Capitolo 39
Chloe
Ho una brutta sensazione e sento che sta per accadere qualcosa. È la terza volta che gli telefono, non ricevendo mai una risposta, credo proprio che mi stia ignorando ed è una cosa che non sopporto. Forse avrei dovuto fingere meglio e magari sarebbe rimasto con me, anziché andarsene in giro con chissà chi. Non riesco più a ragionare, non posso credere che vada così, mi sento male al solo pensiero di saperlo con lei. Devo stare tranquilla e non pensare male di lui, si prenderà cura di me e non mi abbandonerà, ne sono sicura. D'un tratto suonano alla porta di ingresso e dentro di me ritorna quella vaga speranza. È qui, finalmente! Mi precipito ad aprire e resto delusa nel scoprire che non si tratta di lui.
«John, cosa ci fai qui?» chiedo irritata, mentre allungo lo sguardo verso la strada per assicurarmi che Mark non sia nei paraggi, andrebbe tutto a monte.
«Ciao.» mi saluta con la mano e con un sorriso da ebete.
Afferro il suo braccio e lo trascino in casa, chiudendo la porta alle mie spalle. Non posso credere che sia venuto a casa mia, cosa gli è saltato in mente? Idiota.
«Cosa ci fai qui?» ripeto a voce troppo alta.
«Cosa ti è successo, quel tipo ti ha messo le mani addosso?» mi scruta bene in viso.
«Ma cosa vai a pensare?»
Si siede sul mio divano, ignorando il mio sguardo corrucciato. Non sopporto che sia in casa mia, sta ancora aspettando che accetti di diventare la sua ragazza, è così stressante. E pensare che dovetti pagarlo affinché si fingesse il mio ex ragazzo, è uno scroccone. Dovevo far credere a Mark che fossi stata lasciata, addirittura tradita, in questo modo mi sarebbe stato vicino senza opporsi. Lo raggiungo, sedendomi ad una distanza di sicurezza, non voglio che mi salti addosso, è già capitato altre volte e non è facile liberarsi di lui.
«Allora, me lo spieghi cosa ti è successo?» chiede titubante.
«Niente.»
«L'hai rifatto, non è così?»
«Non sono affari tuoi!» sbotto irritata.
«Tutto per uno stupido che nemmeno ti ama.»
Mi acciglio e lo guardo malissimo. Lui non è nessuno per dirmi una cosa del genere, Mark mi vuole, altrimenti non starebbe con me.
«Cosa ne sai tu, sta zitto!»
«Cosa ne so?» si avvicina a me. «L'ho visto in giro con una ragazza mora e cavolo se era bella.»
Mi volto di scatto e lo fulmino con lo sguardo. È tutta una finta per farmi cadere nella sua trappola.
«Cosa stai dicendo?»
«Era al centro commerciale con una ragazza, stavano mangiando un panino.»
Sgrano gli occhi e stringo i pugni, talmente forte che le nocche mi diventano bianche e le unghie mi lacerano i palmi. Aveva detto che sarebbe uscito con sua madre, perché mi ha mentito? Aspetta, non devo credere alle parole di questo coglione. Incrocio il suo sguardo e non mi piace affatto il modo in cui mi guarda, sembra quasi compassione.
«Non guardarmi così, stronzo.» gli dico irritata. Mi alzo dal divano e cammino su e giù per la stanza. «Ti stai inventando tutto, non è vero?»
«Mi credi davvero capace di mentirti così?»
«Certo, sei capace di questo ed altro.»
«Sono solo venuto a dirti di aprire gli occhi.»
«Oppure lo stai facendo per raggiungere i tuoi scopi.»
«Non questa volta, credimi, l'ho visto sul serio.»
Incrocio le braccia al petto e lo guardo esitante, non riesco a credergli, è uno dei suoi soliti giochetti.
«Ora vattene, tra poco arriverà Mark e non voglio che ti trovi qui.»
«Va bene, ti ho avvertito.»
Mi sorpassa con fare arrogante ed esce da casa mia, sbattendo la porta. Non crederò ad una sola parola, fino a che non lo vedrò con i miei occhi.
Emily
Per tutto il tragitto che portava a casa nostra, non abbiamo detto una parola e mi ha molto sorpreso il fatto che avesse un album degli one direction, ma anche insospettita, c'è qualcosa che mi sfugge. Appena ha sentito la canzone, aveva un'espressione strana, come se il cd non fosse suo. Meglio non pensarci, che senso ha porsi tutte queste domande, quando non si ha una risposta? Scendo dalla vasca e avvolgo l'asciugamano intorno al mio corpo bagnato. Raggiungo la porta ed esco dal bagno, fino a scontrarmi con qualcuno, rischiando di far cadere la mia copertura. Alzo lo sguardo e incontro due occhi di ghiaccio e i soliti brividi mi sovrastano. Cacchio, Mark! Pensavo fosse andato dalla sua ragazza, che imbarazzo assurdo. Calmati, che senso ha tutto questo imbarazzo? Non puoi capire, smettila di intrometterti ogni volta. Mark mi guarda dalla testa ai piedi, mentre stringo ancora più forte il pugno al bordo dell'asciugamano, facendo attenzione a non farlo cadere.
«Ehm... hai bisogno del bagno?» Che razza di domande faccio? Scuote la testa in senso negativo e resta in silenzio, mentre continua a fissarmi in un modo che non so descrivere. La cosa mi mette molto a disagio e sento le mie guance andare a fuoco. D'un tratto, fa un passo verso di me, riempiendo quella poca distanza che ci divideva. Faccio un paio di passi indietro e mi ritrovo nuovamente in bagno. Pensavo di aver chiuso la porta, ora sono in trappola, mi mangerà di sicuro. Entra in bagno a sua volta, chiudendo la porta a chiave e il mio cuore perde un battito al solo pensiero di quello che accadrà. «C-che cosa fai?» balbetto.
Mi sorride malizioso e ho un altro brivido. Quel tipo di espressione è letale per me.
«Sai, mi stavo chiedendo» si guarda intorno, fino a posare il suo sguardo sulla vasca, evitando di incontrare i miei occhi. «hai avuto una storia con qualcuno in questi mesi?»
Non capisco il senso della domanda, dove vuole andare a parare?
«No...» abbasso la testa sui miei piedi nudi, imbarazzata.
«Quindi non hai fatto sesso con nessuno, a parte me?»
Scuoto velocemente la testa in senso negativo e mi imbarazzo ancora di più. Si avvicina pericolosamente a me e d'istinto faccio altri passi indietro, sbattendo con le gambe al bordo della vasca. Non posso fare altri passi o cadrò al suo interno. Lui ghignazza e si sfila la maglietta, scoprendo i suoi addominali e i suoi tatuaggi, e il respiro mi si blocca in gola.
«M-Mark... cosa fai, rimettiti la maglietta.» cerco di essere categorica. Si sfila anche i jeans e sto per sentirmi male, cos'ha in mente? «Vorrei... andare a vestirmi.»
«E perché? Si sta così bene nudi.» sussurra malizioso. Sta per sfilare i boxer ma corro verso di lui, impedendoglielo. Senza rendermene conto, l'asciugamano che avevo intorno al corpo, cade sul pavimento, lasciandomi nuda e completamente esposta a lui. Il mio viso diventa paonazzo, mentre il suo resta malizioso e posso notare chiaramente qualcosa muoversi sulle sue parti intime. Abbasso lo sguardo e vedo la sua erezione; si è liberato delle mutande. Cacchio! Mi abbasso velocemente per recuperare l'asciugamano, mentre lui mi oltrepassa ed entra nella vasca. «Chiudi la porta quando esci.» ridacchia.
Mi ha preso in giro, facendomi credere chissà cosa. Sei tu ad essere perversa. Non è vero, si è denudato davanti a me e aveva un'erezione...
«Stronzo!» urlo, mentre sbatto la porta.
Non posso ancora credere a cos'è appena accaduto, mi ha reso ridicola e il peggio è che mi ha vista nuda, va bene, è già capitato altre volte, ma l'imbarazzo era palpabile. Non riesco a capire perché si diverta così tanto a tormentarmi e ogni volta è come se volesse sedurmi. Ma cosa vado a pensare, ora ha la ragazza e non credo voglia portarmi a letto. Chissà cosa stava per dirmi oggi pomeriggio, il suo discordo è stato molto vago, non riuscivo a comprenderlo del tutto. Non ci pensare, lo sai com'è fatto, un giorno è calmo e tranquillo, l'altro è idiota e arrogante. Stavolta hai proprio ragione, devo chiudere questa storia, non posso più continuare a pensarlo, non mi fa bene. Ora che ci penso, Chloe non mi ha telefonato, avrei voluto avere il suo numero ma è scappata, come se avesse voluto evitare di incontrare qualcuno. Ultimamente ne stanno capitando di cose strane, la prima a preoccuparmi è Tiffany, chissà che fine ha fatto, per un motivo o per un altro non ho avuto modo di andare da lei. Se non fossero le undici di sera, avrei fatto un salto a casa sua.
Ho indossato il pigiama e mi sono messa a letto, oggi è stata una giornata molto impegnativa, soprattutto strana e l'ansia per domani sta iniziando a farsi sentire; conoscerò la ragazza di Mark e la cosa non mi piace per niente. Avrei voluto non partecipare a questa festa, ma non potevo deludere Cindy, ci teneva molto. Improvvisamente, la porta della mia camera si spalanca, facendomi prendere uno spavento. Mark varca la soglia, senza il mio permesso, ha gli occhi furenti e uno sguardo che non mi piace. Cosa avrò fatto, adesso? Questa scena l'ho già vissuta... spero solo che non abbia cambiato nuovamente idea e stia pensando di tormentarmi come in principio. Mi alzo sui gomiti e lo fisso stranita.
«Chi è Harry?» chiede con irritazione. Come fa a sapere di Harry? Aspetta... il cellulare, dove l'ho lasciato? Frugo sotto il cuscino, mi guardo intorno ma non è in camera. «Cercavi questo?» mi mostra il telefono.
Non posso crederci!
«Dammelo!» ordino, più irritata di lui.
Lo raggiungo e cerco di afferrare il telefono, ma non me lo permette.
«Me lo dici chi cazzo è Harry?»
«Non credo siano affari tuoi!» sbotto, a pochi centimetri dal suo viso.
Serra la mascella e stringe un pugno, poi infila il mio cellulare in tasca e mi dà delle spinte fino a farmi inciampare sul letto. Anche questa scena l'abbiamo già vissuta.
«Mi hai mentito.» sussurra.
«Cosa?» Si butta su di me e afferra i miei polsi, immobilizzandomi. «Mark... non so di cosa parli. Per favore, lasciami.»
Continua a fissarmi in modo furente e non accenna a parlare, poi la sua espressione diventa delusa. Perché si è messo a frugare nel mio cellulare? Si chiama violazione della privacy, anche se non ho nulla di strano tra i messaggi, ma lui è abbastanza ottuso e come suo solito fraintende. Lascia i miei polsi e con una mano comincia a sfiorarmi il viso. Non riesco a parlare, non riesco ad arrabbiarmi perché ha violato la mia privacy, non riesco a fare nulla. Perché ha sempre quest'effetto su di me? Il suo tocco leggero mi causa mille brividi lungo il collo. Si avvicina al mio viso e si morde il labbro inferiore, facendomi deglutire e respirare in modo irregolare. Comincio a tremare, senza alcun motivo e lui aggrotta le sopracciglia, chiaramente a disagio, poi si alza da me.
«Scusa, non volevo spaventarti.» si giustifica, evitando il mio sguardo.
Non tremavo per la paura, ma per l'emozione e ovviamente non l'ha capito. Infila la mano in tasca e lancia il mio cellulare sul letto, dopodiché esce dalla stanza, chiudendo la porta. Ma cosa cavolo è appena successo? Non riuscirò mai a comprenderlo. Afferro il telefono e guardo lo schermo, c'è una chiamata persa da parte di Harry. Ora capisco, non ha frugato tra le mie cose, ha semplicemente visto la telefonata e non ha nemmeno risposto. Mi dispiace aver pensato male di lui. Come mai Harry mi ha telefonato? Non era mai successo. Oddio, forse è capitato qualcosa di brutto a Violet o a Sam? Faccio scorrere l'indice sul suo numero e lo richiamo.
«Emy, ciao.» risponde immediatamente.
«Harry, è tutto a posto?» chiedo allarmata.
«Sì, volevo solo sapere come stavi.»
«Ah.»
«Sei delusa?»
«No, scusa, pensavo fosse accaduto qualcosa.»
«Ma no, va tutto bene.»
«Menomale.»
«Sai... mi manchi.»
A quelle parole inaspettate, il mio cuore comincia a battere più forte.
«Ah, sì?» chiedo con voce roca.
«Scusa, non avrei dovuto dirtelo.»
E adesso perché si sta ricredendo?
«Non preoccuparti, è tutto a posto.»
«Volevo anche chiederti scusa per... quel bacio.»
Deglutisco e non posso credere che ne stia parlando ancora.
«L'hai già fatto, tranquillo.» cerco di mantenere un tono calmo.
«Sicura di stare bene?»
«Sì... sto bene.»
«Uhm...» Cos'era quel verso? «Ci sentiamo domani, se vuoi.» cambia argomento.
«Va bene.»
«Buonanotte.»
«Buonanotte, Harry.» riattacco e resto a pensare ancora a Mark.
Cazzarola, non mi libererò mai di lui, le sue carezze sul mio viso bruciano ancora e dentro di me c'è una piccola speranza e aspetto chissà cosa.
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