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Capitolo 25

Mark
Apro gli occhi e mi rendo conto di non essere nella mia stanza. Mi tiro sui gomiti e osservo il luogo; ci sono poster dei distraction ovunque, mentre sulla porta bianca c'è uno di Beckham, deduco di essere a casa di Chloe. Ho una fitta allo stomaco, quel coglione di Adam mi ha colpito troppo forte ed è come se avessi la nausea. Mi alzo dal letto a fatica ed esco dalla stanza, senza sapere dove andare e cosa fare. Comincio a camminare per il lungo corridoio, fino ad arrivare alle scale che conducono al piano di sotto.

«Dove vai?» la voce di Chloe alle mie spalle mi fa spaventare a morte.

«Deficiente, non potresti comportarti in modo normale?» sbotto.

«Non capisco proprio cosa ho fatto.»

«Lascia perdere.»

«Torna a letto, sei ridotto abbastanza male.»

«Voglio solo tornare a casa mia.»

«Non se ne parla, sono le due di notte e sei ancora confuso per ciò che ti è accaduto.» afferra il mio braccio, ma lo sfilo prontamente dalla sua presa.

Odio questa sua insistenza, non dovrei nemmeno essere qui.

«Non sono affatto confuso.»

«Sei sicuro? Nel sonno dicevi cose senza senso.»

Cazzo, ho parlato nel sonno?

«E cosa avrei detto?» chiedo perplesso.

«Emy, New York, addio e cose del genere.»

I capelli mi si drizzano sulla testa, non posso credere di aver nominato Emy, non è vero!

«Stai scherzando?»

«No, sono stata accanto a te per molto tempo e ti ho sentito chiaramente.» Porca puttana! «Certo che questa Emy dev'essere proprio importante...» dice malinconica.

«Ma che cazzo dici?»

«È la tua ragazza?»

«Smettila di farmi domande stupide!»

Mi sta irritando, non sopporto che si parli di lei, nessuno ha il diritto di nominarla.

«Sta calmo...», «Ti ha lasciato?» Scuoto la testa, alzo gli occhi al cielo e scendo le scale velocemente. «Dove vai?» Perché deve sempre seguirmi? Non la sopporto più. «Mark, aspetta!» mi afferra un braccio.

«Ma cosa vuoi?» le urlo contro.

«Voglio solo che tu possa confidarti con me, non c'è nulla di male.»

«Non ho alcuna voglia di parlare con te.»

Leggo la delusione nei suoi occhi, forse ho esagerato ma è l'unico modo per togliermela di dosso, è una persona estremamente fastidiosa.

«Ti ricordi quando ti dissi che potevi parlarmi senza problemi? Perché non vuoi che io faccia parte della tua vita?» Non sta parlando sul serio... Ma non capisce che non potrà mai fare parte della mia vita? Vado verso la porta d'ingresso, afferro la maniglia per aprirla, ma ovviamente non me lo permette. «Per favore, resta.» mi abbraccia da dietro e avverto come una strana sensazione alla bocca dello stomaco. «Ieri sei stato così gentile con me, ti prego, non rovinare tutto.» Resto in silenzio, dopodiché mi volto nella sua direzione, incontrando i suoi occhi verdi penetranti e pieni di lacrime. «Desidero fare una cosa» dice timida, mentre io resto impassibile. Afferra il mio viso rovinato e mi stampa un bacio all'angolo della bocca, dopodiché mi bacia delicatamente sulle labbra. «Ti prego, abbracciami, non ha senso resistere.» mi sussurra. Non so che fare, mi sento stupido e la confusione regna sovrana nella mia testa. Senza pensarci oltre, la afferro per i fianchi e la bacio a mia volta, sbattendola con le spalle contro il muro. Comincio a baciarle il collo, mentre resta immobile, in attesa che mi spinga oltre il limite. Le accarezzo il corpo, fino ad arrivare al suo piccolo seno e stringerlo. Emette un gemito e respira in modo irregolare. «Sapevo che prima o poi saremmo finiti in questa situazione.» dice ansimante e allora mi blocco all'istante, rendendomi conto di quello che sto facendo.

«Basta!» sbotto, mentre mi allontano da lei e mi siedo sul divano, afferrando la mia testa tra le mani.

Si siede accanto a me, confusa e contrariata allo stesso tempo. Non caspico cosa mi stia succedendo, è come se una parte di me avesse voluto stare con lei, ma non posso farlo, sono innamorato di Emy.

«Cos'hai?» chiede, mentre mi poggia una mano sulla spalla.

«Devo andare!»

Mi alzo dal divano, raggiungendo la porta d'ingresso ed esco, lasciandola sola.

Sono appena arrivato a casa e già non ne posso più, possibile che quasi alle tre di notte i miei genitori siano ancora svegli? Mia madre ha visto la mia faccia tumefatta e ha scatenato un putiferio, insinuando che abbia fatto a botte con qualcuno e che l'avrebbe riferito a mio padre, manco fossi un bambino. Non mi chiedono mai cos'è successo, riescono solo a puntarmi il dito contro, senza conoscere la verità. Non riesco più a vivere così, Emy è lontana, i miei che mi assillano, Chloe che cerca in tutti i modi di sedurmi, non so più che fare, sto per avere un esaurimento nervoso. Forse una soluzione c'è, dovrei trovarmi un lavoro e trasferirmi in un altro luogo, lontano da tutto e tutti. Mi alzo dal letto e vado verso la scrivania, accendo il laptop e mi siedo sulla sedia girevole. Comincio a navigare in internet, alla ricerca di una casa e magari un lavoro. Mi imbatto in una miriade di siti e offerte, ma le intenzioni cedono immediatamente. Dove potrei mai andare? Sono ridicolo. Spengo il pc e ritorno a letto. I mei pensieri prendono nuovamente una brutta piega, quando il cellulare emette un bip, annunciando l'arrivo di un messaggio.

Messaggio da Chloe: Perché sei andato via in quel modo?

Decido di non risponderle e spegnere il telefono. Cazzo, ho una tale confusione in testa e tutto per colpa di Emy, perché mi ha lasciato da solo in questa merda!

Chloe
Non riesco a farmi amare da lui, mentre mi rendo conto che diventa giorno dopo giorno più importante, ma credo che sia innamorato di lei, gli ho persino sentito pronunciare il suo nome nel sonno. Non devo scoraggiarmi, farò di tutto affinché mi ami, anche perché credo di piacergli almeno un po'. Sento che con lui sarà diverso, è così pieno di misteri, dolce e arrogante allo stesso tempo. L'ho capito dalla prima volta in cui l'ho conosciuto in aeroporto che sarebbe stata la persona giusta per me. Non posso fare a meno di pensarlo, è sempre con me, anche quando non è presente fisicamente. Guardo lo schermo del cellulare per verificare se ha risposto al mio messaggio, ma resto delusa nel vedere che non l'ha fatto.

Messaggio a Mark: Per favore... rispondi al mio messaggio.

Gliene invio un altro, ma non ricevo risposta. Sono davvero una stupida, cosa mi aspettavo? È tardissimo e non riesco a dormire, ormai è più di mezz'ora che sono a letto senza trovare la giusta posizione per abbandonarmi nel sonno più totale. Riesco a sentire il suo odore, è qui che ha dormito per quelle poche ore in cui è stato da me, è così bello ed eccitante, sono sicura di essere innamorata. Chiudo gli occhi, aspettando che il sonno mi raggiunga, ma proprio in quel momento, sento il campanello suonare. Balzo seduta sul letto e sgrano gli occhi. Chi può mai essere a quest'ora della notte? Decido di non andare ad aprire e mi sdraio nuovamente, ma il campanello suona di nuovo, stavolta in modo insistente. Mi alzo dal letto e mi dirigo al piano di sotto, preoccupata. Mi alzo sulle punte per guardare nello spioncino e resto allibita e totalmente incredula. Apro la porta e lo vedo, accigliato e anche un po' irritato.

«Be', mi fai entrare o no?» chiede poco carino, come sempre. Mi faccio da parte e lo lascio passare, pizzicandomi il viso per verificare se sto sognando. Lo seguo fino al salotto e osservo il suo comportamento strano. Cammina su e giù per la stanza, con le mani infilate in tasca e sembra molto nervoso. Finalmente si siede sul divano e respira in modo irregolare. «Vieni a sederti accanto a me?» Non posso crederci, me lo sta chiedendo sul serio? Annuisco e faccio come mi ha detto. Restiamo entrambi in silenzio e l'imbarazzo è quasi palpabile, visto quello che stava per accadere qualche ora fa. «Ci ho riflettuto, sai? Hai ragione, non ha senso resistere...» si blocca all'istante. «Fanculo!» afferra prontamente il mio viso tra le mani e mi bacia con foga.

Non posso credere che sia tornato indietro per questo motivo, non posso credere che mi stia baciando, mi sento in paradiso. Mark mi spinge all'indietro, fino a farmi sdraiare completamente sul divano, poi si stacca dalle mie labbra e comincia a baciarmi il collo.

«Oh, Mark, ti voglio!» sussurro, tra un gemito e l'altro.

«Anche io.» dice, ma mi è parso poco convinto.

Non importa, mi rende comunque felice saperlo qui con me e pronto a fare l'amore. Se questo è un sogno, non svegliatemi, voglio godermi ogni momento, fino alla fine. Gli sfilo la maglietta e la lancio sul pavimento, ritrovandomi ad osservare i suoi pettorali, ogni tatuaggio e penso che sia perfetto e che sia mio! Sento che l'eccitazione sta salendo sempre di più e non desidero altro che sentirlo dentro di me. Gli sbottono i jeans e infilo una mano all'intero dei suoi boxer, afferrando la sua erezione. Smette di baciarmi e mi sfila la maglietta del pigiama, scoprendo il mio seno nudo. Ne afferra uno tra le mani e comincia a leccare il capezzolo, mentre i miei gemiti si fanno più forti.

«Ti prego, Mark, ho bisogno di sentirti dentro.» lo imploro.

Allontana la mia mano dai suoi jeans, si mette in ginocchio tra le mie gambe divaricate, poi tira fuori il portafogli. Intanto mi libero del pantalone del pigiama, insieme agli slip e quando ho concluso, Mark ha già infilato il preservativo ed è pronto per me. Osservo il suo corpo perfetto, le sue parti intime e il mio cuore si riempie di gioia, rischiando di scoppiare da un momento all'altro

«Sei vergine?» chiede col fiato corto.

«No.» rispondo un po' timida. Improvvisamente entra in me, con tutta la forza che possiede in corpo e quel gesto mi fa sussultare ed urlare per la sorpresa. Si muove in modo veloce e deciso, mentre gli cingo le braccia in vita e gemo come non mai. Afferra i miei capelli e li stringe, strattonandoli appena, poi ci ritroviamo a guardarci dritto negli occhi e ho come l'impressione che sia con la testa altrove. «Aspetta.» lo fermo, con molta difficoltà.

«Cosa c'è?»

«Sei qui con me, vero?»

«E dove, sennò?»

Scuoto la testa e sorrido dolcemente. «Continua.»

Riprende a spingere e a farmi provare un immenso piacere. Forse è solo la mia impressione, probabilmente l'emozione è talmente tanta da farmi sembrare che sia assente.

«Sto per venire.» sussurra.

«Anche io.» Va sempre più a fondo, sempre più forte, fino a farmi impazzire. Non avevo mai fatto del sesso così, mi sento davvero bene. Mi stringe un seno, talmente forte che avverto dolore. «Mark, mi... stai facendo male.» mi lamento appena.

«Sta zitta!» sbotta, mentre si spinge ancor di più dentro di me.

Inarco la schiena e le gambe iniziano a tremarmi, portandomi al limite, mentre lui mi raggiunge subito dopo, accasciandosi sopra di me.

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