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Capitolo 11 (Bye)

Sperava tanto che quella scena fosse solo frutto di un brutto sogno.
Arthur continuava a fissare Alfred che si baciava con la ragazza che gli era saltata addosso, Sara.
Sentiva il mondo crollargli addosso, il respiro sembrava mancargli e le gambe tremargli come se avesse paura.
-Alfred...-
Perché? Perché si sentiva così male? Questo male non gli era familiare, anche con la sua ex ragazza era successo... ma perché adesso sembrava che il dolore si fosse moltiplicato ulteriormente?
Lui non ci teneva ad Alfred...no? Non lo amava giusto?
Alfred non se lo aspettava imminente quel gesto eppure a quelle labbra dolci non sapeva davvero come staccarsi.
Era così strano anche per lui, amava Arthur ma perché baciava un altra ragazza?
-...Stupido...sei uno stronzo...!-
Lasciò cadere il peluche correndo subito via, faceva troppo male da vedere.
-A-Arthur aspetta...!-
Urlò Alfred staccandosi solo una volta che vide Arthur scappare via.
Non poteva immaginare del perché avesse reagito così però di una cosa era certo, quando vide Arthur correre via aveva visto una piccola luce che somigliava ad una goccia d'acqua ed essendo che non pioveva quella era sicuramente una lacrime, l'aveva fatto piangere di nuovo nonostante si fosse promesso di non farlo più soffrire.
-Non seguirlo... ha bisogno di stare da solo...-
Affermò la ragazza abbracciandosi Alfred, posando la testa sul suo petto.
-No... Non mi sembra giusto che tu lo insegua, e se poi gli da fastidio?..-
Alfred rimase senza parole, poteva essere una supposizione.
Rimasero in silenzio entrambi quando solo dopo pochi secondi una voce intervenì nei loro confronti, interrompendo quel silenzio. Alfred sapeva benissimo a chi apparteneva quell'accento francese.-
-Bonsoir Alfred. Da come posso ben notare hai conosciuto la mia sorellina.-
-Tua sorella?
-Già, non è adorabile?...
-Arthur.... Arthur è fuggito via!
-Lo so, ho visto che correva verso l'uscita...Rassegnati, quel ragazzo non ti vorrà mai...-

Il tempo passò, scorrendo lentamente da secondi a minuti e minuti in ore.
Alfred era rimasto intrappolato in quella fiera con il rimorso di non aver fermato Arthur ed Arthur invece era corso via senza fare nulla.
Non aveva una meta, continuava a correre senza sapere dov'era e dove sarebbe arrivato, correva semplicemente su un asfalto ghiacciato e desolato con le lacrime agli occhi e il cuore in gola. Era stanco di soffrire, in quei momenti di disperazione avrebbe pensato solo al peggio di sé stesso.
Si sentiva un povero idiota, per la seconda volta aveva amato in modo sbagliato la persona sbagliata, era stanco di tutto: Essere emarginato, rimanere solo, avere delusioni, soffrire inutilmente.. poi sull'asfalto due luci abbagliati di un faro, il frastuono di un clacson di un camion... poi, il buio.
Alfred in quel momento dentro di sé si sentì stranamente male, nella sua mente apparve una fiura bianca e celestiale, due ali enormi appartenententi ad un ragazzo esile di spalle, poi anche lì il buio.
Spalancò di scatto gli occhi per quel flashback, pronunciando le prime sillabe di un nome, il primo dei tanti nomi che gli uscì spontaneo da dire.
-Arthur...-

Tutto sì interruppe quando si sentirono in lontananza le sirene di un'ambulanza...

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