31. Arianna
-Ari, mi dai una mano? - Rebs si affaccia alla porta della mia camera.
-Di cosa hai bisogno?
-Manu viene a prendermi verso le sette, cioè fra un'ora. Suo padre ha organizzato una specie di festa formale perché ha aperto la sua azienda ormai da quindici anni. Ovviamente vuole che suo figlio sia presente e ha invitato anche me per tenergli compagnia. Bisogna vestirsi eleganti e io ho dei problemi con i capelli: non so fare un'acconciatura decente. Mi aiuti?
-Certo - mi alzo dal letto e la seguo fino alla sua stanza. Me la cavo piuttosto bene con le pettinature, mi diverto.
-Prima ti conviene mettere il vestito, così non rischi di spettinarti dopo- le consiglio.
-Ok - Rebs apre l'armadio e tira fuori un elegante vestito nero con delle decorazioni color oro. Non l'avevo mai visto, deve averlo comprato apposta. Mi piace, penso che qualche volta lo prenderó in prestito, tanto abbiamo la stessa taglia. Le dona parecchio, stasera farà un figurone.
-Forza, ora siediti che ti sistemo i capelli. Li vuoi tutti raccolti o no?
-Tutti raccolti
Mi metto ad armeggiare con spazzola e forcine finché non ottengo un risultato decente, non sarà perfetta come quella di una parrucchiera, ma non è male.
-Grazie Ari, è stupenda - mi abbraccia.
-Figurati, vai a metterti le scarpe. Voglio vedere il look completo.
Rebecca esce dalla stanza e, mentre aspetto che ritorni, mi siedo sul suo letto. Tiro fuori il telefono per controllare se mi ha scritto Sofi, ma l'unico messaggio che ho ricevuto è da parte di un numero sconosciuto.
"Ciao bellissima, come stai?"
Probabilmente è uno stupido scherzo da parte di qualcuno. Lo ignoro e apro Instagram per controllare le ultime foto pubblicate dalle mie pagine preferite. Dopo neanche un paio di minuti mi arriva un altro messaggio sempre dallo stesso numero sconosciuto.
"Perché non rispondi?"
Sono curiosa di scoprire a chi appartiene quel numero, così gli scrivo: "Chi sei?"
-Ari. Che te ne pare?- Rebs ritorna in camera sua con un paio di scarpe nere col tacco oro.
-Fantastica, non per altro sei la mia gemella.
-Dici che non sfigureró in mezzo a tutti quei ricconi che ci saranno?
-Assolutamente no, sei uno schianto.
Il mio cellulare vibra di nuovo.
"Come? Non ci arrivi? Ti facevo più sveglia".
Odio gli indovinelli, così mi affretto a rispondergli.
"Dammi almeno un inizio".
-Chi ti scrive? - Rebs mi si avvicina.
-Non lo so, non è fra i miei contatti e sono messaggi normali, quindi non posso vedere la foto profilo.
-Stupida, ti basta salvare il numero e ti compare anche su whatsapp.
-Rebs, tu sei un genio.
Salvo il numero con il nome di tizio.
-Tizio? Tu hai qualche rotella fuori posto.
-Tizio è più carino di numero sconosciuto- spiego.
"Sono un pessimo ballerino".
Mi si accende una lampadina. Lele. Chi altro potrebbe essere? Sofia non avrebbe dovuto dargli il mio numero. Mi sono divertita con lui, ma non avrei mai immaginato che mi avrebbe cercata veramente.
-Forse ho capito, è uno che ho conosciuto ieri sera in discoteca.
Apro whatsapp e cerco tizio. Appena apro l'immagine del profilo riconosco immediatamente Lele, non mi ero sbagliata.
-È lui?- chiede Rebs.
-Si
-Ma quanti anni ha?
-Diciannove
"Allora hai capito chi sono?"
Gli rispondo immediatamente, ma voglio farlo arrabbiare un po' così scrivo: "Emanuele?"
La risposta non tarda ad arrivare.
"Lele, mi chiamo LELE".
-Odia il suo nome - spiego a Rebs che sta ancora leggendo i messaggi.
-Ah
Sentiamo il campanello suonare e Rebecca salta in piedi- È arrivato Manuel
-Divertiti stasera
-Certo. Grazie mille per i capelli. Ci vediamo stasera. Ciao - prende la borsetta e esce dalla stanza camminando velocemente.
Mi arriva un altro messaggio da parte di Lele. "Ti va di uscire con me?"
Certo che no, ma cosa crede? Non mi va.
"No".
Mi alzo dal letto di Rebecca e torno in camera mia. Faccio partire un po' di musica. La prima canzone è Try di p!nk.
Mi metto a canticchiare, ma non conosco bene tutte le parole. Questa canzone mi piace, ha ritmo e mi fa venire voglia di muovermi. Saltellando come una cretina mi dirigo dalla parte opposta della stanza, dove si trova il mio letto e mi siedo. Mantengo il ritmo col piede mentre leggo l'ultimo messaggio che mi ha inviato Lele: "Perché?"
Perché non voglio uscire con lui? Semplice.
"Perché ti conosco appena".
Mi aspetto una sua risposta impertinente e infatti non mi delude.
"Ma come puoi conoscermi meglio se non esci almeno una volta con me? Dai, passo a prenderti io. Ti porto al cinema, niente di particolare, una cosa semplice. Così per conoscerci".
Bhe, finché si tratta di una serata al cinema potrebbe anche piacermi. Ieri sera mi sono divertita a ballare con lui.
"Vengo solo ad una condizione: nessun film romantico. Non li sopporto".
Se proprio non mi piace stare con lui non ci uscirò piú, ma vale la pena provarci almeno una volta. In fondo ieri sera è stato divertente e mi sembrava un ragazzo dolce anche se è molto sicuro di se.
"Tutto quello che vuoi. Passo da te alle 8".
Alle otto? Non avrà mica intenzione di uscire oggi. Avevo in mente una domenica sera in pigiama, non di uscire con lui.
"Come? Stasera?"
Il suo messaggio conferma i miei pensieri. "Che altro hai da fare?"
Ad essere sinceri non vedo perché dovrei rifiutare, così accetto, ma lo avviso che prima devo chiedere il permesso ai miei. Mollo il telefono sul letto e scendo al piano di sotto. La cena è ormai pronta, così mi siedo a tavola.
-Stasera posso andare al cinema?
-Con chi?- mia mamma mi passa un piatto di pasta e poi si accomoda pure lei.
-Un amico, si chiama Emanuele
-Ci hai mai parlato di lui?- chiede mio papà.
-Non mi sembra di averlo mai sentito nominare- mamma mi osserva attentamente.
-Lo conosco da poco. Comunque non dovreste portarmi voi, mi da lui un passaggio.
-Che gentili i suoi genitori - commenta lui.
Evito di dirgli che Lele ha diciannove anni e che di sicuro sarà lui a guidare la macchina. Se sapessero che ha tre anni in più di me non mi farebbero mai uscire con lui.
-Basta che torni entro le undici e mezza, domani c'è scuola- mi da il permesso mamma.
-Grazie
Quando finisco di cenare mancano venti minuti alle otto. Salgo in camera mia, prendo il telefono per avvisare Lele che posso uscire con lui e gli do l'indirizzo di casa. Gli chiedo anche di non suonare il campanello quando arriva, ma di mandarmi un messaggio. Se i miei lo vedessero capirebbero immediatamente che è grande rispetto a me. Poi apro l'armadio per cercare qualcosa di decente da mettermi. Alla fine scelgo un paio di jeans grigi e un maglione di Rebecca.
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