stato lui a farmi stare tranquilla.
"Ciao amore! Oggi giornata piena e ora sono al pub con degli amici...😘"
È il messaggio di Christopher.
È arrivato lui, il menefreghismo in persona e sinceramente, non ho neanche le energie per incazzarmi per come si deve.
Meglio che ci dormo sopra.
La mia salute viene prima di tutto.
-Spazio Autrice-
Ciao belli!!
Buon Ferragosto a tutti e spero che il capitolo sia di vostro gradimento!
Al prossimo capitolo!😘😘😘
Alessandra
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