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Capitolo 7


"Purtroppo non era Arthur come tanto speravo.
Vedevo una figura nera, non sapevo con esattezza chi era ma il mio cuore era certo che costui non era Arthur.
Aveva una mazza tra le mani, dalla situazione appena creata.. immagino che per me non c'è  una via di fuga, tutto quel che mi rimane è combattere e resistere ma sinceramente, dopo aver visto quei occhi del più bello colore smeraldo incupirsi ed ignorarmi  non so se ne valga la pena continuare a fare l'eroe..."

Si era creata una situazione davvero critica e Alfred non aveva la minima voglia di combattere dopo quel dispiacere che aveva subito.
Il suo primo amore, il suo primo sogno divenuto realtà era svanito dopo soltanto 3 giorni.
Amareggiato e sconfitto cercò di mostrare un sorriso a 32 denti mostrandoli al farabutto davanti  a se, come se quel che stava pensando un attimo fa fosse svanito, volato via con il vento che soffiava in quel desolato vicolo cieco, scompigliando i suoi morbidi capelli e alzare da terra un po' di polvere, una tipica scena del Farwes.
-Bene... Alfred... è giunta l'ora della resa dei conti.-
Iniziò l'uomo misterioso avanzando lentamente per uscire dall'oscurità e mostrarsi una votla per tutte alla luce del sole.
Alfred assottigliò appena gli occhi come a voler focalizzare la persona.
Quando capì gli era in viso sbiancò, stringendo forte i pugni.
-Ricky...-
-Ciao Alfred... bella sospesa vero?
-Che vuoi da me...-
-Mi pare ovvio, punirti per quel che hai fatto.-
La scusa era buona ovviamente per l'altro ma non per Alfred che al solo ricordare si sentì male, un masso pensante sul cuore bloccandogli quasi la gola impedendogli anche di respirare.
Aveva toccato una nota dolente.
-Già, proprio così...-
Aggiunse Ricky avvicinandosi al biondo mentre batteva la testa della mazza sul palmo della mano come a fargli capire già cosa doveva fare.
Alfred a quel punto si aprì in un ennesimo sorriso ma molto differente da quello precedente, un sorriso debole, sconfitto senza neanche aver iniziato a combattere.
-Lo so...-
.
.
.
Il cielo in quel momento si era dipinto di un bellissimo colore arancione, il sole stava tramontato verso l'orizzonte per dare spazio alla notte, alla luna e le sue amate stelle.
Arthur fissava quella scena non appena aveva messo piede sulla stazione vicino alla scuola.
Era solo, non c'era nessuno dunque si sedette sulle fredde panchine di marmo per attendere l'orario in cui sarebbe passato il mezzo per tornare a casa.
Nella sua mente oltre a quel bellissimo tramonto ricordava ciò che era successo durante l'ora scolastica in corridoio insieme ad Alfred.
Nel solo rivivere quella scena mentalmente quasi con fare involontario si portò due dita alle labbra mentre le sue guance si erano dipinte di un bellissimo colore rosso che ricordava tanto le fragoline appena maturate di una prateria ben curata.
Dopo quel bellissimo e prezioso ricordo stranamente nella sua mente si era spezzato qualcosa.
Sgranò gli occhi come se in quel preciso momento avesse avuto un brutto presentimento su quella persona.
-Alfred...-
Non attese un minuto in più che si alzò da lì , scendendo di fretta e furia le scale della stazione, correndo più veloce che poteva verso quella strada che lo avrebbe portato verso l'edificio scolastico e quel vico buio.
Era proprio vero quando si dice che gli angeli saranno sempre con te anche nel momento del bisogno...

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