Capitolo 51
Emily
Mi ero ripromessa per l'ennesima volta di stare lontana da lui, di trattarlo male appena ne avessi avuto l'occasione, di umiliarlo, ma ovviamente non ci riesco, lo desidero a tal punto da dimenticare tutto il male che mi ha fatto. Per quanto mi sforzi, è tutto inutile, mi attrarrà sempre, escogitando ogni modo possibile. Ne sono attratta come le api lo sono coi fiori e non potrei vivere senza. Fa scorrere le mani lungo i miei fianchi, fino ad arrivare al sedere e stringerlo delicatamente, poi mi solleva da terra, ritrovandomi avvinghiata a lui, con le gambe intorno ai suoi fianchi, mentre mi spinge al muro. Continuiamo a baciarci, senza riprendere fiato e con il desiderio di fare ancora di più, ignorando ogni cosa intorno a noi. Siamo chiusi nella nostra bolla e vorrei che restasse per sempre così, noi due isolati dal mondo. La cosa peggiore è che potrebbe entrare Cindy, ma l'adrenalina è più forte della paura.
«Non ti rendi conto che non riesco a starti lontano?» mi sussurra all'orecchio, dopo essersi staccato dalle mie labbra. «Sei l'unica cosa buona in questa vita d'inferno.»
Purtroppo lo amo e non posso fare finta che non sia così.
«Mi hai presa in giro...» dico intristita.
«Non era mia intenzione... lo sai benissimo. Non avrei mai dovuto fare quello che ho fatto ma tu eri lontana e il mio stupido ego mi impediva di cercarti. Ora sei qui e voglio rimediare a tutti i miei errori. Ti prego, non respingermi e permettimi di farlo.» dice serio.
«Oh, Mark...» sussurro il suo nome e mi godo i suoi baci sul collo.
«Ti voglio, Emy, ti ho sempre voluta.»
Che sensazione fantastica, vorrei che non smettesse mai di sussurrarmi certe cose. Sono completamente sotto il suo potere e non avrei mai creduto di amare così tanto qualcuno, soprattutto il mio fratellastro.
«Mark...» cerco di esprimermi ma mi risulta molto difficile, sono troppo timida.
«Perdonami, Emy.» sussurra ancora, tra un bacio e l'altro.
«Sì, va bene... io...»
«Tu, cosa?» mi sprona.
«Io ti...»
Cazzarola!
«Anche io, da sempre.»
Non posso credere che l'abbia capito, togliendomi dall'imbarazzo di dirglielo. D'un tratto smette di baciarmi, mi mette giù e mi guarda con aria di sfida. Cosa si è messo in testa, stavolta? Con lui è sempre una sorpresa.
«Cosa c'è?» chiedo titubante.
«Sono due giorni che mi tratti male, dovrei fartela pagare.» mi accarezza il viso, procurandomi mille brividi.
«Te lo meritavi!» rispondo convinta.
«Ah, sì?» ridacchia.
Ha la capacità di farmi saltare i nervi, come abbiamo fatto a passare da un momento romantico ad uno imbarazzante? Con lui è sempre così, il minuto prima ci baciamo, il minuto dopo ci prendiamo in giro, ma mi piace comunque.
«Smettila di ridere.» cerco di minacciarlo con lo sguardo.
«Io credo che dovremmo continuare a litigare, così mia madre troverà sempre un modo per farci fare qualcosa insieme e cioè, più tempo per noi.» mi guarda in modo malizioso.
«Certo che se ti impegni riesci a dire qualcosa di buono.» lo prendo in giro e poi scoppio a ridere.
«Cosa vuoi dire, che sono stupido?» Rido ancora di più, guardando la sua espressione contrariata. «Adesso ti faccio vedere io.»
Afferra un barattolo di vernice dal pavimento e me lo mostra, mentre sorride beffardo.
«Cos'hai in mente?» chiedo spaventata. Cerca di lanciare il liquido verso di me, mentre mi copro il viso. «No!» urlo e subito dopo mi rendo conto che fingeva.
«Hai avuto paura, non è così?» si fa beffa di me e ride fragorosamente.
«Idiota!» sbotto e raggiungo velocemente l'altro barattolo, tirandogli la vernice addosso. Così impara a prendersi gioco di me.
Scoppio a ridere, non si aspettava che l'avrei fatto sul serio, ha una faccia troppo buffa.
«Piccola stronzetta impertinente!» dice irritato e corre verso di me, pronto a vendicarsi.
Corro a mia volta, ma riesce ad imbrattarmi di vernice, nonostante la mia fuga. Me la versa sulla testa, da vero stronzo.
«Tra i capelli no!» mi lamento.
Lui ride e osserva i miei capelli diventati viola, insieme al viso. Non posso credere che l'abbia fatto sul serio, io mi sono limitata solo a sporcargli la maglietta.
«Sembri un avatar.» sghignazza sonoramente.
«Stronzo, gli avatar non sono viola.»
Mi fiondo su di lui, intenzionata a prenderlo a schiaffi per come mi ha conciata. Proprio mentre sto per picchiarlo, la porta del garage cigola e entrambi ci voltiamo col cuore in gola.
«Vi avevo chiesto di riverniciare le pareti, non voi stessi.» dice Cindy, con irritazione nella voce.
Oddio, fortuna che è arrivata ora e non quando ci stavamo baciando.
«Ha cominciato lui.» rispondo prontamente, indicando Mark.
«Che cosa? Chi è che ha rovesciato la vernice sulla mia maglietta?» ribatte lui.
«Ragazzi, basta!» urla Cindy, meravigliando entrambi. È raro sentirla così arrabbiata. «Riuscirete mai ad andare d'accordo?» Mi allontano da Mark e gli faccio un occhiolino. L'idea di comportarci male davanti ai nostri genitori, non è per niente male. «Emy, va a lavarti. E tu, fa sparire questo casino.» ordina a suo figlio.
Dopo aver rimosso il disastro con successo e fatto una doccia rigenerante, esco dal bagno, ancora avvolta dall'asciugamano e sperando che non ci sia nessuno in giro, corro dritto in camera, chiudendo la porta a chiave. Appena mi volto, vedo Mark sdraiato sul mio letto e a petto nudo. Cosa cavolo sta facendo qui, non ha pensato che i nostri genitori potrebbero vederlo? Resto bloccata sulla soglia a fissarlo incredula, poi mi fa segno di raggiungerlo. Non mi piace la situazione, sono molto in ansia per quello che potrebbe accadere con Bryan e Cindy.
«Sei pazzo?» chiedo piano, mentre mi avvicino al letto. «Bryan e Cindy potrebbero vederci.»
«Non sono così sprovveduto.» dice serio. «Ho fatto una doccia veloce nel loro bagno e poi ho atteso che uscissero... Ora, devo chiederti una cosa.»
«Cosa?»
«Come fai a conoscere Chloe?»
Ho una stretta al cuore quando pronuncia il suo nome, credo che non accetterò mai il fatto che siano stati insieme.
«Perché ti interessa tanto?» chiedo un po' irritata.
«Mi interessa tutto di te, lo sai.» Arrossisco e lo vedo strisciare sul letto, fino a raggiungermi, dopodiché afferra il mio viso tra le mani e mi bacia. Ma lo interrompo pochi secondi dopo, anche se non avrei voluto, però non sono tranquilla. «Siamo soli, te l'ho detto.»
Ho sempre quella maledetta paura di essere scoperti e poi mi sento ancora molto timida con lui, credo che non passerà mai.
«Eravamo amiche nell'orfanotrofio in cui ho vissuto...» rispondo alla sua domanda di poco fa.
«Ah.» risponde un po' incredulo. «Com'è piccolo il mondo.»
«Tua madre disse la stessa frase.»
Vorrei chiedergli più dettagli, come l'ha conosciuta e perché, ma meglio non rovinare tutto. Mi sorride dolcemente e poi mi tira a letto accanto a sé, spostando delicatamente il mio asciugamano. Ho i brividi e spero che non se ne renda conto, ma quando mi guarda così mi fa morire. Cerco di coprire la mia nudità ma non me lo permette, afferrando entrambi i polsi.
«Quanto mi sei mancata.» sussurra a pochi centimetri dal mio viso e poi mi annusa i capelli umidi. «Sei l'aria che respiro, non potrei vivere senza di te.» Resto a bocca aperta e senza parole. Quando fa così, le parole mi si bloccano tutte in gola e spero solo che non fraintenda i miei silenzi, perché provo esattamente le stesse cose. D'un tratto si mette sopra di me e sembra che il tempo sia tornato alla prima volta in cui l'abbiamo fatto, come se nulla fosse cambiato da allora, poi mi rendo conto che tutto è cambiato, persino noi. Comincia a baciarmi il collo, poi scende alla clavicola e afferra i miei seni, stringendoli in maniera delicata, mentre il mio respiro diventa pesante e avverto un calore familiare per tutto il corpo. «Adoro l'effetto che ho su di te.» Cavolo, se n'è accorto, che imbarazzo. «Ho atteso troppo a lungo questo momento.» Quanto vorrei dirgli che è lo stesso per me, ma resto immobile, aspettando una sua mossa. Continua a lasciare baci umidi lungo il mio collo, fino ad arrivare allo stomaco e poi al ventre. L'eccitazione si fa sentire sempre di più e so che lo sta facendo apposta per farmi impazzire. Sfila i pantaloni della tuta, restando in boxer e i miei occhi si posano sulla sua erezione, rendendomi paonazza. «Sei davvero una maniaca.» mi prende in giro, ridendo.
«C-cosa?» balbetto, fingendo di non aver capito.
Oddio, devo stare più attenta, non posso guardarlo in quel modo ogni volta.
«Ti sei decisa a parlare.» dice sarcastico. Distolgo lo sguardo da lui, copro il mio seno e stringo le gambe. «Emy, se non vuoi farlo... va bene, aspetterò.»
Ritorno a guardarlo e mi rendo conto di quanto sono stupida, perché sono io a non voler più aspettare, ho bisogno di lui, in tutti i modi possibili, reclamandone anima e corpo Era da troppo tempo che aspettavo questo momento e ora che siamo qui, insieme, non posso più attendere. Senza pensarci oltre, mi metto seduta davanti a lui e comincio a baciargli il petto nudo, meravigliando entrambi per il coraggio, dato che è sempre lui a prendere l'iniziativa. Mi stringe fra le sue braccia e poi mi spinge all'indietro, sdraiandosi sopra di me e tenendomi ferma per i polsi. I nostri occhi sono l'uno dentro l'alto, sembra stiano facendo l'amore e i respiri sono diventati tutt'uno, non desidero altro, sono in pace con me stessa. Lascia un mio polso e allunga la mano verso il comodino, che seguo con lo sguardo; afferra un preservativo. Strappa la bustina argentata e lo posiziona sulla sua erezione, poi mi spalanca le gambe e si posiziona tra di esse. Le sue labbra sono sulle mie, più fameliche e desiderose di prima, le sue mani sui miei seni e i miei respiri più intensi. L'eccitazione che sto provando non ha limiti e non sto più nella pelle, voglio averlo adesso! D'un tratto mi guarda, come se stesse aspettando il mio consenso. Non capisce che sono pronta, solo per lui, completamente sua, per sempre. Mi regala un sorriso e poi entra dentro di me, riempendomi del tutto e facendomi scappare un urletto per la sorpresa. Intreccia le sue dita nelle mie e comincia a muoversi lentamente, facendomi gemere piano. Mi bacia il collo e i suoi respiri mi scaldano sempre più. Stringo forte le mani alle sue e mi lascio trascinare dal piacere.
«Ti amo.» mi sussurra all'orecchio, riempendomi il cuore di gioia.
«Ti amo.» ripeto.
Devo ancora realizzare tutto questo, è come un sogno divenuto realtà e ho paura di perdere ogni cosa. Le sue parole mi fanno battere il cuore e le sue carezze mi mettono i brividi, sono completamente innamorata di lui. D'un tratto, le sue spinte si fanno più intense, insieme ai miei gemiti e i suoi respiri. Avevo quasi perso le speranze su di noi, invece siamo qui, innamorati più che mai, persi l'una nell'altro e spero che nulla cambi, e che i nostri sentimenti possano crescere giorno per giorno, sempre di più.
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