Capitolo 58
Mark
Abbiamo pranzato e parlato per quasi un'ora, e mi convinco sempre di più che sia la ragazza giusta per me, stare in sua compagnia mi piace tantissimo. Ho deciso di passare questa mezza giornata insieme a lei perché so già che appena andrà via mi sentirò vuoto, porterà con sé una parte di me, ma non devo demordere, tornerà. Oggi alle diciassette avrò il provino e stavo addirittura pensando di fallire apposta per raggiungerla, ma so già che non me lo perdonerà, vuole che ce la faccia. Come potremmo vivere la nostra storia restando distanti? Persino vivere insieme è difficile. Ora siamo nella hall dell'hotel, attendendo le chiavi della camera e non fa altro che guardarmi, forse è in imbarazzo ma amo essere guardato in quel modo, mi fa sentire importante e dimostra quanto tenga a me. Vorrei tanto farle dimenticare tutti i brutti ricordi del passato, se solo si potesse, tornerei indietro nel tempo per rimediare ai miei errori e farle vivere una vita serena.
«A cosa pensi?» chiede, interrompendo i miei pensieri.
«Nulla.» le sorrido appena.
Mi guarda in maniera confusa, come se non credesse alle mie parole, è l'unica capace di leggermi l'anima.
«Puoi parlarne, se vuoi.» insiste.
Afferro la sua mano e gliela bacio. «Va tutto bene.»
Proprio in quel preciso momento, arriva il ragazzo della reception e mi consegna le chiavi, allora mi alzo dalla poltrona e porgo la mia mano ad Emy. La stringo in vita e le faccio un mezzo sorriso, sentendomi un po' malinconico. Ora basta pensieri tristi, sono patetico e poi dobbiamo darci una mossa, abbiamo poco tempo. Raggiungiamo l'enorme scala a chiocciola e saliamo qualche gradino, quando lei si blocca e afferra il mio viso tra le mani, guardandomi dritto negli occhi.
«Dimmi che quando andrò via non ti dimenticherai di me...» chiede speranzosa.
Come può pensare una cosa simile? Non posso permettere che parta con delle idee sbagliate, devo farle capire in tutti i modi che ci sarò sempre.
«Non ti libererai mai più di me.» dico serio e le poso un bacio sul naso.
«Sembra quasi una minaccia.» sghignazza.
«Lo è!» sghignazzo e me la carico in spalla, fino a correre per le scale e ad arrivare al piano stabilito.
«Poteva vederci qualcuno, sai che figura?» si lamenta con una risata in gola. La metto giù e scoppio in una risata fragorosa, contagiando anche lei. È bellissima, non smetterò mai di pensarlo, il mio cuore appartiene a lei e nessun'altra potrà mai prendere il suo posto. Mi avvicino al suo viso e noto immediatamente le sue palpebre chiudersi lentamente, fino a che non la bacio sulla fronte. Mi guarda un po' delusa e non posso fare a meno di ridere. «Perché ridi?» chiede confusa.
«Avresti preferito che ti baciassi altrove?» chiedo malizioso.
«No.» abbassa lo sguardo a terra, chiaramente a disagio.
Mi chino leggermente e le poso un bacio sulle labbra, notando il suo imbarazzo. Quanto mi piace quando è in quello stato, basta così poco per farlo accadere. Afferro la sua mano e raggiungiamo la nostra stanza.
«Cazzo!» esclamo stupito, appena dentro.
Emy è esattamente nel mio stesso stato, l'intero hotel è stupendo, ma con le camere si sono davvero superati. Vado a buttarmi sul letto e scopro che è comodissimo.
«È comodo?» chiede, ancora sulla soglia.
«Vieni a scoprirlo.» la invito, con il solito sorriso malizioso.
«Va bene.» sorride e chiude la porta alle sue spalle.
Si avvicina al letto, a passo lento e in maniera sinuosa, sembra proprio che lo stia facendo apposta, vuole farmi aspettare e questo la diverte, il problema è che non sono mai stato molto paziente, ho sempre voluto tutto e subito, anche se lei è stata l'eccezione, ci ho impiegato solo quattro anni a dirle quello che provavo. Arriva al bordo del letto, ma non accenna a salirci, se ne resta ferma ad osservarmi. Mi tiro su e afferro la sua mano, tirandola verso di me. Il nostro contatto visivo non si interrompe nemmeno per un istante ed è una cosa davvero eccitante. Entrambi siamo in ginocchio, al centro del letto, le mie mani sono sui suoi fianchi e attendo solo una reazione, ma sembra imbarazzata, come se non sapesse da dove cominciare. Mi mordo il labbro, afferrando il piercing tra i denti e posso notare il suo respiro farsi più pesante. Non smette di guardarmi e mi sorride in modo dolce, quel sorriso così perfetto che mi ha fatto perdere la testa. Mi avvicino al suo viso e le poso tanti baci sulla guancia, mentre chiude gli occhi e poggia le mani sulle mie spalle.
«Tornerai appena avrai sistemato le cose a New York, vero?» le sussurro, mentre accarezzo la sua schiena.
«Sì.» risponde col fiato corto. Le sfilo la maglietta e la lancio in un punto indefinito del pavimento bianco ricamato in oro. La guardo con ammirazione, non avevo mai visto una ragazza così perfetta in tutta la mia vita. Le bacio il collo, fino alla clavicola e nel mentre cerco di sbottonarle il reggiseno, ma mi risulta difficile, sono troppo agitato. «Faccio io.» sussurra.
Che figura di merda. Annuisco, senza dire una parola e osservo i suoi movimenti a bocca aperta. Sbottona il reggiseno nero in pizzo e fa scendere le bretelline in modo lento e sensuale, vuole proprio farmi impazzire. Ormai è mezza nuda davanti a me e le sue gote stanno diventando rosse, poi cerca di coprire il suo seno con le mani, è così timida e questo mi piace sempre di più. Afferro le sue braccia e le porto intorno al mio collo, rendendola completamente scoperta e senza difese. La bacio sulle labbra e la spingo a letto, fino a farla sdraiare sotto di me. Mi allontano per pochi secondi dalle sue labbra, giusto il tempo di sfilare la mia maglietta, insieme ai jeans. Siamo entrambi in mutande e la mia erezione preme sempre di più contro il tessuto nero, mentre lei resta immobile.
«La tua bellezza non ha limiti.» le dico, mentre ammiro tutto il suo corpo.
Cerca di coprirsi il viso con le mani, ma non glielo permetto, mi piace osservare le sue reazioni quando le faccio un complimento. Non sono mai stato il tipo che dice certe cose, ma con lei è diverso, le parole escono spontanee e non mi vergogno affatto. Mi piace pensare che questo sia solo l'inizio e che la nostra storia continuerà da qui all'eternità.
«Io...» Adoro quando si intimidisce, mi eccita da morire. «Uhm... vedi...» Mi metto in ginocchio davanti a lei e la osservo, in attesa delle sue parole. «Vorrei provare a fare una cosa.»
«Cioè?» chiedo confuso.
Si morde le labbra e si mette seduta di fronte a me. Una strana idea si sta impossessando dei miei pensieri e attendo un suo gesto che non tarda ad arrivare. Avvicina entrambe le mani all'elastico dei miei boxer e, un po' esitante, li tira giù, rendendomi completamente nudo.
«Visto che a casa nostra non abbiamo mai avuto un po' di privacy... non ho mai avuto modo per provarci.» ammette imbarazzata. Continuo a restarmene in silenzio, attendendo. Ho capito perfettamente che vuole fare e mi spiazza, non le avevo mai chiesto una cosa del genere e il fatto che voglia provarci, mi sorprende tantissimo. Non so perché, ma il cuore comincia a battermi troppo forte e penso che con Ashley lo facevamo spesso, ma ora è lei a farlo e mi emoziona, spero solo di non fare una figuraccia. Afferra la mia erezione in una mano e si avvicina ancora di più, mentre l'eccitazione cresce a dismisura. Senza attendere oltre, avvolge le sue labbra intorno a me e cerca di muovere la testa con scarsi risultati. Si allontana per pochi istanti e mi fissa col viso rosso di imbarazzo. «Scusa... io... volevo solo...»
«Lo so.» la interrompo. «Lascia che ti insegni.» Si morde le labbra in modo nervoso. Non posso credere a quanto sta per accadere, sto davvero mostrando ad una ragazza come si fa un pompino? Per la prima volta mi sento in imbarazzo e anche nervoso. Mi chino verso di lei e le poso un bacio sulla fronte, dopodiché la tiro verso la mia erezione. «Apri la bocca.» le dico e lei obbedisce senza esitazioni, avvolgendosi di nuovo intorno a me. Il cuore sta per uscirmi dal petto, batte davvero fortissimo, è fantastico. «Adesso... stringi le labbra.» dico con voce un po' tremante. «Ma... attenta a non far sentire troppo i denti...» Muovo la sua testa delicatamente e poi poggia entrambe le mani sui miei fianchi, continuando da sola. «Sì... così...» sussurro in estasi. Chiudo gli occhi e respiro in modo irregolare, godendomi la meravigliosa sensazione. Essere nella sua bocca, per la prima volta, è una cosa bellissima e non credo di riuscire a resistere oltre. Mi costringo ad uscire da lei e la faccio sdraiare nuovamente, non volevo venire in quel modo. «Voglio ricambiare.» le dico un po' a disagio.
Mi fissa con gli occhi quasi fuori dalle orbite e mi rendo conto che non abbiamo mai avuto tanto tempo per noi e quindi era impossibile sperimentare. Le sfilo gli slip e mi posiziono tra le sue gambe, osservando ogni centimetro della sua nudità. Comincio a baciarle il ventre, fino ad arrivare all'inguine e ascoltare il suo respiro diventare più profondo. Le accarezzo le gambe e ho come l'impressione di avvertire i suoi brividi sotto al mio tocco. Sono felice di procurarle lo stesso effetto che lei provoca a me. Continuo a lasciarle una scia di baci, fino ad arrivare al suo punto più sensibile. Poggio la mano sulla sua intimità e lei sussulta, dopodiché vado subito al dunque, provocando i suoi gemiti. Comincio a leccare il suo clitoride, muovendo velocemente la lingua e succhiando di tanto in tanto, eccitandola sempre di più.
«Oh, Mark...» sussurra il mio nome, mentre geme più intensamente.
Mi aiuto anche con la mano, infilando due dita dentro la sua piccola apertura, mentre lecco sempre con più insistenza e con l'intento di farla impazzire, esattamente come lei stava facendo con me. Inarca la schiena e poggia entrambe le mani sulla mia testa, stringendo appena i capelli. Mi tiro su e cerco un preservativo nelle tasche dei miei jeans, al lato del letto. Lo trovo e lo infilo subito, ritornando da lei, con la stessa voglia di prima. Mi posiziono tra le sue gambe e senza indugiare entro completamente in lei, con facilità, dato che è fradicia e procurandole un gemito forte. Le sue braccia si avvolgono intorno alla mia schiena, stringendomi, mentre mi muovo veloce e deciso, pronto a placare i nostri istinti. Esco da lei e rotolo sul letto, trascinandola a cavalcioni su di me.
«Se questa posizione non ti piace, fammelo sapere.» le dico con il viso in fiamme. Annuisce e si lascia riempire nuovamente, poggiando le mani sul mio petto nudo, mentre le mie stringono i suoi glutei sodi e le mostro come muoversi. Lo fa in modo sublime, come se l'avesse sempre fatto. Tira la testa all'insù e chiude gli occhi, aumentando la velocità. Ci muoviamo all'unisono e siamo due anime in un solo corpo. «Sto per venire.» le faccio notare.
La tiro verso di me e la bacio, mentre continuo a muovermi velocemente. Non riesco a spiegare il modo in cui mi sento quando sto con lei, è fantastico e voglio che tutto questo non passi mai.
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