Capitolo 39
La neve continuava a scendere imperterrita, il cielo era riempito dalle nuvole e il terreno era ricoperto da un manto di neve bianca abbastanza alto.
Il ragazzo stava camminando lungo la strada, cercando disperatamente l'indirizzo che l'amica gli aveva dato. Dopo una buona mezzora trovò la casa dell'amica.
Non era una piccola dimora, ma non era nemmeno un castello. Vi erano due piani ed un giardino abbastanza grande, ricoperto anch'esso di neve.
Il ragazzo attraversò di corsa il vialetto, bussò alla porta di casa che venne prontamente aperta dalla ragazza.
- Niall entra sbrigati- disse Pansy facendo passare il ragazzo infreddolito.
- Sei gelido- continuò, accorgendosi del fatto che il ragazzo tremava.
- S-sto b-bene- disse quest'ultimo balbettando.
- No, non stai bene, tremi e hai i vestiti ricoperti di neve.- disse Pansy preoccupata.
- Aranel, vai a prendere i vestiti di mio padre- ordinò la ragazza al suo elfo che portò i vestiti al ragazzo in poco tempo.
- Grazie, Niall io vado a prendere l'accendino per il camino, tu intando cambiati i vestiti, sennò muori ibernato- disse la serpeverde salendo le scale e riscendendo poco dopo, trovando Niall già cambiato ma ancora tremolante.
- Tieni- disse la ragazza porgendo una coperta al moro dopo aver acceso il camino.
Il salone era completamente in silenzio, si sentivano solo gli scoppiettii del fuoco e i respiri di Niall che pian piano si calmavano. La serpeverde dal canto suo non sapeva che dire, il ragazzo le aveva mandato una lettera, dove chiedeva l'indirizzo di casa sua e se era libera. La ragazza, che era costantemente attenta ai dettagli, aveva notato la calligrafia poco curata e così decise di rispondergli in fretta.
Niall aveva lo sguardo fisso verso il fuoco, Pansy invece non riusciva minimamente a staccare il suo dal profilo del serpeverde, cercando di coglierne ogni minima parte, per capire cosa passava nella mente del moro. La serpeverde stava per distogliere lo sguardo, quando vide una piccola lacrima rigare il volto del ragazzo che, prima che essa arrivasse al mento, se la asciugò sperando che la ragazza non avesse visto niente.
- Niall- sussurrò quest'ultima, cercando di non mettere pressione al ragazzo, che però la ignorò.
- Che succede?- chiese nuovamente, aspettandosi una risposta.
- Avevo bisogno di schiarirmi i pensieri quindi ho fatto una passeggiata, solo che ha iniziato a nevicare ed ero troppo lontano da casa mia- mentì Niall, con una scusa che fece quasi ridere la ragazza.
- E giustamente tu porti per schiarirti le idee un gufo, una penna, una pergamena e ti scende anche l'acqua dagli occhi, che persona curiosa che sei- disse Pansy, con l'intento di smorzare l'attenzione.
- Sei una buona osservatrice, ti faccio i miei complimenti- disse il ragazzo accennando ad un sorriso.
- Ti va di parlare?- chiese Pansy comprensiva, costringendo il moro a spostare per un attimo lo sguardo su di lei.
Entrambi si persero negli occhi dell'altro, ma quella situazione venne immediatamente fermata dall'elfo che, senza volerlo, aveva fatto cadere una pentola in cucina.
- Non mi va, ma credo di doverti delle spiegazioni per essere piombato in casa tua con così poco preavviso- disse Niall grattandosi la nuca, come faceva ogni volta che si trovava in imbarazzo.
- Come sai, i lestrange non sono la famiglia più dolce del mondo, anzi sono più o meno l'esatto opposto. Mia madre anche se non sembra è gentile, sono suo figlio e mi vuole bene, qualsiasi cosa io faccia, qualsiasi siano le mie scelte, lei continua ad amarmi, come una madre dovrebbe fare con il proprio figlio, ma mio padre è il problema. Ho fatto amicizia con due Grifondoro, Seamus e Dean. Dean mi ha mandato un gufo, chiedendomi di venire da lui a Capodanno, peccato che mio padre ha letto la lettera prima di me- disse Niall, fermandosi un attimo al ricordo di quello che successe
-Chi ti ha mandato questa lettera?- chiese Rodolphus dopo averla letta attentamente
- Un mio amico- rispose Niall distrattamente.
- È purosangue?- chiese il padre.
-...No- rispose Niall, che non si era mai trovato bene a mentire, soprattutto ad una persona alla quale, nonostante tutto, voleva bene. Rodolphus guardò per un secondo il figlio negli occhi, per poi buttare la lettera nel camino.
- Niall, cercherò di spiegartelo per l'ennesima volta, noi siamo superiori, non ti devi mischiare con esseri inferiori come i sanguemarcio, lo dico per te, è bene che tu cresca con questi ideali, perché quando Voldemort vincerà, i sanguemarcio verranno sterminati- spiegò Rodolphus, poggiando la mano sulla spalla del figlio.
- Sono esattamente come noi, alcuni anche più abili nella magia, non capisco perché dobbiate fare tutte queste distinzioni- replicò Niall, non volendo sottostare agli ideali del padre.
- Sono esseri inferiori e MIO figlio non di mischierà di certo con loro- rispose l'uomo risoluto.
- Peccato che sia la MIA vita e che tu non puoi interferire- disse a sua volta Niall.
- Ho provato a fartelo capire con le buone- disse Rodolphus ad alta voce, come per giustificarsi per l'azione che avrebbe compiuto di lì a breve.
L'uomo alzò la bacchetta e Niall sentì immediatamente un dolore improvviso su tutto il corpo che non accennava a diminuire. Istintivamente il ragazzo urlò, sperando di attirare l'attenzione della madre.
- Che cosa stai facendo?! È nostro figlio!- disse Bellatrix intromettendosi dopo aver sentito le urla del ragazzo.
- Deve capire cosa è giusto e cosa è sbagliato- ribatté l'uomo.
- Perché secondo te è giusto cruciare tuo figlio? Expelliarmus- urlò Bellatrix.
- Vai da qualche tuo amico per le vacanze, stai lontano da questa casa per un po', ti prego- disse la donna al figlio.
- Tu che farai?- chiese Niall apprensivo.
- Io so difendermi, non ti preoccupare, tu vai- disse Bellatrix a Niall che prese il mantello e scrisse in fretta una lettera per Pansy che, dai suoi ricordi, era la persona che abitava più vicino a lui
- Se non ti va di parlarne è tutto ok, l'importante è che sai che, ogni volta che vorrai, io sarò qui a sostenerti, le amicizie servono a questo- disse Pansy abbracciando il ragazzo, nel tentativo di farlo calmare visto che stava iniziando a piangere.
Il moro si calmò inspiegabilmente dopo poco, ma Pansy non accennava a staccarsi, i loro cuori dopo un po' iniziarono a battere all'unisono, la stanza era tornata in silenzio, fatta eccezione per il rumore del fuoco e per i battiti dei due ragazzi, che si rilassarono immediatamente, addormentandosi sul divano.
*
- I miei tornano tra poco, devi andare- disse Pansy svegliando il moro.
- Scusa per il disturbo, io vado- disse il Serpeverde riprendendosi i suoi vestiti.
- Dove andrai?- chiese la ragazza preoccupata per lui.
- Ho chiesto a Dean di ospitarmi, poi ritornerò a scuola, non sarà un grande problema, grazie Pansy, davvero- disse Niall avvicinandosi al volto della ragazza.
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