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03

La stanza era leggermente soqquadro con abiti un po' sopra al letto e altri a terra pronti da essere portati nella lavanderia del dormitorio a lavare, un borsone era vicino l'armadio e Izuku vi stava mettendo dentro il necessario per il week-end che avrebbe dovuto passare a casa, anche se non ne aveva molta voglia.

Sua madre aveva da poco incontrato un uomo dai modi gentili e di solito quando era libera nei fine settimana, andava con lui a cena fuori o a fare qualche gita, perciò anche se fosse tornato a casa, l'avrebbe trovata vuota.

Aveva quasi sperato che il sensei gli dicesse di restare in dormitorio, ma come il solito non aveva mai fatto il primo passo che però questa volta lui non aveva fatto.

La penna a terra avrebbe potuto benissimo prenderla e assecondare il gioco che il corvino voleva fare, poteva piegarsi e mettere in mostra le gambe e il fondo schiena, ma non quel giorno.

Era il suo turno di giocare.

Sapeva di essere giovane e che una relazione con il proprio sensei era rischiosa sotto molti punti di vista, ma non riusciva a trovare nulla di eccitante nei suoi coetanei il cui unico scopo era divertirsi e pensare alla carriera imminente. Izuku voleva qualcosa di più e solo Shota sembrava darglielo, portando con sé quel brivido che non percepiva con nessun altro.

Le serate passate insieme infrangendo il coprifuoco, gli sguardi rubati quando nessuno se ne accorgeva, gli attimi in cui riuscivano a unirsi.

Sentì l'eccitazione pervaderlo come se il maggiore fosse nella stessa stanza e gli stesse toccando il corpo con quelle mani grandi e calde che lo facevano gemere al minimo tocco.

Spalancò gli occhi quando un bussare leggero lo riportò alla realtà e la mano con cui si stava accarezzando il petto, cadde lungo il fianco mentre rispondeva.

«Chi è?» domandò mettendo un paio di libri sopra le magliette gettate alla rinfusa per nascondere quello che vi era nascosto sotto.

«Deku-kun se ne sono andati via tutti, me ne vado anch'io.» disse con voce dolce Ochaco dall'altra parte della porta che il verdino si sbrigò ad aprire quando si rese conto che fosse lei.

«Va bene Uraraka-san, ci vediamo lunedì.» rispose lui con un sorriso.

«Vai a casa anche tu?» domandò lei accorgendosi del borsone alle sue spalle.

«Sì, fra poco mi avvio.»

«Vuoi che ti aspetto?»

«No...no, non ti preoccupare.» disse con un sussulto Izuku sentendo la suoneria del cellulare in stanza che trillava, una suoneria particolare che aveva impostato per riconoscere chi fosse il mittente, «Vai pure, io ho ancora un po' di cose da fare prima di avviarmi.»

«Sei sicuro? Non sarebbe...» ma venne interrotta da una scrollata di capo del verdino che aumentò il sorriso portandosi una mano alla nuca.

«Sì, ho ancora da fare il bucato e potrebbe volerci un po', quindi non ti preoccupare e buon week-end.» e rimase ad aspettare che con la mano alzata lei si avviasse lungo il corridoio verso gli ascensori e così sparire alla sua vista, solo allora si rifiondò in camera a prendere il cellulare dopo aver chiuso la porta con un calcio.

Un messaggio svettava al centro della schermata.

"Spero che tu sia rimasto in dormitorio."

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