Capitolo 37
Mark
Chloe non ha voluto parlarmi dei tipi che l'hanno aggredita e dopo aver preso l'antidolorifico si è addormentata. Non so perché, ma ho il presentimento che mi stia nascondendo qualcosa, per non parlare del fatto che sembra conoscere la storia tra me ed Emy. Fortunatamente non ha posto altre domande ma i dubbi non mi hanno lasciato nemmeno per un secondo. Quando l'ho vista conciata in quel modo, ho provato tanta rabbia e ho pensato che qualcosa non andasse, ma non so esattamente cosa, forse è solo un presentimento. Ora devo solo trovare un modo per ritornare a casa, ho bisogno di sapere se lei sta bene, soprattutto dirle tutto ciò che provo, so che non sarà facile, ma devo farlo, prima che sia troppo tardi. Quando l'ho vista, è stato come tornare indietro nel tempo, come se non fosse mai passato ed il mio cuore si è riempito di gioia, anche se per un attimo ho letto il disagio nei suoi occhi e ho capito che non era del tutto contenta di vedermi. Non posso di certo biasimarla, mi sono comportato davvero da vigliacco, avrei dovuto affrontare la situazione e dirle ogni cosa, dal primo momento in cui l'ho capito, ma poi le cose si sono complicate, Chloe è entrata a far parte della mia vita e non ho avuto il coraggio di respingerla oltre, non voglio più fare del male alle persone. Improvvisamente, il mio cellulare squilla, facendomi fare mille pensieri brutti su di lei. Lo afferro prontamente dal comodino, prima che Chloe si svegli, dopodiché esco dalla stanza e rispondo, senza nemmeno controllare di chi si tratta.
«Pronto, chi parla?»
«Mark, tesoro.»
«Mamma?»
«Sì, chi sennò?» fa una piccola pausa. «Ho bisogno che tu venga a casa.»
«È successo qualcosa ad Emy?» chiedo spaventato.
Sapevo che non avrei dovuto lasciarla, porca puttana!
«Ma no, come ti viene in mente?» Tiro un lungo sospiro di sollievo. Devo stare calmo e non parlare a vanvera, non vorrei che trovasse il mio comportamento sospetto. «Tra poco andremo per negozi, dobbiamo comperare i nostri vestiti e tu dovrai esserci.»
«Cosa? Perché?»
«Ti avevo accennato che volevo una festa a tema, saremo vestiti tutti di blu, sai quanto adori il blu.»
«Scegli tu per me, okay?» dico sbuffando.
«Niente affatto! Tra poco andiamo al centro commerciale, raggiungici lì con la tua ragazza.»
Che nervi quando pronuncia quella frase, Chloe non è la mia cazzo di ragazza e non vuole capirlo.
«Non posso.» rispondo scocciato.
«Non voglio sentire ragioni! Per favore, non rovinare il nostro giorno perfetto.»
Non ho scelta, devo accontentarla. Certo che si è messa proprio d'impegno, è solo uno stupido anniversario ed è al settimo cielo, mi sono sempre chiesto come faccia papà a sopportare l'isteria di questa donna.
«Va bene... ma verrò da solo, Chloe non sta molto bene.»
«Oh mio Dio, cosa le è successo?»
Idiota, perché gliel'ho detto? Ora comincerà a preoccuparsi e a fare mille domande, come se non fosse già abbastanza.
«Nulla, sta tranquilla. Ci vediamo al centro commerciale.» taglio corto e riattacco.
Era troppo entusiasta per i miei gusti, come se stesse per sposarsi di nuovo. Le donne, chi le capisce è bravo.
Emily
Che vigliacca, quando Sam mi ha telefonato non ho avuto il coraggio di dirgli della lettera e non l'ho neppure ringraziato per il regalo. Mi sento davvero una stupida e il peggio è che non avrò più il coraggio di guardarlo negli occhi, dopo la sua confessione. Ma perché la vita è così crudele? Il mio unico e vero amico, si è innamorato di me, nonostante fosse gay, è una cosa possibile? Per non parlare del consiglio che mi ha dato e non capisco proprio perché l'abbia fatto, visto quello che prova per me. Di una cosa sono sicura; non andrò a dire a Mark che lo amo, sapendo che non prova le stesse cose, farei la figura della scema e poi sta insieme ad una ragazza. Sento odore di fifa. E da quando sei d'accordo con i miei sentimenti? Oddio, sto perdendo il senno.
Cindy non mi aveva detto che la festa sarebbe stata a tema, l'ho scoperto da poco e, a parer mio, sembra un'idea fantastica, anche se non amo particolarmente il blu, ma questo è un dettaglio poco rilevante. Ora siamo al centro commerciale e mi ha già costretto a provare almeno dieci vestiti, ormai ho perso il conto. Fortunatamente Mark non è con noi e non credo verrà, anche se Cindy gli ha telefonato per chiedergli di farlo.
«Emy, vieni qui.» mi chiama.
«Hai trovato qualcosa?»
«Sì, questo sarebbe perfetto per te.» mi mostra l'ennesimo vestito.
Un abito lungo con applicazioni di swarovski sullo scollo a cuore, senza spalline. Devo ammettere che stavolta ha centrato, è molto bello, anche se lo trovo un po' eccessivo, in fondo, è solo un anniversario.
«Mamma, io... penso che sia troppo.» dico a disagio, dopo aver visto la targhetta del prezzo.
«Niente affatto, sei la figlia dei festeggiati e dovrai essere al top.»
La guardo stranita e sembra troppo entusiasta per i miei gusti. Annuisco e decido di provare l'abito. Quando fa così è meglio assecondarla o non la smetterà più. Entro nel camerino e mi metto all'opera.
Una volta entrata nel vestito, cerco di chiudere la zip ma mi risulta abbastanza difficile, così sposto la tenda del camerino per chiederle a di darmi una mano e il mio sguardo viene attirato da Mark; è fuori dal negozio, appoggiato all'entrata e a braccia incrociate. Cazzarola, perché è venuto? Non sei l'unica a dover comprare un vestito. Ma non pensavo sarebbe venuto sul serio, insomma, non è proprio il tipo, odia questo genere di cose.
«Allora, come ti sta?» chiede Cindy.
Volto lo sguardo su di lei. «Potresti... chiudermi la zip?»
«Certo.» chiude la zip e mi guarda ammirata. «Sei bellissima! Ti prego, esci e mostrati a tuo fratello.»
Vuole che Mark mi veda? Che imbarazzo assurdo.
«Non credo sia il caso.» mi oppongo.
«Perché no?» Non posso contraddirla o capirà che qualcosa non quadra. Quanti problemi. Tiro un lungo respiro e faccio come mi ha detto. Mark volta lo sguardo su di me e comincia a fissarmi in modo insistente, mentre il mio cuore si ferma. «Mark, vieni a vedere tua sorella.» Cindy lo incita ad entrare. Deglutisco e il mio viso diventa rosso fuoco e non posso fare altro che abbassare lo sguardo sui miei piedi nudi. «Cosa ne pensi?»
È davanti a me e non pensavo che sarebbe entrato, sembra così diverso.
«Lei è...» non riesce a parlare. «Sei...» mi guarda imbambolato e il mio cuore perde un battito. «cioè...» Che carino quando è in difficoltà. «sì, non male.»
Mi acciglio e ammetto che mi aspettavo un complimento, ma è di Mark che stiamo parlando, è il solito egocentrico senza cervello, no?
«Non male? È la fine del mondo.» lo corregge Cindy ed io arrossisco di nuovo.
«Ci sbrighiamo? Sai, avrei fame.» sbotta irritato. Il solito guastafeste, ho sbagliato a pensare che stesse cambiando. «Posso sapere dov'è papà?»
«A casa.»
«E il vestito?»
«Io e tuo padre abbiamo già i nostri vestiti, sono qui per voi due.»
Io e Mark ci guardiamo in modo confuso. Avrebbe potuto evitare di farci incontrare, cavolo, mi tremano le gambe.
Cindy ha voluto comperare quell'abito a tutti i costi, diceva che mi stava un incanto, non ho potuto dire il contrario perché era davvero bellissimo, solo che mi dispiace averle fatto spendere tutti quei soldi, ma lei è fatta così, quando vuole una cosa la ottiene sempre. Anche Mark ha comprato il suo abito, con molta difficoltà, non voleva qualcosa di elegante ma alla fine ha vinto Cindy, come sempre. Ora siamo diretti in un fast food, Mark non ha fatto altro che lamentarsi per la sua fame improvvisa, mangia peggio di me e mi chiedo come faccia a non essere un quintale, esercizio fisico? Forse fa sesso in continuazione. Rabbrividisco al solo pensiero e un po' di gelosia si fa strada in me. Devi finirla con queste strane idee.
«Bene, ragazzi, io vi lascio, godetevi pure la vostra cena spazzatura, me ne torno a casa.» Cindy ci saluta.
Forse non ho capito bene, sta andando via, lasciandoci da soli?
«Mangia con noi.» cerco di convincerla.
«Non ho alcuna intenzione di mangiare quella robaccia, potrei prendere qualche grammo e non entrerei nel vestito, immaginate che tragedia.» ridacchia. Che esagerazione, sono tutte scuse. «Buona cena, ragazzi.» va via, portando con sé i nostri abiti.
Perfetto, ora sì che sono nei guai, grazie, Cindy! Resto immobile e con lo sguardo a terra, non riesco proprio a guardarlo, mi ritornano in mente le sue parole di oggi pomeriggio e quel ti amo. "Va da lui e digli quello che provi e se va male, almeno ci avrai provato, non avrai più rimpianti. La vita è troppo breve per passarla tristi o arrabbiati." Le parole di Sam non fanno altro che risuonarmi nella testa, dovrei davvero fare come mi ha detto?
«Andiamo?» chiede Mark, interrompendo i miei pensieri. Annuisco e lo seguo fin dentro al locale, dopodiché ci sediamo ad uno dei tavoli liberi e restiamo entrambi in silenzio. Arriva uno dei camerieri, porgendoci i menù. Mark gli dà uno sguardo veloce, dopodiché lo chiude e lo poggia sul tavolo. «Hai deciso cosa prendere?» mi chiede con tono calmo.
Lo fisso, senza degnarmi di rispondergli. Adesso si arrabbierà e mi tratterà male come sempre, non mi convince tutta questa calma, dev'esserci per forza qualcosa sotto. Annuisco debolmente e poggio il menù sul tavolo, sfiorando la sua mano e diventando paonazza a quel piccolo contatto. Lo trovo ancora così irresistibile. Non so come, ma si rende conto del mio imbarazzo e sorride in modo dolce. Quant'è affascinante e bello. Il suo sguardo diventa improvvisamente serio e i nostri occhi sono l'uno dentro l'altro, come se stessero facendo l'amore. Osservo le sue labbra rosee, il suo piercing, la sua mascella perfetta, possibile che non abbia un solo difetto? A parte il carattere irascibile e scontroso? Ma il resto è perfetto, un vero e proprio Dio. Il cameriere arriva, interrompendo il momento magico. Ottimo tempismo, direi.
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