Capitolo 30
Chloe
Apro gli occhi e mi ritrovo da sola, agitandomi immediatamente. L'unica cosa che mi calma è che sono ancora in camera sua, forse aveva bisogno del bagno e mi ha lasciata qui. Mi alzo dal letto, mi stiracchio e dopo il mio sguardo viene attirato dalla sua maglietta poggiata sulla sedia. La afferro, sorridendo appena, dopodiché comincio ad annusarla, beandomi del buonissimo odore che emana. Mark mi piace davvero troppo, giorno dopo giorno, mi rendo conto di provare qualcosa di importante, si sta facendo strada in me, mi controlla e mi possiede, e questo mi fa impazzire. Continuo ad annusare la maglietta, me la metto sulla faccia e resto in quella posizione, fino a che non sento la porta spalancarsi.
«Ma cosa...» Mark viene verso di me e mi strappa la maglietta dalle mani. «cosa diavolo stavi facendo?»
«I-io, nulla... davvero.» balbetto imbarazzata.
«Stavi annusando la mia maglietta?» chiede malizioso.
«M-ma ti pare? Certo che no!»
«E allora?» si avvicina ancora di più.
«Okay, sì.» abbasso lo sguardo verso i miei piedi nudi, imbarazzata al massimo.
Sghignazza e non capisco proprio il perché. Ritorno a guardarlo e non posso fare a meno di notare i suoi occhi chiari.
«Smettila di ridere!» dico categorica.
«Sei davvero malata.» ride ancora di più, mentre ripenso al termine con cui mi ha definita. Non sono affatto malata, sono solo attratta da lui, che male c'è? Come faccio ad arrabbiarmi, quando ride è ancora più bello e sembra molto tranquillo. Lo guardo divertita, fino a ridere insieme. La smette e poi indossa la maglietta che stavo annusando. «Resti a cena?» mi chiede, meravigliandomi. Vengo da lui tutti i giorni e non me l'aveva mai chiesto, è sempre stato scontroso e distaccato, ora sembra quasi gentile e la cosa mi piace terribilmente. Annuisco e corro tra le sue braccia, stringendolo. «Ehi, smettila di saltarmi addosso.»
«Mi piace stare così.»
«Be', è un po' troppo.» Alzo lo sguardo verso il suo viso, restando sempre avvinghiata a lui. Prima mi chiede di rimanere e poi mi respinge, non riuscirò mai a comprenderlo del tutto. «Non guardarmi con quell'aria da cane bastonato, stavo solo scherzando.» mi scompiglia i capelli. Sorrido e stringo più forte la presa. Lo adoro così tanto. «Però adesso smettila, sei troppo appiccicosa.»
Ridacchio e mi allontano da lui. Mark non è un tipo aperto, è già tanto che mi abbia permesso di abbracciarlo, ma sono sicura che stia cambiando, quel suo lato da aggressivo, egocentrico, pian piano sta svanendo ed è tutto merito mio. Non vedo l'ora di far parte di questa famiglia, mi sto già facendo mille film mentali.
Emily
Ma cosa sta facendo e perché non glielo impedisco? Non mi aspettavo un suo bacio, mi sembra tutto troppo presto e i sensi di colpa mi stanno attanagliando, facendomi sentire peggio. Le sue labbra sono morbide, ma troppo diverse da quelle di Mark, non riesco a fare a meno di paragonarli e rendermi conto che non sono poi così simili. Non ci riesco, non riesco a non pensare a lui, mi tormenterà fino all'eternità. Harry si stacca da me e resta a fissarmi imbarazzato. Poggio le dita sulle mie labbra, sfiorandole e non sapendo cosa dire, so solo che il cuore mi batte fortissimo, sono molto sorpresa e imbarazzata, oserei dire sotto shock.
«Perdonami, io...» afferra la sua testa tra le mani, dopodiché si alza e cammina nervosamente per la stanza. Perché mi ha baciata? Come fai a non capirlo? È ovvio che prova qualcosa per te. Esci dalla mia testa, Gollum! «Forse è meglio se ti accompagno a casa.» dice tutto d'un fiato.
«Harry...» riesco a pronunciare il suo nome, anche se sto morendo dalla vergogna. Si volta, fissandomi e un brivido mi attraversa la spina dorsale. I suoi occhi sono così diversi da prima. «Siediti.»
Cacchio, adesso cosa faccio, perché gli ho chiesto di sedersi? Forse dovresti smetterla di preoccuparti e ammettere che ti piace. Sei ancora qui? Sono nella tua testa, non puoi liberarti di me. Ignoro quella vocetta snervante e osservo Harry che fa quello che gli ho detto.
«N-non vuoi... tornare a casa?» chiede con molta difficoltà.
Scuoto la testa in senso negativo e poggio la mia mano sulla sua, spiazzando lui e me. Il suo sguardo è un misto tra sorpresa e imbarazzo, è incredibile il modo in cui mi guarda. Inizio a pensare che Gollum abbia ragione, prova realmente qualcosa per me, ma io, provo qualcosa per lui? Non riesco a capirlo, sono così confusa.
«Era... solo un bacio, tranquillo.» dico, imbarazzandomi di nuovo.
Annuisce e abbassa lo sguardo sul libro.
«Sei davvero intenzionata a lasciare l'università?» Com'è bravo a cambiare argomento. «Hai detto che al liceo eri molto brava, non ti sembra un'idea affrettata?»
«Sì, ho deciso.»
Non voglio più avvertire quest'ansia, la paura di non riuscire a superare i corsi, sgobbare sui libri, pensare all'università anche mentre lavoro, è una vera e propria tortura, voglio sentirmi libera. Non so ancora cosa farò da grande, ma ho capito che l'università non fa per me. Immagino già la faccia dei miei quando gliene parlerò... per il momento non lo farò, li lascerò credere che vada tutto bene, non voglio altri problemi, ne sono già piena e potrei scoppiare da un momento all'altro.
Harry non ha più cercato di farmi cambiare idea, ha capito che era tempo perso, dato che ho già deciso e sono molto categorica sulla faccenda. Ora siamo fuori dal mio condominio, era inutile continuare a studiare, anche se avrei voluto dargli una mano, però ha rifiutato. Probabilmente ce l'ha con me perché gli ho detto che il suo era solo un bacio, ma non potevo dirgli che mi ha spiazzata e resa nervosa più del solito, non voglio che fraintenda, siamo solo amici.
«Allora ci sentiamo.» dico con un mezzo sorriso.
«Sì... cioè, come vuoi.»
Sbaglio o è a disagio? Non capirò mai questi ragazzi e poi quelle complicate siamo noi.
«Ciao.» mi avvicino e gli poso un bacio sulla guancia, notando la sua timidezza.
Sorride e mi regala uno dei suoi occhiolini. Scendo dalla macchina e raggiugo l'entrata del palazzo, sentendolo allontanarsi. Proprio mentre sto per entrare nell'ascensore, il mio cellulare comincia a squillare. Frugo all'interno dello zaino e non riesco a trovarlo, fino a che non smette. Controllerò una volta arrivata in casa.
Raggiungo il soggiorno e continuo la mia ricerca, trovandolo. Guardo lo schermo, era Cindy. La richiamo immediatamente, mentre mi libero dallo zaino pesante. Tolgo le scarpe e mi siedo sul divano, attendendo una sua risposta.
«Tesoro, va tutto bene?» risponde dopo un po'. «Come mai non hai risposto alla mia chiamata?»
Ma perché esagera sempre?
«Non trovavo il cellulare.» dico la verità.
«Sicura che non nascondi nulla?»
La solita dubitatrice, non capisco perché non si fidi mai di nessuno.
«Tranquilla.»
«Come stai?»
«Tutto bene. Tu e Bryan?»
Avrei dovuto chiedere anche di Mark? Niente affatto! Non devi più preoccuparti per lui, ora c'è Harry. Ma che cavolo dici, io e Harry siamo amici, nient'altro.
«Stiamo bene.» Sembra molto serena, dal tono di voce. «Mark è molto più tranquillo, ultimamente.»
Quindi, sta cambiando? Non vorrai mica cadere nella sua trappola, vero? Potresti smetterla di interrompermi? Stavo solo formulando una frase innocua.
«Meglio così, no?» rispondo, fingendo stupore.
«Ovvio, siamo tutti contenti. Sai, sembra proprio che si sia trovato una ragazza.» No... cosa sta dicendo? Non può essere... Mark... no... «Tesoro, sei ancora lì?»
«S-sì... Scusa, adesso devo riattaccare.»
«Aspetta, ti ho telefonato per dirti una cosa importante.» Quale altra notizia orribile dovrà darmi? Non credo di riuscire a reggere un altro colpo. «Fra tre giorni, io e tuo padre festeggeremo il nostro anniversario.» Tiro un lungo sospiro di sollievo, fortunatamente non era nulla di brutto. «Sono vent'anni che siamo sposati e quindi abbiamo deciso di organizzare una festa in qualche locale esclusivo.»
«Sono contenta per voi, ve lo meritate.»
«Ovviamente vorrei che ci fossi anche tu.»
Sta scherzando, vero?
«Non posso, ho il college.» rifiuto.
«Non puoi mancare, ci stiamo preparando da mesi a questo giorno, anche i nostri due figli dovranno esserci. Non preoccuparti per l'università, ho già telefonato alla Columbia, mi hanno detto che puoi concederti una settimana.» Cazzarola! «Quindi potrai venire senza problemi.»
«Già... se è così...»
Non sta succedendo sul serio, non a me.
«Non vedo l'ora, mi manchi così tanto.»
«Anche voi mi mancate.»
«Partirai domani, ho trovato un volo in business class alle ventuno.»
«D-domani? Ma mamma, devo avvisare a lavoro, parlarne con Sam, domani è troppo presto.»
«Di cosa devi parlarmi?» chiede Sam, spuntato dal nulla e facendomi sobbalzare.
«Se non partirai domani, non ce la farai in tempo.»
«Va bene, vedrò di risolvere la faccenda.»
«Perfetto! Ci sentiamo domani.»
«A domani.» riattacco e mi rattristo.
Sono davvero in guai grossi. Sam si siede accanto a me e non posso fare a meno di pensare alle parole di Cindy, è stata molto ostinata, rendendomi le cose difficili. Mark sta uscendo con una ragazza e domani dovrò tornare a casa per assistere alla sua felicità, davvero patetico.
«Allora, cosa succede?» chiede Sam.
«Una tragedia...» dico lamentosa, guadagnandomi una sua occhiata preoccupata. «No, scusa, ho parlato a vanvera... Domani, dovrò tornare a casa.»
Mi guarda sorpreso. «Come mai?»
«Fra tre giorni i miei festeggeranno il loro anniversario e non posso mancare.»
«Be', è davvero una tragedia, allora.» Fa ironia? Perché non mi sembra proprio il momento. Al solo pensiero che dopodomani mattina sarò a Seattle, mi si blocca il respiro. Chissà cosa mi aspetta, cavolo. «Ehi, stavo scherzando, te la sei presa?» aggiunge.
«No... solo che...» tiro un lungo respiro. «Mark sta insieme ad una ragazza.»
«Dici sul serio?»
«A quanto pare, è così... Non ci ha messo molto a dimenticarmi, mentre io lo penso ancora, che stupida!» afferro la mia testa tra le mani e impreco.
Maledetto cuore, non vuole smetterla di pensare a lui, perché mi lascio trascinare? Perché non ragiono mai con la testa? Me lo chiedo anche io, ormai da anni. Per favore, non infierire ogni volta, è già abbastanza difficile, non metterci anche le tue cattiverie. La mano di Sam si posa sulla mia spalla, volto lo sguardo verso di lui, mi sta guardando con compassione.
«Vedila in questo modo, ora non dovrai più preoccuparti di rovinare la tua famiglia.» Sta parlando sul serio? «Non voglio vederti in questo stato, mi fa imbestialire.» si alza dal divano e cammina su e giù per la stanza, in modo nervoso. Cosa gli prende, fino a un attimo fa era tranquillo e quasi sollevato di sapere che Mark sta con un'altra, ora sembra nervoso. Probabilmente la compagnia di Katy lo sta cambiando, mandandolo fuori di testa. Forse potrei chiedergli di partire con me... No, non posso, è una festa in famiglia. Ma allora come posso fare per evitare tutto questo? Non puoi, ci devi andare, sai quanto ci tiene. Stavolta hai proprio ragione, Gollum, non posso mancare. «Se vuoi, posso accompagnarti, così non ti sentirai sola.»
Questo ragazzo è una specie di stregone, mi legge spesso nel pensiero e la cosa è abbastanza terrificante.
«No, grazie, ma me la caverò.»
«Sei sicura?»
«Sì.»
Devo smetterla di scappare e tornare a casa a testa alta, non ho nulla da temere, sono una donna e saprò affrontare il demonio Mark, dopotutto, l'ho sempre fatto.
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