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|CAPITOLO 7|

Capitolo 7
Seconda superiore

NIALL'S POV.

Entro in casa di mio padre - dove ormai vive da molti anni -, sbattendo la porta.
«Papà!»

Non ho nessuna risposta.

«Niall!» sento la voce di Greg provenire dalla cucina.

Ah, qualcuno che mi ascolta in questo mondo esiste! Abbraccio velocemente mio fratello, poi mi rendo conto che nella stanza è presente anche mio padre.

«Sei qui. Perché non mi hai risposto?» domando con impazienza, cercando una risposta nel suo sguardo che mi tranquillizzi.

«N-non ti avevo sentito. Scusa ometto!» accenna un sorriso e si dirige velocemente nella sua camera. Non riesco a capire cosa gli stia premendo. È più schivo, riservato.
Neanche Greg lo sta capendo.

«Ma cos'ha?» chiedo a mio fratello.

Greg si stringe nelle spalle, poi torna in camera sua. Lasciandomi solo in cucina.
Forse non hanno capito, io ho fame!
FAME!
MOLTA FAME!
Sottolineo che in questi giorni ho ancora più fame di prima.
Da quando io e Marta abbiamo litigato, non mi parla e non mi guarda. Cerco di avvicinarmi a lei, ma non vuole neache guardarmi in faccia.
Oggi sta andando tutto male!
Ho perso la mia migliore amica per una cosa stupida e mio padre ha un comportamento stano.
Vorrei tanto avere dei poteri, per esempio, vedere i pensieri delle persone. Potrei vedere i pensieri di Marta e capire cosa vuole davvero. Forse per lei non sono abbastanza, ma sa, che farei di tutto per sistemare le cose. Lo ammetto, abbiamo litigato molto pesantemente dopo l'episodio di Kate, e a me dispiace.
In qualche modo mi sento in colpa e voglio rimediare.

Devo sistemare le cose.
È un mio dovere farlo. Non voglio perdere la sua amicizia per uno stupido gioco.
E per la cronaca, a me non piace Kate. Certo, è carina, è una persona molto disponibile e simpatica, ma preferisco perdere la sua amiciza che quella di Marta.
Per me, lei è importante!

«Niall, mi ha chiamato la mamma!» strilla mio fratello dal piano di sopra. «Vuole che vai a casa, ti deve parlare ed è molto urgente. Sai che papà vuole che torni presto quindi...»

Alzo gli occhi al cielo. «Sì, tornerò in tempo per la cena, oppure il re del mondo si arrabbierà!»
Esco dalla cucina e di corsa attraverso la porta di casa.
Per fortuna qui vicino c'è la fermata della metro, in quindici minuti arriverò a casa di mia madre senza alcun problema.
Parlerò con lei e tornerò a casa senza che Marta mi veda! Non voglio litigare ancora, non ci tengo.

***

«Mamma, ci sei?» domando entrando in salotto.
Fuori fa freddo, credo che tra poco inizierà a nevicare - cosa normale da queste parti -.
La metro era piena di gente, sono rimasto in piedi perché nessuno voleva scendere dal vagone. Continuavano ad entrare persone su persone, che ad un certo punto avrei voluto cambiare vagone, ma poi c'ho ripensato.

«Sì, sono in cucina!» risponde con voce squillante. «Vieni, ti devo parlare.»
Ok, questo non va affatto bene. Adesso sto avendo paura. Di cosa vuole parlare?
E se fosse successo qualcosa a Marta?
Accellero il passo arrivando in cucina.
Mamma ha il grembiule legato dietro la schiena, i guanti da forno, i capelli raccolti e corre avanti e indietro per la cucina. Sembra cercare qualcosa di inesistente.
«Ciao tesoro!» esclama mentre accende il forno.

Accenno un sorriso. «Cosa devi dirmi?» gli ricordo.

All'improvviso si ferma e mi guarda. «Mi ha chiamato la mamma di Marta...»

«No.» esclamo. «non voglio aiuto da nessuno mamma! Risolverò questa faccenda tra me e lei, ma voi non dovete intromettervi. Riparerò io tutto, te lo prometto. Non perderò la sua amicizia per una cosa banale.» spiego.
Devo andare da lei.
Devo sistemare tutto.
Devo farlo.
Non posso perderla.

«Niall ascolta: io e sua madre non vogliamo fare nulla, ma a due isolati da qui c'è una ragazza che ti vuole bene, come se fossi suo fratello. Ti vuole molto bene, più di quanto pensi Niall. Vai a sistemare le cose, ti prego!» mi guarda negli occhi.
Se mia madre dice questo, vuol dire che Marta sta soffrendo davvero. Sono passati giorni ed io non ho ancora fatto nulla per sistemare le cose.
Sono un cretino, ma credo che questo lo sappiano tutti.

In pochi minuti sono già arrivato a casa di Marta. Entro dalla porta posteriore che mi porta direttamente nel giardino sul retro.
Salgo sull'albero, come facevo ogni giorno prima della nostra litigata.
Quando raggiungo la finestra, vedo Marta seduta sul suo letto mentre vede qualcosa al computer. Non riesco a capire cosa sia. Sicuramente sarà una delle sue serie tv preferite. Le guardavamo sempre e l'ho costretta a guardare American Horror Story. In realtà, quando abbiamo visto i primi episodi lei era sempre distratta, ma alla fine si è innamorata di quella serie.

Busso alla finestra.
Marta distoglie lo sguardo dal computer e mi guarda negli occhi per pochi secondi, subito dopo continua a guardare lo schermo. Odio quando fa la testarda!
Non fa mai quello che gli viene detto e fa sempre di testa sua.
Busso di nuovo.
Mi guarda.
«Va via!» esclama prima di posare il computer sul letto. Si alza da quest'ultimo e viene verso la finestra, ma non la apre, rimane lì, ferma a guardarmi negli occhi.

«Non me ne vado da qui, adesso apri questa maledetta finestra!» alzo la voce.
Non so neanche se riesce a sentirmi. Abbiamo una finestra che ostacola la nostra comunicazione e noi urliamo come due pazzi.
Vedo che non risponde. «se vuoi farmi aspettare, benissimo, ho tutto il tempo del mondo.» mi siedo sul ramo. «non mi impedirai di parlarti.»

La finestra si apre. Guardo meglio e vedo che dalla fessura fuoriesce una penna con dei fogli. Li prendo, poi Marta chiude la finestra.
Mi avvicino a quest'ultima. «Che vuoi fare?»

Posa un foglio sul vetro. "Sai benissimo che non voglio parlare, quindi vattene." leggo la frase. Sempre arrabbiata.
Sempre nervosa. E sempre che non ascolta i consigli degli altri.

Prendo la penna, i fogli ed inizio a scrivere. "Perché sei sempre arrabbiata? Non dirmi che si tratta ancora di Kate...", glie lo mostro e lei con espressione seria, annuisce. Continuo a scrivere. "Tra me e Kate non c'è e non ci sarà mai nulla! Io voglio bene ad una sola persona, quella persona sei tu Marta. Ti prego, apri la finestra e fammi entrare!", gli mostro il foglio e la prego con lo sguardo.
Mi guarda per l'ennesima volta negli occhi. Adoro quando lo fa.
Amo Marta quando mi guarda negli occhi.
Che hai datto? La ami?
Non ho detto questo! Ho solo detto che la amo quando mi guarda negli occhi, perché ha uno sguardo così intenso che riesce a vedere la mia anima.

Apre la finestra e mi fa entrare.
«Mi dispiace...» sussurra prima di guardare da un'altra parte.

«Per avermi urlato in faccia? Per quello ti ho già perdonata. Io tengo a te e non voglio perderti. Vorrei... be', ti conquisterò in tutti i modi possibili ed immaginabili! Sei l'unica persona che mi capisce, che mi fa ridere quando sono triste e che... mi fa sentire felice Marta.» mi avvicino a lei con passo lento. «non voglio perderti.» ripeto con un sussurro.

Deglutisce nervosamente e mi guarda. È la prima volta che vedo Marta immobile. La prima volta che la vedo agitata e questo mi spaventa. Di solito è una persona molto spontanea. Se ha una cosa da dire, te la dice in faccia. Adesso neanche apre la bocca per parlare. Se facessi questo effetto alle altre ragazze, sarei la persona più fortunata della terra.
Schiude le labbra. «I-io... cioè...» inizia a balbettare.

Sorrido. «Non parlare se non hai nulla da dire. Parlo io.»
Forse parlo troppo, ma non mi dispiace.

«Niall devo dirti una cosa. Importante.» confessa seria.«io... i-io... i-io ti voglio bene.» accenna un sorriso.

L'attiro a me e l'abbraccio. La stringo forte per farla sentire al sicuro.
Avvicino le labbra al suo orecchio, poi sussurro: «Anch'io ti voglio bene, dolcezza.»

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