Capitolo 40
METTO L'ANGOLO DI LETTURA SOPRA NELLA SPERANZA CHE QUALCUNO SE LO CAGHI
PS. VOGLIO CAMBIARE IL BANNER POI TROVO UN MODO
ANYWAY TRA GLI ARGOMENTI CHE TRATTO IN QUESTO CAPITOLO VI è IL SUICIDIO, NON LO TRATTO IN MANIERA MOLTO LEGGERA E LA PARTE IN CUI BEATRICE PARLA ALLA PERSONA CHE SI VUOLE SUICIDARE VIENE DAL MIO PENSIERO SULL'ARGOMENTO, VORREI PREMETTERE CHE NE SO QUALCOSA, CHE PARLO DOPO UN ESAME DI COSCIENZA CHE MI SONO FATTA PERCHè, COME QUALCUNO SA, QUALCUNO NO MA IO LO DICO TANTO IN POCHI SANNO CHI SONO REALMENTE (that's a secret that i never tell you know you love me xoxo gossip girl) CI SONO PASSATA A PENSARE IN MANIERA FIN TROPPO SERIA AL SUICIDIO E ANCHE UN MIO AMICO SI è BUTTATO DAL TERZO PIANO QUINDI.....SI MI PRENDO IL DIRITTO DI PARLARE DOPO AVERCI PENSATO BENE.
TUTTAVIA SE SIETE SENSIBILI ALL'ARGOMENTO VI SCONSIGLIO LA LETTURA DI QUESTO CAPITOLO
IL SECONDO PUNTO DELL'ANGOLO DI LETTURA è: IL NOME BEATRICE SI LEGGE BEATRIS
IL TERZO PUNTO è: SE UN NUMERO DECENTE DI PERSONE MI VA A SEGUIRE SU INSTA _ilmionome_17 MAGARI VI DO QUALCHE INFORMAZIONE SU CHE CAZZO FACCIO CON LA STORIA IN ANTICIPO
E NULLA BUONA LETUTRA
LETTORI SILENZIOSI E GENTE CHE COMMENTA A ROTTA DI COLLO, MI PIACEREBBE SAPERE CHE COSA NE PENSATE DEL CAPITOLO, BYEE
- Luke ho bisogno che tu venga a casa di Carla- disse Tris con voce assonnata.
Il biondo si alzò dal letto dando un'occhiata alla sua sveglia mentre sbadigliava e strabuzzò gli occhi quando si rese conto che erano solo le quattro di mattina.
- Tris non so che droghe tu abbia assunto ma se speri che mi alzi alle quattro di mattina sei completamente fusa- rispose lui intenzionato a richiudere subito la chiamata.
- Se ti chiamo alle quattro di mattina vuol dire che è importante quindi muovi il culo- ribatté Tris sull'orlo di una crisi di nervi.
- Ti giuro che se scopro che è una cazzata come l'ultima volta che mi hai chiamato a quest'ora fai una brutta fine- rispose lui, perfettamente consapevole del fatto che era impossibile ribattere con la ragazza.
- Carla sta male Luke, per favore muoviti- concluse Tris dopo un po' con voce preoccupata.
Il biondo all'udire quelle parole si precipitò a casa della sua ragazza, la trovò seduta sul divano con le mani che andavano a coprirle la faccia, Beatrice era al suo fianco abbracciandola per tentare di calmarla.
Luke posò subito il giaccone e corse verso la ragazza, spostandole le mani dal viso. Gli occhi di Carla erano rossi, aveva del mascara un po' sbavato e le lacrime che le solcavano il viso non sembravano per nulla intenzionate a fermarsi.
- Cosa è successo?- domandò Luke guardandosi intorno. La casa era stranamente silenziosa e non riusciva a capire come mai i genitori di Carla non fossero già entrati in salotto per aiutare la figlia.
- Mamma è...- iniziò a dire la ragazza cercando di fermare i singhiozzi, non riuscì però a concludere quella frase che avrebbe sperato di non dover mai dire.
Luke la osservò per un secondo e quell'attimo di tempo gli bastò per capire che la donna non c'era più.
Carla si fiondò tra le sue braccia, nascondendo la testa nel suo petto, cercando una sorta di protezione tra le braccia del ragazzo che amava.
Il biondo poi fece un cenno a Tris chiedendole di unirsi all'abbraccio sperando che la ragazza si riuscisse a tranquillizzare.
Carla fortunatamente dopo una buona mezz'ora sprofondò nel sonno, troppo stanca e incredula per riuscire a restare ancora sveglia.
- Non riesco a crederci- commentò Luke alzandosi per andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, seguito a ruota da Tris.
- Nemmeno io, era sempre stata una donna forte e attaccata alla vita, ha sempre lottato, se né andata a testa alta- commentò Tris che, al contrario di Luke, non aveva versato lacrime.
Entrambi erano ugualmente legati alla madre di Carla, ed entrambi erano distrutti dalla sua morte, l'unica differenza tra i due era che Tris era in grado di nasconderlo, Luke no, ma il ragazzo ne era a conoscenza quindi preferì non fare domande.
-Ti ricordi quando eravamo solo dei bambini spensierati che correvano in giro per il salotto di questa casa con lei che ci rincorreva?- chiese la serpeverde con un sorriso.
- Mi mancano quei tempi- commentò Luke, pensando a tutto quello che avevano passato e che avrebbero continuato a passare.
- Potremmo stare qui a rimpiangerli o andare avanti sperando di riavere momenti che potranno eguagliare quelli che abbiamo avuto, io opto per la seconda opzione quindi buonanotte- disse Tris sdraiandosi sul pavimento accanto al divano.
Luke guardò per un po' le due ragazze, sorprendendosi della loro diversità. Carla era sensibile, responsabile e timida, Tris al contrario tendeva ad esternare il più possibile le emozioni ed era sempre molto estroversa, il ragazzo non riusciva minimante a comprendere come le due potessero essere diventate così amiche ma, in fin dei conti, andavano a completarsi.
A primo impatto si poteva pensare che Tris fosse una stronza senza sentimenti, la verità è che con il tempo aveva imparato a controllare le sue emozioni. Aveva capito che stare fermi a piangere non avrebbe mai risolto nulla, che farsi vedere deboli significava essere estremamente vulnerabili e che quindi conveniva comportarsi come se non fosse successo nulla, nonostante sapeva perfettamente che così si sarebbe autodistrutta. Era troppo altruista per permettersi di piangere quando c'era qualcuno che stava peggio di lei, troppo orgogliosa anche solo per pensare di farlo, troppo ambiziosa per prendersi un momento per lei mettendo in secondo piano i suoi obbiettivi e troppo razionale per avere in mezzo emozioni ingestibili.
Carla invece sentiva di aver completamente perso una parte di sé. La madre combatteva il cancro da ormai tre anni ma lei non aveva mai pensato seriamente alla possibilità che ella morisse. La donna continuava a sorridere, la ragazza non ricordava nemmeno una volta in cui aveva visto la madre scoraggiarsi, e questo portava anche lei ad avere speranza e forza. Ma in quel punto si rese conto che quelle due cose non bastavano e le reputò come inutili, se una donna combattiva come sua madre era morta, Carla non riusciva più a trovare un senso per vivere.
*
Tris, Carla e Luke uscirono dalla chiesa dove si era tenuto il funerale, l'avevano vista l'ultima volta quando dovettero salutare per l'ultima volta Giorgia ma quel luogo non era cambiato di una virgola. Era costantemente cupo, non c'era la più minima traccia di dipinti e, funerali a parte, la Chiesa in sé faceva provare un'enorme senso di angoscia.
Durante il funerale però Luke e Tris non si concentrarono sulla Chiesa e nemmeno sul reale motivo per il quale erano lì, passarono tutta la messa ad osservare Carla, aspettando che una lacrima solcasse il suo viso, ma ciò non successe, la bionda quel giorno sembrava priva di emozioni, cosa che fece seriamente preoccupare i due.
I tre ragazzi furono gli ultimi ad uscire dalla Chiesa, dopo le varie condoglianze fatte alla ragazza e al padre tutti si allontanarono da lì per seguire il carro funebre cosa che Carla preferì evitare.
La ragazza si avviò verso un muretto che ad altezza corrispondeva più o meno ad un terzo piano e vi salì sopra.
In quel momento la ragazza non riusciva a ragionare lucidamente per quanto era distrutta. Luke si paralizzò sul posto, non riuscendo a fare il minimo movimento dopo aver intuito le intenzioni della ragazza.
- Carla ti prego non...- iniziò a dire Luke.
- Vi voglio bene ragazzi davvero- disse Carla tentando di fare un sorriso.
Beatrice fece un passo verso di lei con l'intenzione di afferrarla ma Carla la precedette.
- Non ti avvicinare o mi butto subito, evitate le prediche sul restare con voi per favore- disse lei.
La serpeverde fece immediatamente un passo indietro.
- Perché lo vuoi fare?- le domandò.
- Perché non sono adatta, non sono adatta a questo mondo, non so affrontare i problemi come ben vedi, la mia forza e la mia speranza derivavano da mia madre ma nemmeno quelle le sono bastate a salvarle la vita, è ovvio che non ha senso continuare a stare qui- disse Carla, mentre una lacrima le solcava il viso.
- Non sarò mai la tipica persona che ti dirà di restare per lei, non sono egoista. Ma qualcosa te la devo dire in quanto tua migliore amica, e sono perfettamente consapevole del fatto che passerò come l'insensibile stronza di turno ma qualcuno prima o poi dovrà dire le cose come stanno. La verità è che nessuno è nato imparato, nessuno ci insegna a vivere, ce la dobbiamo cavare da soli perché siamo stati buttati senza niente in un mondo di schifo e dobbiamo riuscire a farcela, abbiamo tutti la forza necessaria, semplicemente qualcuno è troppo vigliacco per usarla, scappare non è da coraggiosi, probabilmente avrai compassione a vita perché le persone ti ricorderanno di più quando sarai morta, ma non sei tipa da volere la compassione altrui. La domanda che ti dovresti porre è "perché sei qui", io sono qui per arrivare fino alla fine dicendo "ho vissuto, sono stata felice, ce l'ho fatta, ho coronato i miei sogni e ora posso andarmene gloriosamente e senza rimpianti", e se tu ti giri a rivedere la tua vita e non hai rimpianti, fallo. Ma se ne hai anche solo uno e te ne vai di proposito senza aver fatto quello che volevi fare nella vita, mi dispiace dirtelo ma sei solo una cogliona. Non è l'esatta cosa che ti aspettavi di sentire in questo momento ne sono consapevole, ma lo dovevi sapere perché in questo momento sei incapace di ragionare. Se ti butterai sarò triste sì, ma non perché ho perso la mia migliore amica, ma perché hai fatto la scelta meno dignitosa di questo mondo- disse Beatrice.
Sapeva che se Carla si fosse buttata la sua intera vita sarebbe andata a puttane, avrebbe voluto dirle di restare, di non farlo per lei e per Luke, ma non lo fece. Se la sua migliore amica voleva andarsene l'avrebbe fatto, sapendo però che quella era la scelta meno coraggiosa che potesse fare.
Inoltre Tris sapeva che il più grande difetto di Carla era il suo orgoglio e che la ragazza dopo quelle parole difficilmente si sarebbe buttata, e la serpeverde ebbe la dimostrazione di avere ragione quando Carla le si fiondò tra le braccia.
- Scusa scusa scusa, non so cosa mi sia preso ti prego perdonami- le disse Carla. Tris la strinse a sé come se non la volesse più lasciare andare.
- Non c'è nemmeno bisogno che tu mi chieda di farlo, sai che non sarò mai seriamente arrabbiata con te- le rispose Beatrice non permettendo alla ragazza di staccarsi.
Luke si unì all'abbraccio dopo poco, e si sentì come se fosse a casa, in fin dei conti per lui le due erano realmente la sua casa, l'amicizia tra quei tre ragazzi sarebbe durata fino alla fine, e loro lo sapevano perfettamente.
Tris si asciugò la lacrima solitaria che in quel momento le stava solcando il volto e Carla si strinse ancora di più nel caldo abbraccio dei due, felice di aver trovato delle persone del genere.
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