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21.Gioele

Ari è venuta da me a studiare anche oggi pomeriggio, come al solito siamo seduti alla mia scrivania e la sto aiutando a fare degli esercizi di compito. Se la cava decisamente meglio di prima. Mi piace osservarla mentre studia, ho imparato a riconoscere tutti i suoi gesti. Quando un problema è difficile e non sa come risolverlo diventa nervosa e inizia a mordicchiare la penna in attesa di trovare una soluzione. Quando invece un problema è semplice inizia subito a scrivere di getto e non si ferma finché non ha finito. Se invece non è sicura di star ragionando nel modo giusto mi guarda in continuazione in cerca di una conferma. Ormai ho preso l'abitudine di studiare la sera tardi, cosa che fino a poco fa mi sarebbe sembrata impossibile, ma è l'unico modo per poter stare con Ari di pomeriggio.

-Sai, fare matematica con te è quasi divertente- mi distrae dai miei pensieri.

-Quasi? La matematica è divertente- specifico.

Lei scuote la testa e una ciocca le scivola davanti agli occhi. D'impulso gliela rimetto dietro le spalle.

-Grazie, sti capelli a volte non li sopporto. Penso che dovrei tagliarmeli.

Ma è matta? I suoi capelli rossi sono talmente belli. Amo il modo in cui ondeggiano quando cammina o corre, la rendono così dolce. -Neanche per sogno, a me piacciono un sacco.

-Davvero? Io penso che così lunghi siano troppo da bambina piccola.

-Di sicuro non su di te, anzi.

-Avevo una mezza intenzione di tagliarli come mia sorella.

-Hai una sorella? Non me l'avevi mai detto- questa si che è una sorpresa.

-Gemella in realtà. Io e Rebecca siamo praticamente identiche.

-Che forza. Vero che me la farai conoscere?

-Che strano - ride lei.

-Cosa?- sono confuso.

-Proprio qualche giorno fa ho detto a Rebs che un giorno vi avrei presentati, continua a farmi domande su di te.

-Allora è un segno del destino, devi farmela conoscere il prima possibile - l'idea che al mondo esista un'altra ragazza identica ad Ari mi rende stranamente felice.

-D'accordo, ora però finiamo sto cavolo di problema- indica il quaderno davanti a se e riprende a scrivere con la sua grafia piccola e ordinata.

-Ok, brava. Vuoi farne ancora uno?- le chiedo quando ha trovato il risultato.

Lei guarda l'orologio e poi annuisce -Solo uno peró, stiamo studiando da tanto.

Sceglie un esercizio a caso e inizia a leggere il testo a voce alta.

-Penso di aver capito- inizia a scrivere i dati e poi disegna l'ellisse con molta cura. Questa ragazza è troppo ordinata. Mi spiega brevemente come vorrebbe risolvere l'esercizio.

-Anche io farei così- concordo.

Inizia a scrivere e in pochi minuti lo finisce. Rimette tutto nell'astuccio -Per oggi può bastare, giusto?

-Certo, ti va di andare a fare merenda?

-Ovvio, che dolce ha fatto tua zia?

-Non lo so, penso dei biscotti.

In casa nostra i dolci non mancano mai. Clara non lavora perché ha deciso di occuparsi di noi ragazzi. Quando eravamo piccoli in questa casa c'era anche una tata, Sandra, che l'aiutava a tenere tutto in ordine e a badare a tutti noi. Ora che siamo cresciuti pretende che siamo noi ad aiutarla a sistemare tutto: ogni sabato due di noi devono darle una mano. Abbiamo fatto dei turni, io sono assieme a Paolo settimana prossima. È un po' una rottura, ma non possiamo sottrarci. In compenso lei ci riempie di dolci, la pasticceria è la sua passione è il suo svago e per noi è un fattore molto positivo. Ci sembra di vivere in una pasticceria.
Scendiamo in cucina dove troviamo mia zia che, come al solito, sta aiutando Lorenzo a fare i compiti.

-Gio, mi aiuti a colorare? - lui mi indica una scheda incollata sul quaderno.

-Ti aiuto io- si offre Ari.

-Grazie! - esclama Lore.

-È un problema se lo aiuto? - chiede lei a Clara.

-Finché si tratta di colorare se a te non da fastidio fa pure.

Arianna si siede in fianco a mio cugino -Di che colore la faccio la casetta?

-Usa questo - le porge un pennarello arancione.

-Intanto tu potresti fare il sole, ok?- propone lei.

-Si- Lorenzo le sorride.

Lei inizia a colorare canticchiando. È carina persino mentre colora.

-Zia, noi ci stavamo chiedendo che dolce hai fatto oggi- dico distogliendo gli occhi da Ari, non vorrei che si accorgesse che la sto fissando.

-Biscotti con le uvette, ne volete un po'?- chiede mia zia.

-Si grazie- mi siedo al tavolo sulla sedia davanti ad Ari e Lore. Almeno posso osservarla senza sembrare ridicolo. Ha finito di usare l'arancione, ora sta colorando il tronco di un albero, prima ripassa il contorno e poi colora l'interno. Persino mentre colora uno stupido disegno cerca di essere precisa.

-Spero vi piacciano - Clara appoggia un piatto di biscotti sul tavolo.

-Grazie - si affretta a rispondere Ari.

Lorenzo allunga immediatamente la mano e ne prende uno.

-Buoni- esclama Ari.

-Già- confermo.

-Ragazzi, controllate voi un attimo che Lorenzo continui a colorare. Ho promesso a Serena che l'avrei aiutata a scegliere i vestiti per la foto di classe- Clara esce dalla stanza.

Ari riprende immediatamente a colorare. -Gio, dovresti aiutarci.

-Eh? Cosa dovrei fare?

-Il cielo- Lore mi da un pennarello azzurro. Non ne ho voglia, ma non voglio dirgli di no davanti ad Arianna così inizio pure io a dipingere.

-Bravo- Ari mi fa un puntino sul naso col pennarello verde.

-Hey- mi pulisco il naso con il palmo della mano.

-Non è venuto via - ride Lorenzo.

Imito Ari e faccio un puntino sulla guancia sia a lei che a Lore- Così siamo parti.

-Dispettoso- ride Arianna.

-Io non ho fatto nulla - protesta Lorenzo.

-Si invece, ti sei messo a ridere- spiego.

Per tutta risposta lui mi fa un'altro puntino rosso. Il risultato? Qualche minuto dopo abbiamo tutti e tre la faccia piena di punti colorati e stiamo ridendo come matti.

-Che sta succedendo qui?- Luca, mio fratello, entra in cucina e ci guarda sforzandosi di non ridere.

-Niente, stiamo colorando- rispondo.

-Ma... non dovreste limitarvi a colorare il foglio? - dice lui.

-Gio, è meglio se andiamo a lavarci. Se tua zia vede come abbiamo conciato Lorenzo ci strozza - dice Ari preoccupata.

-Ok - dico.

-Lore, vieni con me. Andiamo a lavarci-Arianna gli porge la mano e lui l'afferra. I due salgono le scale di corsa.

-Dovresti andare con loro- mi dice Luca.

Mi ero incantato ad osservare Ari-Oh, ehm, si.

-Lo so che è carina, ma dovresti smetterla di guardarla così. Altrimenti capirà.

-Capirà cosa?

-Smettila di fare il finto tonto. L'ho capito, sai? Si nota troppo che ti piace, ma come darti dorto? Tienitela stretta, non troverai facilmente un'altra come lei.

-Lo so, ma non voglio dirle nulla, la conosco da troppo poco. Non so come potrebbe reagire- confesso.

-Capisco, ma non devi aspettare troppo.

Non so neppure se avrò davvero il coraggio prima o poi di dirle quanto è speciale per me- D'accordo.

Quando raggiungo Ari e Lore in bagno lui si sta asciugando la faccia. Ogni traccia di pennarello è sparita.

-Lore, ti conviene tornare in cucina prima che ci scopra tua mamma- gli consiglio.

-Hai ragione! - esclama lui e scappa via.

-Che carino- commenta Ari.

-Posso farti una foto? Fai troppo ridere così

-Solo se la fai con me, da sola no

-Ok

-Usiamo il mio telefono che ha la fotocamera interna- toglie il telefono dalla tasca della felpa.

Mi metto da parte a lei e sorrido. Ci scattiamo una marea di foto, tutte con una smorfia diversa. È incredibile come questa ragazza riesca ad essere bella anche facendo delle espressioni buffe.

-Mandamele su whatsapp- le chiedo dopo qualche scatto. Voglio avere almeno una sua foto sul telefono.

-Certo, dopo lo faccio- mi assicura lei e poi inizia a lavarsi la faccia.

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