Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Flame



Ricominciare scuola era uno schifo.

Avrebbe dovuto essere un fatto assodato e non ci sarebbe dovuto essere alcun bisogno di rimarcarlo, ma dal momento che ero finita in punizione credevo che fosse fondamentale sottolineare il concetto. E tutto per qualcosa che non era nemmeno colpa mia.

Fulminai con lo sguardo Nathaniel, che se ne stava bellamente intento a giocare a carte con Raphael, ignaro del fatto che se eravamo rinchiusi nell'aula detenzione era solo colpa sua.

Doveva essere una sorta di nuovo record quello di finire in punizione prima della pausa pranzo del primo giorno di scuola.

Tuttavia mio cugino era troppo preso dalla partita per rendersi conto del mio sguardo omicida, che non sfuggì invece a Raphael.

Lo vedi abbozzare un sorriso e farmi l'occhiolino, come a dire che trovava molto divertente la mia rabbia.

E la cosa mi faceva ovviamente incazzare ancora di più.

- Eric mi ha chiamato questa notte, o forse farei meglio a dire questa mattina – mi informò poi, fissandomi con i penetranti occhi scuri.

Scrollai le spalle.

- Dovrebbe fregarmene qualcosa? –

- Non ha preso bene il fatto che mi sono rivolto a lui solo in seconda battuta. –

- Te lo ripeto. Perché pensi che me ne freghi? –

Alzò le mani in segno di resa e sentii Nate bofonchiare qualcosa che ricordava vagamente un "lasciala perdere, oggi le gira".

- Come non detto. Ci vieni stasera? –

Non specificò dove, non ce ne era bisogno.

Manny e gli altri sarebbero stati a chilometri di distanza, impegnati alla festa della Confraternita, e con l'aria che tirava mio padre non avrebbe voluto saperne di spedirmi in giro per le vie senza una scorta adeguata.

Perciò non c'era assolutamente nulla che m'impedisse di andare al Gato Negro.

Ovviamente se si escludeva la presenza di Eric.

- Certo, ho voglia di correre. –

Raphael sorrise con approvazione mentre a Nate sfuggì un gemito contrariato.

Malgrado fosse più piccolo di me di un anno e avesse riportato danni abbastanza consistenti dopo l'attacco di poliomielite, che aveva avuto quando aveva poco più di un anno e che l'aveva lasciato zoppicante e con qualche piccolo problema di concentrazione, si sentiva sempre molto protettivo nei miei confronti e non approvava particolarmente lo stile di vita che stavo conducendo da un po' di tempo a quella parte.

Cercavo emozioni forti, qualcosa che mi distraesse, e non c'era nulla che ti facesse passare dalla testa i brutti pensieri come correre a centosessanta su una bella auto.

- Ti posso piazzare a una buona quota, tireremo su un sacco di grana. –

Annuii, chinandomi sul libro di storia come a indicargli che avevo tutte le intenzioni di tornare a mettermi sotto con il tema sulla rivoluzione americana, e Raphael capì e tornò a rivolgere la sua attenzione a mio cugino.

Apprezzavo il fatto che si fosse schierato al mio fianco quando si era trattato di venire alle mani con quegli imbecilli della squadra di football per difendere Nate; era dall'anno scorso che l'avevano preso di mira solo perché, anche se non era abbastanza in sesto da lanciare una palla o effettuare un placcaggio, riscuoteva un discreto successo tra le ragazze grazie al suo bell'aspetto e all'aria da cucciolo bisognoso di cure.

E quel giorno in particolare sembrava che una delle cheerleader, Savannah Johnson, lo avesse degnato di un po' troppa considerazione secondo il suo fidanzato storico.

Perciò da cosa nasceva cosa e in me che non si dica metà della squadra lo aveva preso di petto nel bel mezzo del corridoio del secondo piano.

Nessuno si era messo in mezzo, troppo indecisi sullo schierarsi dalla parte del nipote del gangster o del figlio del sindaco, ma qualcuno aveva avuto abbastanza fegato da venire a cercare me e Raphael per avvertirci della rissa imminente.

E noi eravamo accorsi a salvargli il culo... e a procurarci una fantastica punizione collettiva. Per qualche strano motivo anche Savannah si era trovata coinvolta nella punizione, probabilmente perché a giudizio del signor Collins lei era la pietra dello scandalo, e in quel momento sedeva a un paio di banchi di distanza da entrambe le fazioni.

Dalla litigata che aveva fatto con Brody, mentre ci dirigevamo verso l'aula di detenzione, dubitavo che stessero ancora insieme e il fatto che si ostinasse a ignorare lo sguardo da cane bastonato di quell'idiota del suo ex ragazzo mi confermava l'idea che mi ero fatta.

- Invece di giocare, signori, dovreste studiare. Questa è una punizione, non una festa. –

- Già, anche perché se fosse una festa sarebbe la peggiore del secolo – bofonchiai, abbastanza forte da farmi sentire dai presenti che ridacchiarono.

Collins mi folgorò con un'occhiata di fuoco.

Se pensava di mettermi a disagio si sbagliava di grosso, aveva ancora molto da imparare se voleva intimorirmi. Ero cresciuta con le occhiatacce di mio padre e nessuno incuteva più timore di lui.

Gli rivolsi un sorriso candido e il suo tentativo d'imporsi scemò lentamente.

- Professor Collins, vorrei tanto mettermi a studiare ma c'è un punto che non capisco proprio. –

Nathaniel ci interruppe, sfoggiando un tono di voce particolarmente desolato come se gli fregasse davvero qualcosa di quello che aveva da fare.

Savannah si voltò verso di lui con un sorriso gentile e capii subito cosa aveva in mente mio cugino.

La dolce Savannah Davies non si sarebbe mai tirata indietro davanti a un ragazzo bisognoso di cure e aiuto.

- Se vuoi posso aiutarti io, quale parte non capisci? –

- Non voglio disturbarti o rallentarti troppo nello studio. –

- Non preoccuparti -, lo rassicurò, - non mi dispiace darti una mano. –

Brody serrò le mani con rabbia, pronto a strangolarlo oppure a mandare in frantumi il banco.

E io non potei fare a meno di sorridere divertita.

Nate si voltò verso di me e Raphael, uno scintillio da paraculo nelle iridi azzurro cielo.

La sindrome della crocerossina colpiva ancora.



Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro