Alive
Oggi mi sono sentito vivo.
Dopo tempo immemore sembrato eterno finalmente riuscii a provare qualcosa di diverso, forte e travolgente.
Dopo un lungo viaggio, andai in un luogo a me familiare ma allo stesso tempo sconosciuto e ne raggiunsi il punto più alto.
Avevo paura, una tremenda paura
Il mio corpo tremava e la mia mia mente temeva, il mio sangue gelava alla sola meravigliosa e terrificante vista a cui mi ero sottoposto.
Il tempo sembrava essersi fermato e io osservavo.
Osservavo il paesaggio in torno a me.
Lo vedevo.
Era vivo, era pieno di vita.
E io, che cosa ero stato fino a quel momento? Chi ero io? Perché ero lì? Tentai di ricordare cosa ne era rimasta della mia vita, poi realizzai...
Io ero morto.
Io ero morto molto tempo fa, da quando i ricordi hanno cominciato a sbiadirsi e in un certo senso a fare male.
Ricordo, di tempi andati in cui sul mio viso regnava uno sguardo deciso e un sorriso allegro.
Ricordo, di persone a me care cui vita ha preso una grande svolta e sono sparite lasciandomi indietro.
Ricordo, di Te che probabilmente non leggerai questo testo. Di tutto ciò che abbiamo fatto, le nostre storie, le nostre risate e le gioie che mi hai portato.
Ricordo, di Te che magari leggerai ciò che scrivo. Delle pene che abbiamo sofferto, delle difficoltà che ci siamo trovati davanti, dei nostri litigi e di quel freddo che ti gelava il cuore che tentavo, invano, di riscaldare.
Ricordo del dolore che ho provato quando tutto ciò è avvenuto e di cui solo ora capisco il significato.
E ero lì.
In quel luogo a tutti noi, gente morta, comune pieno di piccoli cambiamenti ad ogni singola ora.
E per di più, ne ero al suo culmine.
La scalata fu facile, ma la discesa lo era stata ancora di più. Non incontrai nessun ostacolo, procedevo a passo lento e regolare finché stanco di ciò aumentai la velocità.
Nel mio viso ormai leso da tutto ciò che successe in vita, si poteva vedere uno sguardo spento e perso nel vuoto, pelle pallida e secca piena di piccole cicatrici, le mie sottili labbra secche e ormai senza colore.
I miei capelli a cui una volta dedicai così tanta attenzione e cura, erano lunghi e neri, così scompigliati che una forma non avevan più.
Il mio corpo ormai anch'esso ferito dalla Vita stessa, era debole e magro. Rimembro la cura e l'impegno che dedicavo a questo corpo ormai distrutto per renderlo il migliore possibile per Te, per gli amici e la famiglia.
Il mio cuore non pompava più un sangue di color rosso, pompava odio e rancore. Le vene e arterie, piene di ciò, riempivano il mio corpo rendendolo ciò che avrei voluto evitare di diventare.
Lì in cima, tutto ciò sembrava che avesse perso importanza.
Sentivo me stesso leggero, corpo e anima.
Una dolce luce mi illuminava, mettendo in risalto tutto ciò che ero diventato.. Ma a me non importava.
Che cos'era quella sensazione? Che cos'era quella luce?
Volevo.. Dovevo capire.
In lontananza da un luogo remoto sentii una voce.
"Buttati."
Non stetti a farmi altre domande.
Da quel picco si affacciava insieme a quello splendido paesaggio un piccolo promontorio che dava sul vuoto.
La cui fine non si poteva vedere.
Era la mia occasione.
"Okay, è la cosa giusta"-dissi.
Il mio corpo era luce, era leggero e delicato. I difetti che lo coprivano sembravano irrilevanti.
Pareva di volare.
In quel momento io ero Libero da tutto ciò che mi tormentava; ero Libero da quel doloroso passato che pesava sulle mie spalle dolenti.
E dopo un interminabile ma breve conflitto, mi buttai.
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