Capitolo 6
Emily
Siamo sdraiati su questo letto da ore e abbiamo fatto l'amore per due volte di seguito, mi meraviglia il fatto che lui abbia ancora forza, mentre io mi sento sfinita. Sono con la testa poggiata sul suo petto e mi godo le sue carezze sulle spalle, mi fa venire i brividi e adoro la sensazione. Vorrei restare così per sempre, ma mi rendo conto di avere fame, il mio stomaco brontola. Mi sposto da lui e avvolgo le lenzuola intorno al corpo, mentre lui si acciglia e mi fissa come a voler dire, cosa stai facendo? Non gli do conto, infilando immediatamente le mutandine e facendo attenzione a non far cascare le lenzuola. Sembro patetica, lo so, perché poco fa ero completamente nuda sotto di lui, ma non riesco a non provare vergogna. Afferro la maglia del pigiama e la indosso, liberandomi dall'imbarazzo.
«Hai fame?» gli chiedo, dimenticando una cosa fondamentale; non so cucinare.
Lui sorride e annuisce, come se non fosse al corrente della cosa. E adesso come ne esco? D'un tratto si alza dal letto, rivelando il suo corpo nudo, non posso fare a meno di arrossire e abbassare lo sguardo.
«Credo che potresti smetterla di intimidirti, abbiamo fatto sesso due volte.» sottolinea l'evidenza. Ne sono consapevole, ma mi fa sempre un certo effetto vederlo nudo. Infila i boxer e viene verso di me. «Ti va di venire con me, più tardi?»
«Dove?» chiedo curiosa.
«Ho voglia di farmi un nuovo tatuaggio e voglio che sia tu a scegliere tra i due che più mi piacciono.»
Comincio a sorridere come un'idiota e il cuore batte all'impazzata. Adesso calmati, non ti ha mica chiesto di sposarlo. In quel caso sarei morta.
«Sì, va bene.» rispondo felice.
Esco dalla stanza e raggiungo la cucina, notando che Sam non è in casa. Strano che non mi abbia detto nulla. Cosa pretendi, eri chiusa in camera con quell'idiota. Adesso smettila, hai già scocciato abbastanza. Apro il freezer e guardo al suo interno. Troverò di sicuro qualche pasta surgelata, ricordo di averne comprata qualche busta. Come mi è saltato in mente di chiedergli se avesse fame? I miei occhi si posano su una busta di tagliatelle ai funghi porcini e besciamella, un piatto italiano. Perfetto, basterà mettere un filo d'olio in padella e versarci le tagliatelle. Devo sbrigarmi, prima che se ne renda conto. Se ne renderà conto comunque. Grazie, cervello, sei sempre un sostegno morale.
Ho messo tutto sul fuoco e manca poco alla cottura, credo che Mark sia andato a fare una doccia, è un po' che non lo sento, spero che resti in bagno il tempo necessario per terminare, non mi va proprio di sorbirmi le sue lamentele riguardo al fatto che non sappia cucinare.
Faccio sparire ogni prova che dimostri che le tagliatelle siano surgelate e le verso in due piatti, meravigliandomi del fatto che sembrano cucinate da me. Mark ancora non arriva, il che mi preoccupa, in questo modo si raffredderanno, allora decido di andare a controllare che sia tutto a posto. Busso alla porta del bagno, ma non ricevo risposta, ma pochi secondi dopo sento la serratura girare.
«Posso entrare?» chiedo timida, senza ricevere una sua risposta, allora apro la porta. Lo vedo mezzo nudo davanti allo specchio che si sbarba, indossa dei boxer neri e ha i capelli bagnati, pettinati all'indietro e qualche ciocca che gli ricade sulla fronte. Arrossisco di fronte a tanta bellezza. «Il pranzo... è pronto.» dico con molta difficoltà.
Perché non riesco a stare tranquilla quando lui è con me? Smette di farsi la barba, sciacqua il viso e mi fa un occhiolino. Le mie guance vanno a fuoco e devo trovare la forza per calmarmi.
«Un altro dei tuoi pranzetti surgelati?» chiede ironico. Beccata! Sgrano gli occhi e lui sghignazza, facendosi beffa di me. Esce dal bagno e lo seguo fino in cucina. Avrebbe potuto mettersi qualcosa addosso, mi distrae in questo stato. Si siede e osserva i due piatti. «Infatti è proprio un piatto surgelato.»
Come fa a dirlo, nemmeno un cieco se ne renderebbe conto. Mi aspettavo qualche commento carino, ma ormai è tutto inutile, se n'è accorto.
«Avresti potuto prepararlo tu il pranzo, mister perfettino.» dico scocciata e ammettendo la cosa.
«È davvero un piatto surgelato?» chiede sorpreso. «Non dicevo sul serio.»
Cacchio! Perché non sto mai zitta? Ora mi prenderà in giro. Nota immediatamente il disagio sul mio viso e comincia a ridere. Che nervi quando si comporta in questo modo, rovina sempre tutto.
«Smettila di ridere, sei irritante.» mi siedo accanto a lui e incrocio le braccia al petto. «La smetti?» Sembra proprio di no. «La prossima volta cucinerai tu, dimostrandomi le tue doti culinarie.» sbotto irritata.
«Non ci penso nemmeno, quella che deve cucinare sei tu.» mi poggia un dito sulla fronte e mi spinge all'indietro. Lo guardo malissimo e non posso fare a meno di pensare che sia un maschilista incallito, dove sta scritto che le donne debbano cucinare? Afferro la forchetta e arrotolo le tagliatelle, dopodiché assaggio il primo boccone e mi meraviglia che siano davvero buone, non sembrano per niente surgelate. Mark mi imita e assume un'aria pensante. «Uhm... sono buone, peccato solo che non l'abbia preparate tu.» ride di nuovo.
«Smettila!» gli tiro un pugno sul braccio, finendo col farmi male da sola. «Ahi...» mi lamento, massaggiandomi la nocca dolorante. «ma chi sei, Jacob Black?»
«Jacob, chi?» chiede accigliato.
«Lascia stare.»
Dimentico sempre che non guarda film come Twilight, credo che non abbia gusti, a parte la musica orribile che ascolta. Sghignazza e mette in bocca altre tagliatelle, mentre resto imbambolata a fissarlo. Passa la lingua tra le labbra, in modo davvero sexy, poi un altro boccone. Alza lo sguardo e i nostri occhi si incontrano, ma per pochi istanti, dato che distolgo immediatamente lo sguardo. Sembro davvero ridicola. L'hai detto. Sta zitto, tu!
Finite le tagliatelle, arriva la parte che odio di più; lavare i piatti. Mi tiro su a fatica e ripongo il tutto nel lavandino, poi faccio scorrere l'acqua sopra le stoviglie e comincio a lavarle, con gli occhi di Mark puntati addosso. Oddio, mi mette agitazione, non potrebbe andare via dalla cucina? Ovviamente accade il contrario, mi sento cingere in vita e il mio cuore perde un battito. Inizia a baciarmi il collo, proprio sotto l'orecchio e i brividi mi percorrono lungo la spina dorsale.
«Chissà perché, ho sempre voglia di te.» mi sussurra all'orecchio in tono malizioso. Amo la sua voce, amo il modo in cui mi tocca, amo ogni cosa di lui. Le sue mani salgono fino al mio seno, sfiorandolo, un gesto che mi fa sussultare, ma eccitare allo stesso tempo. «Lo senti, Emy?» Sento, cosa? «Lo senti quanto ti voglio?» Ah, era questo che dovevo sentire? Sei diventata una pervertita. Non è affatto vero, è lui a pronunciare frasi con il doppio senso. I miei pensieri si ricredono immediatamente, quando sento qualcosa premermi contro una natica. Il mio respiro diventa irregolare e capisco che devo darmi una calmata. Mark poggia una mano sul mio petto. «Sento come ti batte il cuore, mi desideri.» Non sta succedendo di nuovo, non posso lasciare che accada in continuazione, io pretendo di più! Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma mi tiene ben stretta. «So di essere il nome che chiami nelle tue notti buie.» Ha la capacità di rendermi felice e nervosa allo stesso tempo. «Non perdiamo questa magia.» Non faccio in tempo a rispondergli, che la sua mano è già sotto la mia maglietta. «Dimmi, cosa stai pensando?» sussurra dolcemente, mentre mi stringe un seno.
E che fine ha fatto il tuo "pretendo di più"? Cacchio, hai ragione. Mi allontano prontamente da lui e lo fisso con le gote rosse. La sua espressione lascia trasparire un po' di delusione, non avrebbe voluto che mi allontanassi, ma dovevo farlo. Ho tanta paura che possa andare tutto a rotoli, la nostra situazione è sbagliata, lo sappiamo entrambi, ma allora perché ci ostiniamo a non capirlo? Ci ritroviamo sempre in queste situazioni ambigue e finiamo col fare sesso, non deve più accadere, basta! Sto per dirgli come la penso, ma proprio in quel preciso istante, il mio cellulare comincia a squillare. Tempismo perfetto. Lo afferra prima di me e guarda lo schermo, incupendosi immediatamente. Cerco di guardare a mia volta, non riuscendoci. Cosa gli prende, perché si sta arrabbiando? Non voglio vederlo in quello stato, sarebbe capace di distruggermi la cucina e farsi del male.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro