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17.Capitolo

17.Capitolo

Draco pensava e pensava. La sua testa era un fottuto tornado di pensieri.
Si stava affezionando un po' troppo a quella ragazza. Ad Hermione Granger.
Aveva sempre pensato di odiarla, e ora, mentre la cercava disperato anche solo per sentire la sua voce, per vederla dopo ciò che gli aveva detto Blaise, per confermare che le parole del suo migliore amico fossero vere, ora riusciva solo a pensare a quanto quella ragazza lo stava in qualche strano modo cambiando.
Lui non era cosi, lui non era quel tipo di ragazzo che cercava le altre, o meglio lei, in giro per il Castello.
Lui era diverso, era stronzo, crudele e non gliene fotteva un cazzo di nessuno.
Era cosi che era stato abituato, era cosi  i suoi genitori lo avevano cresciuto.
E per certi versi gli era sempre piaciuto questo lato buio, misterioso, questa corazza che si era costruito negli anni per proteggersi dal mondo esterno.
Ma ora, ora aveva solo un desiderio, trovarla, e poi andare ad uccidere con le sue stesse mani Ronald Weasley.
Non con una bacchetta, non con un incantesimo, ma voleva sentire le ossa di quello stronzo rompersi sotto il suo corpo, voleva farlo pentire di quello che aveva fatto.
Dopo aver visto che la ragazza non era in infermeria, senza pensarci su due volte, decise di andare alla Torre dei Grifondoro, stava cercando di convincere la Signora Grassa, che si ostinava a non farlo entrare, quando qualcuno li poggiò una mano sul braccio.
Era una mano piccola, delicata, all'inizio aveva pensato che fosse la sua mano, ma ormai aveva imparato a conoscere il tocco delicato delle sue carezze, e quella non era lei, le sue teorie furono confermate quando si girò e incrociò gli occhi di Ginevra Molly Weasley, si scostò subito da lei, come se si fosse scottato con il fuoco.
Ma lei non diede molta importanza al suo comportamento, continuò a fissarlo negli occhi.
Lo poteva capire, in fondo. Anche lei era preoccupata per Hermione Granger.
Non sapeva che rapporto ci fosse di preciso tra il biondo e la mora, ma in quel momento, mentre fissava i proprio occhi scuri in quelli ghiaccio di lui, poteva leggere in questi ultimi la preoccupazione.
«Non è la dentro»disse solo, e non c'era bisogno di fare nomi, perché Draco Malfoy aveva capito a chi si stava riferendo.
Per qualche strana ragione il Serpeverde decise di ascoltarla e stava andando a cercarla da un'altra parte, quando la Grifondoro lo fermò.
«Malfoy?»lo chiamò Ginny, lui si voltò verso di lei senza dire niente, e attese che la rosa aggiungesse qualcosa«spero che tu faccia male a mio fratello. Gli voglio bene, ma è stato uno stronzo»concluse lei, prima di entrare nella Sala comune dei Grifondoro.
E a quelle parole, sul volto del biondo si formò piano piano un ghigno, un ghigno di vendetta nei confronti di quello che aveva fatto del male alla sua Granger.
Perchè lei ormai era sua.
Ora stava camminando fuori dalle mura protette del castello, al freddo gelido dell'inverno, sulle rive del Lago Nero, quando la vide.
Era li, ferma, con la schiena poggiata contro il tronco di un albero.
E si prese tutto il tempo di questo mondo per osservarla, per osservare colei che in qualche modo senza neanche rendersene conto, lo stava facendo diventare un Draco nuovo.
La vide, mentre si spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
La vide con le gambe strette al petto, e con le braccia a stringere le gambe, come a proteggersi da tutti i demoni che esistono in questo fottuto mondo.
Hermione Jane Granger stava pensando, come non aveva mai pensato in vita sua.
Si sentiva delusa, ferita e anche se non voleva ammetterlo... aveva paura.
Quando quella mattina era uscita dell'infermeria, non si sentiva pronta a tornare alla Torre dei Grifondoro, alla sua casa, non si sentiva pronta a rincontrarlo.
Quella notte rimarrà per sempre impressa nella sua mente.
Ron che le dà della poco di buono, Ron che scaglia una bottiglia di vetro contro la parete, il vetro che le colpisce la guancia, ferendola.
Madame Chips dopo averle disinfettato il taglio si era offerta di prepararle una pozione che nel giro di qualche ora le avrebbe fatto scomparire la ferita.
Ma lei aveva scosso il capo in risposta e si era rifiutata.
Non voleva nessuno intruglio magico, quella ferita sarebbe dovuta guarire giorno dopo giorno da sola, per ricordale che persona orrenda lei fosse.
Aveva paura di Ron, dopo quello che era successo, ma non poteva darli torto se si era comportato in quel modo. Aveva scoperto casualmente di essere stato tradito dalla sua ragazza con una delle persone che odiava di più al mondo.
Non voleva giustificarlo, ma sapeva anche che quel comportamento era dovuto alla sua stupidaggine.
E già, per la prima volta la Grifondoro si diede della stupida da sola.
Perchè era questo che era stata, una stupida, o almeno questo era quello che lei pensava in quel momento di se stessa.
Senza rendersene conto calde lacrime iniziarono a rigarle il volto, come ormai succedeva forse un po' troppo spesso.
Sentì una mano poggiarsi sotto il suo mento, e alzarle il viso, e quando incrociò gli della persona che aveva davanti, be'... quando incrocio gli occhi di Draco Malfoy, si sentì tremendamente bene e gettò le braccia intorno al collo del ragazzo, stringendolo forte a sé, e lasciando uscire dalle sue labbra dei singhiozzi di disperazione che fecero preoccupare ancora di più il biondo.
«Hey...»mormorò lui, allontanandola delicatamente da sé e fissandola negli occhi. Ma ben presto la sua attenzione fu catturata da altro. Fu catturata dalla piccola benda bianca che copriva la ferita della ragazza.
«Quello stronzo»ringhiò tra i denti, mentre la sua mente elaborava mille modi per vendicarsi.
«Ti fa male?»chiese poi, e poggiò con tocco gentile la mano sulla benda, come se cosi potesse far sparire il dolore.
La mora scosse il capo in risposta, non le faceva male la guancia, no, era lei a stare male, a stare male dentro.
«Ti va di parlarne?»domandò ancora il ragazzo, sedendosi accanto a lei, e stringendola forte al petto.
E, anche a questa domanda, Hermione scosse la testa.
Non gli piaceva vederla cosi, senza la sua solita parlantina.
Era come se si fosse creata intorno a se una bolla che la rinchiudeva al proprio interno.
Non l'aveva mai vista in quello stato.
E il modo in cui continuava a fissare il vuoto, il nulla, lo faceva stare male.
Asciugò con le dita le lacrime che le bagnavano le guance, ma queste continuavano ad uscire dai suoi occhi, rossi e lucidi.
Le lacrime le bagnarono anche le labbra, e in breve tempo quelle del ragazzo furono su quelle tremanti e bagnate di lei.
Hermione non ricambiò il bacio, non perché non volesse, anzi, ma perché non ne aveva le forze.
Draco continuò a baciarla, continuò ad asciugare con la lingua quelle calde gocce salate, che la rendevano cosi fragile, ma allo stesso tempo cosi bella.
Quando si staccò da lei, i loro occhi si incatenarono, come ormai succedeva sempre più spesso.
«Non voglio tornare là...»mormorò lei, riferendosi alla Torre dei Grifondoro.
Non si sentiva ancora pronta, e non voleva che gli occhi di tutti i suoi compagni di casa, che quella sera avevano assistito a gran parte della scena la giudicassero o la guardassero con compassione.
Si sentiva umiliata da una delle persona di cui credeva di potersi fidare, e non era ancora pronta ad affrontare la realtà.
«Non ti avrei mai permesso di tornare là»disse Draco in risposta, la prese in braccio e le diede un leggero bacio sui capelli, prima di entrare nel Castello, e portarla in quel posto che ormai considerava il loro rifugio.

***
Grazie, grazie, grazie alle 21.163 persone che hanno letto la storia. Alle 1.353 che l'hanno votata e alle 115 che l'hanno commentata.
Grazie di cuore, davvero❤️💕
Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto✌️💓

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