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Capitolo 49

Emily
Chloe è ancora qui, a raccontare le cose che ha fatto con Mark e il mio povero cuore è spezzato in mille pezzi. Non riesco a credere che stia accadendo proprio a me, non posso fidarmi di nessuno, le mie amiche mi nascondo di tutto. Ma questa tipa è davvero una tua amica? Ora non lo so più, è molto cambiata dall'ultima volta in cui ci siamo viste. Mi volto verso Mark e osservo il suo viso, è preoccupato e arrabbiato allo stesso tempo, dev'essere accaduto davvero qualcosa con Chloe, altrimenti non avrebbe motivo di agitarsi così tanto.

«Emy, non crederle!» mi dice con sguardo supplichevole.

«A cosa non deve credere?» chiede Cindy, spuntata dal nulla.

Cacchio, non avrà sentito tutto, vero? Mark deglutisce, dopodiché va via dal soggiorno, lasciandomi sola. Come non detto, quando c'è da affrontare qualcosa, lascia tutto nelle mie mani. Perfetto, no?

«Nulla, Cindy, stavamo solo scherzando, vero?» dice Chloe, fissandomi con un mezzo sorriso.

Annuisco e non dico nessun'altra parola.

«Mi fa piacere che tu sia di nuovo qui, cara.» dice Cindy, stringendo le sue mani e scaturendo in me una strana rabbia.

«Anche a me fa molto piacere, Cindy.»

«Ti fermi a cena?»

«Non posso, ma la prossima volta lo farò senz'altro.»

«Perfetto. Vi lascio chiacchierare, allora.»

«Ci vediamo.» la saluta, mentre Cindy ritorna in cucina. D'un tratto si avvicina a me, posandomi una mano sulla spalla e guardandomi con compassione, proprio il modo in cui odio essere guardata. «Non credere a quello che dice Mark, è un ottimo attore.» mi fa un occhiolino e va via, lasciandomi piena di dubbi e paure.

Il respiro mi è diventato pesante e l'aria che c'è intorno a me fa male. Raggiungo la cucina, dove trovo Cindy intenta a cucinare. Apro il frigo e afferro una bottiglietta di acqua fresca, portandola direttamente alla bocca. Che stupida a pensare che Mark potesse amarmi, ci sono cascata un'altra volta, come una vera deficiente. Ma ora basta, lo tratterò esattamente come lui ha fatto con me in questi anni, non posso sempre subire. Il capitolo Mark, è chiuso per sempre!

«Ora mi sono ricordata.» dice Cindy, interrompendo i miei pensieri tormentati.

«Cosa?» chiedo confusa, mentre poggio la bottiglia sul tavolo.

«Chloe, l'avevamo già vista il giorno della tua adozione, eravate insieme, quando io e tuo padre stavamo osservando gli altri bambini con la signora Anderson.» sorride al ricordo. «Sai, eravamo indecisi su chi di voi due adottare» Deglutisco e cerco di reprimere la rabbia. «ma poi ci è bastato guardare i tuoi occhi e abbiamo capito.» si avvicina e senza pensarci oltre, mi abbraccia. «Com'è piccolo il modo.»

Esatto, troppo piccolo e soprattutto infame.

***

Stiamo cenando tutti insieme e nessuno dice una parola, il che è abbastanza strano, di solito Cindy parla in continuazione e credevo che avesse parlato della situazione di Chloe. Tra me e Mark c'è molta tensione e non gli ho rivolto la parola, a dire il vero, nemmeno lui l'ha fatto e questo conferma la mia teoria, anche perché, invece di venire a parlarmi, se n'è rimasto per tutto il tempo a suonare la sua stupida chitarra. Non sarò più la sua vittima, dovrà pagare per tutto ciò che mi ha fatto, lo farò pentire amaramente.

«Mi dispiace che Chloe non sia rimasta a cena.» dice Cindy, spezzando il silenzio.

Potrebbe smetterla di trattare Chloe come una figlia e me come un'estranea? Be', d'altronde, anche io non sono sua figlia, non sono mai stata parte di questa famiglia. Adesso smettila di pensare cose assurde, Bryan e Cindy ti vogliono bene. Certo, fino a quando non è arrivata Chloe e la loro confusione di cinque anni fa lo dimostra, persino Mark ha perso la testa per lei.

«Mamma, puoi stare zitta?» la rimprovera Mark.

«Non mancare di rispetto a tua madre!» lo sgrida Bryan.

Lui abbassa lo sguardo e mette in bocca un pezzo di pollo, continuando ad evitare il mio sguardo. Sembra che le cose siano tornate come anni fa.

«Puoi... passarmi il sale?» mi chiede con difficoltà, senza guardarmi.

Che faccia da schiaffi. Spingo il sale nella sua direzione, fino a farlo cadere sul pavimento.

«Ops!» esclamo, esattamente come faceva lui e poi metto una mano davanti alla bocca. Bryan e Cindy mi guardano in modo strano, quasi increduli. «Scusate, vado di sopra.» mi alzo dalla sedia e vado via dalla cucina.

Non riuscivo più a respirare quell'aria angusta. Arrivo al piano di sopra, pronta per chiudermi nella mia stanza.

«Hai finito di comportarti da ragazzina?» sento chiedere alle mie spalle e quell'insinuazione non mi piace affatto. Mi volto e lo vedo poggiato al muro, con le braccia incrociate al petto e uno sguardo scocciato. Lo ignoro ed entro nella mia stanza, pronta a chiudermi al suo interno ma, come volevasi dimostrare, la blocca col piede, impedendomi di farlo. Spingo più che poso, non riuscendo nel mio intento, è davvero forte. Riesce ad entrare, socchiude la porta e mi guarda male. «Che succede?»

«Come osi chiedermelo?» sbotto contro di lui.

«Tu credi a quello che ha detto Chloe?»

«Ci sei stato o no a letto con lei?»

«Non è questo il punto.»

«Che cazzo vuol dire?» chiedo esasperata.

«Che ha esagerato.»

«Te la sei scopata o no?» sbotto irritata.

«Sì!» Ecco, lo sapevo. «Ma una volta sola!»

«E cosa cambia?»

«Tanto.»

«Vattene a fanculo!» urlo.

«Non ti rendi conto che l'ha fatto solo per metterti contro di me?»

«Hai fatto sesso con lei, poi sei venuto da me e hai detto di amarmi.» ridacchio in modo nervoso.

«È successo tempo fa, ed è stato un errore...» Chissà perché dicono tutti così, anche nei film la stessa scena. «Emy, ti prego... quello che provo per te è un'altra cosa.» cerca di toccarmi, ma mi ritraggo.

«Non provare a toccarmi!»

La porta della mia camera si apre, rivelando una Cindy delusa e il mio cuore comincia a battere in modo violento. È la quarta volta oggi che ci riprende in comportamenti equivoci.

«Ragazzi, ero convinta che tra di voi stesse andando tutto bene.» dice con voce lamentosa. Tiro un lungo respiro di sollievo, fortunatamente non sembra aver capito, neanche questa volta. «Voi due avete bisogno di qualcosa che vi accomuna, non potete continuare a farvi la guerra.»

«La smetti di parlare come una psicoterapeuta pazza?» urla Mark.

«Va in camera tua!» gli ordina in modo severo.

«Mi stai punendo?»

Lo guarda in cagnesco e lui va via, senza altre obbiezioni. Certo che in questi mesi le cose sono cambiate molto, è diventata più autoritaria e Mark non ha battuto ciglio, andando via immediatamente. Chiude la porta e si siede sul mio letto.

«Tesoro, vieni a sederti accanto a me.» la raggiungo e resto in silenzio, in attesa delle sue parole. Non mi piace quello sguardo, fa paura, non vorrei che stesse architettando un altro dei suoi piani "amore fraterno". «C'è qualcosa tra te e Mark?»

Il mio cuore perde un battito.

«Ehm...» non so cosa dire, ora accadrà il finimondo e sarà tutta colpa mia.

«L'ho capito subito» Cacchio, questa sì che è una tragedia. «ma è normale» La guardo confusa. «è normale che i fratelli abbiano forti attacchi di gelosia, a nessuno piace dividere l'affetto dei propri genitori.»

Ed io che avevo il terrore che avesse capito. Credo che posso stare tranquilla, non capirà mai che tra me e Mark c'è stato qualcosa. Annuisco, senza dire una parola e lei mi abbraccia, posandomi un bacio sulla testa. Questa situazione è davvero strana.

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