Flame
Quando la porta si fu richiusa alle spalle dei ragazzi sentii gli sguardi congiunti di mio padre e mio zio. Avrei voluto ignorarli, ma non erano i soli ad avere delle domande. Così decisi di giocare d'attacco ed essere la prima a porne.
- Come mai siete usciti di mattina molto presto per poi tornare dopo nemmeno un'ora? –
- Abbiamo ricevuto una chiamata dal pronto soccorso, la serata di ieri è degenerata in modo imprevisto – spiegò mio zio mentre papà si versava una generosa dose di caffè.
Quella notizia mi mise in uno spaventoso stato d'allarme. Ero certa che non riguardasse né Blaze né Raphael solo perché li avevo accompagnati a casa, ma avrebbe potuto essere uno qualsiasi degli altri ragazzi o delle ragazze del gruppo. Con un groppo in gola domandai: - Di chi si trattava? –
- Manny. –
Il groppo crebbe a livelli esponenziali.
- Come è successo? Chi è stato? Lui come sta? –
Se quello che avevamo combinato la sera precedente aveva finito con il ripercuotersi su Manny e gli aveva causato un viaggio in ambulanza non me lo sarei mai perdonato.
- Una domanda per volta ... sembra che durante la festa della confraternita a cui erano andati lui abbia provato ad attaccare bottone con la ragazza sbagliata e gli amici del suo ragazzo l'abbiano strapazzato un po'. –
Sospirai sollevata.
Era dovuto solo ed esclusivamente al suo solito comportamento, io non ero responsabile in alcun modo.
- Sai com'è fatto Manny, se la caverà, non è certo la prima volta che gli capita una cosa del genere –, intervenne lo zio con un sorriso rassicurante, - ma la vostra mattinata di studio è rimandata perché Blaze è andata a casa sua per aiutarlo a rimettersi in sesto il prima possibile. –
Il che aveva perfettamente senso, perché Manny era un po' come il fratello maggiore che nessuna di noi aveva mai avuto.
- Vado anche io, magari gli porto un po' di dolci, li adora. –
Feci per afferrare la busta con i cupcake superstiti, ma mio padre mi fermò prima che potessi farlo richiamandomi con la sua solita voce che non ammetteva repliche.
- Tornando ai due ragazzi che ho trovato in casa mia ... -
- Nulla, non preoccuparti. –
- Ne sei sicura? Credevo che non volessi più vedere Eric nemmeno per sbaglio e poi me lo trovo in salone ... è successo qualcosa? –
Mi dipinsi un sorriso forzato e scossi il capo.
- Se così fosse te lo direi. Non preoccuparti e vai a farti una bella dormita, ci vediamo più tardi – conclusi, alzandomi in punta di piedi per depositargli un bacio sulla guancia.
Sgattaiolai fuori di casa prima che a mio padre o a mio zio venisse in mente di rivolgermi qualche altra domanda e puntai dritta verso casa di Manny.
Non era distante, una ventina di minuti a piedi, e camminare un po' mi avrebbe fatto bene. Avevo un disperato bisogno di schiarirmi la mente ed elaborare una strategia. Per prima cosa dovevo scoprire se avessero trattenuto Noel e, nel caso fosse ancora al fresco, quanto ci sarebbe rimasto. Poi dovevo sincerarmi che nessuno degli irlandesi mettesse le mani sulle persone a cui tenevo e, per ultima cosa ma non per questo meno importante, dovevo assolutamente memorizzare quanto bastava per garantirmi un voto decente ad algebra. Non sarei mai riuscita a trovare una soluzione valida per tutto, avrei toppato qualcosa per forza di cose e il tutto sarebbe degenerato. In altre parole ero tremendamente fottuta.
Sbuffai prima di allungare una mano a bussare ritmicamente contro la zanzariera che proteggeva la porta.
Ad aprirmi giunse Blaze, i capelli biondi leggermente scompigliati e gli occhi gonfi di chi aveva dormito poco e male.
- Ho portato la colazione ... Manny? –
Accennò con il capo verso il divano.
- Sta un po' meglio, è sdraiato lì. –
La oltrepassai facendo capolino in quella sottospecie di salottino microscopico trovandolo semi sdraiato contro lo schienale del divano con qualche livido sparso sul volto e quello che aveva tutta l'aria di passare alla storia come il peggior occhio nero di sempre.
A parte quello tuttavia Manuel sembrava vigile e non particolarmente sofferente.
- Ho saputo che avete combinato un gran bel casino questa notte ... dove hai scaricato lo stronzo? –
- L'ho ospitato da me -, replicai sforzandomi d'ignorare l'occhiata incredula di Blaze e l'imprecazione di Manny, - e non mi sembri proprio nelle condizioni di farmi la morale sui casini. Si può sapere chi accidenti era la ragazza a cui hai rotto le palle? –
- Tu hai ospitato lo stronzo da te? – mi fece eco, ignorando palesemente la domanda che gli avevo fatto.
Blaze provò a calmarlo, una nota d'avvertimento nella voce. Non era contenta nemmeno lei della notizia, ma era presente e sapeva cosa era successo al Gato Negro. Eric sarebbe stato un morto che camminava se l'avessimo lasciato lì.
- Manny ... -
- No, non dirmi Manny con quel tono. –
- Siamo qui per occuparci della tua di cazzata, non di quella che posso aver fatto o meno io. –
Si mise seduto più dritto, un'espressione scettica sul volto dai tratti esotici.
- Non si tratta di capire se puoi aver fatto o meno una cazzata. L'hai fatta nel momento stesso in cui hai permesso a quello stronzo d'infilarsi di nuovo nei nostri affari. –
Manny era l'equivalente di un fratello maggiore per me e Blaze, ci aveva trattato come se fossimo delle sorelline da proteggere e si era preso spesso la responsabilità delle cazzate che avevamo combinato e probabilmente era per questo che non avrebbe mai messo una pietra sopra a quello che aveva fatto Eric.
Mi aveva ferita in un modo tale che per un attimo avevo davvero creduto che non mi sarei mai ripresa. Eppure ne ero uscita, adesso stavo bene, ero più forte che mai.
- Non avevo altra scelta e se la smettessi di fare il rompicoglioni incazzoso te ne renderesti conto anche tu – replicai seccamente.
Blaze fece vagare lo sguardo da me a lui in silenzio, evidentemente indecisa sulla parte per cui schierarsi.
Anche io e Manny rimanemmo in silenzio a guardarci. Per un attimo pensai che fosse sul punto di continuare a insistere con quella storia, ma dal modo in cui espirò lentamente e rilassò le spalle capii che aveva deciso di mettere da parte il conflitto almeno per il momento.
- Allora questa ragazza? –
- Una per cui sarebbe valsa la pena prenderne anche di più – replicò.
E finalmente un luccichio malizioso gli illuminò le iridi castane facendolo tornare a essere il solito Manny.
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