Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 18

Mark
Ieri ho esagerato con l'alcol e oggi mi sento un vero straccio, il mal di testa non vuole lasciarmi andare. Cerco di tirarmi su, ma qualcosa mi blocca, sento il mio petto pesante. Apro gli occhi e vedo Chloe avvinghiata al mio busto. Che diavolo ci fa qui con me? Spero solo di non averci fatto sesso, sarebbe davvero troppo. Mi libero dalla sua stretta e mi alzo di scatto dal letto, camminando su e giù per la stanza, cercando di ricordare cosa diavolo ho combinato ieri sera. Mi trovo ancora in questa casa, ma non ho idea di che ore siano. Frugo nelle mie tasche alla ricerca del cellulare, non riesco a trovarlo.

«Cazzo!» impreco a voce bassa.

Mi inginocchio per guardare sotto al letto e non è neppure lì. Mi tiro su e mi guardo intorno, trovandolo sul comodino. Come ho fatto a non notarlo prima? Lo afferro e guardo l'ora, agitandomi per il fatto che sono le sette del mattino. Ho venti chiamate da parte di mia madre e dodici da mio padre, so già che quando andrò a casa mi toccherà sopportare le loro ramanzine. Scorro l'elenco delle chiamate e il mio sguardo viene catturato dal nome di Emy. Ma che cazzo ci fa lì? Non le avrò telefonato, spero. Cazzo, no! Non può essere vero. Porca puttana, perché non riesco a ricordare nulla, quante cazzo di birre e drink ho bevuto? Tiro un lungo respiro, devo stare calmo, probabilmente non avrà nemmeno risposto alla telefonata, vero? Mi siedo sul letto in preda al panico e allo sconforto, come ho potuto? Chloe emette un verso, mi volto e noto che ha gli occhi aperti in due fessure sottili.

«Mark?» E chi sennò? In che razza di casino sono andato a cacciarmi. «Che ore sono?»

«Le sette.»

«Cosa?» si tira giù dal letto e si mette le scarpe di fretta e furia. «Devi assolutamente accompagnarmi a casa.»

«Non ci penso nemmeno, ho mal di testa e ho bisogno di tranquillità!»

«Tu non puoi farmi questo, devo andare a casa, devo per forza.»

«Be', fallo a piedi.»

«Mark, ti prego.» si para davanti a me, inginocchiandosi e intrecciando le dita in senso di supplica.

«Non mi incanti.»

«Per favore.»

«Cosa c'è di così importante?»

«Il mio ragazzo.»

Non posso crederci, ha abbandonato il suo ragazzo a casa per venire con me? Come si fa ad essere così svitate?

«Non mi metto alla guida, arrangiati da sola.»

«Sei davvero un idiota, come fai ad essere così cattivo?» sbotta.

«Smettila di insultarmi e lasciami in pace, non ti ho detto io di venire con me.»

«Lo so, volevo solo farti distrarre, ma tu hai preferito abbandonarmi.»

«Abbandonarti?»

«Non te lo ricordi? Sei andato via con quella biondina ossigenata.»

«Sì, questo me lo ricordo.» sorrido soddisfatto, mentre lei si dispera.

«Sei un vero cafone.»

Non pensavo fosse così irritata. Afferra la sua borsa dal letto ed esce dalla stanza, sbattendo la porta. Cosa diavolo vuole da me? Non è un problema mio se deve tornare a casa, non la volevo con me, quindi che cazzo me ne frega. Mi sdraio sul letto e resto a fissare il nome di Emy sullo schermo, cercando in tutti i modi di ricordare. Improvvisamente, avverto delle urla provenire dal corridoio e sembra proprio la voce di Chloe. Scatto in piedi e corro verso la porta, aprendola e uscendo dalla stanza. Un energumeno ci sta provando con lei e senza pensarci oltre, afferro il ragazzo per le spalle, scaraventandolo sul pavimento.

«Brutto figlio di puttana.» urlo, mente mi metto a cavalcioni su di lui e gli tiro un pugno in pieno viso, poi un altro sul naso, un altro ancora.

«Mark, basta!» urla Chloe alle mie spalle.

Mi volto di scatto e per un attimo mi appare Emy. Cazzo, devo smetterla di pensare a lei. Il ragazzo si libera dalla mia presa e mi sbatte contro il muro.

«Mi hai distratto, stupida.» urlo a Chloe.

Sta per sferrare il suo pugno, quando cade a terra, inerme.

«Cazzo, doveva essere fatto fino al midollo.» Mi volto verso Chloe e la guardo in malo modo. «Sei davvero una stupida!»

«La colpa non è di certo mia.»

«Vorresti dire che è mia?»

«Esattamente!»

«Sei davvero irritante, lo sai?»

«Certo, come lo sei tu!» Resto in silenzio, ricordando ancora una volta il volto di Emy e i litigi. Esci dalla mia testa, cazzo! Afferro la sua mano e la trascino al piano di sotto. «Cosa vuoi fare, punirmi?»

Ecco che parte un altro flash back che mi fa bloccare immediatamente.

«Puoi stare zitta?» sbotto, senza guardarla in faccia.

Al piano di sotto ci sono almeno una cinquantina di ragazzi che dormono sul pavimento, chi sul tavolo da biliardo, chi sul divano, donne mezze nude con la bava alla bocca, è davvero una cosa disgustosa. Riusciamo ad oltrepassare l'ammasso di gente e ad uscire finalmente da quella casa di esaltati.

«Potresti lasciarmi la mano?» si lamenta ancora.

«Non ti avevo detto di stare zitta?» ribatto.

«Sei troppo antipatico per i miei gusti.»

«Non me ne importa nulla dei tuoi gusti.» Sbuffa, mettendo il broncio. «Be', andiamo o no?»

Inizia a sorridere e annuisce lentamente. La capacità con cui cambia umore da un momento all'altro è da pazzi.

Harry
«Non ne posso più delle tue stronzate, devi smetterla di comportarti in questo modo, hai diciannove anni, quando ti deciderai a crescere?» Non la sopporto più, sta diventando un chiodo fisso. «Harry, sto parlando con te! Mi ascolti?»

In questi momenti, non vorrei avere le orecchie.

«Sì, cazzo, smettila di urlarmi contro!» urlo più irritato che mai.

Mia sorella non fa altro che stressarmi, considerandomi sempre un buono a nulla, un perdente e mi accusa riguardo la morte di nostra madre, dato che è venuta a mancare dandomi alla luce. Nostro padre non è mai presente, il suo lavora lo tiene lontano da casa tutto il giorno ed io sono costretto a sopportare la pazzia isterica di Clara.

«Hai capito quello che ti ho detto?» Sbuffo, mi alzo dalla sedia per dirigermi in camera, ma non contenta, mi segue anche lì. «Non puoi continuare a frequentare quella gentaglia, quando la smetterai con le droghe e tutto il resto?»

«Era una semplice canna!» le urlo in faccia.

«Mi sono stancata di te! È colpa tua se sono sempre chiusa in casa a farti da balia, non ho una vita, non ho un cazzo di ragazzo, perché tu sei nato!»

Deglutisco nel sentire quelle parole per l'ennesima volta, ma non mi mostrerò debole.

«Porca puttana, Clara, nessuno ti obbliga a farmi da mammina!» urlo ancora più forte. «Adesso levati dalle palle, mi hai già scocciato abbastanza.» le sbatto la porta in faccia.

«Come osi parlarmi in questo modo, sono più grande di te e pretendo rispetto!» si lamenta al di là della porta.

La ignoro e infilo un paio di cuffie nelle orecchie, facendo partire la prima canzone della mia playlist. La mia vita è un vero inferno, mi sento come un animale in gabbia e l'unico posto in cui sto meglio, è la rimessa di Alex. So che dovrei odiarlo per tutto il male che ha procurato a Violet, ma non saprei cosa fare se dovessi perdere la sua amicizia. In quella rimessa, che noi abbiamo sistemato fino a farla diventare una vera e propria stanza, mi sento bene e in pace con me stesso. Quante cazzate abbiamo fatto lì dentro, quante volte ho dovuto placare la sua ira, è un ragazzo molto difficile ma con me si controlla e credo che riuscirò a cambiarlo. Chiudo gli occhi, fino ad assopirmi.

Apro gli occhi di scatto, quando la suoneria del mio cellulare mi risuona nelle orecchie. Sullo schermo appare il nome di Violet.

«Cos'è successo?» chiedo preoccupato e ancora assonnato.

«Nulla, sta tranquillo.» Tiro un lungo sospiro di sollievo. Forse sono troppo agitato, ma quando mi chiama è perché c'è qualcosa che non va. «Ti ho telefonato per chiederti se puoi accompagnarmi da Alex, vuole vedermi.»

«Va bene, ma resterò con te per tutto il tempo, non chiedermi di lasciarvi soli.»

«Non preoccuparti, non farà nulla.»

Non mi fido affatto e so che può sembrare un controsenso, ma lui cambia in sua compagnia, diventando estremamente violento, quindi devo tenerlo d'occhio.

«A che ora passo?»

«Tra poco.»

«Va bene, mi do una sistemata e arrivo.»

«Sei un angelo.»

«Sì, certo.» ridacchio, contagiando anche lei, dopodiché riattacco.

Do un'ultima sistemata al mio ciuffo ed esco dal bagno. Percorro il corridoio, passando davanti la camera d'ufficio di mio padre, sorprendendomi del fatto che la porta sia chiusa, sarà tornato prima del solito? Non sono cose che mi riguardano. Scendo al piano di sotto, afferro la giacca appesa all'attaccapanni dietro la porta ed esco di casa.

«Dove stai andando? Ti avevo detto di mettere a posto la tua camera.» la voce di mia sorella alle mie spalle, mi fa sussultare.

«Smettila di stressarmi, ho da fare.» continuo a camminare.

«Io non sono la tua schiava, torna immediatamente qui!»

La ignoro ed entro nella mia macchina. Non sopporto più le sue urla isteriche, sembra proprio che lo faccia apposta.

Sono passato a prendere Violet e ora siamo diretti da Alex. Non le ho ancora chiesto cosa voglia, ma credo che non lo sappia neppure lei, sta di fatto che la faccenda non mi piace per niente. Alex non ha mai invitato Violet a casa sua, al massimo l'ha portata nella rimessa, quindi è strano, non sono tranquillo.

«Come mai vuole vederti a casa?» le chiedo, cercando di essere il più tranquillo possibile.

«Non lo so, non me l'ha detto.»

«Non ti sembra alquanto strano?»

«Forse sì o forse no.»

«Non ti lascerò sola.»

«Grazie per tutto ciò che fai per me, ma non devi preoccuparti.»

«Quando si tratta di Alex, non si è mai troppo prudenti.»

«Non ho mai capito una cosa di te.» La guardo in modo strano per qualche secondo, dopodiché ritorno a guardare la strada. «Tu e Alex siete amici da una vita, eppure non ti sei mai fidato di lui.»

La capisco, sono un po' strano riguardo l'argomento.

«Alex è il mio migliore amico, sono sicuro che un giorno riuscirà a cambiare i suoi atteggiamenti di merda.»

«Sì, ma se ti disturbano tanto, perché continui a frequentarlo?»

«Perché lui ha bisogno di me, non posso abbandonarlo, la sua vita è più incasinata della mia, ma questa è una storia che conosci bene, giusto?» Annuisce e il suo sguardo si incupisce. Alex ha molti problemi sociali e con la sua famiglia. I suoi sono divorziati, sua madre se n'è andata anni fa, lasciandolo con un padre violento e ubriacone, ha sempre avuto il terrore di diventare come lui. Ultimamente gli capita di avere degli attacchi d'ira e se la prende con Violet. Ho impedito molte volte che combinasse qualche casino grosso e riuscirei ad impedirgli pure di mettere le mani addosso alla sua ragazza, solo che lei non me lo permette e questo mi disturba moltissimo. Ma so per certo che prima o poi cambierà, ora ha solo bisogno di un amico che non lo giudichi e non lo faccia sentire un mostro.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro