Capitolo 5
Mark
L'ho appena sorpresa a fissarmi e ciò mi fa pensare che forse le piaccio almeno un po'. Devo smetterla di avere questi pensieri patetici, mi sto sforzando di non apparire ridicolo ai suoi occhi, fallendo miseramente e m chiedo cosa pensi di me, in realtà. Non so per quanto tempo posso mantenere quest'aria da sbruffone, dato che mi basta un suo sguardo per farmi crollare tutte le certezze, mi rende vulnerabile e non posso proprio permettermelo. L'ultima volta ci ho rimesso il cuore e non voglio che ricapiti. Cazzo, ma lei non è come l'ultima volta, lo sento sotto la pelle, dentro di me... Vorrei tanto poterle dire quello che provo, ma poi mi rendo conto che è meglio non farlo, la nostra è una storia impossibile, anche se credo di essermi innamorato di lei. Sì, cazzo, lo sono da troppo tempo, la vorrei in ogni istante, ogni attimo, è dentro di me e non posso farci nulla, ma non posso lasciare che la situazione mi sfugga di mano. Abbiamo fatto sesso, sono stato il primo e forse non avrei dovuto carpire la sua virtù, pensando soltanto a me stesso. Poca puttana, siamo nel ventunesimo secolo e la mia mente si ritrova a pensare a queste sciocchezze. Adesso basta, fanculo la virtù, fanculo le storie impossibili, ora siamo qui, insieme, e non devo pensare più alle cose negative, ma soltanto a godermela, finché posso. So bene di essere una contraddizione vivente, ma cosa posso farci se non riesco più a controllarmi, lei mi manda fuori di testa, per questo ho paura che possa finire male. Sfilo la mia maglietta e la lancio sul pavimento, la sua vicinanza mi fa ribollire il sangue nelle vene, scatenando in me un calore incredibile. Emy ritorna a guardarmi, stavolta stranita, come se non sapesse il motivo per cui l'ho fatto, fa sempre la parte dell'ingenua e questo mi eccita da morire. Mi avvicino e lentamente la bacio, godendomi il suo dolce respiro e notando che si lascia andare senza replicare. Adoro il modo in cui il suo corpo risponde al mio, è come se fossimo stati inventati per stare insieme, per questo non voglio che qualcun altro la tocchi, lei è mia e lo sarà sempre, anche se è tutto sbagliato, non posso fare finta che non esista. Le sfilo la maglia del pigiama e resto a fissare il suo seno nudo.
Cerca di coprirsi, ma non glielo permetto. «No, non farlo.», «Non devi coprirti, sei perfetta.»
Penso davvero che lo sia, non ho mai visto nessuna come Emy nella mia vita, ho avuto tante ragazze, ma lei, cazzo, è una Dea! Le afferro i polsi e li sollevo ai lati della sua testa, mentre sono già sul suo corpo. Emette un gemito e si morde il labbro inferiore, imitandomi. Quel gesto mi fa fare pensieri ancora più perversi e la mia eccitazione aumenta a vista d'occhio, mentre l'adrenalina è alle stelle. Lascio i suoi polsi e le afferro i seni, baciandoli delicatamente e beandomi dei suoi gemiti. Quanto mi piace vederla godere sotto di me, mi fa perdere la testa. Le tiro giù il pigiama, insieme alle mutande e poi tiro fuori un preservativo dalla mia tasca dei jeans, mentre lei cerca di sbottonarmeli. Mi meraviglia il fatto che stia prendendo l'iniziativa, vuol dire che mi desidera, tanto quanto la desidero io. Lo tiro fuori e infilo il preservativo. Prima di entrare in lei, i nostri sguardi si incontrano e diventano tutt'uno. Come vorrei che mi leggesse negli occhi, è così difficile spiegarle ogni cosa, le emozioni che mi scaturisce ogni volta che la vedo. Entro in lei, riempendola completamente e il suo respiro diventa immediatamente irregolare. Inizio a muovermi velocemente, mentre lei geme, non curandosi del fatto che Sam sia al di là della porta. Le stringo un seno in una mano e le bacio il collo, mentre avverto le sue unghie graffiarmi la schiena, è una dolce tortura.
«Oh, Mark.»
Amo quando sussurra il mio nome. I suoi gemiti si fanno più intensi, mentre le bacio il collo, la clavicola e continuo a spingere sempre più a fondo. Penso che non resisterò ancora per molto. Emy sta cercando in tutti i modi di trattenersi, vorrebbe urlare ed è così fottutamente sexy. Raggiunge l'orgasmo e la seguo subito dopo, accasciandomi su di lei.
Sam
Ho lasciato Emy e Mark da soli, raggiungendo un pub vicino, ormai era più di un'ora che erano rinchiusi in quella stanza e per quanto provi a fidarmi di lui, mi risulta difficile, mi sono ripromesso che se le farà ancora del male se la vedrà con me e quando ci vedemmo glielo feci presente, ricevendo in cambio una sua risata isterica. Odio il fatto che sia insieme a lei, non posso farci nulla, le voglio troppo bene. Non ho idea di cosa Mark provi per Emy, non me l'ha mai detto esplicitamente, ma voglio solo che la smetta di trattarla male, non sopporto più di vederla soffrire. Poco fa ho telefonato Katy, la sua amica, non volevo mangiare da solo, poi ho bisogno di sfogarmi e lei è un'ottima consigliera e l'ha dimostrato ieri sera alla festa. Abbiamo trascorso molto tempo insieme, dimostrandosi una buona amica. Quando l'ho conosciuta ho subito capito che c'era una certa sintonia e quando le ho confessato di essere gay non mi ha discriminato e l'ho apprezzato tantissimo. Ho scoperto che ha cinque anni più di me ed è una persona fantastica, oltre che bella, dopo la mia Emy, naturalmente.
«Ehi, bell'addormentato!» la voce di Katy mi risveglia dalla trance in cui ero entrato.
Mi sta sventolando una mano davanti alla faccia e lo trovo un gesto alquanto buffo, non so perché.
«Scusami, ero sovrappensiero.» ammetto imbarazzato.
«L'ho notato, sono qui a fissarti da ben cinque minuti e non te ne sei neppure accorto.» Devo smetterla di perdermi nei pensieri. «Una ragazza ha bisogno di attenzioni, bello!» mi rimprovera in modo ironico. «Non puoi pensare sempre a lei.» dice in modo malizioso e ammiccando.
«A chi ti riferisci?» chiedo, incrociando le braccia al petto.
«Come se non l'avessi capito.»
Scuoto la testa ed alzo gli occhi al cielo. «Certo che sei tremenda.» la prendo in giro.
«Sì, ma anche tu lo sei.» mi fa un occhiolino. «Ordiniamo? Ho una fame da lupi.» aggiunge.
«Certo!»
Abbiamo mangiato un bel panico carico di calorie e lei, oltre quello, ha pure ordinato un frappè e dopo una mousse al cioccolato. Mangia troppo e mi chiedo dove lo metta tutto quel cibo, dato che ha un fisico perfetto. Ormai la sto fissando incredulo da troppo tempo, mi ricorda particolarmente Emy.
«Che c'è?» chiede titubante. «Ho qualcosa sulla faccia oppure tra i capelli?»
«No, mi sorprende il tuo modo di mangiare.» sghignazzo.
«Mi stai prendendo in giro?» mi lancia una pallina di carta che aveva precedentemente arrotolato. «Guarda che il mio è un alimento completo, ho bisogno di forze, ragazzo anoressico!»
«Non sono anoressico.» rido ancora.
«Certo che sì.» ride anche lei.
Finisce la sua mousse ed inizia a frugare nella sua borsa, fino a tirare fuori il portafogli.
«Che cosa stai facendo?» chiedo, fingendo di non saperlo.
«Pago la mia parte.»
«Non se ne parla!»
«Invece sì!» insiste.
«Ti ho invitata e ti offro il pranzo, non si discute.» dico categorico.
«È per caso un ordine?» si acciglia. Le sorrido e mi dirigo verso la cassa per pagare il conto, prima che potesse farlo lei. Dopo aver pagato, ritorno da lei, che mi sta fissando male e con le braccia incrociate al petto. «Sei un osso duro, Watson!»
«Non ti avrei mai permesso di pagare.» le faccio un occhiolino e le porgo il braccio, che afferra e insieme ci dirigiamo fuori dal locale. Oggi è una bella giornata, il sole splende e fa caldo, sarebbe perfetto andare al mare, ma non so come arrivarci, conosco così poco questa città. «Come si arriva alla spiaggia?» le chiedo divertito.
«Vuoi andare in spiaggia?» mi chiede accigliata, come se avessi appena detto un'assurdità.
«Sì, è una bellissima giornata.»
«Sì, ma...»
«Niente ma, indicami la strada!» ordino divertito, interrompendo la sua frase.
«Dovremmo prendere un taxi, bello.»
«Bene, possiedi il numero del servizio taxi?»
Ride e scuote la testa. Cos'ho detto di tanto divertente?
«Tu sei incredibile, non capisco come abbia fatto Emy a non notarti.»
Quelle parole mi fanno rabbrividire. Perché continua ad insinuare che mi piaccia Emy? È una cosa assurda e se non fossi gay, è la mia migliore amica, nient'altro.
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