Capitolo 46
Emily
Ho i brividi, mentre avverto la sua erezione premere contro di me e sono rimasta spiazzata dalle sue parole. Mi chiedo se questo sia uno dei suoi piani per continuare l'infinita lotta contro di me, oppure vuole farmi capire che è innamorato. Oddio, non posso credere di averlo pensato sul serio. Continua a fissarmi, senza dire una parola, mentre mi muove sempre di più contro sé stesso. Potrei raggiungere l'orgasmo anche in questo modo, visto la mia eccitazione che aumenta sempre di più e lui ne è consapevole, per questo continua. Si morde le labbra, rendendomi nervosa, ma ho anche una tremenda voglia di fare l'amore con lui. Dovrei davvero dirgli tutto quello che provo, come mi ha consigliato Sam? Non riesco a trovare le parole adatte, sono davvero una vigliacca, proprio ora che sembra stia per aprire il suo cuore, nonostante il suo carattere chiuso, dovrei approfittarne per fare lo stesso, invece di scappare.
«Io...» cerco di dire qualcosa di sensato, ma le parole mi si bloccano in gola.
Non riuscirò mai a dirglielo in faccia.
«Te l'avevo già detto, non è vero?» chiede, confondendomi, mentre smette di muovermi. Aggrotto le sopracciglia e lo guardo, in attesa delle sue parole. «Ti ho detto che ti amo?» Nel sentire quella frase, il mio cuore perde un battito e sembra scosso da mille brividi. Pensavo non se lo ricordasse più, era troppo ubriaco quando accadde. Annuisco debolmente e attendo una sua reazione, con l'ansia a mille. «Lo... pensavo sul serio.» confessa timido. Non mi lascia il tempo di sorprendermi che le sue labbra sono sulle mie, assaporandole dolcemente. Mi spinge di lato, costringendomi a sdraiarmi e posizionandosi sopra di me, tra le mie gambe divaricate. «Sono stato un coglione.» dice, mentre mi accarezza il viso.
Sono in imbarazzo e non posso credere alle sue parole, mi sembra di vivere un sogno, perché non me l'ha detto subito, da quanto se n'è reso conto? Avrei potuto risparmiarmi un sacco di dolore.
«Già... lo sei stato.» confermo la sua teoria, con le guance rosse per la vergogna.
«Perdonami...» dice a fatica, sembrando davvero sincero. «per tutto quello che ti ho fatto.»
I mei occhi diventano improvvisamente lucidi, pensando a tutto il male che mi ha procurato in passato, ma ora devo smetterla, adesso siamo qui, insieme e mi sta confessando tutto quello che prova, dovrei farlo anche io, invece di restarmene inerme a fissarlo.
«Ti perdono.» sussurro, guadagnandomi un suo sorriso. Inizia a posarmi tanti piccoli baci sul viso, fino ad arrivare alle labbra e accarezza tutto il mio corpo, facendomi rabbrividire. Le sensazioni che mi procura sono straordinarie, non avrei mai pensato che si potesse essere così felici. D'un tratto, infila una mano sotto la mia maglietta e afferra un seno. Ho il fiato corto e sono troppo eccitata, ma mi rendo conto che non posso lasciarglielo fare, potrebbero arrivare Bryan e Cindy da un momento all'altro. «Mark...» chiamo il suo nome e lui mi bacia il collo, procurandomi ancora più brividi. «Mark... per favore... fermati.» riesco a dire con molta difficoltà.
Smette di baciarmi e mi guarda confuso. Forse non pensava che l'avrei fermato, almeno non dopo quello che ha detto.
«Scusa.» si sposta da me, chiaramente a disagio.
«Non è... il luogo adatto.» Mi sento troppo in imbarazzo e non riesco a parlare in modo calmo. «Bryan e Cindy potrebbero tornare a casa.»
«Sì, hai ragione.» si tranquillizza. «Stanotte passo in camera tua.» mi fa un occhiolino. Il mio viso diventa paonazzo e volto immediatamente lo sguardo verso il pavimento. Vuole passare in camera mia per cosa? Per giocare a carte. Molto divertente, Gollum. L'ho capito, solo che non mi sembra il caso, dovremmo parlare di tutto quello che è successo e non fare sesso, come se niente fosse. Chiedigli tutto, invece di fare pensieri perversi su di lui. Non faccio pensieri perversi! «No?» cerca conferma.
«Non dovremmo prima parlare un po'?»
«Va bene, parliamo, se vuoi.» dice a disagio.
«Perché me lo dici solo adesso?»
«Io...» cerca di evitare il mio sguardo. «insomma, lo sai che non so parlare di queste cose.»
«E... perché non sei venuto direttamente da me? Ti sei trovato una ragazza.»
«Non mi sono trovato una ragazza, ci stavamo solo vedendo, ma niente di che.»
«Allora perché Cindy era convinta che lo fosse?»
«Sai com'è fatta, vivi qui da anni.»
«Potresti guardarmi negli occhi?» Ho bisogno di capire se sta mentendo e se non mi guarda, mi risulterà difficile. Volta lo sguardo su di me e mi fissa serio. «Ma non riesco a capire...»
«Cosa non capisci?» interrompe ciò che stavo per dire.
«Non ti sei minimamente preoccupato, hai preferito frequentare un'altra!» sbotto un po' irritata. La cosa mi rende estremamente nervosa. Si alza dal divano e si gratta la nuca, dopodiché cammina su e giù per la stanza, preoccupato per la situazione. «Sono stata molto male quando mi hai abbandonata, raggiungendo le tue stupide conclusioni affrettate e tu cosa facevi? Ti divertivi con un'altra!» dico sarcastica.
«Lo pensi sul serio?» chiede accigliato e anche un po' colpevole. Annuisco tristemente, convinta di quello che mi passa per la testa. «In questi mesi non ho fatto altro che pensare a te, al modo in cui ti avevo trattato...»
«Però non hai fatto nulla per farmelo sapere!» lo interrompo in malo modo. So bene di aver rovinato tutto e che magari non era il momento per parlarne, visto quello che mi ha appena confessato, aprendomi il suo cuore ed esponendosi completamente, ma non sono riuscita ad impedire che accadesse, sono troppo triste e arrabbiata. Per troppo tempo mi sono tenuta tutto dentro, reprimendo ogni cosa e fingendo che non stesse succedendo a me, ma ora basta, non potevo più continuare. Non riesco ad accettare il fatto che sia stato con un'altra, mentre io mi deprimevo a New York. È totalmente assurdo. Comincia a fissarmi dispiaciuto e gli occhi gli diventano lucidi, lasciandomi stupita. Non ci posso credere, sta per piangere? Forse sto esagerando, anche se lo meritava, ma non si nega il perdono alle persone che amiamo, soprattutto dopo il loro pentimento. «Piangi?» chiedo con voce tremante.
«Ma quando mai...» si volta dall'altra parte e tira su col naso, chiaramente a disagio. Non riesco a vederlo in quello stato, non è proprio da lui. Lo raggiungo alle spalle e gli cingo le braccia in vita, poggiando la testa contro la sua schiena muscolosa. Si volta prontamente e afferra il mio viso tra le mani. «Mi dispiace, sono solo un coglione che non sa gestire nulla.»
Gli sorrido dolcemente e scaccio via una lacrima dal suo viso.
«Anche io ho la mia parte di colpa.»
«No, la colpa è solo mia.»
Mi stringe a sé e vorrei tanto che il tempo si fermasse, potrei restare tra le sue braccia in eterno. Proprio in quel preciso istante, la porta di casa si apre e qualcuno varca la soglia.
«Ragazzi, cosa state facendo?» chiede Cindy, accigliata.
Mark mi da una spinta, facendomi inciampare sul divano. Cacchio, Cindy ci ha visti...
«Nulla, cosa credi che stessimo facendo?» risponde lui in modo aggressivo e va via.
Perfetto, mi ha lasciata sola a sbrigarmela, il solito deficiente. Adesso che scuse posso inventare? Non sono brava a mentire. Cindy mi guarda stranita, attendendo chissà quali parole uscire dalla mia bocca.
«Ehm... io...» Sono fritta. «vedi... prima ho rovesciato della coca sul divano.» le faccio notare, per sviarla.
So bene che adesso si arrabbierà, ma quale altro modo potevo usare per distoglierla da noi? Sgrana gli occhi e viene verso di me, scrutando ogni centimetro del divano.
«Stai scherzando?»
«No.» abbasso la testa verso i miei piedi. «Mi dispiace, non l'ho fatto apposta, credimi, io...»
«Tesoro, calmati» mi interrompe. «la macchia andrà via, ho del detersivo smacchiante che fa miracoli, tranquilla.»
Non posso crederci, ha sempre avuto una fissa per il divano e ora mi dice che è tutto a posto? Probabilmente si sente poco bene. La cosa più importante è che sembra aver scordato la scena di prima, meglio così. Devo svignarmela, prima che possa riprendere a fare domande.
«Ah. Va bene.» dico, mentre mi alzo dal divano, poi la guardo per qualche secondo, fino a sparire dal soggiorno.
Raggiungo il piano di sopra, con il cuore in gola e l'ansia a mille. Vivere così non sarà per niente facile, lo so. Percorro il corridoio, pronta a raggiungere la mia stanza ma resto ferma a sentire le parole di Mark, sembra proprio che stia parlando al telefono con qualcuno.
«Smettila di chiamarmi! Sono andato via perché mi ero stancato, quindi lasciami in pace.» sbotta irritato e poi smette di parlare, quindi deve aver riattaccato. Parlava con la ragazza con cui stava uscendo? Mi si contorce lo stomaco al solo pensiero e credo sia meglio andare in camera, prima che se ne renda conto. Faccio dei passi, fino a che non avverto la sua presenza alle mie spalle. «Ehi.» mi chiama. Mi volto e gli sorrido, fingendo di non aver ascoltato. «Scusami per lo spintone, ma se non l'avessi fatto, mia madre avrebbe capito qualcosa.»
«Okay.» rispondo con voce atona e proseguo per la mia strada.
«Aspetta.» afferra il mio braccio, fermandomi.
«Cosa c'è?»
Mi fa voltare velocemente e posa le sue labbra sulle mie, spingendomi contro il muro. Oddio, non riesco mai a prevedere le sue mosse, non che mi dispiacciano, però ho paura che possano beccarci. Le sue mani accarezzano tutta la mia schiena, fino ad arrivare ai fianchi e spingermi contro il suo corpo. Si stacca dalle mie labbra e poggia la fronte contro la mia, guardandomi dritto negli occhi.
«Ti prego, non sparire di nuovo dalla mia vita.» sussurra.
Quant'è dolce, lo amo davvero tantissimo.
«No.» rispondo con un mezzo sorriso e anche un po' di imbarazzo, ma poi mi ricordo una cosa. «Ma prima o poi, dovrò ritornare a New York.»
«Verrò con te!»
Lo guardo con gli occhi sgranati. Non sta parlando sul serio, cosa intende racconterà ai suoi?
«Ma... cosa dici...»
«Shh.» mi posa un dito sulle labbra, interrompendomi.
Mi libera dalle sue braccia e si allontana da me, fino a chiudersi nella sua stanza. Ho il terrore che prima o poi i suoi scopriranno tutto e questo potrebbe dividerci per sempre, e non potrei sopportarlo. La vita è stata davvero crudele con me, non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei innamorata del mio fratellastro, complicando ancor di più la situazione. Dovresti pensare al tuo futuro, invece diperdere tempo con lui. Mark è il mio futuro!
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