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°Capitolo Nove°

Canzone di ispirazione: "Oggi Sono Io" di Alex Britti.

Ormai è questione di poco tempo: tra una settimana inizierò la mia vita da universitaria e tutto cambierà.
Forse non avrò così tanto tempo libero, ma non importa.
Si tratta del mio futuro e devo fare qualche sacrificio.

Stasera faremo un pigiama party nella nuova casa di Anastasia. Ha appena preso una casa in affitto, situata in centro Catania, in modo tale che può restare vicino al suo lavoro come cameriera nel pub in cui mi sono ubriacata con quei due bicchieri di Cuba Libre.
Stasera Anastasia è libera e quindi, niente alcool, anche perché, mica posso presentarmi all'università camminando barcollando per i corridoi vomitando a tutto andare.
Mi prenderebbero per un'alcolizzata.

«Ragazze, è pronta la cena! Venite!» esclama Anastasia tenendo in mano i cartoni della pizza fumanti .
Il profumo è delizioso e il mio stomaco brontola forte per la fame.

Andiamo tutte in cucina, la quale è arredata in modo semplice e "povero". Noi ceniamo su tavolino e sedie di plastica, tipo quelle da picnic.

«Allora, infermiera, sei pronta per iniziare la tua carriera universitaria?» domanda Milena.
«Sì, certo e tu, chimica?» le domando in risposta, facendole l' occhiolino.
Tra una settimana, anche Milena inizierà l'università con la sola differenza che lei studierà nella facoltà di chimica, mentre Syranda e Anastasia hanno deciso di lavorare.
«Magari stavolta sei fortunata in amore... Magari incontri un bel dottore...» enuncia Syranda, lanciando uno sguardo malizioso.
«Ma cosa dici? Non ho il tempo di pensare all'amore...» ribatto ironica.
Loro non sanno ancora nulla di Christopher e son indecisa se dirglielo oppure no.
Da una parte penso che non ci sia nulla di male perché se sono felice, anche loro in teoria dovrebbero esserlo.
Dall'altra , ho tanta paura di essere giudicata male quando sapranno come l'ho conosciuto o magari, potrebbero parlare male di Christopher e io me la prenderei.

Mentre finiamo di mangiare la nostra pizza formato famiglia, il mio telefono inizia a vibrare.

Ma chi sarà mai?

Sto per alzarmi a prendere il telefono che ho lasciato in sala, ma Syranda mi precede all'improvviso , afferrandolo e leggendo sfacciatamente il messaggio del mittente.
Ecco, adesso sono fregata!
Lei mi guarda, sorridendomi, glielo leggo in faccia che vuole una spiegazione, ma le replico che non è momento e che ci sarà un'altra occasione per raccontarle tutto.
Mi riprendo il telefono, tirandole un'occhiataccia .

Cosi decido di uscire fuori sul balcone, per poter rispondere tranquillamente al mio Christopher.

«Pronto?»
«Ciao, piccola...»

Ogni volta che mi chiama "Piccola", mi viene da sorridere e il cuore scoppia di gioia. Non posso crederci. Quello che sta succedendo tra noi sembra IMPOSSIBILE.
Non so neanche se stiamo insieme.
In teoria sì, visto che ci chiamiamo con nomignoli dolci.
Tante volte ho sentito il desiderio di dire che lo amo, ma ho sempre paura di andare un po' di fretta. Il "Ti Amo" l'ho sempre ritenuto una cosa da dire ad una persona molto importante e penso che, ormai, essendo quasi due mesi che conosco Christopher e i miei sentimenti si son parecchio rinforzati: Non sarebbe l'ora di dirglielo?

«Che fai?»
«Pigiama party con le amiche, tu?»
«Sto per andare a bere una birretta con degli amici di università...»
«Mi raccomando, eh...»
«A cosa?»
«Alle ragazze...»
«Piccola mia, io sono solo tuo... Appena si avvicina una ragazza, la caccio via. Giuro...»
«Ecco, bravo...»
«Senti, ti piacerebbe sentirmi parlare in inglese?»
«Adesso che ci penso, non ti ho mai sentito parlare in inglese. Comunque, dai, dimmi...»
«I love you»

Cosa? Ho capito bene?
Mi ha appena detto "Ti Amo" nella sua madrelingua?

«Scusa, non ho capito. Puoi ripetere?» replico, facendomi ripetere quelle parole così belle.
«Oh certo, I love you...»

Rimango ancora senza parole, tanto che mi cade il telefono dalle mani e mi spavento da morire.
Non vorrei che mi fosse caduto dal balcone.
Provo a cercarlo nel buio ed eccolo lì. Per fortuna che non si è rotto il vetro e che Christopher è ancora in linea.
«Scusami, mi è cascato il telefono dalle mani» dico, mentre mi scappa una risata.
Anche Christopher è divertito dalla scena e sento che sta ridendo a crepapelle.
«Comunque, hai capito quello che ti ho detto?»
«Certo...» dico sussurrando, piangendo di gioia .
«E cosa ne pensi?»
«Che io volevo dirtelo, ma avevo paura sempre di rovinare tutto. Comunque, anch'io provo la stessa cosa...»
Ho la sensazione che che lui abbia gradito quello che gli ho detto, d'altronde è la verità: ci amiamo.

«Dai, piccola... Vai con le tue amiche. Io ora devo proprio scappare...»
«Mi scrivi quando arrivi a casa?»
«Certo, divertiti...»
«Anche tu...»

Chiudo, a malincuore, la nostra telefonata durata mezz'ora.
Mi accorgo che sento un po' freddino e la cosa grave è che mi sto dimenticando che sono insieme alle mie amiche.
Meglio entrare in casa o chiameranno "Chi l'ha visto".

Appena entro in casa, Syranda mi prende in disparte.
Ora mi sento una merda...
«Ma chi è quel Christopher?» mi chiede sorridendomi.
«Un amico...» ribatto imbarazzata.

Ancora bugie? Perché non dire la verità?

«Amico, ne sei sicura?» chiede nuovamente , assumendo uno sguardo sconcertato .

Ecco, appunto.
Le mie amiche non sono stupide, ormai mi conoscono fin troppo bene. Vabbè, lo dico.
«No, è un ragazzo con cui mi sto sentendo...»
«Ah, ecco. Infatti, avevo notato qualcosa di strano in te. Strano in senso buono: sei più felice e anche più bella...»
In effetti, è vero: da quando io e Christopher ci sentiamo, mi sono completamente trasformata in una nuova persona.
A furia di fare lunghe camminate per stare al telefono con Christopher, ho perso un po' di chili. Non mi sento più sola e triste come prima e adesso mi sento davvero amata per quello che sono.
Lui non fa altro che dirmi che sono la ragazza più bella che lui abbia mai visto, che non ha mai provato nulla del genere prima di incontrarmi e che appena avrà il denaro sufficiente, arriverà a Catania a trovarmi.
Non vedo l'ora che tutto ciò diventi realtà.
«E' carino?» chiede Syranda con un grande sorriso.
«Carino? E' bellissimo...» esclamo innamorata.
«Chi è carino?» interviene Milena, cercando di ficcare il naso tra me e Syranda.
«Il ragazzo di Diletta» risponde Syranda all'istante.
«Cosa sentono le mie orecchie: Il ragazzo di Diletta!» si intrufola anche Anastasia.
Adesso sono chiaramente in trappola e sono costretta a raccontare tutto alle mie amiche, anche se in fondo non è così male. Almeno potrei condividere la mia felicità con loro, dopo tutto, sono la mia seconda famiglia.

Mentre Anastasia collega i cavi del DVD alla televisione per vedere un film, racconto di Christopher a loro. Sono molto contente per me, anche se mi hanno raccomandato di stare molto attenta.
Non si può mai sapere.
Le ho tranquillizzate dicendo loro che, secondo me, sembra essere un ragazzo sincero e davvero innamorato .

Chissà come sta andando la sua serata con gli amici...

Spero tanto che nessuna ragazza si avvicini a lui.
Se lo facessero, di fronte a me, io non ce la farei a stare lì a guardare. Spezzerei le gambine di ogni zoccola, per poi giocarci a Shanghai.
Eh già, sono abbastanza gelosa.

Alla fine, con le amiche abbiamo deciso di vederci "Come d'incanto", un film prodotto dalla Walt Disney, del quale l'interprete principale è Patrick Dempsey.
Per avere 50 anni, quell'attore è decisamente un figo, anche se ho Christopher nel cuore.

Dopo un'ora e mezza circa di film, è mezzanotte. Decidiamo tutte quattro di farci una bella spaghettata di mezzanotte con aglio, olio e peperoncino.
Ecco come ingrassare immediatamente, senza fare chissà cosa.
Massì, chi se ne frega. Mica voglio essere una modella.
Christopher non mi ha ancora scritto per dirmi che è a casa. Molto probabilmente, sarà ancora fuori.
Pazienza, aspetterò.

Tra una spaghettata e l'altra, decidiamo di vedere un altro film, stavolta un thriller.
Sono quasi le due.
Mi sto divertendo a condividere questa avventura notturna con le mie amiche, ma sono anche preoccupata per il fatto che Christopher non mi abbia ancora scritto.
Dovrei mandargli un messaggio? Ho molta paura di risultare pesante, ma non voglio avere l'ansia addosso costantemente .
Dopo il film, prepariamo i sacchi a pelo, visto che Anastasia non ha ancora preso i mobili e i letti.

Quasi le tre e mezza. Non mi ha scritto.

Basta, non posso più aspettare.

"Amore, tutto ok? Sei a casa?"

Inviato. Una spunta sola.

Questo significa che potrebbe avere il telefono spento. Non voglio immaginare che cosa stia facendo e con chi stia in questo momento, speriamo che non stia facendo quello che penso.

Calmati, Diletta...

Le mie amiche si sono addormentate quasi subito e io non riesco a prendere sonno.
Sono le quattro di notte e lui non mi ha ancora risposto.
Mi alzo lentamente, senza disturbare le mie amiche, e vado fuori sul balcone. Tento di chiamarlo, ma nulla: ha la segreteria telefonica.
Sarei veramente tentata di buttare il telefono dal balcone per la rabbia oppure di di chiamare il pronto soccorso di Roma per vedere se è ricoverato.
Magari non è stato bene e non vuole dirlo nessuno per non farmi preoccupare.

No, non sarà così...

Prendo un po' di aria e tento di calmarmi. Non è così facile, ma devo farlo altrimenti rischio davvero di agire impulsivamente.
Faccio un paio di respiri e, automaticamente, mi sento meglio.
Decido di dormirci sopra, tanto sono sicura che domani si rifarà sentire.

Quando mi sveglio, sono le dieci passate.
Non sono riuscita a dormire molto serenamente, perchè non facevo altro che continuare a svegliarmi e guardare il cellulare. La situazione era la stessa e ogni volta era sempre una delusione.

Dove cazzo sarà finito?

Mi vesto velocemente e vado in cucina, dove trovo tutte le mie amiche a fare colazione con il cappuccino nei bicchieri termici e le brioches appena calde.
Mi unisco a loro sorridendo, come se andasse tutto bene. In realtà, dentro sono arrabbiatissima e potrei esplodere da un momento all'altro.
Non voglio che lo sappiano , perché alla fine sono questioni mie e me la voglio sbrigare da sola.

Dopo colazione, dico alle ragazze di voler andare a trovare i miei nonni. Tentano di offrirmi un passaggio ma rifiuto, dicendo che voglio fare due passi.
In realtà, è una bugia. E' soltanto una scusa per voler stare da sola.
Do' un bacio in guancia a ciascuno di loro e scappo via.

Sono troppo nervosa.
Non voglio pensare a cosa potrebbe essergli successo. Mi aveva detto che mi avrebbe mandato il messaggio appena arrivava a casa e invece, nulla.
Entro dentro a fare due passi nel "Giardino Bellini", poco distante dalla casa di Anastasia, e voglio provare a svuotare la mente, concentrandomi sui particolari di questo bellissimo giardino.
Respiro l'aria dell'estate che, oramai, sta giungendo la fine e penso, che dopo un periodo cosi movimentato, sia l'ora di ricostruirsi una vita nuova.
Girando intorno, osservo degli anziani seduti su una panchina che si rilassano e altri ancora che sono vicino alla vasca dei cigni che parlano in dialetto siciliano, facendosi delle grasse risate.
Io m'incammino alla collinetta Sud, dove c'è un chioschetto in ferro battuto.

Quando arrivo lassù, vedo che non c'è nessuno e la cosa mi fa piacere, visto che voglio rimanere completamente sola.
Ancora una volta, tiro fuori il mio cellulare e vedo che non c'è nessuna novità.
Se prima con la passeggiata al parco mi sentivo tranquilla, ora son terribilmente nervosa e inizio a piangere.
Sono molto delusa.
Perché quando ci si innamora, succede anche questo? Perché si ha così tanta paura di perdere una persona?
Solo lui, sarebbe capace di farmi ritornare il sorriso in questo istante e ora la cosa la trovo insopportabile, perché vorrei cavarmela da sola.
Poco dopo, il telefono inizia a vibrare e, presa dall'ansia, lo guardo.

Eccolo...

Mi asciugo le lacrime e cerco di fare finta di nulla.

«Pronto?»

«Piccola, buongiorno...»

Dovrei essere incazzata nera, urlargli i peggiori insulti, rinfacciargli che ho passato una notte di merda, fargli notare che sto piangendo perché sono molto delusa dal suo comportamento e invece no, perché appena sento la sua voce così bella e dolce, magicamente tutto mi passa e sorrido.

«Scusa, se ieri non ti ho scritto. Appena sono arrivato a casa, circa mezzanotte, non mi sono sentito bene e ho messo in carica il telefono perché avevo la batteria a terra . Mentre ero a letto, ho tentato di accendere il telefono per avvisarti che ero a casa, ma non ho fatto in tempo perché mi sono addormentato...» mormora con una voce dispiaciuta.

E va bene, alla fine non posso essere così arrabbiata con lui.
In fondo, non è stato bene. Ho esagerato io ad essere troppo ansiosa e così, decido di perdonarlo.
Ora mi sento decisamente meglio e gli racconto del luogo, dove mi trovo in questo momento.
«Immagino che sia bellissimo... Ci andremo insieme, se ti va...»
«Certo, amore...» rispondo allegramente .

Ormai sono completamente drogata di questo ragazzo.
Più passano i giorni, più sento che ne ho completamente bisogno.
Sono intrappolata nella grande prigione dell'amore, dove ogni tortura mi fa stare bene e male al contempo.

- Spazio Autrice -
Ho notato che questa storia vi piace e mi fa molto piacere. In questa storia, ne vedrete delle belle!!!! ;)
Grazie per le visualizzazioni, i voti e i commenti!
Vi voglio bene!
Al prossimo capitolo!

- Alessandra -

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