Capitolo 4
Purtroppo sembrava che Arthur in quel pomeriggio non faceva altro che piangere.
Cosa stava pensando?
Alfred, per quanto ci provasse non riusciva proprio a capire, sapeva solo che da buon amico doveva riportarlo a casa, o meglio, a casa propria così sarebbe stato in compagnia.
I due si stavano avviando verso casa, l'americano teneva ben stretto l'altro in modo che sentisse il proprio calore e provasse a calmarsi.
Non riusciva ancora a realizzare che lo teneva fra le proprie braccia, immaginava sempre di avere quel Cherubino che tanto ama...
Dio e come era bello.
I suoi occhi si era fermato a guardare quella bellezza incredibile aveva...
Che forse si fosse innamorato di lui?
Non lo sapeva ma per ogni volta che gli era vicino sentiva sempre la stessa cosa, prima il farfallio nello stomaco, il viso di fuoco e le parole che si bloccavano in un nodo stretto alla gola.
-Alfred...-
Iniziò l'inglese interrompendo quel silenzio imbarazzante che si era creato alzando gli occhi lucidi verso l'americano che di conseguenza aveva subito incrociato.
Alfred sobbalzò per il colpo, in viso era diventato di nuovo rosso, ecco, adesso stava per morire.
-D-Dimmi... Arthur...-
-Credo di stare meglio... non c'è bisogno che scomodi così tanto..-
L'espressione dell'americano tutto ad un tratto divenne abbastanza seria, fermandosi per guardarlo ancora una volta negli occhi, dimezzando la distanza che separava i due visi. Che cosa strana.. da dove aveva preso tanto coraggio
-Non dirlo neanche per idea..! È poi siamo arrivati, ecco casa mia!-
Disse indicando una casetta abbastanza grande molto sfiziosa, colorata da una vernice bianca alle pareti e dal tetto con delle piastelle invece grigie che scendeva a pizzo.
Aveva anche un giardino ben curato, con alcuni fuori di vario colore.
Arthur volse lo sguardo nel posto indicato dal compagno, sospirando appena con un velo di tristezza.
Alfred notò subito quel cambiamento di umore, non gli piaceva per nulla dunque convinto di quest'idea lo prese in braccio in stile principessa in modo da rendere l'idea di farlo essere davvero e stringendo a se ridendo quasi divertito.
-Cos'è quel muso lungo! Ah ah ah! Dai andiamo!-
-A-Alfred in realtà..!-
Non riuscì a fini la frase che venne subito scortato nella dimora del ragazzo. Dopo aver varcato la soglia di casa venne successivamente posato sul divano, dentro di sé voleva scomparire dall'imbarazzo per il gesto di poco fa; si guardava intorno come se non avesse mai visto una casa americana, infatti era del tutto diversa dalla sua, era come dire, più moderna con tv a plasma, tavolini di vetro e pareti attrezzate di color grigio per non contare la PlayStation e Xbox posati in vari angoli della stanza quando invece lui aveva solo libri.
-Bene! So che a voi inglesi piace molto il tea! Vado subito a prepararlo!-
Non attesta neanche una risposta che si avviò in cucina lasciando l'inglese sul divano in compagnia dei suoi pensieri.
Passarono circa 20 minuti, il tempo necessario per far si che i tea si preparò e venne servito caldo e fumante all'inglese che afferrò il bicchiere con due mani e se lo portò al viso, lasciando che il vapore passi sul suo viso e l'odore della fragranza alle radici del naso, era il tipico tea verde che usava lui.
-Ti ringrazio Alfred...-
Aggiunse accennado in lieve sorriso nei suoi confronti.
L'americano ricambiò quel sorriso sincero in uno davvero dolce sedendosi al suo fianco sul divano tappezzato di pelle bianca.
-Beh... Arthur...-
Accennò Alfred guardando in basso, poi di nuovo Arthur che aveva intanto iniziato a soffiare sul bicchiere nel tentativo di raffreddarlo ma tale azione venne interrotta costretto di conseguenza a volgere lo sguardo agli occhi azzurri dell'altro.
-Dimmi pure..-
-Ti prego di non.. pensare male.. non voglio essere invadente ma.. perché stavi piangendo?-
Arthur si aspettava quella domanda prima o poi, dunque abbassò il bicchiere posandolo davanti a se su quel tavolino di vetro mentre si strinse poco dopo con le mani la felpa che gli aveva ceduto durante il cammino Alfred sulle spalle.
Guardò verso il basso, l' argomento non era uno dei migliore di cui parlarne ma ci provò, era il minimo che potesse fare dopo la sua ospitalità.
Tirò un lungo sospirò, pronto a rispondere.
-A Londra... dove vivo io... c'era una ragazza di cui ero follemente innamorato.
Ci siamo messi insieme... poi scoprì che lei stava solo giocando con i miei sentimenti.. ma nonostante questo io la amo ancora...-
A quelle parole che ascoltò molto attentamente l'americano si erano trasformate il lame che avevano distrutto qualcosa dentro di sé, aveva fatto in mille pezzetti, piccolo granelli il suo cuore.
Se prima aveva iniziato a provare un folle sentimento verso l'inglese adesso era stato disintegrato.
-... Non credo.. che riuscirò ad amare qualcun'altra al di fuori di lei...-
Aggiunse per finire.
Sul viso e Alfred si dipinse tanta di quella tristezza, come se il mondo gli fosse crollato a dosso in un nanosecondo, faceva davvero così male l'amore?
Ma adesso doveva mettere da parte i suoi sentimenti, si, ora veniva in gioco i sentimenti d'amicizia.
Provò ad accennare in sorriso seppur triste e debole ma almeno provava ad essere se stesso.
Posò una mano sulla spalla di Arthur in modo da attirare la sua attenzione.
-Ehi amico.. non dire così... vedrai, ci sarà in questo mondo una persona che potrà amarti per davvero.. adesso non ti abbattere ok? Ci sono io con te.. e ti aiuterò...-
Arthur lo guardò negli occhi, forse era vero, forse aveva ragione ma doveva passare prima molto tempo per dimenticare la sua ex ma sorrise, come se avesse preso in considerazione il suo discorso.
-Già, forse hai ragione.-
Disse riprendendo a bere quel tea verde ormai freddo.
America non sapeva se il destino fosse diventato cattivo contro di lui ma la confusione e la tristezza lo stava consumando. Cosa avrebbe fatto adesso..?
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//Spazio autore:
Salve minnaa !! Scusate tanto l'assenza ma la scuola mi sta divorando ç.ç
Adesso sono arrivate le vacanze pasquali, yeah!
Cercherò di aggiornare molto prima, intanto spero che vi sia piaciuto questo capitolo :3 alla prossima
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