|CAPITOLO 3|
Capitolo 3
Terza elementare
NIALL'S POV.
«Niall vieni subito qui!» urla la mamma. Adesso mi ucciderà per il guaio che ho combinato.
«Mamma non l'ho fatto apposta. Marta mi ha fatto arrabbiare e dovevo fare qualcosa!» mi giustifico.
Non voglio un'altra punizione.
Ok lo ammetto, ho rotto il quadro preferito della mamma, ma è stata anche colpa di Marta! Non vuole ammettere che la colpa è stata anche sua, bell'amica che ho.
«Marta non rientra nel nostro discorso...» mi guarda negli occhi. «Dimmi com'è successo.»
Perché non rientra nel nostro discorso? Certo che rientra!
E colpa sua se mi sono arrabbiato e se ho rotto il quadro.
«Mi stava prendendo in giro per i capelli. Volevo fargli il solletico, ha iniziato a correre per tutta casa. Poi sono inciampato e ho fatto cadere il quadro a terra. Mamma... mi dispiace tanto!» racconto tutta la verità. Era il quadro preferito della mamma, glie l'aveva regalato il nonno.
«Quindi non è stata colpa di Marta.» conclude.
«Si invece! È stata lei a cominciare. Se non mi avrebbe riso in faccia, non l'avrei rincorsa e non avrei rotto il tuo quadro preferito!» spiego.
È stata davvero cattiva!
Questa non glie la perdono.
«Ok, per questa volta ti perdono. Ma la prossima volta, in punizione.» con l'indice mi tocca la punta del naso e sorride. «adesso vai a sistemare le cose con Marta. Lei ti vuole bene, e anche tu le vuoi bene. Quindi... sistemate questa faccenda.» continua. «Ti voglio bene piccolino!»
Annuisco. «Anch'io ti voglio bene mamma!» dopo aver sussurrato quelle parole, corro giù per le scale.
Esco di casa, percorro due isolati e arrivo davanti la casa dove vive Marta.
È piccola, ma ci sono moltissimi nascondigli per giocare a nascondino. Ci divertiamo un sacco insieme.
Busso alla porta.
Si apre e la mamma della mia amica sorride.
«Ciao Niall, stai cercando Marta?» domanda prima di abbassarsi alla mia altezza.
Annuisco e sfodero un sorriso.
Neanche mia madre resiste a qual sorriso, sono troppo dolce.
«Mi dispiace, ma la tua amichetta è in punizione. Ha risposto male a suo padre e sa benissimo che non deve farlo.» spiega.
In punizione?
Ed io adesso con chi giocherò?
Tutti gli altri bambini mi odiano perché non vengo da Los Angeles e solo Marta vuole giocare con me.
Solo lei mi fa divertire tanto!
«In punizione? E quando finirà la punizione?» continuo.
Lo so, chiacchiero troppo. Ma voglio solo sapere dove si trova la mia amica.
Forse ho un piano...
«Quando imparerà la lezione, verrà a giocare con te tutto il tempo che vuoi!
Adesso è nella sua cameretta.» continua. «piccolo, ora và a casa. Qui fuori sta diventando buio.» sorride, si alza e mi sbatte la porta in faccia.
Che maleducata!
Corro nel giardino sul retro, mi arrampico sull'albero e raggiungo la cameretta di Marta.
Busso alla finestra. Quando lei mi vede corre subito verso di me ed apre la finestra.
«Non dovresti essere qui, và via.» mi guarda. «la mamma si arrabbierà molto se ti vedrà qui.»
«Lo so, ma devo dirti una cosa.» mi giustifico. Entro della cameretta e mi siedo sul suo letto.
Lei si siede accanto a me.
«So che la colpa è stata anche mia. Mi vergognavo, così l'ho detto a mia mamma. Forse era meglio non dire niente!»
«E perché? A me non sembrava molto arrabbiata con te!»
Sua madre è sempre stata molto gentile con me. Anche con mia madre. Anche con Marta!
«Invece lo è.» continua. «mi ha proibito di giocare con te per una settimana!»
Ma non possiamo rimanere soli per una settimana intera. Ci vogliamo troppo bene e... poi dobbiamo giocare!
Allora la mamma di Marta mi ha detto una bugia!
È davvero cattiva! Non è buona come sembra è molto molto cattiva con la mia amichetta e non mi piace.
«Quindi... non possiamo giocare più insieme. È così?» domando ancora.
Annuisce e mi guarda negli occhi. «Io non voglio stare una settimana senza il mio migliore amico.»
Mi abbraccia.
Mi abbraccia forte.
Io faccio lo stesso.
«Ho paura che la mamma mi faccia del male!» inizia a piangere. «non voglio che mi faccia male.»
Mi allontano e la guardo negli occhi. «Non ti farà male se ci sono io con te. È la tua mamma, perché dovrebbe farti male?» domando.
Non capisco. Perché dovrebbe fargli male?
Mia mamma non lo farebbe mai, mi vuole troppo bene.
Non risponde e continua a piangere.
Mi abbraccia di nuovo.
«Niall... dormi con me questa sera?» chiede a voce bassa. «ti prego.»
«E la tua mamma?»
«Non farà niente. Questa volta dirò che sono stata io ad invitarti a casa.» sorride debolmente.
Annuisco. «Va bene!» acconsento.
Mi tolgo le scarpe e ci infiliamo sotto le coperte. La mia amica posa la testa sulla mia spalla e si addormenta.
Io non posso fare nulla.
Siamo ancora piccoli e non possiamo fare niente. Siamo senza potere in questo mondo, ai nostri occhi, così grande.
Vorrei tanto fare qualcosa, ma non posso e mi dispiace.
***
«Cosa ti prende in quella testa? Eh piccola peste!» sento urlare. «te l'ho già spiegato Marta. Non devi essere amica a quell'Irlandese, non fidarti piccola. Ti prego, fallo per la mamma!»
La mamma di Marta sta urlando.
Perché non dovrebbero fidarsi di me? Che ho fatto di male?
E poi, perché la mamma di Marta mi chiama in quel modo? Forse non le piace il mio nome?
Mi alzo dal letto e vado verso la finestra. La porta si apre. «No! Niall dove vai?» chiede la mia amica. Be', ex migliore amica.
«Me ne vado! Nessuno si fida di me, nessuno vuole quell'Irlandese come amico.» rispondo arrabbiato. «tu non mi vuoi bene. Non ti fidi di me... i-io... ti odio! E sono sicuro che anche tu mi odi.» urlo.
«Io non ti odio Niall... sei il mio migliore amico.»
«Tu mi odi, come io in questo momento odio te! Forse non saremo più amici.» dopo aver parlato esco dalla finestra e torno a casa piangendo.
«Dio Niall, ma cosa ti è successo?» mi chiede mia madre prima di prendermi in braccio.
Tra le sue braccia mi sento protetto e al sicuro, vorrei che la mamma di Marta fosse come la mia. Tenera e gentile.
Io l'abbraccio forte è continuo a piangere. «Mamma abbracciami forte, per favore!»
Lei mi stringe forte e mi accarezza dolcemente i capelli. Continua a dirmi che va tutto bene, che non devo avere paura e finché ci sarà lei con me non mi accadrà nulla di male.
«La mamma di Marta stava urlando. Diceva che non doveva essere più mia amica... è stato bruttissimo mamma! Marta non mi vuole davvero bene.» continuo a piangere.
Lei mi asciuga delicatamente le lacrime e mi sistema i capelli.
Sorride. «Parlerò io con la mamma di Marta e tutto si sistemerà. Tu e Marta tornerete amici come prima. Tutti gli amici litigano!» mi rassicura.
«Poi però si fa pace, vero mamma?» chiedo.
«Certo. Se quei due bambini si voglio davvero bene, fanno pace.
Tu vuoi davvero bene a Marta?» domanda con serietà.
«Sì, io le voglio bene!» confermo.
«Allora...» Il campanello di casa suona e blocca la mamma. Scendo dalle sue braccia e lei si dirige verso la porta e la apre.
Marta.
Perché lei è qui?
Io non voglio parlargli!
«Niall!» urla lei. «sono scappata dalla mia cameretta per venire qui da te e ora non vuoi parlarmi?» domanda.
«No! Tua mamma è stata cattiva. Io non voglio parlarti e...» all'improvviso mi abbraccia forte. «Stai bene?»
Non resisto.
Ho davvero un'amica dolce.
Non risponde.
Lascio stare e l'abbraccio anch'io.
«Io ti voglio bene Niall, non mi lasciare. Non importa se mia madre non ci vuole insieme. Scapperò di casa, oppure...» non la lascio continuare.
«Anche io ti voglio bene Marta! Ti vorrò sempre bene e saremo migliori amici per tutta la vita, te lo prometto.»
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