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57. Arianna

Quando mi sveglio ci metto un attimo per capire dove sono. Mi sembra tutto così strano. Poi però mi torna tutto in mente all'improvviso. Gio. La casetta. Il bacio.

Mi volto verso di lui. Sta ancora dormendo, la sua pancia si alza e si abbassa a ritmo regolare. Ha un'espressione felice. Mi sembra incredibile ciò che è successo ieri sera. Il mio Gio è innamorato di me. Fino a poco tempo fa non provavo il minimo interesse per i ragazzi e per l'amore, pensavo non facessero per me. E ora eccomi qui, sdraiata su un mare di cuscini assieme al ragazzo che amo.
Sono indecisa: non so se svegliarlo o se tornare a dormire fra le sue braccia. Certo, la seconda opzione è la migliore, ma non possiamo saltare la scuola: i miei non mi farebbero più uscire di casa se lo facessi. Devo svegliarlo.

A malincuore mi metto seduta a gambe incrociate e lo chiamo-Gio?

Lui non si muove minimamente così tento di chiamarlo un po' più forte.

-Gioele?

Borbotta qualcosa di incomprensibile, ma non apre gli occhi. Non ho la più pallida idea di che ore siano, ma se non si sveglia un po' in fretta di sicuro faremo tardi. Mi chino su di lui e inizio a fargli il solletico sotto al collo. A mali estremi estremi rimedi.

Lui spalanca immediatamente gli occhi -Ti prego smettila!

-Buongiorno dormiglione.

-Buongiorno, come stai? - dice lui cercando di nascondere uno sbadiglio.

-Benissimo, tu?

-A parte il risveglio un po' traumatico con il solletico sto benone.

-Era necessario; ti ricordo che oggi c'è scuola. Se non ci vado i miei di sicuro non mi faranno più venire a casa tua per un po'.

-Che ore sono?- Gio si mette seduto.

-Non lo so, non abbiamo qui né un orologio né un telefono.

-È meglio andare -concorda lui. Si alza in piedi e mi porge una mano per aiutarmi-Peró prima di uscire di qui, posso darti un altro bacio?

Ma com'è possibile che un ragazzo sia così dolce ed educato?

-Gio, non devi chiedermi il permesso. Siamo fidanzati, ovvio che puoi- dico sforzandomi di non ridere.

Mi avvicino a lui e mi alzo sulle punte: quando è in piedi é troppo alto rispetto a me. Mi piace il modo in cui mi bacia, con calma, senza fretta, come se volesse assaporare ogni singolo istante.

-Anche se non mi stancherò mai di te direi che per ora può bastare- mi dice.

-Forza, andiamo- apro la porta ed esco sulla piattaforma. Gio infila la chiave nella serratura e la richiude.
Ignorando la mia terribile paura per l'altezza inizio a scendere dalla scaletta. Prima o poi mi ci abituerò. Devo solo muovere un piede alla volta facendo attenzione a non scivolare. Per puro miracolo riesco ad arrivare fino in fondo tutta intera. Gioele é decisamente più atletico di me, ci mette la metà del tempo a scendere.

Mi prende per mano e ci avviamo verso la casa senza fretta. Più ci allontaniamo dai pini e più ci avviciniamo al mondo reale.

-Chissà che faccia farà quell'impicciona di Ginny - ridacchia lui ad un certo punto.

-Cosa c'entra tua cugina?- chiedo.

-Mi tormentava sempre dicendomi che dovevo sbrigarmi dirti che ti amo, ma io l'ho sempre ignorata. Anche se aveva ragione . Ora finalmente sono riuscito a dirtelo.

-Perché non l'hai fatto prima?- la curiosità ha la meglio.

-Avevo paura che tu non ricambiassi i miei sentimenti- confessa lui.

Probabilmente se me l'avesse detto una settimana fa non sarebbe andata a finire nello stesso modo. Sono felice che abbia aspettato a dirmelo.

Smetto di camminare e mi volto verso di lui -Ti amo Gio. Non devi dubitarne.

Anche se lo sa già voglio ricordarglielo. Deve sapere che ciò che provo per lui è reale, non deve avere il minimo dubbio.

-Ti amo Ari.

Anche se siamo molto vicini alla casa mi da un veloce bacio a stampo e poi riprende a camminare.

Entriamo e attraversiamo il salotto senza incontrare nessuno. Probabilmente è più presto di quanto pensassimo e gli altri stanno ancora dormendo. Saliamo assieme la prima rampa di scale, ma poi ci dividiamo: lui deve andare in camera sua e io devo salire all'ultimo piano dove ho lasciato tutte le mie cose.

-Allora sei ancora viva- commenta Ginny appena metto piede in mansarda. Sono già tutte vestite e pettinate.

-Hey, ciao ragazze

-Dove sei stata? - chiede Margherita.

-Ero con Gioele.

-Ti abbiamo aspettata per dormire, ma non sei più tornata - dice Ginevra.

-Scusate, ci siamo addormentati. Non ho fatto apposta- mento. Non voglio dirle che sono stata io a voler dormire con Gio.

-Siamo anche venute a cercarvi in camera di Gioele, ma non c'eravate - mi spiega Giada.

-Siamo andati nella casetta sull'albero.

-L'avevo immaginato- commenta Ginny.

-Stavamo per scendere a fare colazione, vieni?- chiede Giada.

-Prima mi preparo per andare a scuola. Voi siete già pronte per uscire. Andate, poi vi raggiungo- rispondo.

-E non ci racconti cosa è successo con Gio?- mi chiede Ginny.

-Fattelo spiegare da lui- penso che lui voglia dargli personalmente la notizia.

-Dai...- insiste Margherita.

-Anche io lo voglio sapere - dice Giada.
-Ma certo che siete tre impiccione - rido.

-Lo sappiamo- mi risponde Giada.

-Io non vi dico nulla, dovete andare a chiederlo a Gioele.

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