Anche l'ora di spacco della merenda sembrava essere terminata, come nuovo arrivato non gli restava che pranzare da solo per il povero Arthur anche se il suo stomaco negava qualunque sostanza che digeriva.
C'erano ben altre ragioni per cui aveva abbandonato la sua precedente scuola, al solo pensiero si sentiva male, tutto quel che sapeva dire era solo:
"Non potrò mai più amare qualcun'altro al di fuori di lei"
Tenne il capo abbassato quando uscì dall'aula.
Erano ormai le 16:20, la campanella era suonata e adesso tutti potevano avviarsi verso casa.
Inghiterra attese che tutti gli alunni di quell'isituto se ne andassero prima così da avere la possibilità di stare in compagnia della solitudine, la sua amata e insostituibile solitudine.
Prese a camminare dopo un po' a passo lento verso la strada di casa intanto che pensava ad un sacco di cose, o meglio, il suo passato dolorante.
Nel mentre camminava indisturbatamente alle sue orecchie giunsero piccole frasi d'amore quasi sussurrati ed infatti come immaginava.
Quando alzò lo sguardo vide una coppia di amanti seduti su una panchina di un parco desolato. Lei una bellissima ragazza che stava baciando il suo ragazzo.
A tale visione Arthur poté sentire un nodo alla gola e le lacrime prendere la loro parte e salire, pronte a bagnare il suo viso...

Il sole ormai stava calando per dare spazio alla notte ma in compenso aveva colorato l'orizzonte di un bellissimo arancione, un colore caldo che riusciva a riscaldare ogni cosa, Alfred stava camminando verso una strada fritta che conduceva al proprio condominio. Purtroppo aveva fatto un po' tardi, aveva persino detto a Sara di avviarsi soltanto perché lui voleva cercare l'inglese ma con scarsi risultati, di lui nessuna traccia.
I raggi del sole che aveva di fronte colpivano i suoi occhi costringendo ad alzare la mano per postarla sulla fronte in modo da crearsi un po' d'ombra e vedere meglio davanti a se.
Assottigliò poi lo sguardo quando intravide una figura di spalle che sembrava singhiozzare, forse per il pianto ma non poteva dirlo con certezza essendo che le mani coprivano il volto.

-Perché piange....?
Uhm..? Ma aspetta...

Dubbioso di ciò che vide si avvicinò maggiormente e con stupore vide che quella persona era Arthur.
Allarmato gli si avvicinò, appoggiando subito le mani sulle sue spalle provando a scuoterlo.

-E-Ehi amico che è successo? Chi è che ti ha fatto piangere...?

Come risposta non era altro che il singhiozzo disperato dell'inglese.
America provò a fargli calare le mani e vedere quel bellissimo volto che aveva ma per qualche ragione era bagnato dalle sue calde lacrime. Non doveva tardare così, poteva arrivare prima se l'avesse saputo, avrebbe fatto tutto per il nuovo studente.

-Arthur... Ti va di venire a casa mia? Non mi sembra che tu sia un ottime condizioni da poter tornare a casa...

Arthur ancora una volta non rispose, guardò semplicemente in basso per l'imbarazzo di quel pianto che aveva preso il sopravvento.
Alfred intenerito lo avvolse in un forte abbraccio, facendo appoggiare il viso bagnato dell'altro sul suo caldo petto così da poter farlo calmare.
Si tolse poi la giacca della propria divisa e appoggiarla sulle spalle di Arthur non appena si calmò dei singhiozzi, successivamente lo prese per mano avviandosi con lui verso casa.

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Spazio autore:
Pubblico adesso il terzo capitolo perché si u.u
Spero che questo libro nonostante abbia soltanto 3 capitoli vi possa iniziare a piacere.
Al prossimo capitolo!